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IL BUCO NELL’ACQUA DEI SOLITI IGNOTI ( I PIETRO 3:14-15 -TNM)!

Ultimo Aggiornamento: 05/02/2011 21:42
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29/01/2011 23:45
 
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Se si osservano da vicino le parole della Prima di Pietro 3:14-15 della TNM, i testimoni di Geova, hanno poco da gloriarsi nel cantare vittoria sulla traduzione della CEI!

I commenti laudativi della TNM, nel caso specifico, anche se correttamente esprime il significato più immediato del greco di aghiasate (santificare) rispetto alla CEI, che invece ne allarga il senso, traducendo “adorare”, la TNM non la rende superiore.

I tdG che commentano, trionfalmente, sulle presunte incongruenze della CEI, non tengono conto, purtroppo, che l’Autore di I Pietro non ha fatto altro di leggere in chiave cristologica il testo di Isaia 8:12-14, che dice: “<<Non chiamate congiura ciò che questo popolo chiama congiura, non temete ciò che esso teme e non abbiate paura>>. Il Signore degli eserciti, lui solo ritenete santo. Egli sia l’oggetto del vostro timore, della vostra paura. Egli sarà laccio e pietra d’inciampo e scoglio che fa cadere per le due case d’Israele, laccio e trabocchetto per chi abita in Gerusalemme.”.

Come si può constatare, da queste parole, è evidente che l’Autore della lettera applica le parole del profeta Isaia che sono rivolte a Dio il “Santo”, a Gesù Cristo, per cui, la santificazione assoluta, tra il Padre ed il Figlio, al quale sono rivolte le parole del profeta, è reciproca. Perciò, il passo di I Pietro equivale ad “adorazione”.

Non si dimentichi che l’Autore della lettera di I Pietro, come del resto hanno fatto tutti gli autori del Nuovo Testamento, usa la versione dei Settanta, la quale adopera nei confronti di Dio lo stesso termine, che sarà applicato, poi, a Gesù Cristo, senza nessuna distinzione, in quanto il Figlio proprio di Dio condivide la stessa realtà divina, negata dai testimoni di Geova, perché condizionati dalla distorta visione ariana sulla vera natura di Cristo. Essi non tengono conto, per mala fede o ignoranza, che l’Autore della Prima di Pietro, applicando Isaia capitolo 8 a Gesù Cristo afferma la divinità assoluta del Figlio di Dio.

Cristo, quale Figlio, non è una creatura tra le “altre”, come erroneamente credono i tdG, contaminando, con questo termine, la stessa Scrittura (Col. Cap. 1). Egli è distinto dal Padre ma non separato da Lui, non è una parte di Dio, poiché la natura di Dio è indivisibile.

La Scrittura, dicendo che il Figlio è “unigenito”, pure “unigenito Dio”, con chiarezza, rende la Scrittura manifesta che non si tratta di una creatura, ma dell’essere che è “uscito” dal Padre ed è nel “seno del Padre” da tutta l’eternità.

Essendo Figlio per natura, tutto condivide con il Padre, anche la gloria.

In Giovanni capitolo 17, nella preghiera sacerdotale, Gesù, dopo aver alzato gli occhi al cielo, simbolo della trascendenza di Dio, al quale Egli appartiene, disse: “ Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse<<Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato….>>” (Giov. 17:1-2)

E che sia Dio, nello stesso senso che lo è il Padre, si può constatare che pure reciproco è il tribunale davanti al quale dovranno comparire tutti gli uomini: “Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo…” (II Cor. 5:10); “Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio,” (Rom. 14:10)

Visto che gli uomini dovranno comparire davanti al tribunale del Cristo, sono invitati, dalla Scrittura sopra citata, per la loro salvezza, ad invocare il suo nome allo stesso modo in cui si invoca il nome del Padre:”alla congregazione di Dio che è a Corinto, a voi che siete stati santificati unitamente a Cristo Gesù, chiamati ad essere santi, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del nostro Signore, Gesù Cristo, Signore loro e nostro:” (I Cor. 1:2 – TNM)

Dubito che i tdG, a causa della loro conformazione mentale, per la salvezza siano spinti ad invocare il nome del Signore Gesù Cristo!

