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Walt Whitman - Da "Foglie d'erba'' - Canto di me stesso 1-6

  • Messaggi
  • helenhelen
    00 12/02/2007 21:23

    Riprendo la lettura di questo splendido poema ''Canto di me stesso''
    Perchè?
    Perchè ogni volta che lo leggo capisco cosa sono le parole, e quanta vita, bellezza,passione, poesia, sentimento, da esse trasudano, il soggetto è forte, molto ''oppiaceo'' sconsigliato a un pubblico ''cirrotico'' e benpensante, non vi allarmate, è non solo la sublimazione della natura, in un atto quasi erotico, delle parole, nemmeno un esercizio di stile nella deificazione dei sensi, è una danza, e una danza è una danza la si guarda con gli occhi e la si sente col cuore, non la si giudica, la si percepisce coi sensi per l'appunto, attraverso l'armonia e la bellezza delle forme, dei passi, e della Musica
    ecco questo Poeta è un Musicante, che scrive come un Amante, con Armonia Passione trasporto e Sensualità.

    Buona lettura.



    ----------------------------------------------

    Canto il corpo elettrico, le schiere di quelli che amo mi abbracciano e io li abbraccio, non mi lasceranno sinché non andrò con loro, non risponderò loro, e li purificherò, li caricherò in pieno con il carico dell'anima. E mai stato chiesto se quelli che corrompono i propri corpi nascondono se stessi? E se quanti contaminano i viventi sono malvagi come quelli che contaminano i morti? E se il corpo non agisce pienamente come fa l'anima? E se il corpo non fosse l'anima, l'anima cosa sarebbe? (Walt Whitman)







    Da "Foglie d'erba - Canto di me stesso 1-6"

    di Walt Whitman,

    1
    Canto me stesso, e celebro me stesso,
    E ciò che assumo voi dovete assumere
    Perché ogni atomo che mi appartiene appartiene
    anche a voi.

    Io ozio, ed esorto la mia anima,
    Mi chino e indugio ad osservare un filo d'erba estivo.

    La mia lingua, ogni atomo di sangue, fatti da questo
    suolo, da quest'aria,
    Nato qui da genitori nati qui e così i loro padri e così i
    padri dei padri,
    lo, ora, trentasettenne in perfetta salute, ora
    incomincio,
    E spero di non cessare che alla morte.
    Credi e scuole in sospeso,
    Un po' discosto, sazio di ciò che sono, ma mai
    dimenticandoli,
    Accolgo la natura nel bene e nel male, lascio che parli
    a caso,
    Senza controllo, con l'energia originale.

    2
    Case e stanze sono piene di profumi, gli scaffali
    affollati di profumi,
    Respiro la fragranza, la riconosco e mi piace,
    Il distillato potrebbe ubriacare anche me, ma non lo
    permetto.

    L'atmosfera non è un profumo, non ha il gusto del
    distillato, è inodore,
    È fatta per la mia bocca, in eterno, ne sono
    innamorato,
    Andrò sul pendio presso il bosco, sarò senza maschera
    e nudo,
    Mi struggo dalla voglia di sentirne il contatto.

    Il fumo del mio fiato,
    Echi, gorgoglii, diffusi bisbigli, radice d'amore,
    filamento di seta, inforcatura e viticcio,
    Il mio inspirare ed espirare, il pulsare del cuore, il
    transitare dell'aria e del sangue attraverso
    i polmoni,
    Il sentore delle foglie verdi e delle foglie secche, della
    spiaggia e degli scogli neri, del fieno nel fienile,
    Il suono delle parole eruttate della mia voce
    abbandonata ai vortici del vento,
    Pochi rapidi baci, pochi abbracci, un tendere a cerchio
    di braccia,
    Il gioco delle ombre e dei riflessi all'oscillare dei rami
    flessuosi,
    Il godimento da soli o tra la folla nelle strade, o lungo
    i campi o sui fianchi d'una collina,
    La sensazione di salute, il vibrare del pieno
    mezzogiorno, il canto di me che mi alzo dal letto
    e vado incontro al sole.

