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AL MIO AMICO PINUCCIO

Ultimo Aggiornamento: 19/05/2006 17:27
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Scritto da: Bruno GIAINUSO 26/04/2006 19.09

Ciao Vito, ciao Pino.
Che dire....
Vi voglio bene.
Bruno



Ciao carissimo fratello e amico Bruno,

E' bellissimo il tuo sincero affetto fraterno 'senza ipocrisia'.
Te lo assicuro: fa bene all'anima!.

Ci conosciamo e stimiamo ta tempo ormai.
Volendo, potevi rivolgerti soltanto a Pino, ... e basta.

Invece, al ciao di Pino hai voluto aggiungere una breve espressione di incoraggiamento personale che ho apprezzato moltissimo: so quanto valgono le tue misurate parole!.

Ricambio il tuo 'ciao', ricordando a me stesso che in una circostanza, Pino ha scritto:

"HO IMPARATO CHE SE LOTTIAMO PER DIFENDERE IL NOSTRO ONORE E LA NOSTRA DIGNITA', LA VITA HA UN SENSO.
INVECE, SE LOTTIAMO PER OTTENERE INTERESSI E GLORIA, LA VITA PERDE DI SIGNIFICATO
".

Personalmente, sono stato molto incoraggiato nella lotta titanica che, mio malgrado, mi vede tuttora impegnato!

Il messaggio pubblicato nel post che precede, ovviamente, è stato letto da molte persone.

Penso che per la loro eccezionale significatività, le più che espressive parole di un'amica dei tempi passati (e che io neppure conosco), ben rappresentino i sentimenti positivi anche di molti tra noi che, al di là delle naturali incomprensioni, hanno conosciuto e apprezzato il nostro comune amico Pino Lupo.

Questo il testo letterale del messaggio:


"Ciao Pinuccio. Ho letto la tua mail. Le tue riflessioni hanno dato ali ai miei pensieri. E’ vero, io me ne sto sempre zitta, non commento, non rispondo, non comunico come ci si aspetta.

Oggi però voglio dirti che ti comprendo, comprendo le tue parole e le tue lacrime, perché durante la vita perdiamo un sacco di cose, ombrelli, agende, numeri di telefono, mariti, mogli, amanti e poi amici.

Perdiamo peso, fortuna, casa, oggetti. Questo è un mondo materiale, fortemente materiale, troppo per noi che invece siamo spirito.

Rimaniamo intrappolati, noi che siamo aria, nelle nostre lacrime, nelle nostre perdite, nella nostra mente che si nutre di immagini, di esperienze di ciò che ricorda.

E’ una brutta storia, ma è uguale per tutti, quando qualcuno caro decide di andarsene dobbiamo permetterglielo, perché per lui è tempo di un’altra esperienza, certamente migliore.

Quanti ricordi. Credo che tu appartenga alle mie immagini più belle; le riunioni da Gianluca, gli appuntamenti insieme, gli incontri da Saro, e poi Carlo e i suoi strumenti, i libri, le frasi, la bibbia, un’amicizia di quelle di cui sono grata!
Di quelle che ti fanno crescere, che ti accompagnano.

Grazie per questo, grazie perché comunichi con me nonostante io non lo faccia con te, per la tua intelligenza e sensibilità.

So che ultimamente la vita è diventata per te faticosa, forse lo è sempre stata, semplicemente forse oggi reagisci più lentamente agli urti.

Io non mi preoccuperei, ogni fase ha la sua magia.
Ti voglio bene.
La tua amica ... "
.
<p><font class='xsmall'>
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"GLI AMICI SONO ANGELI"

Scritto da: Siria Lozzi 27/04/2006 9.59
83.211.3.34/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=3780

Ma che bello questo 3D, trovo molto calore nei vostri post,
... la fratellanza, l'amicizia, l'Amore.
Non sono tanto grande ma spero che nel mio ci entriate tutti.




"GLI AMICI SONO ANGELI CHE CI SOLLEVANO I PIEDI QUANDO LE NOSTRE ALI HANNO PROBLEMI NEL RICORDARE COME SI VOLA".

Questa bellissima espressione di elogio degli amici (e dell'amicizia) rappresenta l'appropriata conclusione di uno scritto significativo che il nostro comune amico Pino LUPO mi ha inviato due giorni fa in segno di gratitudine per le parole di stima e di incoraggiamento usate nel messaggio della Dott.ssa Lozzi innanzi riportato, e nei numerosi altri ivi pure riportati.