Eppure, le Scritture, evidenziano che la santificazione dei cristiani avviene:” E questo eravate alcuni di voi. Ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati dichiarati giusti nel nome del nostro Signore Gesù Cristo e con lo spirito del nostro Dio.” (I Cor. 6:11 – TNM)

Gli anonimi “esegeti” traduttori di Brooklyn, sono invitati, gentilmente, a togliere quell’”unitamente” e sostituirlo con il greco “in Cristo Gesù”, in quanto, con il Padre, partecipa alla santificazione dei cristiani.

Infine, essa ha luogo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. A fronte di questo breve commento, la CEI, è giustificata a tradurre in I Pietro 3:14-15 con “adorare”.

Tanti Saluti

Alla Prossima!
Adriano Baston



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02/02/2011 18:10
 
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non è del tutto in tema con il post di Baston, ma vorrei scrivere alcune riflessioni che sento comunque mie


Cosa dovrei aspettarmi dopo la morte? Io credo che la vita sia fine a sè e devo accettare il destino che ho come essere vivente, come quello di tutti gli esseri viventi che vivono e muoiono su questa terra, aspettando che il mio corpo si trasformi e che l'energia che mi muove entri in un ciclo più grande di me.

Ma perchè dovrei pensare di poter essere dannato o benedetto in eterno? Perchè un uomo nella sua sola vita, dovrebbe anche solo porsi il problema? Perchè dovrei credere di avere una colpa originaria, sentirmi una colpa addosso per un atto non compiuto da me? Perchè devo aver paura di finire in un fantomatico inferno di "urla e disperazione"", "o ti converti o sarai torturato per sempre" e poi sì parla di infinita misericordia di Dio? Perchè dovrei cedere a questo ricatto? Che se ne fa Dio della mia conversione nella sua potenza? In teoria a Dio io non servo, teoricamente dovrebbe accettarmi per amore, ma se non volessi tornare da lui non posso vivere come voglio e basta? Devo avere uno spauracchio che mi faccia pensare due volte prima di allontanarmi quale l'inferno? Allora sono io che servo a Dio?

Sono portato a pensare come la frase del film, "Dio non è tanto diverso da una scorpacciata di cioccolato"... quindi per me c'è solo questa vita, che poche volte mi pare infinitamente bella e troppe tanto amara

fine delirio
[Modificato da parliamonepino 03/02/2011 00:06]
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Re:
charmin9dim, 02/02/2011 18.10:

non è del tutto in tema con il post di Bastion, ma vorrei scrivere alcune riflessioni che sento comunque mie


Cosa dovrei aspettarmi dopo la morte? Io credo che la vita sia fine a sè e devo accettare il destino che ho come essere vivente, come quello di tutti gli esseri viventi che vivono e muoiono su questa terra, aspettando che il mio corpo si trasformi e che l'energia che mi muove entri in un ciclo più grande di me.

Ma perchè dovrei pensare di poter essere dannato o benedetto in eterno? Perchè un uomo nella sua sola vita, dovrebbe anche solo porsi il problema? Perchè dovrei credere di avere una colpa originaria, sentirmi una colpa addosso per un atto non compiuto da me? Perchè devo aver paura di finire in un fantomatico inferno di "urla e disperazione"", "o ti converti o sarai torturato per sempre" e poi sì parla di infinita misericordia di Dio? Perchè dovrei cedere a questo ricatto? Che se ne fa Dio della mia conversione nella sua potenza? In teoria a Dio io non servo, teoricamente dovrebbe accettarmi per amore, ma se non volessi tornare da lui non posso vivere come voglio e basta? Devo avere uno spauracchio che mi faccia pensare due volte prima di allontanarmi quale l'inferno? Allora sono io che servo a Dio?