    Hai creduto che mille acri fossero molti? che tutta la
    terra fosse molto?
    Ti sei esercitato così a lungo per imparare a leggere?
    Tanto orgoglio hai sentito perché afferravi il senso dei
    poemi?

    Fermati con me oggi e questa notte, e ti impadronirai
    dell'origine di tutti i poemi,
    Ti impadronirai dei beni della terra e del sole (ci sono
    ancora milioni di soli),
    Non prenderai più le cose di seconda o terza mano, né
    guarderai con gli occhi dei morti, ne ti nutrirai di
    fantasmi libreschi,
    E neppure vedrai attraverso i miei occhi o prenderai
    le cose da me,
    Ascolterai da ogni parte e le filtrerai da te stesso.

    3
    Ho udito ciò che i parlatori dicevano, il discorso del
    principio e della fine,
    Ma io non parlo del principio o della fine.

    Non ci fu mai più inizio di quanto ce n'è ora,
    Ne più gioventù o vecchiaia di quanta ce n'è ora,
    Ne vi sarà più perfezione di quanta ce n'è ora,
    Ne più cielo o più inferno di quanto ce n'è ora.

    Urgere, urgere, urgere,
    Sempre l'urgere procreante del mondo.

    Dalla confusa oscurità gli opposti eguali avanzano,
    sempre sostanza e accrescimento, e sesso,
    E intrecciarsi di identità, e sempre distinzione, sempre
    riproduzione.

    Elaborare è inutile, dotti e non dotti sentono che è
    così.

    Sicuri come ciò che è più sicuro, i muri a piombo, ben
    connessi, la travatura rinforzata,
    Forti come un cavallo, affezionati, tracotanti, elettrici,
    Io e questo mistero qui ci ergiamo.

    Limpida e dolce è la mia anima, e limpido e dolce è
    tutto quello che non è la mia anima.

    Se manca uno, mancano entrambi, e il non veduto è
    provato dal veduto,
    Finché questo non diventi invisibile e debba a sua
    volta esser provato.

    Ogni età tormenta l'altra mostrando il meglio e
    separandolo dal peggio,
    Conoscendo la perfetta giustezza e imparzialità delle
    cose, mentre quelle discutono sto zitto, e vado a
    fare il bagno e ad ammirare me stesso.

    Benvenuto ogni mio organo e attributo, e quelli di
    ogni uomo onesto e vigoroso,
    Non un pollice è da scartare o frazione di pollice, e
    niente dev'essere meno familiare del resto.

    lo sono pago: vedo, ballo, rido e canto;
    E se l'amato compagno di letto che dorme abbracciato
    al mio fianco, allo spuntare del giorno si ritira
    con passo furtivo,
    Lasciandomi cesti di bianchi asciugamani che mi
    riempiono la casa con la loro abbondanza,
    Dovrò posporre la mia accettazione e comprensione e
    gridare ai miei occhi
    Che si astengano dopo dal guardare giù per la strada,
    E mi mostrino sùbito, calcolato al centesimo,
    L 'esatto valore di uno e l'esatto valore di due, e chi è
    in vantaggio?

    4
    La gente che passa e che m'interroga,
    Le persone che incontro, gli effetti su di me dei miei
    primi anni o del quartiere, della città, della
    nazione in cui vivo,
    Gli avvenimenti recenti, le scoperte c invenzioni, le
    società, gli autori vecchi e nuovi,
    Il pranzo, gli abiti, i compagni, il bell'aspetto, i
    complimenti, i doveri,
    L'indifferenza reale o immaginaria di qualcuno che
    amo,
    La malattia d'uno dei miei o mia, le malefatte, la
    perdita o la penuria di danaro, le depressioni o
    l'euforia,
    Le battaglie, gli orrori della guerra fratricida., la
    febbre delle dubbie notizie, lo spasmo degli
    avvenimenti,
    Tutto questo mi arriva giorno e notte, e se ne va,
    Ma non sono il mio Io.

