Lo sterminio dei "puri".
Pur non essendo legato in modo specifico alla problematica femminile, desidero inserire questa trattazione nelle pagine di questo spazio per rendere omaggio a coloro che, gia secoli fa, avevano un concetto elevato della natura femminile ed una cultura di profondo equilibrio e di tale rispetto che possiamo trarne insegnamento ed esempio anche e, forse ancor maggiormente, oggi.
All' interno del vasto territorio che comprende, a grandi linee, la Francia meridionale, la zona dei Pirenei ed il territorio Spagnolo della provincia di Barcellona, si sviluppò verso il XII secolo una civiltà di tale levatura che, nel corso del tempo attirò verso di se sia le attenzioni benevole del mondo culturale dell' epoca, che quelle malevole della Chiesa di Roma e della sua sete di potere e predominio.
In quelle distese sterminate, i Signori Occitani costruirono le loro roccaforti, interagendo con la popolazione locale in perfetta collaborazione ed armonia, proteggendoli ed accogliendoli nelle loro dimore.
Permettendo la piena autonomia della giustizia e della gestione degli affari, promuovendo lo spirito di tolleranza, offrendo ad ognuno pari opportunità, concludendo che la libertà produceva un aumento della prosperità collettiva, essi permisero che si instaurasse, in quel popolo, un' idea avanguardista ed un comportamento rivoluzionario, per quei tempi.
La donna venne, infatti, considerata perfettamente eguale all' uomo in dignità e diritti, poteva essere indipendente, ereditare proprietà, godere di possedimenti, gestire le proprie attività ed esprimersi liberamente all' interno della comunità.
In quelle terre, le diverse classi sociali collaboravano e si integravano l' una con l' altra, i cittadini comuni partecipavano alla gestione del governo e facevano circolare beni e manufatti in modo da avere un commercio che permettesse ad ognuno di vivere con dignità.
In seno a quella cultura, si svilupparono le arti e le espressioni poetiche dei "Trovatori".
I codici di comportamento a noi pervenuti, esortano all' equilibrio ed alla moderazione, ad evitare gli eccessi nell' agire e nel parlare, alla pulizia ed alla decenza, alla cortesia ed al rispetto, all' accoglienza dello straniero, al coraggio ed alla galanteria.
La donna, pur nella sua libertà, divenne l' ispiratrice dell' amor cortese, e della garbatezza delle espressioni a lei rivolte.
Il ministero religioso non faceva distinzioni di sesso.
Esistevano diaconi e diaconesse dediti, entrambi, ad una vita di apostolato che accettava i precetti del Cristo, pur con profonde divergenze di vedute dalla chiesa di Roma nella natura della fede stessa.
Naturalmente questo liberalismo attrasse una gran quantità di anime, che cominciarono a volgere lo sguardo lontano dall' intransigente ed opprimente potere del Papato.
E smisero di riempirne i forzieri.....
Nel 1208 la Chiesa fornì a se stessa l' occasione per iniziare la sua sanguinosa vendetta contro gli "eretici" catari e la loro elevata civiltà, dagli umani e rispettosi precetti.
Nel 1209, dalla cittadina di Beziers, iniziò lo sterminio.
Si narra che un crociato chiese all' abate Arnaud Amaury come poter distinguere ,tra la folla, gli eretici dai cattolici e che egli rispose :" Uccideteli tutti...Dio riconoscerà i suoi!".
Tra tradimenti, tribunali dell' inquisizione, massacri e roghi, la Chiesa di Roma annientò in un centinaio di anni tutto il popolo occitano, distrusse i catari, la loro fede pura ed i loro concetti elevati, e, non soddisfatta dai suoi orrendi crimini, proseguì per secoli nel tentativo di stroncare le cosiddette "eresie".
Nei primi anni del 1300 toccò ai Cavalieri Templari di cui ancora la fantasia popolare tramanda la data del massacro identificandola con il giorno più infausto della storia : il venerdì 13 che ha ispirato, in ogni luogo della terra, racconti e films dell' orrore.
Poi, di seguito e con rinnovata ferocia, la Chiesa di Roma, unica depositaria della parola del Cristo e della fede nell' unico vero Dio, come un "leone ruggente" si accanì contro le donne, il nemico più temuto, tramutandole in streghe, e infiammò la storia col fuoco dei suoi roghi.
Ma si sa, indipendentemente dai veri e sinceri cristiani che perseverano ancora nelle sue file, per cui provo sincera amiciza e comunione di cuore, dai grandi del presente e del passato che ancora danno un' anima a questa dottrina, Gesù ci ha lasciato un monito :" Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in manto da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti".
Sinceramente, ancora nulla mi fa presagire che la violenza del potere ecclesiastico si sia fermata a riflettere sulla vera natura dell' amore del Cristo.
Nè credo che abbia mai avuto alcuna convenienza a farlo.
Mi perdonino gli amici cattolici, ma la storia gronda del sangue dei martiri uccisi in nome di Dio, e amare non significa non indignarsi di fronte alle atrocità, o non esigere giustizia.
A coloro che rifiutarono di rinnegare la loro fede e di consegnare i loro compagni preferendo morire con i loro fratelli, vanno la mia riconoscenza e la mia ammirazione, per aver trasmesso a noi posteri , il significato del vero coraggio e della purezza del messaggio cristiano.