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19/02/2007 17:35 | |
Nell'ambito religioso, si tende a parlare in modo alato, parole e fatti che non toccano terra. Troppo in alto , "parole alate" che svolazzano nell'aria e non scendono tra gli uomini, nelle sofferenze, tra i problemi di natura pratica.
San Giovanni apostolo quando parla "DELLA PAROLA" dice : la Parola era, era presso Dio, era Dio, ma non rimase lassù, non parlò agli uomini dall'alto al basso, scese sulla terra, in mezzo agli uomini e non si vergognò di prendere forma di uomo, di soffrire come gli uomini.
Anche Dio, che nessuno aveva mai visto in carne, che parlava attraverso i profeti e mandava messaggi e avvertimenti tramite gli uomini, gli eventi, ed in ultimo ci ha parlato attraverso il Suo Figliolo, facendosi Uomo, parlava con parole pratiche.
Una volta fece parlare un asina per aprire gli occhi al profeta e prendere la giusta direzione.
Molti non si rendono conto di usare un linguaggio troppo atratto, parole che nessuno può raccogliere , nelle loro "omelie", nei loro "sermoni". Parole che spaventano, che non danno speranza perchè non sono accompagnate da una mano amica , da uno sguardo tenero ed incoraggiante, si limitano a dire parole che hanno letto nella lettera: alcune sono vere , ma non c'è vita, nè convinzione se non sono accompagnate dall' amore di Dio.
Ci vuole una mano per buttare il seme nella terra, la terra lo riceve, lo scalda, arriva la pioggia e lo nutre, il sole che lo matura.
La vita cristiana non è solo fatta di spiritualità troppo astratta, ma di umanità che soffre, che aiuta, che interviene. Le parole che diciamo "non perchè le abbiamo lette" , devono nascere da un cuore sensibile che palpita d'amore.
Gesù venne sulla terra con "Parola e vita", sangue e acqua uscirono dal Suo costato. Quando parliamo con le creature, specialmente con i sofferenti, il nostro cuore deve essere scosso dalla sofferenza.
Facciamo presto a mandar via le persone , a chiudere le porte al nostro prossimo con belle parole, magari lette nelle Scritture, ma senza pietà.
Gesù si fece uomo, scelse di essere chiamato "IL FIGLIOLO DELL'UOMO". I Suoi piedi toccarono la nuda terra, non volava al di sopra degli uomini , non ebbe timore di toccare il lebbroso, poteva guarirlo con uno sguardo solamente, ma lo toccò.
A volte leggo scritti, messaggi, ascolto risposte date alle persone, ma non sempre fanno ardere il mio cuore. Il più delle volte essi citano Gesù portandoLo ad esempio di come dovremmo fare noi , ma quando colui/ei che cita tali parole, non le "vive" nella propria vita, tutto questo si sente, e sà di ipocrisia.
Semi buttati nell'aria, parole alate che non producono nulla.
Prendete un seme, abbassatevi, seminatelo con cura, nella terra, coltivatelo, curatelo con le vostre mani, sperate nella crescita di quel seme, rallegratevi quando si schiude al sole e mette fuori le piccole ,tenere foglioline.
Non creiamoci un aureola di belle parole e una santità inaccessibile: prendiamo esempio dal Figliolo dell'Uomo.
Non si fece aiutare dagli angeli quando cadde sotto il peso della croce, un uomo Cireneo Lo aiutò; chiese da bere ad una donna Samaritana, il cui passato non era un aureola di santità.
Noi siamo terra, siamo nati dalla terra, e man mano che ci avviciniamo a Cristo, prendiamo da Lui la natura divina, ma la vecchia natura la portiamo con noi fino alla fine e siamo tentati e cadiamo ogni giorno.
O tu che leggi : non chiudiamo la porta del nostro cuore con belle parole, non allontaniamo le persone con belle frasi ripetute : amare il prossimo ci deve costare qualcosa, altrimenti amiamo solo noi stessi e ci facciamo vanto con delle belle parole buttate al vento .
Che Dio ci aiuti ad essere più umani e non troppo "spirituali" ed astratti, finiremo con l'essere indifferenti e freddi , duri come le pietre. Nulla può nascere sopra una pietra fredda e dura senza un pò di terra.
Meglio sbagliare con l'intenzione di fare il bene, che non fare del male, pensando di essere molto corretti e precisi.
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