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LA TORRE DI GUARDIA: FABBRICA DEGLI ORRORI

Ultimo Aggiornamento: 22/10/2015 23:29
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Una delle pagine più oscure e crudeli che si leggono nella stampa del Corpo Direttivo finemondista, è quella che appare nella Torre di Guardia del 15 maggio 1990, alle pagg. 6 e 7, che porta il sottotitolo: “Quando si combatterà Harmaghedon?”, che è il suo argomento spesso citato e scelto ad arte, allo scopo di irretire la coscienza e lo spirito, condizionando l’individuo al punto tale di impedirgli, di conseguenza, le proprie libere funzioni spirituali e le scelte della vita.

Davanti a sé, il testimone ha un solo orizzonte: Harmaghedon e, poi se sarà meritevole, la vita eterna sulla terra.

Il tdG, come quelli che sono vissuti nel passato ed ora sono morti, sentendosi un provvisorio, in quanto da un momento all’altro, in questo tempo potrebbe scatenarsi l’ira di Dio, non sente alcun desiderio di costruirsi un futuro, una vita in questo mondo.

Abilmente, i finemondisti hanno modificato, essendo presi dalla fregola di profetare la fine, lo stato psicologico dell’individuo, vanificando, in questo modo, ogni prospettiva di dedicarsi, in qualche modo, a vivere una vita normale come tutti. Tutto questo, usando la Bibbia e i suoi versetti tradotti come eventi catastrofici imminenti da parte di Geova.

Si tratta di un sistema di linguaggio subliminale, usato da parte del Corpo Direttivo, dei più collaudati, il cui effetto è più efficace di quello dell’uso delle immagini.

Ciò è evidente da quello che si può osservare nella vita di tensione che conduce il testimone di Geova, l’eccitazione dell’attesa finale per questo mondo; “fine del sistema” sempre a portata di mano che difficilmente gli permette delle distrazioni.

La paura inconscia poi, di essere disapprovato da Dio, se manca dalla predicazione, o si assenta dalle adunanze, farà il resto. E’ un prigioniero senza uscita, e se riesce ad uscire, si rende conto del dramma dell’isolamento.

Chi sta dentro, in questa organizzazione ha il dovere di seguire strettamente, passo a passo, il programma prestabilito dal Corpo Direttivo, una dialettica fuorviante.

In cima alla lista abbiamo l’ossessivo invito alla predicazione e all’osservanza della frequenza alle adunanze, perché assentarsi a queste ed altre attività, cosiddette teocratiche, vuol dire crearsi sensi di colpa, il timore di essere un disapprovato è ciò lo mette a disagio, lo induce a diventare inquieto e chiede assistenza da parte di Geova di mettersi in carreggiata.

Tra i racconti del “Gulag” ai tempi dell’Unione Sovietica, si narra, tra l’altro, che quando un detenuto usciva dalla fila che si recava al lavoro forzato, veniva freddato dalle guardie che stavano ai lati. Gli “anziani” posti a guardia dal Corpo Direttivo, ai fianchi delle file dei testimoni di Geova, sono vigili per impedire che nessuno esca da esse, pronti ad “incoraggiare”, a redarguire, perché Geova e lì pronto, dall’Olimpo, ad inviare le sue saette per colpire il dissidente che abbandona le sue file.

Di fronte alle tetre immagini, scelte ad arte, dal Corpo Direttivo rende il testimone molto timoroso ed insicuro.

Il Corpo Direttivo, sfrutta abilmente la sua creatura per piegarla al suo volere e gli causa, inevitabilmente, disorientamento se sorge in esso il dubbio di non essere nella “verità”.

Attraverso immagini bibliche, specialmente quelle del Vecchio Testamento, avulse dal loro contesto letterario e storico, cerca di suffragarle con argomenti truci e di una violenza inaudita che appiattisce la coscienza da rendere la sua vittima ormai incapace di una costruttiva e libera critica personale.

