| | | | Post: 178 Post: 178 | Registrato il: 03/09/2010 | Città: VENARIA | Età: 90 | Sesso: Maschile | Utente Junior | | OFFLINE |
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16/10/2010 15:57 | |
I signori geovisti, con i loro argomenti non hanno fatto altro che eclissare "Profondo rosso" (Dario Argento).
Che Dio si serva del male, addiritttura di satana stesso per i suoi scopi, non è altro che l'espressione di odio verso l'umanità.
Questo pensiero alberga nel Corpo Direttivo che ha condannato alla distruzione eterna, assieme a innocenti bambini, l'umanità intera che non sa distinguere la "destra dalla sinistra" (Giona).
Come ormai si riscontra, il nostro geovista, nel tentativo di gettar fumo negli occhi, si avvale di Scritture che non hanno nulla a che vedere con l'episodio scritto a caratteri cubitali, vale a dire "Tu mi hai spinto contro di lui, senza ragione, per rovinarlo".
Per cui, Giobbe, dice alla moglie: "Se da Dio accettiamo il bene, perchè non dovremmo accettare il male?" (Giob. 2:10).
Proverbi 16:4, frase molto cara al nostro geovista, ma che è in antitesi con il versetto 5, in quanto se è "Geova" a creare il malvagio non vedo la ragione perchè poi lo debba punire con la morte.
In armonia a Prov. 16:4, vengo in aiuto al nostro geovista: "Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il bene e provoco la sciagura, io il Signore, compio tutto questo", "...io ho anche creato il distruttore per devastare". (Isaia 45:7 ; 54:16). Marcione ride!
Ma è davvero questo, il vero volto di Dio?
O si tratta, invece, del pensiero di uomini che nel loro tempo hanno tentato di dare alla teodicea una loro visione?
Ma il geovista insiste che: "E' quindi logico che Dio (n.d.r.) possa servirsi pure di satana per compiere la sua volontà in armonia a Prov. 16:4...sì, Geova non può essere tentato, ma addirittura Egli usa il tentatore per adempiere la sua volontà".
Quando, a tutti i costi, si vuole dare una spiegazione a l'imponderabilità dell'esistenza del male e della sofferenza, che il poeta mette in bocca a Dio "tu mi hai spinto" al male contro Giobbe, un innocente, si cade nel blasfemo.
Secondo la dottrina del nostro geovista, il vero colpevole non è il manganello ma chi lo usa, in questa prospettiva geovista, Dio usa satana come manganello, per colpire i trasgressori e, di conseguenza, anche gli innocenti.
Il geovismo, vede la Bibbia come il codice penale dell'umanità, la retribuzione per il male dell'uomo che non tiene conto, alla fine, degli innocenti bambini.
Appunto, la retribuzione non risolve il problema della teodicea, neppure Ezechiele 18:2,20 benché corregga la contraddizione di Esodo 20:5 che colpisce gli innocenti fino alla quarta generazione, per la colpa dei padri, la condanna a morte del padre per le sue colpe, inevitabilmente, Dio, non fa che infliggere sofferenza al figlio innocente o viceversa, non c'è via di scampo.
Sia l'uno che l'altro, per un verso rimangono i denti "allegati" dall'"uva acerba".
Il problema del geovismo, è quello di leggere il Testo Sacro alla lettera: "Essi ripongono fede sia nelle Scritture greche che in quelle ebraiche e le prendono alla lettera eccetto dove le espressioni o il contesto indicano ovviamente che il discorso è figurativo o simbolico" (I testimoni di Geova nel ventesimo secolo, 1992, pag. 4 ; vedi anche l'edizione del 1979).
Ispirato da questa dottrina, il geovista, apostolo del Corpo Direttivo, condanna, specialmente noi, appartenenti alla cristianità, alle manganellate di "Geova" fino alla morte eterna, sempre "tra breve", il nome della favola!
Il discorso del geovismo, quello della retribuzione, con l'aggiunta, addirittura, l'uso che Dio fa di satana (che è blasfemo) non risolve, anzi, acuisce il problema della teodicea come falsa e si da ancora più peso al discorso di epicuro, che a fronte del problema del male e della sofferenza, tutt'ora valido, dice: "Vuole Dio prevenire il male, ma non può? Allora, è impotente. Può prevenirlo ma non vuole? Allora, è malevolo. Lo può e lo vuole? Da dove viene il male?".
Ogni cultura religiosa conserva al suo interno la propria teodicea, ma nessuna di esse, a mio modesto parere, non è soddisfacente.
Neppure, la teodicea, che condanna eternamente l'uomo a causa di un peccato trasmesso da Adamo che, passivamente subisce contro la sua volontà, a sua volta gli è stato computato come colpa.
Neppure, il sistema gnostico cristiano del dualismo, cioè, l'antagonismo tra luce e tenebre, tra bene e male, eternamente in lotta, secondo il sistema manicheo, non è la vera risposta.
Secondo il mio modesto parere, credo che la soluzione del male e della sofferenza, la risposta della teodicea sia un fatto escatologico, quando si realizzerà l'abbraccio paterno con le parole del figlio di Dio che: "Quando il figlio dell'uomo sarà innalzato attirerò tutti gli uomini a me." (pantas)
E non solo alcuni, i soli geovisti, ma tutti!
Tutt'ora, la vera teodicea, per quanto si sforzi l'uomo di capirla, rimane un mistero, che né il Vecchio Testamento né il Nuovo Testamento non danno una risposta esauriente.
Tanti Saluti!
Alla prossima
Adriano Baston
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