    Separato da ciò che attira e trascina sta quello che io
    sono,
    Se ne sta divertito, compiacente, compassionevole,
    inattivo, unitario,
    Guarda dall'alto, è eretto, o appoggia un braccio a un
    impalpabile sicuro sostegno,
    Con la testa piegata di Iato, curioso di ciò che verrà
    dopo,
    Dentro e fuori del gioco, osservandolo e
    meravigliandosi.
    Ripenso ai giorni passati quando mi affaticavo nella
    nebbia con linguisti e dialettici,
    Non ho battute o argomenti, io testimonio e attendo.

    5
    Io credo in te anima mia, e l'altro che io sono non
    deve umiliarsi

    Davanti a te ne tu davanti a lui.
    Ozia con me sopra l'erba, rimuovi il groppo dalla
    gola,
    Io non chiedo parole, né musica, né rime, né
    conferenze o patrocini, sia pure i migliori,
    Solo la nenia mi appaga, il mormorio della tua voce a
    bocca chiusa.

    Rammento come una volta in un simile limpido
    mattino d'estate noi due giacevamo,
    E tu posavi il capo di traverso sui miei fianchi e ti
    volgevi a me con tenerezza,
    E aperta la camicia sullo sterno, affondasti la lingua
    dentro al mio cuore nudo,
    E ti stendesti fino a sentire la mia barba, e ti stendesti
    fino a trattenermi i piedi.

    Rapidamente sorse e si diffuse intorno a me quella
    pace e quella conoscenza che oltrepassano ogni
    disputa terrestre,
    E ora so che la mano di Dio è la promessa della mia,
    So che lo spirito di Dio è il fratello del mio spirito,
    Che tutti gli uomini nati sono anche fratelli miei, e le
    donne sorelle ed amanti,
    E che la controchiglia della creazione è l'amore,
    E che sono infinite le foglie dritte o recline nei campi,
    E le brune formiche nei piccoli pozzi sotto di loro,
    E le croste di muschio del recinto serpeggiante, i
    mucchi di sassi, il sambuco, la fitolacca, il
    verbasco.

    6
    Che cos'è l'erba? mi chiese un bambino,
    portandomene a piene mani;
    Come potevo rispondergli? Non so meglio di lui che
    cosa sia.
    Suppongo che sia lo stendardo della mia vocazione,
    fatto col verde tessuto della speranza.

    O forse è il fazzoletto del Signore,
    Un ricordo profumato lasciato cadere di proposito,
    Con la cifra del proprietario in un angolo sicché
    possiamo vederla e domandarci di Chi può
    essere?

    O forse l'erba stessa è un bambino, il bimbo generato
    dalla vegetazione.

    O un geroglifico uniforme
    Che voglia dire, crescendo tanto in ampi spazi che in
    strette fasce di terra,
    Fra bianchi e gente di colore,
    Canachi, Virginiani, Membri del Congresso, gente
    comune, io do loro la stessa cosa e li accolgo
    nello stesso modo.

    E ora mi appare come la bella capigliatura delle
    tombe.

    Ti userò con gentilezza, erba ricciuta,
    Forse traspiri dal petto di giovani uomini,
    Che avrei potuto amare, se li avessi conosciuti,
    Forse provieni da vecchi, o da figli ghermiti appena
    fuori dai ventri materni,
    Ed ecco, sei tu il ventre materno.
    Quest'erba è troppo scura per uscire dal bianco capo
    delle nonne,
    Più scura della barba scolorita dei vecchi,
    È scura per spuntare dal roseo palato delle bocche.

    Oh nonostante tutto io sento il parlottio di tante
    lingue,
    E comprendo che non esce dalle bocche per nulla.