Onestamente, ho avvertito la necessità di 'inoltrarlo' a beneficio di tutti quanti voi e in particolare a favore di coloro che hanno voluto esprimere i loro sentimenti di stima e simpatia in favore di una persona 'normale' in temporanea difficoltà.

Pino sta sicuramente meglio di qualche giorno fa ma, nonostante alcune fugaci incursioni corsare eseguite dal suo nuovo posto di lavoro, Internet continua ad essere inaccessibile da casa sua.

Onde evitare spiacevoli equivoci, tengo a riferire che questa mattina, telefonicamente, Pino mi ha espressamente autorizzato a rendere noto il bel messaggio di seguito trascritto, precisando che non si tratta di farina del suo sacco ma di un significativo ed istruttivo racconto 'anonimo' gelosamente conservato nel fondo di uno dei suoi numerosi cassetti.


----- Original Message -----
From: Giuseppe Lupo
To: Vito Pucci
Sent: Thursday, April 27, 2006 9:02 PM
Subject: INCONTRI INCROCIATI


"Un giorno, ero un ragazzino delle superiori, vidi un ragazzo della mia classe che stava tornando a casa da scuola.
Il suo nome era Arturo e sembrava stesse portando tutti i suoi libri.
Dissi tra me e me: perché mai uno dovrebbe portarsi a casa tutti i libri di venerdì?
Deve essere un ragazzo strano.
Io avevo il mio week end pianificato (feste e una partita di pallone con i miei amici), così ho scrollato le spalle e mi sono incamminato.
Mentre stavo camminando vidi un gruppo di ragazzini che correvano incontro ad Arturo ...
Gli arrivarono addosso facendo cadere tutti i suoi libri e lo spinsero facendolo cadere nel fango.
I suoi occhiali volarono via, e li vidi cadere nell'erba un paio di metri più in là.
Lui guardò in su e vidi una terribile tristezza nei suoi occhi.
Mi rapì il cuore!
Così mi incamminai verso di lui mentre stava cercando i suoi occhiali e vidi una lacrima nei suoi occhi.
Raccolsi gli occhiali e glieli diedi dicendogli: "quei ragazzi sono proprio dei selvaggi, dovrebbero imparare a vivere."
Arturo mi guardò e disse: "Grazie!"
C'era un grosso sorriso sul suo viso, era uno di quei sorrisi che mostrano vera gratitudine.
Lo aiutai a raccogliere i libri e gli chiesi dove viveva.
Scoprii che viveva vicino a me così gli chiesi come mai non lo avessi mai visto prima, lui mi spiegò che prima andava in una scuola privata.
Parlammo per tutta la strada e io lo aiutai a portare alcuni libri.
Mi sembrò un ragazzo molto garbato ed educato così gli chiesi se gli andava di giocare a calcio con i miei amici e lui disse di si.
Stemmo in giro tutto il week end e più lo conoscevo più apprezzavo le sue qualità semi-nascoste.
Con il tempo, anche i miei amici impararono ad apprezzarlo.
Arrivò il lunedì mattina ed ecco Arturo con tutta la pila dei libri ancora.
Lo fermai e gli dissi: "Ragazzo finirà che ti costruirai dei muscoli incredibili con questa pila di libri ogni giorno!"
Egli rise e mi diede metà dei libri.
Nei successivi quattro anni io e Arturo diventammo amici per la pelle.
Una volta adolescenti cominciammo a pensare all'università: Arturo decise per Roma ed io per un altra città.
Sapevo che saremmo sempre stati amici e che la distanza non sarebbe stata un problema per noi.
Arturo sarebbe diventato un medico mentre io mi sarei occupato di cause e litigi.
Arturo era il primo della nostra classe e io l'ho sempre preso in giro per essere un 'secchione'.
Arturo doveva preparare un discorso per il diploma.
Io fui molto felice di non essere al suo posto sul podio a parlare.
Il giorno dei diplomi, vidi Arturo, aveva un ottimo aspetto.
Lui era uno di quei ragazzi che aveva veramente trovato se stesso durante le scuole superiori.
Si era un pò riempito nell'aspetto e stava molto bene con gli occhiali.
Aveva qualcosa in più e molte le ragazze lo corteggiavano.
Notai che era un pò nervoso per il discorso che doveva fare, così gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi "giovane te la caverai alla grande!"
Mi ripagò con uno sguardo pieno di gratitudine!
Sorrise e mi disse: "grazie".
Iniziò il suo discorso schiarendosi la voce: "nel giorno del diploma si usa ringraziare coloro che ci hanno aiutato a farcela in questi anni duri, i genitori, gli insegnanti, ma più di tutti i tuoi amici.
Sono quì per dire a tutti voi che essere amico di qualcuno è il più bel regalo che voi potete fare.
"Voglio raccontarvi una storia".
Guardai il mio amico Arturo incredulo non appena cominciò a raccontare il giorno del nostro incontro.
Lui aveva pianificato di suicidarsi durante il week end.
Egli raccontò di come aveva pulito il suo armadietto a scuola, così che la madre non avesse dovuto farlo dopo, e di come si stesse portando a casa tutte le sue cose.
Arturo mi guardò intensamente e fece un piccolo sorriso.
"Ringraziando il cielo fui salvato, il mio amico mi salvò dal fare quel terribile gesto".
Udii un brusio tra la gente a queste rivelazioni.
Il ragazzo più popolare ci aveva appena raccontato il suo momento più debole.
Vidi sua madre e suo padre che mi guardavano e mi sorridevano, lo stesso sorriso pieno di gratitudine.
Non avevo mai realizzato la profondità di quel sorriso fino a quel momento.
Non sottovalutate mai il potere delle vostre azioni.
Con un piccolo gesto potete cambiare la vita di una persona, in meglio o in peggio.
Dio fa incrociare le nostre vite perché ne possiamo beneficiare in qualche modo.
Perchè "GLI AMICI SONO ANGELI CHE CI SOLLEVANO I PIEDI QUANDO LE NOSTRE ALI HANNO PROBLEMI NEL RICORDARE COME SI VOLA".


