Il tormento di Pedì

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Vitale
00martedì 15 dicembre 2009 17:01
Quando l'amore nasconde terribili violenze.
Quando la legge è indifferente ai patimenti di un padre.
Potrà un grido di dolore destare la giustizia?

Il tormento di Pedì
di Dal Molin Roberto

Dedicato a mio figlio e a tutti i padri separati.

INTRODUZIONE

Mi capita spesso di sognare ad occhi aperti, lo faccio sin quando ero bambino. Gli scenari variano, l’immaginazione non manca, la trama è sempre a lieto fine a mio esclusivo vantaggio. In definitiva anche se voluti e ricercati, sono comunque dei bei sogni. Aiutano a vivere la vita e a sopportarne il peso, talvolta soffocante. Qualche volta mi sembrano vicini alla realtà, molto concreti. In verità sono distanti, troppo lontani dalla vita reale, talvolta cruda, autentica.
La realtà ha più immaginazione dei sogni.
Nel mio caso la realtà della vita è stata spietata.
Mi chiamo Filippo, ero un bimbo di cinque anni troppo innocente per capire il mondo degli adulti, delle loro trame e delle loro cattiverie, dei loro propri interessi e delle loro perversioni.
Perché lasciarmi solo alla mercé dell’orco? Perché non difendermi? Perché non proteggermi? Perché non lasciarmi vivere una vita da bambino? Perché usarmi?
Tutte queste domande ancora oggi mi assillano, ma una risposta sono riuscito a darla col tempo. Con il diventare adulto, dopo la mia infanzia brutalmente interrotta e l’insensibilità della mia famiglia materna, l’indulgenza e i preconcetti dei Servizi Sociali e dei giudici, l’accanimento dei Testimoni di Geova e il coraggio di mio padre, l’unico a difendermi, tutto è diventato chiaro. La risposta è che la giustizia, quella vera, dunque quella non terrena, ha il suo decorso, lento ma certo.
La mia infinita solitudine: questo è stato il prezzo che tuttora sto pagando. Si dice che il tempo rimargina le ferite, le mie sono ancora e sempre aperte, ancora dolenti.
I miei sogni e le mie aspettative, ancora oggi sono solo quelli che Satana, mio nonno materno e dirigente dei Testimoni di Geova, ha deciso per me senza mai renderne conto alla giustizia umana, senza clemenza nei miei confronti, usandomi solo come uno strumento per soddisfare le sue perversioni sessuali. Egoista e senza pietà per la mia tenera età. La mia vita sin da bambino gli appartiene perché da lui violentata, la mia gogna è sempre presente, anche se sono ormai trascorsi decenni.
A tutti i bambini oppressi sessualmente: quando vi sentirete soli e abbandonati, fatevi coraggio e pregate. Prima o poi muore anche l’orco malvagio. Dalla sua tomba non vi torturerà più, auguratevi solo che la bestia crepi al più presto.

www.webster.it/libri-tormento_pedi_molin_roberto_altromondo-978886281...

parliamonepino
00mercoledì 16 dicembre 2009 10:58
Caro Vitale,

Leggerò il libro che hai segnalato! Dopo aver letto il prologo di nove pagine che ho scaricato, mi sono reso conto della portata del tormento di un bambino di 5 anni a cui hanno tolto la possibilità di vivere una vita più serena.

Gli interrogativi sono molti, quando succedono delle tragedie che "brutalizzano" un innocente.

Si vive nel tormento tutta la vita, alla ricerca di una giustizia, del perdono, di come superare e sopravvivere al nostro "inferno interiore".

Alcuni fra i più grandi scrittori e pensatori, si accostano all'argomento della teodicea, quella parte della teologia che si occupa della giustizia di Dio, molto dibattuto nell'ambiente filosofico.

L’interpretazione di Dostoevskij, fra i più grandi scrittori della narrativa mondiale, è che per certe forme di violenza non ci può, né ci deve essere alcuna forma di perdono, né sulla terra e neppure in cielo.

Lui stesso dice, nel libro "I fratelli Karamazov", in un passaggio, che parafraso a memoria:

"Tutta la verità e l'armonia del mondo, non valgono una lacrima di un bambino che si batte il petto con il piccolo pugno e prega il buon Dio versando le sue lacrime invendicate. Quelle lacrime sono rimaste da riscattare."


Il rifiuto di Dio a causa del dolore del mondo. È la posizione di Ivan de «I fratelli Karamazov» di Fëdor Dostoevskij. «Se tutti devono soffrire per comprare con la sofferenza l'armonia eterna, che cosa c'entrano i bambini?» chiede Ivan al fratello Alioscia. «Questa armonia non vale nemmeno una lacrima di un solo bambino». (Gianfranco Ravasi)



Ecco, perchè molti, oggi, vivono in uno stato mentale ateistico, che rifiuta l'idea di Dio, di un creatore, e preferiscono restituirgli il biglietto d'ingresso di questa vita, perchè il costo del tormento e della sofferenza è troppo alto.

Un abbraccio
Pino Lupo
[SM=g1380307]

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