    Vorrei poter tradurre gli accenni ai giovani morti, alle
    fanciulle,
    Gli accenni ai vecchi e alle madri, ai rampolli ghermiti
    ai loro ventri.

    Che cosa pensate sia avvenuto dei giovani e dei
    vecchi?
    E che cosa pensate sia avvenuto delle madri e dei
    figli?

    Vivono e stanno bene in qualche luogo,
    Il più minuscolo germoglio ci dimostra che in realtà
    non vi è morte,
    E che se mai c'è stata conduceva alla vita, e non
    aspetta il termine per arrestarla,
    E che cessò nell'istante in cui la vita apparve.

    Tutto continua e tutto si estende, niente si annienta,
    E il morire è diverso da ciò che tutti suppongono, e
    ben più fortunato.

    continua...

    [Modificato da helenhelen 12/02/2007 23.12]

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    00 12/02/2007 21:36
    re
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  • helenhelen
    00 12/02/2007 22:51
    Walt Whitman - Da "Foglie d'erba'' - Canto di me stesso 7-12

    7
    Qualcuno ha supposto che sia fortunato il nascere?
    Io mi affretto a informarlo che lo è quanto morire,
    e io lo so

    Io oltrepasso la morte col morente, la nascita col bimbo
    appena lavato, e non sono contenuto tra il cappello
    e gli stivali,
    E scruto oggetti multiformi, nessuno uguale all' altro, e tutti
    buoni
    Buona la terra, buoni gli astri, buone le loro appendici.

    Io non sono una terra né l'appendice d'una terra,
    Sono il compagno e l'amico della gente, che è insondabile e
    immortale quanto me
    (Non sa quanto immortale, ma io lo so).

    Ogni specie per sé e per ciò che è suo; per me il mio è maschio
    e femmina,
    Sono quelli che furono ragazzi e che amano le donne,
    Per me è l'uomo orgoglioso che sente quanto punga l'altrui
    indifferenza,
    Per me sono la ragazza innamorata e la vecchia zitella, sono
    le madri e le madri delle madri,
    Per me è la bocca che ha sorriso, gli occhi che hanno lacrimato,
    Sono i bambini e i genitori dei bambini.

    Toglietevi i drappi! non siete colpevoli ai miei occhi, né
    vecchiume né scarti,
    Se lo siete o non lo siete lo vedo anche attraverso il panno e
    il percalle,
    E vado in giro, avido, tenace, instancabile, e non mi lascio
    scrollare via.


    8
    Il piccolo dorme nella culla,
    Sollevo il velo e guardo a lungo, e silenziosamente allontano
    le mosche con la mano.

    Il giovanotto e la ragazza accesa in volto girano verso i
    cespugli sulla collina,
    lo li vedo dall' alto e di nascosto li osservo.

    Il suicida è disteso sul pavimento insanguinato della stanza
    da letto;
    lo osservo il cadavere, i capelli bagnati, noto dove è caduta
    la pistola.

    Il brusio della strada, i cerchioni dei carri, le croste di fango
    delle suole, i discorsi di chi passeggia,
    I pesanti omnibus, il conducente che interroga col pollice,
    lo scalpitare dei ferri dei cavalli sul selciato di granito,
    Le slitte, tintinnanti, grida scherzose, lanci di palle di neve,
    Le acclamazioni ai beniamini del momento, la furia della
    plebaglia indignata,
    Lo sbattere delle tende d'una lettiga che porta all'ospedale
    un malato,
    L'incontro di nemici, le imprecazioni immediate, i colpi e il
    tonfo,
    La folla eccitata, il poliziotto con la stella che s'apre un passaggio
    tra la folla,
    Le pietre impassibili che ricevono e respingono tanti echi,
    I gemiti del malnutrito o dell' obeso che un colpo di sole o
    l'apoplessia fa cadere,
    Lo spasimare di donne sorprese dalle doglie che s'affrettano
    a casa e partoriscono,

    Quante parole vive e sepolte, che ancora vibrano qui,
    quante urla soffocate dal decoro,
    Arresti di criminali, commenti offensivi, profferte adultere
    avanzate, accettate, respinte con labbra convesse,
    lo bado a tutto questo, allo spettacolo o all' eco di tutto
    questo: io arrivo e parto.