(Autore ANONIMO)

Modificato da ednaservice 30/04/2006 11.58
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PAPA RATZINGER: “PRIMA I DIRITTI UMANI”
[scritto da: Brunodb2 05/05/2006 17.03.18]

Ciao Vito,

... Sono contento che ti sei rimesso nelle mani di don Battista Cadei che apprezzo molto sotto tutti gli aspetti e sono sicuro che miglior "cireneo" non potevi trovare.
Brunodb2



[scritto da: Brunodb2 15/05/2006 21.20]


SIAMO SERVI INUTILI, ABBIAMO FATTO QUEL CHE DOVEVAMO FARE.
(Lc 17,10)

... Non fare del tuo servizio una gestione di potere:
dove tu comandi e gli altri obbediscono, altrimenti sarai soltanto un despota e gli altri tuoi schiavi.
Tu sei stato creato e sei stato donato per fare il bene:
questa è la vera ragione della tua esistenza, questa è la tua missione; se non lo fai sei un fallito. ...
Bruno




Carissimo Bruno,

A modo suo, quella di ieri è stata una giornata singolare che, per la sua importanza, qui desidero raccontare brevemente.

Nel corso di una telefonata, dal tono drammatico, pervenutami in mattinata, ho appreso che il comune amico Pino LUPO, residente in Torino, versa in gravi condizioni fisiche e spirituali a causa e per effetto del 'MICIDIALE OSTRACISMO PERENNE E ASSOLUTO' riservato a tutti i cristiani Testimoni di Geova 'dissidenti', anche i più corretti e rispettosi, che, anzichè tacere, hanno denunciato e denunciano le malefatte dei vertici 'spiritualmente' corrotti dell'Ente giuridico Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova, via Bufalotta 1281, Roma!.

A prescindere dalle pur gravi condizioni di salute fisica, ritengo doveroso richiamare l’attenzione tua e di tutti coloro che lo conoscono sulla necessità di intervenire fattivamente per porre rimedio ad una condizione spirituale critica aggravata dalla cruda constatazione che, al di là delle parole, non solo i 'fratelli' e 'amici' Testimoni di Geova ma anche quasi tutti gli amici Cattolici ed ex Testimoni di Geova, nel momento del bisogno, ti ‘cacciano educatamente’.

Questi i fatti salienti del ‘Caso Lupo’.

