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lettera di Saro Leone

Ultimo Aggiornamento: 03/03/2006 12:25
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(i miei pensieri dopo la letture della lettera di dimissioni dalla WTS di Saro Leone)
Quello che Saro mi trasmette con le sue parole è il grande amore di Dio, la continua ricerca di Cristo attraverso la quotidianità vissuta nel rispetto dei suoi insegnamenti.
La sua nobiltà si illumina nella scelta di seguire una via d’amore con libertà di pensiero, la sua dignità si afferma nel rifiuto di obbedire ad una organizzazione umana. Saro non “verrà distrutto” perché è diventato saldo come una roccia e le sue sofferenze si trasformano nel rispetto di se stesso in un atto di riconoscimento della sua bellezza che accetta come dono di Dio.
Si può amare e seguire l’insegnamento di Cristo al di fuori di organizzazioni umane, si deve scegliere di essere se stessi per presentarsi davanti a Dio con le proprie opere, la propria umiltà il proprio cuore, la propria mente.
Mi sento di dire a Saro Leone:
“grazie per questo insegnamento di vita”
Siria [SM=x1061969]
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Cara Siria,
Il 17 di marzo, è un anno che il buon Saro ci ha lasciato!
Lunedì scorso sono andato a trovare Renata Leone, donna indomita, che per 55 anni è stata moglie e compagna fedele di un personaggio non facile come Saro.
Mi ha fatto dono di alcune cose che Saro custodiva gelosamente, nonché di alcuni diari ed altri documenti.
Mentre ti scrivo ho le lacrime agli occhi, perchè l'amicizia che mi legava a Saro era dello stesso sentimento tra il re Davide ed il figlio di Saul, Gionatan. Anche loro avevano 30 anni di differenza come tra me e Saro, si trattava, dice la bibbia, di un amicizia "per sempre"! Quando L'amalechita portò la notizia della morte di Gionatan a Davide, il cuore di Davide fu spezzato, anzi strappato!
Fu uno dei lutti più dolorosi di Davide!
Il 17 di marzo dell'anno scorso, mi trovavo nel mio ufficio, in una azienda di 2000 metri quadrati.
La segretaria Alberta, mi passò la telefonata di Renata!
Erano le 10 del mattino, per fortuna tutti i commerciali erano fuori e parte dei dipendenti.
Sentirono il mio pianto inconsolabile alcune segretarie, che non sapevano cosa fare, se non portarmi caffè, the, fazzoletti, persino cognac.
Era un giovedì!
Sabato 19 marzo fu seppellito ad Urgnano (Bg), la funzione fu svolta da don Battista Cadei, comune amico.
La bara di Saro fu chiusa in mia presenza e quella di Nino Messina, altro comune amico e fratello di vecchia data.
Negli ultimi anni, Saro era gravemente malato e, ho ragione di credere che la sua morte è stato il suo ultimo gesto di amore.
Sapeva di essere un peso faticoso per la moglie Renata e vedeva la sofferenza in lei.
Si lasciò morire!
Gli ultimi suoi scritti me lo hanno confermato.

Ricordo le numerose discussioni, in casa di Saro.
Facevamo fare il giro all'orologio. Una volta discutemmo, io, Adriano Baston e Saro per 29 ore di seguito, cronometrati da Renata. Sul tavolo c'erano bibbie e pile di libri.

Riporto uno dei suoi ultimi pensieri:

"Non piangete alla mia tomba
io non ci sono
c'è solo terra.
Mi troverete al tramonto
in uno stormo di meravigliosi voli
nelle guglie di milioni di punte gelate
di diamanti.
Nel radioso risorgere del sole.
Non piangete alla mia tomba
non piangete.
Io non ci sono
c'è solo terra."


Le tue parole, Siria, sono del tutto appropriate sulla figura di Saro e mi sento di ringraziarti!



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03/03/2006 12:25
 
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Non l'ho conosciuto ma mi sento di ringraziarlo di essere vissuto come ha fatto. Un esempio di vita per l'umanità.



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"Mi chiamo Massimo e avrò la mia vendetta.
In questa vita o nell'altra."
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