Sono portato a pensare come la frase del film, "Dio non è tanto diverso da una scorpacciata di cioccolato"... quindi per me c'è solo questa vita, che poche volte mi pare infinitamente bella e troppe tanto amara

fine delirio




Essere o non essere questo è il probblema



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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà

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Re:
charmin9dim, 02/02/2011 18.10:

non è del tutto in tema con il post di Baston, ma vorrei scrivere alcune riflessioni che sento comunque mie


Cosa dovrei aspettarmi dopo la morte? Io credo che la vita sia fine a sè e devo accettare il destino che ho come essere vivente, come quello di tutti gli esseri viventi che vivono e muoiono su questa terra, aspettando che il mio corpo si trasformi e che l'energia che mi muove entri in un ciclo più grande di me.

Ma perchè dovrei pensare di poter essere dannato o benedetto in eterno? Perchè un uomo nella sua sola vita, dovrebbe anche solo porsi il problema? Perchè dovrei credere di avere una colpa originaria, sentirmi una colpa addosso per un atto non compiuto da me? Perchè devo aver paura di finire in un fantomatico inferno di "urla e disperazione"", "o ti converti o sarai torturato per sempre" e poi sì parla di infinita misericordia di Dio? Perchè dovrei cedere a questo ricatto? Che se ne fa Dio della mia conversione nella sua potenza? In teoria a Dio io non servo, teoricamente dovrebbe accettarmi per amore, ma se non volessi tornare da lui non posso vivere come voglio e basta? Devo avere uno spauracchio che mi faccia pensare due volte prima di allontanarmi quale l'inferno? Allora sono io che servo a Dio?

Sono portato a pensare come la frase del film, "Dio non è tanto diverso da una scorpacciata di cioccolato"... quindi per me c'è solo questa vita, che poche volte mi pare infinitamente bella e troppe tanto amara

fine delirio



Caro Stefano,

Ho appena letto questo tuo intervento.

E' un intervento che prendo in seria considerazione.

Adesso è tardi. Domani comunicherò questo tuo commento a Adriano e sono certo che avrà modo di dare una risposta alle tue domande.

Grazie per aver trovato la forza di scrivere.

Un abbraccio
Pino Lupo
[SM=g2093951] [SM=x1061958]





__________________________________________________
03/02/2011 19:25
 
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Re: Re:
parliamonepino, 03/02/2011 0.05:



Caro Stefano,

Ho appena letto questo tuo intervento.

E' un intervento che prendo in seria considerazione.

Adesso è tardi. Domani comunicherò questo tuo commento a Adriano e sono certo che avrà modo di dare una risposta alle tue domande.

Grazie per aver trovato la forza di scrivere.

Un abbraccio
Pino Lupo
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caro Pino,

se già non fossimo amici, ti chiederei di concedermi l'onore d'essere considerato tuo amico, per la tua generosità ed il tuo altruismo, per ciò che scrivi, per ciò che non dici ma sottintendi, per il tuo modo di essere, a volte apparentemente burbero, ma realmente schietto e sincero, per la tua assenza di ipocrisia, per il modo in cui gestisci il tuo forum, pulito, privo di immagini disgustose che pullulano invece altrove, per la tua capacità dimostrata nel purificare il forum sospi, esente oggi da discussioni vuote ed inutili. Apprezzo la tua umiltà quando non dai risposte affrettate ma ponderate, come in questo caso.
ed apprezzo Marinica, per le sue qualità e non solo per le sue meravigliose torte al cioccolato.

Un abbraccio

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Come mi piacerebbe tanto andarvi a trovare per partecipare alla torta al cioccolato, oggi sono tentato a pensarla come Stefano, soprattutto di fronte all'idiozia di fanatici religiosi, ricordiamoci che a decretare la morte di Cristo non furono peccatori, ne increduli e neppure atei, furono gente che pomposamente si ritenevano "timorati di Dio" e che erano i veri signori della fede.
Meglio atei che religiosi fanatici!
[SM=x1061959] [SM=x1061929] [SM=g1608736]



Se la sapienza di questo mondo è stoltezza presso Dio, l'ignoranza lo è ancora di più!
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