Class Action, come renderla una farsa in un paese in cui i deboli perdono sempre

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00martedì 12 gennaio 2010 15:31

Class Action, come renderla una farsa in un paese in cui i deboli perdono sempre

 Class Action e Italia, che connubio mal riuscito.

Dal primo gennaio 2010 è rientrata in vigore quella che dovrebbe assomigliare ad una legge per le azioni collettive.

Prima di arrivare al pastrocchio finale che il governo Berlusconi ci ha regalato ripercorriamo velocemente un po’ di storia.

Era la fine del 2007 quando per la prima volta in Italia, sotto il governo Prodi, veniva approvata la prima legge sulla Class Action.

“Arriva la Class Action, arma dei consumatori”
titolava
questo articolo di Repubblica del 15 novembre 2007.

Quel giorno veniva approvata la legge finanziaria da parte del Governo Prodi anche grazie all’errore di un parlamentare di Forza Italia che sbagliò a premere il tasto.


18:21 Class action passa per errore
“Ho sbagliato a votare per la gran confusione che c’è sempre in questa aula. La class action è passata per questo mio errore e sono pronto a dimettermi”. Si sfoga il vicepresidente di Fi Roberto Antonione subito dopo il voto sulla class action. (
Repubblica)


Ma già allora la legge che dovrebbe difendere i consumatori sembrava una farsa:


«Purtroppo l’Italia avrà la class action all’italiana, ossia una schifezza». Il Codacons prende le distanze dalle altre associazioni dei consumatori, che giovedì avevano applaudito l’approvazione della class action da parte del Senato. Secondo il Codacons, «ben lungi dall’essere un’azione collettiva dei consumatori simile a quella americana, il Senato ha approvato un pastrocchio. Non c’è danno punitivo e i consumatori potranno avere un risarcimento solo se giovani, visto che dovranno aspettare almeno 20 anni prima di poter avere una liquidazione dei danni». (
Corriere)


Arriva il 2008. Cade il governo Prodi e sale al potere per l’ennesima volta il governo del pluriprescritto. Confindustria, tramite la Marcegaglia fa presto a chiedere lo stop della Class Action. Il Ministro Scajola si mette subito a novanta e stoppa la legge con la scusa di doverla migliorare.


«Riteniamo che la class action abbia degli effetti positivi, ma così com’è stata formulata è impraticabile per certi aspetti. Bisogna rivederli, serve una risposta che non sia beffarda nei riguardi di chi vuole farsi riconoscere i propri diritti». (
Scajola)


Come se per migliorare una legge ci sia la necessità di bloccare la versione in corso, che se pur debole continua ad essere uno strumento di difesa per il consumatore.

Per il governo Berlusconi non ci sono dubbi.
La Class Action va bloccata.
Intanto i soliti squali che stanno dietro il crack Parmalat e Cirio tirano un sospiro di sollievo.
La legge subisce ben tre rinvii prima di rivedere la luce il primo gennaio di quest’anno quando torna in vigore più azzoppata che mai.

Missione compiuta: gli squali sono salvi, Callisto Tanzi
ringrazia.

Vediamo come, questo governo, è riuscito a rovinare ancor di più una cosa che già non funzionava bene.. altro che migliorarla.

Prima anomalia
è che le azioni collettive non possono essere presentate dalle associazioni, ma devono essere messe in moto dai singoli. Un paradosso increbile.

Seconda anomalia
la legge impone che i diritti da tutelare siano “identici” mentre le associazioni dei consumatori avrebbero preferito che si parlasse di “interessi omogenei”.


Facciamo un esempio: le banche hanno eliminato le commissioni di massimo scoperto (che venivano applicate quando il conto andava in rosso) ma le hanno sostituite con altre commissioni. Ogni banca, però, ha scelto un nome diverso, dal “tasso di sconfinamento” al “costo di istruttoria urgente”. Dunque, sarà difficile portare le banche “sul banco degli imputati” perché i diritti dei singoli correntisti, di fronte a una giungla di diciture, potrebbero non essere “identici”. (
IFQ)


Terza anomalia
, manca la norma sul “danno punitivo”. Ovvero: chi imbroglia i consumatori può continuare a imbrogliarli perché sa che potrà essere condannato a pagare solo il frutto dell’imbroglio.


Insomma, ti ho rubato 10 euro e (male che vada) ti restituisco 10 euro. Negli Usa (per effetto del danno punitivo), invece, si può essere condannati a risarcire una somma molto più forte e questo ha un effetto deterrente per chi, sulle prime, vuol mettere in piedi l’inganno. (
IFQ)


Quarta anomalia
, il problema di costi. Chi promuove un’azione collettiva è obbligato a pagarsi la pubblicità (infatti deve far sapere a tutti di aver promosso l’azione, al fine di raccogliere più adesioni possibili). E poi deve sostenere le spese di giudizio, ma qualora dovesse perdere la causa (soccombere è il termine usato dai legislatori) dovrebbe poi pagare la pubblicità per dire a tutti di aver perso e, da ultimo, risarcire l’impresa che ha chiamato in giudizio.

Quinta anomalia
, i truffati di Parmalat e Cirio sono disarmati perché la legge consente i ricorsi “per gli illeciti commessi dal 16 agosto 2009 in poi”.


Come sempre questo governo sceglie bene da che parte schierarsi, quella dei più forti.

Menomale che Silvio c’è.  (o ci fà ?) 

 


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