Dalla metà dello scorso mese di novembre, per contestare fattivamente l'idea critica di essere un 'ILLUSO' sostenitore della legittimità ed efficacia delle Dimissioni ex art. 5 Statuto CCTG, nonché strenuo assertore dei diritti umani fondamentali delle persone Testimoni di Geova, su esplicita indicazione di don Battista CADEI di Bergamo, Pino Lupo si è dedicato, anima e corpo, alla creazione del Centro di Ascolto Telematico www.soccorsospirituale.org che molti, ormai, conoscono.

Da circa tre mesi, però, a causa di gravi problemi di salute sopraggiunti all'improvviso, egli è stato costretto ad ‘abbandonare’ il sito al suo destino per vivere letteralmente di 'stenti'.

Nell'indifferenza generale attestata dal breve messaggio qui di seguito trascritto, egli vive ormai emarginato da (quasi) tutti!.

Tutto ciò è inaccettabile perchè non è cristiano!.
Al di là delle parole, posso/possiamo fare qualcosa di concreto?.
Io penso di sì: ecco alcuni dei miei pensieri al riguardo.

Nel corso degli ultimi sei mesi ho potuto accertare che, meglio di altri, don Battista CADEI è stato e resta testimone fisico e morale dei numerosi 'pregi spirituali' (e degli immancabili difetti) di Pino.

Memore di tale dato di fatto e del positivo 'messaggio cristiano' contenuto nel suo libro più noto ("TESTIMONE DI GEOVA MIO FRATELLO"), questa mattina ho subito richiamato l’amico/studioso don Cadei segnalandogli la necessità di prestare la dovuta attenzione, prima che sia troppo tardi, alla esemplarità del 'Caso Lupo', preannunciandogli la mia incondizionata disponibilità, nei limiti che mi sono propri.

Onde evitare sul nascere fin troppo prevedibili quanto infondate illazioni e cattiverie, ho chiesto espressamente a don Cadei di coordinare di persona, ovvero a mezzo di persona di sua fiducia, ogni attività concreta di 'assistenza più personalizzata ed efficace' in favore di Pino Lupo e della realtà virtuale a cui lo stesso ha dato vita.

Previa autorizzazione del diretto interessato, a don Cadei ho chiesto altresì di informare dettagliatamente tutti i componenti della nota associazione di cui egli è parte e gli stessi vertici della CEI-CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, al dichiarato fine di dare immediatamente pratica attuazione al condivisibile insegnamento ufficiale di Papa Benedetto XVI relativo al dialogo con l'Islam e con le altre religioni.

I TEMPI SONO CAMBIATI E TUTTE LE EVIDENZE ATTESTANO LA NECESSITA’ DI RENDERE MENO INTRANSIGENTE L’APPROCCIO DEI ‘CRISTIANI’ CATTOLICI NEI CONFRONTI DEI ‘CRISTIANI’ TESTIMONI DI GEOVA, SPECIALMENTE SE CATTOLICI BATTEZZATI FIN DALLA NASCITA (come nel caso mio personale, di Achille Lorenzi, dello stesso Pino Lupo e di moltissimi altri) E DOTATI DI ‘MENTALITA’ APERTA AL PLURALISMO’ E AL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI FONDAMENTALI.

Alcuni giorni fa, riportando la notizia di stampa intitolata RATZINGER, SVOLTA SULL’ISLAM: “PRIMA I DIRITTI UMANI”, ho già avuto modo di rilevare che, a causa della problematicità del dialogo con i Testimoni di Geova ed i musulmani, "l'idea essenziale è che il dialogo con l'Islam e con le altre religioni non può essere essenzialmente un dialogo teologico o religioso, se non in senso largo di valori morali.
Esso deve invece essere un dialogo di culture e di civiltà". freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&...

A somiglianza della sconcertante corruzione che sta evidenziando la complessa operazione "PIEDI PULITI" ('CASO MOGGI'), al fine di influire positivamente a beneficio di molti, tutti devono conoscere la spiacevole realtà, aberrante e pericolosa per la libertà di ogni singolo individuo, della 'VIOLAZIONE SISTEMATICA DEI DIRITTI UMANI DELLE PERSONE TESTIMONI DI GEOVA' da parte degli stessi vertici della CCTG chiamata per legge e per Statuto a tutelarli!

Sapere e fingere di ignorare l’estrema gravità del fenomeno denunciato richiama alla memoria il discutibile silenzio di Papa Pio XII in ordine all’ascesa ed ai crimini commessi dai vertici della stato nazista ed equivale ad aggravare le già difficilissime condizioni di vita di chi soffre!.

