La presenza delle donne all'Ultima Cena.

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nikitha
00giovedì 5 aprile 2007 17:43

La presenza delle donne all' ultima cena di Gesù

[SM=x1061971]

Le ricerche delle donne cattoliche sostenitrici dell' ordinazione delle stesse al sacerdozio e delle studiose di teologia femminista di ogni parte del pianeta hanno una valenza che, ultimamente stà diventando sempre più prorompente.
Esse fanno comprendere come si può non vedere il vedibile e ignorare ciò che è scritto, a dispetto della sua esposizione chiara e inconfutabile. [SM=g27994]
Questo dimostra che, spesso, le manipolazioni mentali vanno oltre il controllo della propria volontà e che solo con " più che la solita attenzione" si possono recidere i saldi legami che la cultura patriarcale o sedicente religiosa stabilisce tra essa ed i fruitori della conoscenza stessa.
In pratica, questo tramite deve essere destituito ed è necessario ristabilire un contatto diretto con le fonti originali. [SM=g27996]
Voglio qui presentare una rilettura dei Vangeli rispetto al racconto dell' ultima cena di Gesù ed ai suoi partecipanti, che, come è noto, sono tradizionalmente riconosciuti nei 12 apostoli, anche per i Testimoni di Geova.
Noi tutti sappiamo che le Scritture affermano che, tra i discepoli di Gesù, vi fossero annoverate delle donne.
Alcune senza nome, altre conosciute universalmente, tra loro Maria, madre di Gesù, Marta e la discussa Maria Maddalena che merita uno studio a parte.
Alla Commemorazione, lo scorso 2 Aprile, è stato affermato che il pasto serale del Signore si svolse tra lui ed i 12, queste stesse parole sono costantemente sostenute durante la messa cattolica della Consacrazione.
Le arti pittoriche, le rappresentazioni degli artisti, fuorchè, in modo evidente, quella del Leonardo, hanno presentato da sempre una cena tra una cerchia ristretta di uomini.
Ma è necessario riandare ai testi e valutarne bene il contenuto, leggendo oltre la tradizione e le sue codifiche, per trovare spunti che possono, tranquillamente, rovesciarne i termini. [SM=g27988]
Qui non si tratta di trovare argomentazioni fittizie o tendenziose forzando le Scritture per rileggerne il contenuto in modo da avvalorarne determinati aspetti ed indurre ad un uso improprio delle stesse per fini utilitaristici, bensì di intaccare la spessa corteccia misogina e far riemergere, alla luce di nuove ipotesi, i reali contenuti spirituali.
Per far questo è indispensabile rivedere, con mente aperta e libera da legami, alcuni aspetti minimi, ma presenti.
Non posso quì fare una trattazione enciclopedica, ma posso accompagnarvi a visitare questi piccoli, misconosciuti angoli oscuri, ridisegnandone i confini.
[SM=x1061911]
Riandiamo, brevemente, ai fatti, facendo attenzione ai termini "discepolo" e "apostolo", usati dagli Evangelisti.
Matteo, Marco e Luca iniziano tutti il racconto dell' Ultima Cena, dicendo che Gesù voleva condividere la sua Pasqua, con i discepoli, non con i soli apostoli.
Impensabile che gli Evangelisti non facessero distinzioni tra i due termini, visto che li usarono in modo ben specifico in tutta la stesura dei Vangeli.
Sebbene gli Apostoli potessero venir considerati discepoli, a rigor di logica, è plausibile che, se la cena si fosse svolta esclusivamente tra loro, la differenza tra i termini sarebbe stata messa in maggior rilievo, come, del resto, in molti altri versetti delle Scritture.
L' unica certezza che appare dalla lettura, sembra essere che, seduti alla tavola imbandita, ci fossero veramente solo i 12, in quanto sia Matteo che Luca, specificarono tale concetto, che non avrebbe avuto ragion d' essere, peraltro, se non vi fossero stati presenti altri partecipanti.
Nell' ultimo Vangelo, quello di Giovanni, egli usa esclusivamente la parola "discepoli" : Gesù lava i piedi ai discepoli, divide il cibo con i discepoli e pronuncia il suo discorso finale ai discepoli.
Ma è un episodio raccontato da Giovanni in Gv 14:22 che, maggiormente, avvalora l' ipotesi che gli apostoli non furono gli unici partecipanti al banchetto serale.
Egli dice: " Giuda, non l' Iscariota, gli disse: Signore, che è accaduto che ti vuoi mostrare chiaramente a noi e non al mondo?".
Ma,se ben ricordate, in Matteo 10:2-4, tra i 12, il nome Giuda appartiene solo all' Iscariota.
Se, dunque, qualcun altro partecipò alla cena e venne nominato, risulta ancora più plausibile che non fosse il solo.
Per concludere, visto l' importanza che Gesù attribuì alla figura femminile, tale da offrire ad essa, in esclusiva, il messaggio della resurrezione, e stabilito che più donne lo seguivano come discepole, si possono avere i termini per asserire che l' assoluta certezza che la Pasqua fosse stata consumata solo tra i 12, o che solo i discepoli maschi fossero presenti possa totalmente essere messa in discussione.
E che questa tesi, a rigor di logica, non può più essere sostenuta con assoluto dogmatismo.
[SM=x1061951]
Le donne sono maestre nella spigolatura.
Esse cercano e trovano semi laddove il campo sembra ormai sterile.
E il seme della Libertà è l'unico che non cessa mai di rinascere, per quanto estirpato, nel corso dei millenni che accompagnano la storia dell' essere umano.
[SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998]

