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06/02/2011 09:52 | |
Al carissimo amico Stefano
Ci sono dei momenti nella vita che ci inducono, a volte, a perdere ogni interesse per essa: una grave malattia, la morte di una persona cara, sì, anche il crollo di certezze che attraverso di una lettura errata della Bibbia ci sono state inculcate da uomini la cui preparazione letteraria cristiana manca, secondo il mio parere, dei fondamenti necessari a spiegarla nella sua sostanza.
Una trattazione fondamentalista delle Scritture, come quella dei testimoni di Geova, in relazione alla salvezza eterna dell’uomo e, assieme ad altre dottrine, ci porta completamente fuori strada.
Quando nel corso del tempo veniamo a scoprire di essere stati ingannati, la delusione è profonda e sconvolgente, perché viene a disturbare il nostro equilibrio sul senso della vita, te lo dice uno che per più di 40 anni della sua esistenza ha trascorso la sua vita assieme ai testimoni di Geova. Presa coscienza dell’inganno, mi è crollato il mondo addosso e, con angoscia, mi sono detto: “E adesso cosa faccio?”, “Dove vado?”.
Prima di dissipare la confusione che si era generata, dopo le sconcertanti scoperte sulla vera natura della Società Torre di Guardia, “società” principalmente interessata, come la sua storia dimostra, al profitto librario, passarono alcuni anni di tentennamenti spirituali, senza meta, né indirizzo per una nuova esistenza.
Nel frattempo, mi dedicai alla lettura di scritti cristiani dei primi secoli attraverso i quali acquistai conoscenza del cristianesimo professato in quel tempo, che mi diedero la forza, gli strumenti e la capacità di liberarmi, lentamente, dalla ideologia dei testimoni di Geova. Per me è stata una palingenesi. Una volta accettato che ciò che avevo imparato negli anni all’appartenenza alla “società”, non trovavo in queste letture, né sostegno biblico, né storico, sicché decisi, per la mia dissociazione dalla congregazione dei testimoni di Geova.
A differenza di alcuni, che dopo essersi allontanati dal gruppo perdettero ogni senso religioso, vivendo addirittura l’ateismo più profondo, abbandonando ogni fede nel trascendente, da parte mia, invece, si è verificato il contrario, la fede in Dio non mi abbandonò, perché ho saputo distinguere la fede in Dio da quella propagandata dagli uomini. Diciamo che la mia fede prese un’altra direzione, una fede che si è sviluppata nella mia vita interiore grazie alle letture che mi hanno chiarito molti perché e, di conseguenza, questa mia fede personale, si è staccata nettamente da quella che mi avevano inculcato gli uomini di Brooklyn.
Ho compreso che i destini umani, per vivere nel futuro regno di Dio, si giocano in questa vita, vita che dev’essere vissuta nell’amore verso Dio e verso tutti gli uomini, come ci spiega l’Autore della Prima di Giovanni, specialmente al capitolo 4. Se non amiamo il nostro prossimo che vediamo, qualunque egli sia, non è possibile amare Dio che non vediamo.
Dio ama tutti gli uomini, buoni e cattivi, perché sue creature, proprio perché Dio è amore per natura non le può permettere, né la morte eterna, né l’inferno, tantomeno.
L’inferno o le beatitudini le sceglie la persona attraverso le sue libere facoltà di distinguere il bene dal male.
L’attuale esistenza, si vive nell’attesa cristiana della Signoria futura di Dio che è la realtà che ci rivelano le Scritture, particolarmente da parte del Nuovo Testamento, dove si narra l’esperienza di uomini che sono vissuti accanto al Figlio di Dio, il quale ha parlato loro del mondo futuro, un mondo preparato da Dio.
Nel frattempo, però, le persone convertite al cristianesimo hanno intrapreso, conforme alla propria vocazione, strade diverse: chi si è formato una famiglia, chi, invece ha intrapreso la via ecclesiastica, chi lo stato nubile o il celibato, per trovare più tempo per l’opera di apostolato. Dio non ha stabilito un destino comune o ha preordinato un unico rapporto con Lui, Egli ha lasciato libero l’uomo di seguire e di gestire la propria vita come crede.
L’infelicità, la sofferenza, sono gli stessi uomini a procurarsela con le loro scelte, spesso, per nulla sagge. A differenza di Dio, che invece è proteso verso la nostra felicità già in questa vita, ed è accanto ad ognuno di noi come dice Paolo in Atti degli apostoli, basta tendere la mano. Con il suo aiuto, i consigli che ci vengono offerti nella sua Parola, ci viene in appoggio per non cascare nelle trappole tese dal sistema creato dall’uomo che è in antitesi all’ordine di Dio, come quello dei tdG, che rende schiavi e vittime inconsapevoli le persone vulnerabili intellettualmente che hanno posto la loro libertà, che Cristo ci ha donato, ai piedi del Corpo Direttivo.
Dio ci ha chiamati alla libertà, per cui, come dice la Scrittura, “cessate di essere schiavi degli uomini”.
In considerazione del fatto che Dio è “amore” non costringe nessuno con la coercizione per seguirlo; l’uso di immagini punitive, infernali o di morte eterna per gli esseri umani, che appaiono nelle Scritture, se Dio è “amore”, assumono di conseguenza un altro significato. Dio non è soggetto alle passioni umane, come quelle che osserviamo, purtroppo, nel nostro mondo, che sono all’ordine del giorno e che ci colpiscono profondamente.
Quando nelle Scritture leggiamo le guerre e l’intervento di Dio, vengono espresse nel linguaggio degli uomini, che non sono altro che l’esperienza del popolo d’Israele, e sarebbe errato interpretare quegli eventi in chiave fondamentalista, come è d’uso fare, per abitudine, da parte del Corpo Direttivo.
L’amore di Dio per l’uomo ci obbliga a non fraintendere quello che ci appare nella storia del popolo ebraico.
Dio opera per il nostro bene, vuole la nostra libertà, la nostra felicità e ci aiuta a cogliere, a scegliere le cose belle della vita, specialmente, quando questi nostri propositi sono favoriti dalla nostra giovinezza, vuole il nostro benessere morale, spirituale e anche quello di natura materiale, ma bisogna cercare di fare queste scelte con saggezza e ponderatezza, naturalmente, tutto ciò si ottiene con la vera libertà, dopo avere fatto lo sforzo di sbarazzare dal nostro spirito ogni traccia del senso di colpa suscitato dai fantasmi messi in piedi dalle fantasie del Corpo Direttivo in nome di Dio e della sua Parola.
Le falsità vanno rimosse in nome di colui che dice: “La verità vi renderà liberi”. Questa è la vera emancipazione dell’uomo da tutti i sofismi che lo tengono prigioniero, uno dei quali porta un nome: Società Torre di Guardia!
Infine, caro Stefano, ti auguro che attraverso i tuoi sforzi, tu possa riuscire a superare, con il tempo, i problemi che ti affliggono, uno dei quali è lo spauracchio della “fine imminente”, con la quale, il Corpo Direttivo ha spaventato, per oltre 140 anni, milioni di testimoni di Geova.
Sappi cogliere le cose belle che la vita ti offre, finché sei ancora giovane.
Un Saluto fraterno
Adriano Baston
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