E’ del tutto inaccettabile che, di norma: A) le Istituzioni statali e la stessa Giustizia ordinaria si rifiutino di intervenire anche a fronte di fatti gravi ripetutamente denunciati (pedofilia, violazione dei diritti umani fondamentali, ecc.); B) per i partiti politici, così come per i giornali e la televisione, anche fatti gravi costituenti ipotesi di reato, se avvengono nelle congregazioni dei Testimoni di Geova non sono (quasi) mai degni di seria attenzione; C) le discussioni che appaiono in Internet sono poco più di un innocuo sfogo per pochissimi 'addetti ai lavori', ... e, intanto, nella più completa indifferenza generale, continuano a consumarsi drammi umani e sociali quali quello in esame e innumerevoli altri!.

Attesa la rilevanza del contenuto, trasmetterò copia del presente ‘messaggio aperto’ a don Battista Cadei, allo stesso Pino Lupo, nonchè a tutti coloro che guardano con stima e simpatia al significato positivo dell'Art. 5 dello Statuto della CCTG, l'unica 'via civile' per risolvere in modo onorevole il dramma umano e sociale di tutti coloro che, per le ragioni più svariate, non vogliono più subire gli effetti perversi del potere dispotico ed autoritario, vera e propria 'dittatura', dei vertici 'spiritualmente' corrotti dell'Ente giuridico CCTG.

Resto in attesa di cortese riscontro nonché di suggerimenti e consigli pratici.
Cordiali saluti.

Vito Pucci



----- Original Message -----
From: Giuseppe Lupo
To: Vito Pucci
Sent: Tuesday, May 16, 2006 12:00 AM
Subject: DISTANZE


Caro VITO,

Sembra difficile da credere, ma spesso i migliori aiuti arrivano da lontano.

Oggi ho ricevuto una grande lezione, una lezione che non dimenticherò facilmente.
Mentre qui a Torino, negli ultimi 3 giorni, vedendomi in difficoltà, alcuni che
potevano darmi un aiuto, hanno preferito esprimere i loro "pensieri".

Uno mi ha dato dei nomi a cui telefonare, per fissare appuntamenti, presi dall'elenco telefonico.

Un altro mi ha dato 5 euro, che conservo ancora.

Un altro mi ha detto che per uscire da una situazione devo prima toccare il fondo.

Un altro ancora mi ha detto di resistere e aspettare.

Poi, due uomini, uno nel nord Italia e uno nel sud, un uomo di ‘chiesa’ e uno di ‘congregazione’, usando parole che solo uomini di spirito conoscono, sono intervenuti in modo "concreto".

Sono certo che tutto questo ha un senso perchè mi ricorderò a lungo di questo
momento.

Rimarrà impresso nella mia memoria per dimostrare, al momento opportuno,
che la provvidenza divina non ha "colori".

Imbarazzo e vergogna non rendono facile il dialogo.

Rivelare le proprie miserie e le proprie sconfitte provoca disagio e disorientamento.

Da questi episodi nasce una corretta interpretazione della vita per capire meglio noi stessi ed il nostro rapporto con Dio.

G R A Z I E

Un abbraccio
Pino

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19/05/2006 11:24
 
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GRAZIE DELL'ASSISTENZA PIU' PERSONALIZZATA ED EFFICACE!
L'eco dei cori di 'osanna' per la scoperta dell'amato/odiato Art. 5 Statuto (dimissioni volontarie) non si è ancora spenta ma la situazione personale, già critica nel momento in cui (ottobre 2005) mi sono affacciato in Internet, è divenuta pressocchè insostenibile.

Tutti coloro che ci seguono ricorderanno che, spesso e volentieri, oltremodo 'deluso' dalla "DENEGATA GIUSTIZIA" operata dal Tribunale di Bari con la nota Ordinanza 6-14/12/2004, ho invocato il "CONTROLLO dell'opinione pubblica non solo confessionale", così come espressamente suggerito dal Prof. Nicola COLAIANNI, docente di Diritto ecclesiastico presso l'Università di Bari.

Non neghiamo l'evidenza: lo scopo più che positivo di tutti i miei interventi, specialmente nei primi tre mesi, è stato pesantemente frainteso da molti foristi, ancorchè animati dal migliore spirito ... cristiano!?!.