Un grazie di cuore alle nostre compagne cattoliche, le cui ricerche mi hanno condotto a queste considerazioni.

[SM=x1061967]
=omegabible=
00venerdì 6 aprile 2007 19:24
re x Marina
Scrivi:

Le donne sono maestre nella spigolatura



........nelle tue mani mi sento una spiga di grano.... [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] Un abbraccio omega [SM=x1061967] [SM=x1061959] [SM=x1061960]
ALPHACLUB
00sabato 7 aprile 2007 13:48
Devo essere mica "gelosoooooo"?
OMEGA [SM=x1061949]



nelle tue mani mi sento una spiga di grano



Se ti senti una spiga di grano mi può andare bene, ma se ti senti "altro"..........eheem...... NO!!!!


[SM=x1061943] [SM=x1061977] [SM=x1061982]


[SM=x1061979]


Enrico Frassinetti

[Modificato da ALPHACLUB 07/04/2007 13.52]

=omegabible=
00sabato 7 aprile 2007 16:12
re
[SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] omega [SM=x1061912]

[SM=x1061959]
nikitha
00sabato 7 aprile 2007 18:23
uomini.....


Quando siete così, voi uomini, siete adorabili!


[SM=x1061918] [SM=x1061917] [SM=x1061916] [SM=x1061915]

[SM=x1061959]
Claudio Cava
00sabato 7 aprile 2007 18:40
Re: uomini.....

Scritto da: nikitha 07/04/2007 18.23


Quando siete così, voi uomini, siete adorabili!


[SM=x1061918] [SM=x1061917] [SM=x1061916] [SM=x1061915]

[SM=x1061959]




Parla per ...loro [SM=x1061912]

Io adorabile lo sono SEMPRE [SM=x1061920] [SM=x1061911] [SM=x1061923]
E anche moooolto ma molto modesto. [SM=x1061938]
Lo so, lo so, non disturbarti. [SM=x1061934]

[SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946]


[SM=x1061954] [SM=x1061919]
=omegabible=
00sabato 7 aprile 2007 19:26
reeeeee
Simpatico verooooooo???????? [SM=x1061959] [SM=x1061960] omega [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061911]
parliamonepino
00sabato 7 aprile 2007 20:51
Marina scrive:

Riandiamo, brevemente, ai fatti, facendo attenzione ai termini "discepolo" e "apostolo", usati dagli Evangelisti.
Matteo, Marco e Luca iniziano tutti il racconto dell' Ultima Cena, dicendo che Gesù voleva condividere la sua Pasqua, con i discepoli, non con i soli apostoli.
Impensabile che gli Evangelisti non facessero distinzioni tra i due termini, visto che li usarono in modo ben specifico in tutta la stesura dei Vangeli.
Sebbene gli Apostoli potessero venir considerati discepoli, a rigor di logica, è plausibile che, se la cena si fosse svolta esclusivamente tra loro, la differenza tra i termini sarebbe stata messa in maggior rilievo, come, del resto, in molti altri versetti delle Scritture.
L' unica certezza che appare dalla lettura, sembra essere che, seduti alla tavola imbandita, ci fossero veramente solo i 12, in quanto sia Matteo che Luca, specificarono tale concetto, che non avrebbe avuto ragion d' essere, peraltro, se non vi fossero stati presenti altri partecipanti.
Nell' ultimo Vangelo, quello di Giovanni, egli usa esclusivamente la parola "discepoli" : Gesù lava i piedi ai discepoli, divide il cibo con i discepoli e pronuncia il suo discorso finale ai discepoli.
Ma è un episodio raccontato da Giovanni in Gv 14:22 che, maggiormente, avvalora l' ipotesi che gli apostoli non furono gli unici partecipanti al banchetto serale.



Perdonami Marina,
Ma questi ragionamenti non hanno nessun fondamento logico e scientifico, sono solo frutto di pura fantasia e rivelano poca dimestichezza con lo studio e la ricerca teologica.
All'ultima cena furono presenti i 12 apostoli/discepoli uomini, raffigurati anche dai 12 figli di Giacobbe che erano anch'essi uomini.
Si tratta solo di supposizioni, prive di documentazione e di debole consistenza.
Un abbraccio
Pino
nikitha
00domenica 8 aprile 2007 15:30
Fondamenti teologici
Pino,

dovresti scrivere il tuo parere all' "Ordination of women in the Roman Catholic Churc" nonchè all' "Associazione nazionale teologhe italiane".
O alle Teologhe Femministe dell' Associazione Internazionale di Teologia Femminista.
Questi, come ho riportato all' inizio paragrafo, sono studi e riflessioni provenienti dalle loro ricerche teologiche.
E non credo che loro facciano, come tu sostieni:


ragionamenti di nessun fondamento logico e scientifico, sono solo frutto di pura fantasia e rivelano poca dimestichezza con lo studio e la ricerca teologica



Lo trovo assai poco probabile dopo anni di specializzazione nella materia.

Perdonami tu....

www.womenpriests.org
Scritti di:
Marjorie Reiley Maguire, Teologa e procuratore nel Milwaukee.
Dario.from.CS
00domenica 8 aprile 2007 16:17
Re: Fondamenti teologici

Scritto da: nikitha 08/04/2007 15.30
Pino,

dovresti scrivere il tuo parere all' "Ordination of women in the Roman Catholic Churc" nonchè all' "Associazione nazionale teologhe italiane".
O alle Teologhe Femministe dell' Associazione Internazionale di Teologia Femminista.
Questi, come ho riportato all' inizio paragrafo, sono studi e riflessioni provenienti dalle loro ricerche teologiche.
E non credo che loro facciano, come tu sostieni:


ragionamenti di nessun fondamento logico e scientifico, sono solo frutto di pura fantasia e rivelano poca dimestichezza con lo studio e la ricerca teologica



Lo trovo assai poco probabile dopo anni di specializzazione nella materia.

Perdonami tu....

www.womenpriests.org
Scritti di:
Marjorie Reiley Maguire, Teologa e procuratore nel Milwaukee.



Per ogni ricercatrice da te menzionata ve ne sono mille, molto più attendibili e dotti a smontare le loro buffe teorie campate sul nulla, cosi fantasiose da rendere goffo ogni intento di istaurare una discussione costruttiva

[SM=x1061909] [SM=x1061946] [SM=x1061941] [SM=x1061942] [SM=x1061946] [SM=x1061950] [SM=x1061950] [SM=x1061950] [SM=x1061950] [SM=x1061950] [SM=x1061950] [SM=x1061950]
nikitha
00domenica 8 aprile 2007 16:31
Ricerche e pareri.