    9
    La grande porta del fienile è spalancata,
    L'erba secca falciata colma il carro che avanza lentamente,
    La luce chiara scherza sul grigio bruno e il verde stinto,
    Le bracciate si ammassano sul mucchio che s'affloscia.

    lo sono lì, dò una mano, allungandomi arrivo in cima al
    carico,
    Ne avverto le scosse smorzate, una gamba stesa sull' altra,
    Salto dalle traverse e afferro la codolina e il trifoglio,
    Faccio capriole, mi arruffo i capelli pieni di festuche.

    lO

    Lontano, in posti deserti e su montagne vado a caccia
    solitario,
    Vago qua e là e mi stupisco della mia agilità e dell'umore
    allegro,
    E verso sera scelgo un posto sicuro per passare la notte,
    Accendo un fuoco e vi arrostisco la selvaggina appena uccisa
    E mi addormento sulle foglie ammucchiate con accanto il
    cane e il fucile.

    Il clipper yankee inalbera i velacci, manda spruzzi e scintille,
    I miei occhi toccano terra, mi affaccio dalla prua, grido di
    gioia daI ponte.

    I battellieri e i pescatori di molluschi si alzarono presto e
    mi attesero,
    Infilai gli orli dei calzoni negli stivali e li seguii e ci divertimmo,
    Avreste dovuto esserci quel giorno intorno alla zuppa di
    vongole.

    Ho veduto le nozze d'un cacciatore di pellicce nel Far
    West, all'aria aperta, la sposa era un'indiana,
    Suo padre e gli amici sedevano a gambe incrociate
    fumando in silenzio, portavano mocassini e pesanti
    coperte sulle spalle;
    Sopra un rialzo ciondolava lo sposo, quasi tutto coperto di
    pelli, la barba rigogliosa e i riccioli nascondevano il
    collo, teneva per mano la donna.
    Aveva lunghe ciglia, la testa nuda, i capelli ruvidi e lisci le
    scendevano sul corpo voluttuoso fino ai piedi.

    Lo schiavo fuggitivo si avvicinò alla casa e si fermò all' esterno,
    Udivo i suoi movimenti che facevano scricchiolare i
    ramoscelli della catasta della legna,
    Dalla semiporta di cucina lo scorsi esausto e malfermo,
    Mi accostai, era seduto su un ciocco, lo rassicurai e lo feci
    entrare,
    Portai dell' acqua e ne colmai una tinozza per quel corpo
    sudato e quei piedi martoriati,
    E gli diedi una stanza a cui si accedeva dalla mia, e gli diedi
    degli abiti puliti,

    Rammento ancora perfettamente come roteava gli occhi e il
    suo imbarazzo,
    Gli applicai qualche impiastro sulle vesciche del collo e alle
    caviglie;
    Stette con me una settimana prima di riprendere le forze per
    proseguire verso il nord,
    A tavola, sedeva accanto a me, il mio fucile appoggiato in un
    angolo.

    11

    Ventotto giovani fanno il bagno lungo la spiaggia,
    Ventotto giovani e tutti così amabili;
    Ventotto anni di vita femminile e così solitaria.

    È sua la bella casa sul rialto della riva,
    E dietro le persiane si nasconde, ben fatta, riccamente vestita.

    Quale dei giovani le piace di più?
    Ahi, il meno avvenente è già bello per lei.

    Dove vai, mia signora? lo ti vedo,
    Sguazzi nell' acqua, anche se te ne stai lì ferma nella stanza.

    Ballando e ridendo arrivò sulla spiaggia, la ventinovesima
    bagnante,
    Ma gli altri non la videro, lei li vide e li amò.

