| | | | Post: 165 Post: 40 | Registrato il: 19/02/2006 | Città: BARI | Età: 69 | Sesso: Maschile | Occupazione: avvocato | Utente Junior | | OFFLINE | |
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19/05/2006 11:24 | |
GRAZIE DELL'ASSISTENZA PIU' PERSONALIZZATA ED EFFICACE! L'eco dei cori di 'osanna' per la scoperta dell'amato/odiato Art. 5 Statuto (dimissioni volontarie) non si è ancora spenta ma la situazione personale, già critica nel momento in cui (ottobre 2005) mi sono affacciato in Internet, è divenuta pressocchè insostenibile.
Tutti coloro che ci seguono ricorderanno che, spesso e volentieri, oltremodo 'deluso' dalla "DENEGATA GIUSTIZIA" operata dal Tribunale di Bari con la nota Ordinanza 6-14/12/2004, ho invocato il "CONTROLLO dell'opinione pubblica non solo confessionale", così come espressamente suggerito dal Prof. Nicola COLAIANNI, docente di Diritto ecclesiastico presso l'Università di Bari.
Non neghiamo l'evidenza: lo scopo più che positivo di tutti i miei interventi, specialmente nei primi tre mesi, è stato pesantemente frainteso da molti foristi, ancorchè animati dal migliore spirito ... cristiano!?!.
Il trattamento peggiore, però, mi è stato riservato dai parenti e dagli amici Testimoni di Geova che, manco a dirlo, hanno visto e continuano a vedere come la peste ogni mia battaglia contro la 'violazione sistematica dei diritti umani' delle persone Testimoni di Geova e, nei fatti, mi stanno 'costringendo' all'abiura ed al ripudio della 'giusta causa' tuttora pendente presso il Tribunale di Bari, Sezione di Bitonto.
Inoltre, a causa e per effetto della mia dichiarata amicizia con don Battista CADEI e Pino LUPO (che, in concreto, a metà novembre 2005, mi ha 'consigliato' calorosamente di contattarlo), sono tornate ad opprimermi le micidiali calunnie che, mio malgrado, mi perseguitano da tempo secondo le quali sarei un 'apostata' perchè circondato da troppi 'don': don CADEI di Bergamo, don Lorenzo MINUTI ed il cardinale Camillo RUINI di Roma, don SAVINO di Bitonto, don CUTRONE di Santo Spirito, don Nicolino DILEO di Altamura, don Michele PEPE (mio zio) di Taranto, ecc. ecc.
In ogni caso, come ho sempre fatto in passato, ancora una volta decido liberamente di dare 'bando alle ciance' al fine positivo di continuare a dare 'assistenza più personalizzata ed efficace'.
A proposito, a seguito e per effetto del mio ultimo messaggio innanzi riportato, l'amico Pino LUPO -oltre la telefonata personale di don Battista CADEI e di altri assidui frequentatori di questo forum- ha ricevuto messaggi personali di stima e solidarietà.
Bontà sua ha ritenuto di ringraziarmi con 'parole eccelse' che, altruisticamente, debitamente autorizzato, non esito a mettere a vostra disposizione qui di seguito.
----- Original Message -----
From: Giuseppe Lupo
To: Vito Pucci
Sent: Friday, May 19, 2006 3:13 AM
Subject: CONNESSIONE FRA ARTE E PENSIERO
Caro amico e fratello Vito,
Non posso fare a meno di esprimerti la mia più profonda riconoscenza.
Attraverso le nostre ultime conversazioni telefoniche, con le tue accorate manifestazioni di affetto cristiano, instillate da un'autentica amicizia, sono diventato più consapevole dei miei limiti.
Tu sai che non sono un uomo pauroso o avvilito, tutt'altro, ma da qualche tempo sono in uno stato di irritabilità e di tensione che mi ha quasi fatto sprofondare in me stesso.
Per il rapporto che si è creato, di reciproca intesa, di comuni intenti e di stima reciproca incondizionata, mi presto a rivelarti i miei ultimi sentimenti, con la certezza, ancora una volta, di incontrare la tua preziosa comprensione.
Sto venendo a capo del mio stato di salute, anche se altre analisi più specifiche mi attendono, così che i meravigliosi medici che ho incontrato possano aiutarmi e consigliarmi cure adeguate.
In questi casi, le ristrettezze finanziarie pesano moltissimo, perchè le miserie quotidiane non fanno affrontare serenamente certe situazioni.
Tutte quelle insistenze per il pagamento di "scadenze", le minacce non troppo velate di creditori, lagnanze, e poi doversi schermire, scusarsi, a volte mentire ... no, non è possibile: per troppo tempo ho cercato invano di evitare certi incontri che diventano scontri e di tamponare gli "sguardi interrogativi" delle bollette che mi "aggrediscono alla gola".