Per ogni ricercatrice da te menzionata ve ne sono mille, molto più attendibili e dotti a smontare le loro buffe teorie campate sul nulla, cosi fantasiose da rendere goffo ogni intento di istaurare una discussione costruttiva



Non è una guerra ,Dario,
riportare pareri ed opinioni è lecito e costruttivo.
E, per amore di verità è interessante valutarli tutti.
Se hai altro materiale puoi riportarlo liberamente e sarà un piacere leggerlo.
Le critiche fini a se stesse non aiutano.
Perchè non approfondire?
Credo che ciò che dicono le donne a livello internazionale sia un momento costruttivo da apprezzare, non da svalutare.
Per mille ce ne sono mille, e poi altre mille.
Ma, nella quantità,talvolta, si trovano spunti preziosi.
Se leggi lo scritto,vedrai che era solo uno spunto di riflessione.
Nessuna verità rivelata.
Nessun dogma.
Nel Pianeta Donna, le ricerche femminili, sono in prima linea.
E qualunque argomentazione che provenga dallo studio, discutibile o meno, val la pena di essere almeno osservata.

Grazie e a presto,


Dario.from.CS
00domenica 8 aprile 2007 16:37
Prima di tutto nella cultura maschilista che tutti conosciamo, quella ebraica di quei tempi non era conteplata la figura femminile in momenti istituzionali come l'ultima cena...
poi se me lo citi nei vangeli che nella cena ci fosse stata una donna bene possiamo continuare una discussione seria....se mi vuoi solo citare Dan Brown e amichette sue lasciamo perdere!
[SM=x1061917]
nikitha
00domenica 8 aprile 2007 16:47
Dan Brown...
[SM=x1061979] [SM=x1061979]

Grazie Dario....
almeno per la tua disponibilità!!!!

NON CITAVO DAN BROWN...


Bel libro però...dai!!!
Ma io non credo che le Teologhe facciano studi su di lui!!!!


[SM=x1061946] [SM=x1061946] [SM=x1061946]

Alla prossima,

Baci.
parliamonepino
00domenica 8 aprile 2007 17:37
Cara Marina,
Ci sono persone, che conoscono la materia teologica in modo competente, fra queste, ho avuto modo di accostarmi anche alle rispettabili valutazioni di alcune donne.

Nel 1997, ho assistito ad una conferenza di Cristina Simonelli, docente di Teologia Patristica di cui conservo ancora gli appunti e con cui ebbi un piacevole scambio di opinioni.

Posseggo due libri della teologa Maria Cristina Bartolomei, "Donne alla riscoperta della bibbia" e "Psicoanalisi e teologia: ermeneutiche a confronto".

Se devo affrontare uno studio che si basa su delle serie considerazioni del testo biblico, sono ben lieto di approfondirle. Naturalmente, devono essere confortate da una documentazione riconosciuta come ufficiale e attendibile.

Ma se vogliamo parlare della presenza di donne all'Ultima Cena, basandoci su delle supposizioni, sopra riportate, mi rifiuto di prendere in esame questo argomento.

Diciamo che abbiamo scherzato...... [SM=x1061920]
Con affetto
Pino
=omegabible=
00domenica 8 aprile 2007 19:04
re
Però fra tutti nessuno ha azzardato un'ipotesi di chi rigovernò i piatti dell'ultima cena.!!!!omega [SM=x1061913] [SM=x1061948]
nikitha
00domenica 8 aprile 2007 21:13
omegaaaa...
[SM=x1061946] [SM=x1061946]

Secondo me hai dato l' interpretazione migliore..
Ma ce li vedi gli Apostoli a lavare i piatti???
Ecco l' anello mancante..
Sapevo di avere ragione!!!


[SM=x1061943]

Poi, dato che mi ritengo libera di riportare il mondo delle donne in toto, senza pregiudizi, anche mettendo in luce pareri di gruppi di studiose, condivisibili o meno da altri loro pari,mi auguro, senza offesa per nessuno di poterlo fare.
E'ben lungi dalle mie pretese costringere qualcuno a discutere o a condividere.
In un Forum libero, io non posso sicuramente permettermi certe imposizioni!!!!

