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Case sempre più "splendenti", ma sempre più inquinate da prodotti chimici utilizzati per pulire, spolverare, lavare, lucidare, deodorare… E i bambini, volenti o nolenti, ne vengono in contatto: assorbono sostanze nocive attraverso i vestiti, l'aria che respirano, gli oggetti che toccano e così via.
Ora, un nuovo studio, suggerisce che ci possa essere un collegamento con i "pesticidi" utilizzati in casa e la Leucemia linfoblastica acuta (LLA) dei bambini, un tipo di cancro che colpisce generalmente i bambini tra i 3 e i 7 anni d'età.
Nello studio, condotto dai ricercatori americani del Georgetown's Lombardi Comprehensive Cancer Centre, sono state analizzate le urine di 41 bambini affetti da LLA e quelle delle loro madri e altrettanti 41 bambini, e le loro madri, sani.
Dai dati raccolti è emerso che nei bambini affetti da leucemia linfoblastica acuta – e anche nelle loro madri - vi era un alto livello di sostanze chimiche tossiche comuni in molti prodotti chimici utilizzati in casa.
Queste sostante, tuttavia, sono state trovate in più della metà dei soggetti analizzati, compresi quelli sani, ma in quelli affetti da LLA erano presenti in misura maggiore.
Nonostante i dati suggeriscano con evidenza che ci possa essere un legame tra i "veleni di casa" e la malattia, il dr. Offie Soldin che ha coordinato lo studio sottolinea che questa è solo una supposizione e che sono necessari altri studi di approfondimento per comprendere come e perché ci possa essere un legame. E, sebbene i prodotti contenenti sostante potenzialmente tossiche siano diffusi in almeno l'85% delle case, non tutti i bambini sviluppano la LLA.
I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista "Therapeutic Drug Monitoring".
(lm&sdp)