Il trattamento peggiore, però, mi è stato riservato dai parenti e dagli amici Testimoni di Geova che, manco a dirlo, hanno visto e continuano a vedere come la peste ogni mia battaglia contro la 'violazione sistematica dei diritti umani' delle persone Testimoni di Geova e, nei fatti, mi stanno 'costringendo' all'abiura ed al ripudio della 'giusta causa' tuttora pendente presso il Tribunale di Bari, Sezione di Bitonto.

Inoltre, a causa e per effetto della mia dichiarata amicizia con don Battista CADEI e Pino LUPO (che, in concreto, a metà novembre 2005, mi ha 'consigliato' calorosamente di contattarlo), sono tornate ad opprimermi le micidiali calunnie che, mio malgrado, mi perseguitano da tempo secondo le quali sarei un 'apostata' perchè circondato da troppi 'don': don CADEI di Bergamo, don Lorenzo MINUTI ed il cardinale Camillo RUINI di Roma, don SAVINO di Bitonto, don CUTRONE di Santo Spirito, don Nicolino DILEO di Altamura, don Michele PEPE (mio zio) di Taranto, ecc. ecc.

In ogni caso, come ho sempre fatto in passato, ancora una volta decido liberamente di dare 'bando alle ciance' al fine positivo di continuare a dare 'assistenza più personalizzata ed efficace'.

A proposito, a seguito e per effetto del mio ultimo messaggio innanzi riportato, l'amico Pino LUPO -oltre la telefonata personale di don Battista CADEI e di altri assidui frequentatori di questo forum- ha ricevuto messaggi personali di stima e solidarietà.

Bontà sua ha ritenuto di ringraziarmi con 'parole eccelse' che, altruisticamente, debitamente autorizzato, non esito a mettere a vostra disposizione qui di seguito.

----- Original Message -----
From: Giuseppe Lupo
To: Vito Pucci
Sent: Friday, May 19, 2006 3:13 AM
Subject: CONNESSIONE FRA ARTE E PENSIERO


Caro amico e fratello Vito,

Non posso fare a meno di esprimerti la mia più profonda riconoscenza.

Attraverso le nostre ultime conversazioni telefoniche, con le tue accorate manifestazioni di affetto cristiano, instillate da un'autentica amicizia, sono diventato più consapevole dei miei limiti.

Tu sai che non sono un uomo pauroso o avvilito, tutt'altro, ma da qualche tempo sono in uno stato di irritabilità e di tensione che mi ha quasi fatto sprofondare in me stesso.

Per il rapporto che si è creato, di reciproca intesa, di comuni intenti e di stima reciproca incondizionata, mi presto a rivelarti i miei ultimi sentimenti, con la certezza, ancora una volta, di incontrare la tua preziosa comprensione.

Sto venendo a capo del mio stato di salute, anche se altre analisi più specifiche mi attendono, così che i meravigliosi medici che ho incontrato possano aiutarmi e consigliarmi cure adeguate.

In questi casi, le ristrettezze finanziarie pesano moltissimo, perchè le miserie quotidiane non fanno affrontare serenamente certe situazioni.

Tutte quelle insistenze per il pagamento di "scadenze", le minacce non troppo velate di creditori, lagnanze, e poi doversi schermire, scusarsi, a volte mentire ... no, non è possibile: per troppo tempo ho cercato invano di evitare certi incontri che diventano scontri e di tamponare gli "sguardi interrogativi" delle bollette che mi "aggrediscono alla gola".

Ieri ho assistito al massimo del cinismo.
Un corriere che trasportava del materiale per un'azienda, che doveva a sua volta distribuirlo nel circuito dei suoi clienti, ha avuto un incidente in cui ha perduto la vita.

Il titolare dell'azienda che aspettava la consegna si è arrabbiato moltissimo: “Come farò a fare le consegne, in tempo utile, per i miei clienti?”, sono state le sue parole, ripetute con animosità.

Gli affari non hanno rispetto nemmeno dei morti!

Anch'io una volta ero talmente assorto negli affari che non mi accorgevo, a volte, della mia poca sensibilità nel trattare le cose.

Meno male: acqua passata!