Abbracci,

[SM=x1061954]
nikitha
00mercoledì 11 aprile 2007 20:11
Bruria e la tradizione.

Prima di tutto nella cultura maschilista che tutti conosciamo, quella ebraica di quei tempi non era conteplata la figura femminile in momenti istituzionali



Carissimo Dario,

come mio solito vado a ricercare gli aghi nei pagliai perchè ritengo che certe piccole verità, che non saltano sempre agli occhi, possono anche modificare la storia futura.
Non fraintendiamoci: quello che tu sostieni è pura verità, verificabile.
Ma, tavolta, basta un precedente per creare una falla nella tradizione, che può essere allargata fino a aprire nuovi orizzonti.
Mi riferisco, in particolare, ad una storia del Talmud, considerato un testo indubitabilmente misogino,e sicuramente a ragione.
Eppure, proprio tra le sue pagine esiste un germoglio profondamente rivoluzionerio.
Mi riferisco alla storia di Bruria, in Ebraico: Beth, Resh, Vav come U, Resh, Yod ed He, con significato di "limpido", "chiarezza di Dio".
Bruria era una donna, figlia di un eminente Rabbino e moglie di di personaggio di altrettanto spicco nella società del tempo.
Ella, data la sua profonda conoscenza, era ammessa dove nessun altra donna poteva avere accesso.
Aveva libertà di parola e di insegnamento, e ogni suo detto era tenuto in grande considerazione.
Fu, sicuramente, una delle prime donne a sostenere l' intelligenza femminile.
Anche se questo, purtroppo, le costò la vita.
Eppure, la storia di questa donna, dopo centinaia di anni, è riuscita a modificare qualcosa, ad iniziare una storia nuova, a determinare una svolta.
Piccola, se vuoi.
Ma la verità ha inizio sempre da una lampada di flebile luce.
Perchè, inizialmente, possano vederla i più saggi, e farla grande a suo tempo.
Di seguito riporto uno scritto non mio, ma di una sinagoga illuminata che ha fatto, della tradizione, una luce più attuale, più vivida.
Un esempio da tenere in altissima considerazione, a mio avviso.
Parlo della prima Sinagoga liberale italiana: quella di "Lev Chadash", che cita testualmente:

Il ruolo della donna


Noi sosteniamo la parità tra uomini e donne nella vita sinagogale; l’ebraismo liberale è stato pioniere in questo. Nelle nostre sinagoghe i banchi non sono divisi per sesso, e le donne possono condurre funzioni, diventare rabbini ed assumere un qualsiasi ruolo sinagogale.
Noi sosteniamo la parità tra fanciulli e fanciulle nell’istruzione religiosa. Pertanto, l’Ebraismo liberale ha introdotto la cerimonia del Bat Mitzwah (”Figlia del Precetto”) all’età di tredici anni, e noi attribuiamo grande importanza alla cerimonia successiva, la Kabbalat Torah (”Accettazione della Torah” o “Confermazione”) a quindici o diciassette anni.
Noi ebrei progressivi sosteniamo il diritto delle donne ad una vita completa ed egualitaria. In passato siamo stati tra i primi ad ordinare donne rabbino; oggi il nostro movimento è impegnato ad assicurare un sempre maggiore coinvolgimento delle donne nella vita religiosa.
Nell’antichità la donna era frequentemente considerata un bene da possedere e non un essere umano autonomo, dotato di diritti e capace di responsabilità. In molte delle leggi bibliche le donne sono considerate una proprietà da proteggere: ad esempio nel decimo comandamento si ordina di non desiderare la donna di un altro, né alcuno dei suoi possessi.
Comunque nella Torah troviamo anche esempi di altro genere. Nel caso delle figlie di Tzelofchad, le richieste delle donne vengono accolte da Mosè (Num 27:1-11). Nella Torah vi sono anche esempi di donne influenti nelle famiglie e nella comunità, come ad esempio Miriam e Debora, e donne come Hannah e Ruth, modelli di forza, coraggio e fede.
La letteratura post-biblica rispecchia il successivo allontanamento delle donne dalla vita pubblica. Un detto talmudico molto citato sostiene che alle donne non è richiesto di adempiete alle mitzvot positive, legate a tempi determinati, come ad esempio abitare nella Sukkah. Le donne furono esentate dalle mitzvot legate a tempi particolari (Kiddushin 1:7), o meglio ne vennero escluse, e nello stesso tempo emarginate anche in altri momenti importanti della vita ebraica, prevalentemente in quelli pubblici, come lo studio e la preghiera. Nella normativa vi sono anche mitzvot che vengono considerate specificamente femminili e che sono legate a tempi determinati, come accendere le luci di Chanukkah (Shabbat 23a) e ascoltare la storia di Ester a Purim (Meghillà 4a), ma si tratta di eccezioni alla regola, motivate in ogni caso da ragioni particolari.
Molte delle leggi talmudiche che relegano le donne nel matroneo o in fondo alla sinagoga, separate dagli uomini, si basano sul tentativo di liberare gli uomini dalla “tentazione” costituita dalla presenza di donne accanto a loro (Avot 1:5). Noi ebrei progressivi rifiutiamo tali leggi e le consideriamo pregiudizi, dannosi non solo per le donne, ma anche per gli uomini e per la vita ebraica in generale. Durante le nostre funzioni uomini e donne siedono accanto, dal momento che le loro preghiere sono uguali; incoraggiamo una partecipazione unita di tutta la famiglia al culto.
Le norme che tradizionalmente proibiscono alle donne di insegnare, di parlare in pubblico o di condurre le preghiere, erano state introdotte per liberare gli uomini dall’imbarazzo nel caso in cui si fossero rivelati meno dotti delle donne (Meghillà 23). Sappiamo comunque che nei secoli passati vi sono state insegnanti donne, che ricoprivano ruoli di grande responsabilità; per esempio nel Talmud incontriamo Beruriah, una talmudista che nel II secolo prendeva decisioni di Halakhà (Berakhot 10a), e troviamo ugualmente citata Imma Shalom, nata nel 50 C.E. (Nedarim 20b). Dona Gracia Mendes, che visse durante il XVI secolo, fu una grande figura della storia sefardita.
Noi ebrei progressivi riconosciamo orgogliosamente anche l’importante ruolo che le donne hanno sempre avuto nella vita ebraica, attraverso la famiglia. Osservando le mitzvot proprie della sfera domestica (l’accendere le candele di Shabbat, l’educazione dei figli, ecc.), le donne hanno sempre contribuito all’educazione ed alla formazione dell’identità ebraica.
Noi ebrei progressivi crediamo fermamente che le donne possano e debbano avere accesso a tutti gli aspetti della vita religiosa ebraica, sia privata che pubblica, incluso l’indossare il tallet e la kippah, dire il kaddish, salire a Sefer. Nella Legge ebraica non vi è alcuna regola stabilita che preclude alle donne queste pratiche, anzi nella Mishnà si discute se ammantarsi con gli tzitzitiot sia obbligatorio o solo facoltativo per le donne. Noi rifiutiamo le usanze che vietano alle donne compiere alcuni atti o studiare determinati argomenti. Le donne costituiscono più della metà della popolazione ebraica ed è dovere di tutti incoraggiarle a studiare cosicchè possono prendere decisioni consapevoli riguardo alla loro vita religiosa.
Noi ebrei progressivi incoraggiamo tutte le ebree ad avere una parte attiva nella vita della comunità. Un esempio significativo fu una delle fondatrici del nostro movimento, Lily Montagu. Di famiglia agiata e strettamente ortodossa, intuì fin dall’età di sedici anni che la pratica dell’Ebraismo correva il pericolo di diventare per i più una mera abitudine priva di significato. Nel 1902 fu tra le fondatrici della Union of Liberal and Progressive Synagogues [ www.ulps.org/ ]. Lady Montagu guidava i servizi religiosi, facendo anche le funzioni comunemente associate ai rabbini. Ella considerava fondamentale l’aspetto etico dell’Ebraismo e si impegnò nelle attività del West Central Club e in quelle della sinagoga da lei fondata.
Oggi, in molte sinagoghe liberali le donne ricoprono ruoli ufficiali e cariche all’interno dei Consigli direttivi. Nelle nostre sinagoghe non si effettua discriminazione tra bambine e bambini. Alla nascita le bambine ricevono ufficialmente il nome ebraico con una funzione, alla quale partecipa anche la madre.
Ragazze e ragazzi iniziano lo studio religioso alla stessa età e approfondiscono la loro identità ebraica ed il loro retaggio senza discriminazioni. Dal momento che le ragazze sono completamente integrate nella vita delle Congregazioni, molte di loro a tredici anni scelgono di celebrare il bat mitzvah. Questa cerimonia segna l’ingresso nella vita religiosa adulta, le ragazze da allora in poi partecipano alle funzioni e vengono chiamate a Sefer.
Anche attraverso queste forme di educazione, noi ebrei progressivi cerchiamo di formare donne adulte che prendano parte pienamente alla vita religiosa della comunità, venendo chiamate a Sefer, guidando il culto, ed e adempiendo alle altre mitzvot.
L’Ebraismo progressivo rende possibile alle donne una vita religiosa completa. Tra l’altro il nostro movimento ha riconosciuto la necessità di usare un nuovo linguaggio nella liturgia che eviti di riferirsi a Dio con antropomorfismi espressi al maschile. Questa posizione così avanzata ha favorito l’avvicinamento alle nostre comunità di donne che si sentivano alienate rispetto alla religione, e tenute a distanza dal linguaggio tradizionale della liturgia.
Le donne ebree sono incoraggiate dal movimento progressivo a ricercare e rivendicare la propria identità. Sono così sorti gruppi femminili che recuperano ad esempio Rosh Chodesh, il capo-mese, una festa che celebra la luna nuova e che è sempre stata particolarmente associata alla donna. Sono state elaborate molte nuove preghiere più in sintonia con l’esperienza delle donne e della vita contemporanea in generale. La partecipazione a pieno titolo delle donne alla vita delle nostre comunità sta apportando a tutto il mondo ebraico sempre nuova energia e creatività.
Rav Helen Freeman e Rav Marcia Plumb