Quello del Corpo Direttivo è un insegnamento davvero preoccupante che, purtroppo, mette nelle condizioni il semplice testimone di Geova di non rendersi conto della gravità e delle nefaste conseguenze che avvengono all’interno della sua psiche; è chiuso nel suo mondo, costruito da altri, il cui sguardo è fisso in questo orizzonte:<< Quando Geova sorgerà per difendere i suoi servitori dall’attacco di Gog, Harmaghedon sarà in corso! I governi umani crolleranno. Acquazzoni torrenziali, grandine devastante, fuoco e zolfo dal cielo, dilaganti pestilenze – veri e propri atti di Dio – getteranno il panico fra tutti quelli che non saranno testimoni di Geova. I nemici umani di questi ultimi volgeranno le proprie armi contro le proprie file. E quelli che non verranno uccisi in questa guerra suicida saranno annientati da Geova. – Ezechiele 38:18-23 ; Daniele 2:44 . In preda al terrore, ogni uomo leverà la mano contro il suo prossimo in una frenetica quanto inutile lotta della sopravvivenza. (Zaccaria 14:12,13) ”Gli uccisi da Geova certamente saranno in quel giorno da una estremità all’altra della terra. Su di essi non si farà lamento, né saranno raccolti o seppelliti. Diverranno come letame sulla superficie del suolo”. (Geremia 25:33) Ogni tentativo di rimanere neutrali nella guerra di Dio vi costerà la vita ad Harmaghedon! E come questa rivista ha più volte dimostrato scritturalmente, l’attuale generazione non passerà finché non scoppia Harmaghedon! – Matteo 24: 21,34>> (Torre di Guardia 15/05/1990, pagg. 6 e 7)

Bella prospettiva per i non geovisti!

Tutto ossigeno per dare fiato ai consumatori di scarpe!

Accanto a questo tenebroso discorso appare un’immagine che non ha bisogno di tanti commenti.

E’ disegnato il cavaliere Gesù Cristo, il “maresciallo di campo” dal volto ferocissimo, seguito da un esercito di altri cavalieri pure del medesimo volto con le spade sguainate che galoppano furiosamente per dar battaglia a questo mondo di per sé già piagato dai suoi mali. E’ un’immagine, questa, del “virile” Geova, molto lontana da quella che ci offre Gesù il figlio proprio di Dio.


Ed è paradossale che, mentre Geova lancia le sue saette nel mondo, Gesù Cristo di fronte alla città minacciata di distruzione pianse: “Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:<<Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace! Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.
Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te, ….” (Luca 19: 41-44a CEI)

Dal discorso che fanno i testimoni di Geova, appena letto, nella Torre di Guardia citata, non mi sembra che Geova pianga per le sue vittime, miliardi di esseri umani che non sanno distinguere “la destra dalla sinistra”. Il contrario di Gesù che, osservando la folla senza pastore, dice il Vangelo, fu preso da profonda tristezza: “Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore” (Matteo 9:36 CEI)

Ebbene, quel pianto e quella tristezza sono sempre presenti nel mondo, perché, infatti, il mondo di oggi non è diverso del mondo di ieri. La pietà di Gesù, la sua infinita misericordia, per questo mondo sofferente, non sono vanificate dal comportamento degli uomini che lo corrompono.

Quando Gesù avvicinava le persone, la cui maggioranza ignorava chi fosse, Egli, con profonda pietà, sanava le ferite morali e fisiche di questa nostra esistenza.

Pertanto, Egli, ci offre un quadro vivo del futuro escatologico della salvezza umana, negato dall’Harmaghedon dei testimoni di Geova, perché Gesù è lo stesso di ieri, di oggi e per sempre. (Ebrei 13:8)

E’ vero che Gesù disse ad alcuni come sarebbero potuti sfuggire al giudizio della Geenna, per una loro sciagurata scelta, ma, pur tuttavia, nello stesso tempo, per essi, Gesù, sulla croce implorò il Padre che perdonasse “coloro che non sanno quello che fanno”.