Caro Vito, lo scenario attuale, che ci accomuna, ci colloca in una dimensione pressocchè incomprensibile per la quasi totalità delle persone che ci circondano, una realtà in cui l'esperienza religiosa, il coinvolgimento culturale, emotivo, affettivo e la finale condanna alla discriminazione forzata si presentano come il simbolo della tragedia della libertà umana costantemente in bilico fra gli incerti confini del male e del bene, del giusto e dell'ingiusto: tu sei un avvocato e sai cosa intendo.

Lo spazio in cui si svolgono le nostre storie, Torino e Bari, perde i propri contorni concreti per diventare teatro interiore e spirituale.

Il nostro vivere questi intrecci d'animo, le nostre idee in movimento, costituiscono la nostra naturale inclinazione a vivere con passione una trama di circostanze ambientali e di situazioni psicologiche senza tuttavia risolversi in queste.

Gli eventi attuali, caro amico, mi ripugna dirlo, ci condizionano e ci incatenano alle nostre necessità ambientali, ci costringono a non essere più padroni del nostro destino.

Da una parte abbiamo problematiche spirituali-esistenziali e dall'altra problematiche di tipo psicologico-sociale.

E' stata offesa e profanata la nostra dignità!

Da alcuni mesi, in perfetta sintonia, abbiamo compreso che non possiamo rinunciare di cessare di essere “ad immagine e somiglianza di Dio”, non possiamo smettere di avere energia creativa e libero arbitrio.

Mi sono messo nei panni di chi ci osserva dalle varie angolazioni, ex tdG, tdG, cattolici, atei, li abbiamo messi tutti d'accordo.

Vedono due che si autodistruggono, si autoannichiliscono, si sdoppiano, vivono tormento e disperazione.

Voglio augurarmi che chi pensa questo si sbagli di grosso.

Stiamo solo cercando di mettere in atto una titanica trasformazione che conduce ad una nuova concezione del dialogo.

La vita offesa, in effetti, non viene vissuta come un incatenamento a colpe non commesse, né come priva di senso, ma si tramuta per riconferire quella dignità che sembrava perduta nella disperazione, per restituirci l'integrità e ristabilire la presenza del divino in modo che sia riconosciuta dalle persone che ci stanno intorno.

Il nostro pensiero ci ha portato a comprendere che per ottenere il dialogo universale, non possiamo escludere nessuno, ma dobbiamo assumere nell'interno della nostra anima tutti come fratelli, conviverci ed accettarne il rischio del confronto.

Dobbiamo frantumare ogni resistenza e dare significato al dialogo con tutte le sue varianti.

Sono certo che con la collaborazione di Don Cadei e di altri che, concretamente, hanno già dimostrato di apprezzare dovutamente il nostro ‘dire’ e il nostro ‘fare’, possiamo creare questa svolta.

Un leale abbraccio.
Pino


=================================================================

E' scritto:

"MA VOI, NON SIATE CHIAMATI RABBI, POICHE' UNO SOLO E' IL VOSTRO MAESTRO, MENTRE VOI SIETE TUTTI FRATELLI".

"QUESTO E' IL MIO COMANDAMENTO: CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI COME VI HO AMATI IO. NESSUNO HA AMORE PIU' GRANDE DI QUESTO, CHE QUALCUNO CEDA LA SUA ANIMA A FAVORE DEI SUOI AMICI".

"VOI SIETE MIEI AMICI SE FATE QUELLO CHE VI COMANDO".

"NON VI CHIAMO PIU' SCHIAVI, PERCHE' LO SCHIAVO NON SA QUELLO CHE FA IL SUO PADRONE. MA VI HO CHIAMATI AMICI, PERCHE' TUTTE LE COSE CHE HO UDITO DAL PADRE MIO VE LE HO FATTO CONOSCERE".

"VOI NON AVETE SCELTO ME MA IO HO SCELTO VOI ...".

- Matteo 23:8; Giovanni 15:12-16, Traduzione del Nuovo Mondo
.

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Approfitto dell'ospitalità dell'amico Carlo per esprimere, dal suo PC, quanto segue:
Caro Vito,
Ho a disposizione qualche minuto, quanto basta per dirti, pubblicamente, GRAZIE dal più profondo del cuore,
Ho ricevuto già dei significativi aiuti e gesti di grande affetto.
Oggi mi sento molto meglio, le cure stanno facendo effetto.
Si vede che la parabola del "Buon Samaritano" si doveva prima applicare su di me!
Ringrazio tutti coloro che, in privato, mi hanno scritto parole di grande conforto!

Un abbraccio
Pino



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