    Le barbe dei giovani luccicavano d'acqua, scorreva dai
    lunghi capelli,
    E a rivoli passava lungo i corpi.

    Anche una mano invisibile passò sui loro corpi,
    E discese tremante lungo le tempie e i fianchi.

    I giovani nuotano sul dorso, i bianchi ventri sporgono
    al sole,
    e non si chiedono chi si aggrappa a loro,
    Ignorano chi ansima e si piega come un arco che sporge e
    s'incurva,
    Non pensano a chi bagnano di spruzzi.

    12


    I l garzone del macellaio si toglie il grembiale insanguinato,
    o affila il suo coltello sul banco del mercato
    lo mi attardo e mi godo le sue battute e il suo balletto di
    striscio e di tacco.

    Fabbri dal petto sudicio e peloso circondano l'incudine,
    Ciascuno ha la sua mazza, sono tutti a distanza,
    c'è gran calore nella forgia.

    Dalla soglia coperta di cenere, io seguo i loro movimenti,
    L'agile arcata della cintola s'accorda al moto delle braccia
    poderose,
    Le mazze oscillano, così lente e, così sicure,
    Non hanno fretta, ciascuno colpisce il punto giusto.


    continua... ^_

    [Modificato da helenhelen 12/02/2007 23.06]

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    re
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    Re: re

    Scritto da: =omegabible= 12/02/2007 21.36
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    Re: re

    Scritto da: =omegabible= 12/02/2007 23.02
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    axx non piangere [SM=g27993] goditi la lettura di questo meraviglioso poema [SM=x1061921]
    SMACK [SM=x1061918] [SM=x1061939]
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    La Bidella
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    Grazie per il poema, Lucy!

    Grazie

    Per Omega so che questi gli piacciono da morire ------ [SM=x1061957] [SM=x1061957] [SM=x1061957] [SM=x1061957] [SM=x1061957] [SM=x1061957] [SM=x1061957] [SM=x1061957] [SM=x1061957] [SM=x1061957]


    Ciao



    Maria La bidella!
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    parliamonepino
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    AMMINISTRATORE
    00 12/02/2007 23:58
    Cara Lucy,
    Il tuo modo di fare cultura è straordinario. Sei veramente un punto di riferimento.
    Considerando che questi versi di Walt Whitman sono stati scritti nell'800, si tratta di precursore moderno geniale.
    Walt Whitman trasforma tutto in poesia anche le malattie.
    Certamente avrà contribuito molto nel dare una traccia ai poeti moderni del '900.
    Non avevo letto questi versi di questo poeta americano, o forse è passato molto tempo.......

    Ti abbraccio con affetto
    Pino


    [SM=x1061959] [SM=x1061959] [SM=x1061960] [SM=x1061948]



    __________________________________________________
  • helenhelen
    00 13/02/2007 07:43
    Re:

    Scritto da: parliamonepino 12/02/2007 23.58
    Cara Lucy,
    Il tuo modo di fare cultura è straordinario. Sei veramente un punto di riferimento.
    Considerando che questi versi di Walt Whitman sono stati scritti nell'800, si tratta di precursore moderno geniale.
    Walt Whitman trasforma tutto in poesia anche le malattie.
    Certamente avrà contribuito molto nel dare una traccia ai poeti moderni del '900.
    Non avevo letto questi versi di questo poeta americano, o forse è passato molto tempo.......

    Ti abbraccio con affetto
    Pino


    [SM=x1061959] [SM=x1061959] [SM=x1061960] [SM=x1061948]


    Si infatti credo anche io, penso che la poesia del 900 gli debba molto, senza Whithman sarebbe emersa con piu fatica e forse piu tardi.
    A breve mettero una breve biografia, e alcuni cenni storiografici.
    Un Abbraccio, felice che vi sia piaciuta. [SM=g27985]

    [SM=x1061915]
    lucy

    [Modificato da helenhelen 13/02/2007 7.44]

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