Tratto da www.pjcea.org.uk/overview/wherewestand/roleofwomen.htm
Traduzione italiana di Sara Bucciarelli

[SM=x1061949]

Trovo che questo modo di rapportarsi alla tradizione, accoglierla e farla propria ma, allo stesso tempo, avere il coraggio di rinnovarla e recuperarne la spinta creativa, verso un futuro di crescita, sia il sunto di tutto ciò che io voglio dire, anche rispetto alle Scritture.
Se, talvolta, riporto scritti con un certo azzardo, è solo perchè chi non rischia, crede di non poter perdere.... ma in realtà, rischia anche di non vincere mai.
(Madre Teresa di Calcutta).


[SM=x1061948]

[SM=x1061915]



parliamonepino
00mercoledì 11 aprile 2007 23:06
Cara Marina,
E' molto interessante quello che hai riportato.
Mi ripropongo di approfondire.

La citazione di Madre Teresa di Calcutta, che hai citato, è splendida.

Complimenti
Un abbraccio
Pino

[SM=x1061970]
nikitha
00mercoledì 11 aprile 2007 23:11

[SM=x1061958]


Grazie Pino...

[SM=x1061967]

che piacere risentire la tua dolcezza!!

[SM=x1061918]
@Salila@
00giovedì 12 aprile 2007 17:56
Re: re

Scritto da: =omegabible= 08/04/2007 19.04
Però fra tutti nessuno ha azzardato un'ipotesi di chi rigovernò i piatti dell'ultima cena.!!!!omega [SM=x1061913] [SM=x1061948]



HA HA HA HA BELLA!
[SM=x1061980]
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