Si tratta di un grido denso di significato, un grido che attraversa i secoli, che penetra ponderatamente ancora più forte il nostro giorno solcato da inquietudini, tormentato da gravi problemi sociali e politici.

Ma i testimoni di Geova non demordono, nella predicazione di morte e salvezza soltanto per se stessi. A tavolino, hanno deciso, che tutti gli altri, miliardi di persone, compresi i bambini innocenti, saranno, fra breve, annientati per sempre, motivo per cui si accingono a correggere le parole del Maestro, che invece parla della salvezza escatologica dell’intera umanità, in quanto, Egli dice: “Io non sono venuto a giudicare il mondo ma a salvarlo”. (Giov. 3:17) Ma per il Corpo Direttivo sono salvati solo quelli che accettano il loro verbo. Il mondo intero è per i tdG già cadaverico, perché fuori dalla sala del Regno.

Ecco l’insegnamento geovista su Isaia 26:20, che dice: <<Oggi le “stanze interne” di questa profezia potrebbero essere strettamente legate alle più di centomila congregazioni dei testimoni di Geova di tutto il mondo. Queste congregazioni hanno un ruolo importante nella nostra vita, e continueranno ad averlo attraverso la “grande tribolazione”. (Riv. 7:14) Al popolo di Dio è comandato di entrare nelle proprie “stanze interne” e di nascondersi “finché la denuncia sia passata”.>> (Torre di Guardia 15/05/2009, pag. 8; si veda anche primo vol. La profezia di Isaia, anno 2000, pagg. 282-283)

Tutto questo, che effetto può avere nella psiche del testimone di Geova?

Con quali occhi guarda il mondo che lo circonda?

Come si sente nel misurarsi con gli altri?

E’ evidente, che fuori dalla congregazione dei testimoni di Geova c’è solo la morte; egli vede le persone che incontra, che non fanno parte della “congregazione”, che tra breve saranno usate da Geova come “letame” per la coltivazione di patate e cavoli per i sopravvissuti, i soli testimoni, che vivranno per sempre su una terra paradisiaca.

Poveri non geovisti!

Essere trovati fuori dalla sala del Regno, per i tdG è pericoloso, anzi la morte agli occhi di Geova, e se uno malauguratamente viene a scoprire che è stato defraudato della sua libertà e che le dottrine propugnate dal Corpo Direttivo non trovano nessun sostegno scritturale, si trova, oltretutto, a esperimentare, suo malgrado, le parole di Gesù che “i nemici dell’uomo sono quelli di casa sua”.

Non solo, si troverà anche a provare che cos’è l’isolamento dalla sua stessa famiglia e da tutti gli amici con i quali è vissuto e che ora non ci sono più.

Non solo, si innescherà il crollo delle certezze con le quali, per anni, è stato nutrito dal Corpo Direttivo.

Se non si convince che non è la “congregazione” o nessun’altra corrente religiosa il mezzo per la salvezza, ma che il vero rifugio è soltanto Gesù Cristo, difficilmente troverà serenità e tranquillità interiore.

Quando si parla di ira divina, i testimoni di Geova, danno il senso della passione umana. In realtà, Dio non è soggetto alle passioni umane, la sua ira significa che Egli distoglie lo sguardo perchè gli uomini hanno distolto lo sguardo da lui, ciò non significa che Egli non ami gli uomini, ma è come un genitore che ama il figlio, anche se cattivo.

L’esempio lo dà Dio stesso verso il figlio che torna dal “paese lontano”, quello della parabola del figliol prodigo. Egli torna non perché sia pentito, ma per la fame. Il pentimento avviene solo al momento dell’abbraccio paterno, lo stesso abbraccio dell’intera umanità nel futuro escatologico.

Tanti Saluti e buon Natale!

Alla prossima!
Adriano Baston
[Modificato da Adriano Baston 18/12/2010 19:08]
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