Scritto da: pcerini 24/04/2007 10.53
"Ma non ci spiega la natura dell'omosessualità, la sua origine e le cause che l'hanno prodotta."
Penso che nello studio di certe malattie particolari come quelle tropicali,quando ci si trovava innanzi a iu' ipotesi di causa,si sia ricorso a indagini statistiche.
E forse anche oggi la medicina vi ricorre per studiare le cause per esempio dell'incremento di certe malattie in varie popolazioni.
Qualcuno di voi si ricorda di qualche esempio nella storia della medicina?
Attenzione, non ho detto che l'indagine statistica non serva a nulla, me ne guarderei bene. Ho detto una cosa diversa.
Ho detto che l'indagine statistica, che qui qualcuno vorrebbe far apparire come la spiegazione dell'origine del fenomeno dell'omosessualità, per ora non ha risposte, nè le ha mai avute,
nè potrebbe mai averle, agli interrogativi a cui stiamo tentando di dare una risposta:
-le supposte origini genetiche ed organiche dell'omosessualità, la supposta innata tendenza all'omosessualità, o la tendenza al fumo o quella alla droga.-
Non fatemi dire cose che non ho detto, cosa per cui pare riesca già brillantemente l'amico, che cavalca ogni occasione per contestarmi come persona, e poco per le mie idee, semplicemente perchè ho definito antiscientifiche le fantasie di alcuni studiosi che vogliono far passare per scientifiche semplici e pure deduzioni.
L'amico studente di psicologia riporta una citazione che gli dà completamente contro, tant'è che dice (osservate le parti in grassetto) nulla di più e nulla di meno di ciò che sto sostenendo da tempo. Non mi resta che invitare rispettosamente l'amico di ricorrere ai suoi maestri per farsi illustrare bene il senso delle parole...io ci rinuncio:
"(...) Inoltre il medico si deve porre in relazione con tre diverse
realtà, quelle del paziente, della malattia, dell'ambiente; i sintomi, le caratteristiche e le variabili che, rispettivamente contraddistinguono le stesse realtà sono qualitativi e quantitativi,
diversi e imprecisi nell'osservazione,
richiedendo deduzioni e inferenze che a loro volta necessitano di organizzazione delle informazioni e sintesi univocamente interpretabili. Ed è alla statistica che occorre rivolgersi per acquisire metodi idonei a soddisfare queste esigenze." - Biostatistica, Wayne W.Danyel, presentazione di Franco Vaccina, Direttore Istituto di Statistica Sociale e Scienze Demografiche e Biometriche Università di Palermo.
Mica qui i medici stanno dicendo d'avere la soluzione in mano, ma che osservano (statistica) e tentano di interpretare i risultati che la statistica mette a loro disposizione in relazione a queste realtà: Paziente, malattia, ambiente.
La statistica assolve egregiamente alla sua funzione, che è quella di fornire numeri, ma nulla di più.
Non per nulla spesso gli studi sono contraddittori, pur basandosi sul metodo statistico: Alcune volte ci dicono che il caffè fa bene, altre volte ci dicono che fa male, altre volte ancora che non fa nè bene nè male. Ogni tanto vengono fuori con novità che ribaltano completamente gli studi effettuati fino a quel momento...penso tu l'abbia osservato.
Perchè succede?
Perchè ognuno interpreta i risultati che derivano da studi statistici a sua discrezione.
IO non dico che la statistica serva a nulla, ma che bisogna prendere tutto con le pinze, finchè i dati non vengano poi, se mai succederà, confortati da test scientificamente dimostrati ed approvati.
Tanti saluti
Pyccolo