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Influenza aviaria. Scatta l’allarme: nuova epidemia? - Luigi Fallacara

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2011 21:03
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Fonte: www.articolotre.com/2011/08/influenza-aviaria-scatta-l%E2%80%99allarme-nuova-e...

Luigi Fallacara – 30 agosto – La famigerata “influenza aviaria” si affaccia nuovamente sul pianeta Terra.

Le Nazioni Unite hanno appena segnalato preoccupanti segni di recrudescenza del virus a causa di un ceppo mutante in grado di eludere i vaccini, che rischia di diffondersi in Asia come avvenne nell’ormai lontano 2003.

La variante del virus è apparsa in Vietnam e il rischio per l’uomo è concreto. E’ l’ONU a confermarlo. La circolazione del virus in Vietnam minaccia naturalmente una rapida diffusione immediata in Thailandia, Malaysia e Cambogia, dove già quest’anno è stata segnalata la morte di otto persone che avevano contratto l’infezione.

L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ritiene che l’influenza aviaria abbia provocato la morte di 331 persone dal 2003 ed ha anche ucciso o causato l’abbattimento di più di 400 milioni di capi di pollame domestico in tutto il mondo generando, secondo alcune stime “ottimistiche”, danni economici per oltre 20 miliardi di dollari. Il virus era stato debellato dalla maggior parte dei 63 paesi in cui risultavano casi di contagi nell’anno 2006. Momento storico di picco dell’epidemia fu l’anno 2006 con 4.000 focolai in tutto il mondo. In verità il virus rimase endemico in Bangladesh, Cina, Egitto, India, Indonesia e Vietnam.

Il numero dei casi è tristemente aumentato nuovamente a partire dal 2008, apparentemente a causa dei naturali movimenti di uccelli migratori, secondo il capo dell’ufficio veterinario della FAO- Food and Agriculture Organization (FAO), il dott. Juan Lubroth: «In realtà gli uccelli selvatici possono introdurre in un determinato paese il virus –ha ribadito l’alto rappresentante– ma sono le azioni delle persone nella produzione di pollame e commercializzazione quelle in grado diffonderlo».

L’influenza aviaria apparve in seguito nel pollame e su uccelli selvatici anche in paesi che per anni non avevano riscontrato l’infezione, quali Israele, i territori palestinesi, Bulgaria, Romania, Nepal e Mongolia. «Il nuovo ceppo che ha infettato la maggior parte del Vietnam settentrionale e centrale –ha aggiunto Lobroth– potrebbe rappresentare addirittura un rischio per il Giappone e la penisola coreana».

In Corea del Sud è stato immediatamente programmato l’abbattimento di centinaia di migliaia di polli e anatre già dal dicembre dello scorso anno, dopo i primi casi segnalati 2008. La FAO aveva difatti prontamente provveduto a contattare i suddetti paesi invitandoli ad adottare “maggiore prontezza e sorveglianza” contro una possibile recrudescenza del virus.

L’ondata di panico che si ebbe in conseguenza al diffondersi della temibile H1N1 è ora il risvolto da scongiurare. Il nuovo allarme lanciato dall’ONU rischia, infatti, di diventare un nuovo strumento per fagocitare talune multinazionali farmaceutiche che tacitamente costrinsero i governi ad aumentare sproporzionatamente le riserve di vaccini, purtroppo, rimaste infine in gran parte inutilizzate, perpetrando uno spreco di aberranti proporzioni.

I paesi in cui si sono diffusi i contagi, coadiuvati dall’OMS, dovranno necessariamente adoperare tutti gli strumenti di profilassi per evitare la propagazione. In Europa, invece, per cui non si hanno ancora notizie di casi simili, urge aumentare i controlli del traffico in entrata per pollame e derivati.

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