| | | | Post: 643 Post: 30 | Registrato il: 08/02/2006 | Città: TORINO | Età: 69 | Sesso: Maschile | Occupazione: professionista | Utente Junior | AMMINISTRATORE | | OFFLINE |
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17/02/2006 12:58 | |
Caro gandhi,
Ancora due parole, giusto per capire la varietà delle posizioni.
Riconosco, come qualcuno mi ha fatto notare ieri, per telefono, che il mio carattere è deciso e risoluto.
Ho dei modi energici per affrontare delle situazioni.
Per me è normale agire così.
La vita non mi ha mai fatto sconti.
Quando nel 1972 ho scelto di diventare testimone di Geova, l’ho sbandierato ai 4 venti, attirandomi situazioni piacevoli ed altre meno.
Davanti ad una Corte Marziale, nel novembre del 1975, ultimo su 7 imputati, sono stato l’unico che non si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Ho risposto, eccome!
Ho fatto 6 mesi in più di carcere.
Per un ragazzo di 20 anni sono tanti!
Quando ho scelto, nel 1992, di licenziarmi da testimone di Geova, ho dichiarato ai 4 venti la mia nuova posizione.
Dopo 13 anni di “letargo”, voluto da me, mi riaffaccio alla realtà di questo “mondo”, dove mi riconfronto per constatare uno stagnamento di informazioni che credevo superate.
Invece leggo le stesse cose, le stesse esperienze, le stesse discussioni, le stesse denunce di discriminazione, le stesse argomentazioni dottrinali.
Non era cambiato niente.
Per dovere di cronaca esibizionistica, visto i miei trascorsi, decido di inserire on-line la mia esperienza e qualche mia considerazione.
Questo durante il mese di agosto.
Non avrei stazionato oltre se non avessi ricevuto una telefonata.
Era l’avvocato Vito Pucci.
Mi mette al corrente di una nuova formula di dimissioni dai testimoni di Geova, senza per questo ricevere conseguenze pari alla “morte sociale”.
Facendo appello all’articolo 5 dello Statuto dei testimoni di Geova, steso e registrato nel 1985, approvato nel giugno 1986, chiunque può ricevere l’immunità dall’essere trattato come un “appestato”.
(Art. 5 - L’ammissione dei soci effettivi è deliberata dall’Assemblea su proposta del Comitato Direttivo, mentre l’ammissione dei soci aderenti è deliberata dal corpo degli anziani delle Congregazioni locali.
La qualifica di socio si perde:
a) per dimissioni;
b) per decadenza;
c) per espulsione.
Le dimissioni dei soci effettivi devono essere presentate per iscritto al Comitato Direttivo, mentre quelle dei soci aderenti, sempre per iscritto, al corpo degli anziani delle Congregazioni locali. I soci effettivi e aderenti cessano per decadenza, quando non esplicano una o più
attività previste, per le rispettive categorie, di cui ai commi 1° e 2° del precedente art. 4. I soci effettivi e aderenti sono espulsi per gravi inadempienze agli obblighi derivanti dal presente statuto, per comportamento contrario agli insegnamenti delle Sacre Scritture in campo morale, e, comunque, tale da danneggiare la Confessione e i suoi membri o da causare grave turbamento fra i membri stessi.
La decadenza e l’espulsione dei soci effettivi sono deliberate dall’Assemblea su proposta del Comitato Direttivo. La decadenza e l’espulsione dei soci aderenti sono deliberate dall’Assemblea su proposta del corpo degli anziani delle Congregazioni locali, ratificata dal Comitato Direttivo. I soci dimissionari, decaduti o espulsi, non hanno alcun diritto sul patrimonio sociale.)
Dopo aver preso visione di questi fatti, decido di intraprendere un percorso per diffondere il più possibile quella che io considero una straordinaria possibilità antiostracismo!
L’avvocato Vito Pucci ha preso la mira e ha centrato un bersaglio utile a migliaia di persone.
A questo punto, gandhi, se ritieni che il mio comportamento non è coerente e che non sono una persona corretta, ti chiedo scusa.
Se ritieni di dover mantenere l’anonimato innominandoti, fai pure.
Se il mio comportamento ti fa sentire in colpa, ti chiedo scusa.
Un Cordiale saluto
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