Ieri ho assistito al massimo del cinismo.
Un corriere che trasportava del materiale per un'azienda, che doveva a sua volta distribuirlo nel circuito dei suoi clienti, ha avuto un incidente in cui ha perduto la vita.
Il titolare dell'azienda che aspettava la consegna si è arrabbiato moltissimo: “Come farò a fare le consegne, in tempo utile, per i miei clienti?”, sono state le sue parole, ripetute con animosità.
Gli affari non hanno rispetto nemmeno dei morti!
Anch'io una volta ero talmente assorto negli affari che non mi accorgevo, a volte, della mia poca sensibilità nel trattare le cose.
Meno male: acqua passata!
Caro Vito, lo scenario attuale, che ci accomuna, ci colloca in una dimensione pressocchè incomprensibile per la quasi totalità delle persone che ci circondano, una realtà in cui l'esperienza religiosa, il coinvolgimento culturale, emotivo, affettivo e la finale condanna alla discriminazione forzata si presentano come il simbolo della tragedia della libertà umana costantemente in bilico fra gli incerti confini del male e del bene, del giusto e dell'ingiusto: tu sei un avvocato e sai cosa intendo.
Lo spazio in cui si svolgono le nostre storie, Torino e Bari, perde i propri contorni concreti per diventare teatro interiore e spirituale.
Il nostro vivere questi intrecci d'animo, le nostre idee in movimento, costituiscono la nostra naturale inclinazione a vivere con passione una trama di circostanze ambientali e di situazioni psicologiche senza tuttavia risolversi in queste.
Gli eventi attuali, caro amico, mi ripugna dirlo, ci condizionano e ci incatenano alle nostre necessità ambientali, ci costringono a non essere più padroni del nostro destino.
Da una parte abbiamo problematiche spirituali-esistenziali e dall'altra problematiche di tipo psicologico-sociale.
E' stata offesa e profanata la nostra dignità!
Da alcuni mesi, in perfetta sintonia, abbiamo compreso che non possiamo rinunciare di cessare di essere “ad immagine e somiglianza di Dio”, non possiamo smettere di avere energia creativa e libero arbitrio.
Mi sono messo nei panni di chi ci osserva dalle varie angolazioni, ex tdG, tdG, cattolici, atei, li abbiamo messi tutti d'accordo.
Vedono due che si autodistruggono, si autoannichiliscono, si sdoppiano, vivono tormento e disperazione.
Voglio augurarmi che chi pensa questo si sbagli di grosso.
Stiamo solo cercando di mettere in atto una titanica trasformazione che conduce ad una nuova concezione del dialogo.
La vita offesa, in effetti, non viene vissuta come un incatenamento a colpe non commesse, né come priva di senso, ma si tramuta per riconferire quella dignità che sembrava perduta nella disperazione, per restituirci l'integrità e ristabilire la presenza del divino in modo che sia riconosciuta dalle persone che ci stanno intorno.
Il nostro pensiero ci ha portato a comprendere che per ottenere il dialogo universale, non possiamo escludere nessuno, ma dobbiamo assumere nell'interno della nostra anima tutti come fratelli, conviverci ed accettarne il rischio del confronto.
Dobbiamo frantumare ogni resistenza e dare significato al dialogo con tutte le sue varianti.
Sono certo che con la collaborazione di Don Cadei e di altri che, concretamente, hanno già dimostrato di apprezzare dovutamente il nostro ‘dire’ e il nostro ‘fare’, possiamo creare questa svolta.
Un leale abbraccio.
Pino
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E' scritto:
"MA VOI, NON SIATE CHIAMATI RABBI, POICHE' UNO SOLO E' IL VOSTRO MAESTRO, MENTRE VOI SIETE TUTTI FRATELLI".
"QUESTO E' IL MIO COMANDAMENTO: CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI COME VI HO AMATI IO. NESSUNO HA AMORE PIU' GRANDE DI QUESTO, CHE QUALCUNO CEDA LA SUA ANIMA A FAVORE DEI SUOI AMICI".
"VOI SIETE MIEI AMICI SE FATE QUELLO CHE VI COMANDO".
"NON VI CHIAMO PIU' SCHIAVI, PERCHE' LO SCHIAVO NON SA QUELLO CHE FA IL SUO PADRONE. MA VI HO CHIAMATI AMICI, PERCHE' TUTTE LE COSE CHE HO UDITO DAL PADRE MIO VE LE HO FATTO CONOSCERE".
"VOI NON AVETE SCELTO ME MA IO HO SCELTO VOI ...".
- Matteo 23:8; Giovanni 15:12-16, Traduzione del Nuovo Mondo.
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