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L'ANTICRISTO - LA DOTTRINA DEI TESTIMONI DI GEOVA UN VOLTO DI ESSO?

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2010 22:28
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I - Giustino Martire: “...anche se non fossi in grado di dimostrare che è preesistito come Figlio di colui che ha fatto tutte le cose, essendo egli stesso Dio, e che si è fatto uomo per mezzo della vergine.” Dialogo con Trifone, ed. Paoline, 48, 2 (vedere anche II Apologia, 6, 1-3).

II – Taziano: “Dio <era in principio> e noi abbiamo appreso che il principio è la potenza del Verbo. Il Signore di tutte le cose, essendo egli stesso principio sostanziale d'ogni cosa, era solo perché la creazione non era ancora avvenuta; di conseguenza, ogni potenza delle cose visibili ed invisibili era con lui [egli stesso principio sostanziale], ed egli aveva con sé tutte le cose grazie alla potenza del Logos e il Logos, che era in lui, venne alla luce. Per volere della semplicità della natura di Dio, ebbe origine il Logos; il Logos, che non è venuto invano, è l'opera primigenia del Padre.

Questo sappiamo essere il principio del cosmo che esistette secondo distribuzione, non secondo scissione....Come da una sola torcia si accendono molti fuochi e la prima torcia non è scemata di luce a causa dell'accensione di molte torce, così anche il Logos originato dalla potenza del Padre, non rende privo di Logos colui che lo ha originato... Come il Logos generato in principio a sua volta, da sé, generò la creazione che ci circonda, avendo creato la materia,...” Gli apologeti greci, Ed. Città nuova, Discorso ai greci, cap. 5

III – Atenagora: “Chi non resterebbe perplesso dopo aver sentito che vengono definiti atei coloro che riconoscono Dio Padre e Dio Figlio e lo Spirito Santo e che ne dimostrano la potenza nell'unità e la distinzione nell'ordine?” Gli apologeti greci, Supplica per i cristiani, cap. 10, 5 (vedere anche cap. 24, 2)

IV – Teofilo di Antiochia: “Ugualmente anche i tre giorni che esistettero prima dei corpi luminosi, sono immagine della Trinità: di Dio, del suo Verbo e della sua Sapienza.” Gli apologeti greci, Ad Autolico Libro II, cap. 15 (vedere anche cap. 22)

V - Ireneo: “Dunque rimettendo i peccati guarì l'uomo (cfr. Ev. Matth.9, 2 sgg. ) e rivelò chiaramente chi fosse egli stesso. Infatti, se nessuno può rimettere i peccati se non Dio solo, e il Signore li rimetteva e guariva l'uomo, è chiaro che egli stesso era il Verbo di Dio, divenuto Figlio dell'uomo, che aveva ricevuto dal Padre il potere di rimettere i peccati, perché era uomo ed era Dio, affinché come uomo patisse con noi e come Dio avesse misericordia di noi e ci rimettesse i debiti, che dovevamo a Dio nostro creatore .” Il Cristo vol. I, Fondazione Lorenzo Valla e A. Mondadori ed., Contro le eresie, cap. 17, 3 (vedere anche Esposizione della predicazione apostolica, cap. 30 e 38)

VI – Tertulliano: “Anche a proposito delle sue opere, che nessuno gli poteva strappare di mano (cfr. Ev.Io. 10, 27-8), disse: <<Giacché quello che il Padre mi ha dato è il più grande di tutti>>. E ancora: <<Io e il Padre siamo una cosa sola (Ev. Io.10, 29-30). A questo punto, dunque, vogliono fermarsi questi stolti, anzi, questi ciechi, che non vedono prima di tutto che <<Io e il Padre>> indica che si tratta di due; poi alla fine della frase <<siamo >> non proviene dalla persona di uno solo, perché è stato detto al plurale; dice infine: <<Siamo una cosa sola>>, e non <<Siamo una sola persona >>. Perché se avesse detto <<Siamo una sola persona>>, avrebbe potuto giovare alla loro opinione, poiché <<uno>> sembra significare il numero singolare. Ma quando dice che due di genere maschile sono <<uno>> al neutro – il che non riguarda l'unicità della persona, ma l'unità, la somiglianza, la comunione, l'amore del Padre che ama il Figlio, e l'ossequio del Figlio che obbedisce alla volontà del Padre -, dicendo: <<Io e il Padre siamo una cosa sola>> dimostra che sono due distinti coloro che considera uguali e unisce.” Il Cristo, Fondazione L. Valla, Mondadori, A. Orbe, M. Simonetti; Contro Prassea, 22,10.


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VII – Clemente alessandrino: “Il Verbo, cioè il Cristo, è dunque l'agente sia del nostro essere già in passato – poiché egli era Dio – sia del nostro ben essere, ora è apparso agli uomini questo stesso Verbo, il solo che è insieme entrambe le cose: Dio e uomo, autore, per noi, di tutti i beni... Secondo l'ispirato apostolo del Signore <<la grazia di Dio, fonte di salvezza è apparsa a tutti gli uomini per insegnarci a rinnegare l'empietà e le bramosie mondane e a vivere con saggezza, giustizia e pietà in questo secolo nell'attesa della speranza beata e dell'apparizione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo>> (Ep. Tit. 2, 11-13). Questo è il canto nuovo, la manifestazione, che brilla in mezzo a noi adesso, del Verbo che era nel principio e preesisteva. E' apparso da poco il Salvatore che già esisteva; colui che è in colui che è (perché <<il Verbo era presso Dio>>; Ev. Io. 1, 1)”. Il Cristo, vol. I, Fondazione L. Valla, Mondadori; Protrettico, 7, 1.

VIII – Origene: “Perciò noi riconosciamo che Dio è sempre Padre del Figlio suo unigenito, che da lui è nato e da lui trae il suo essere, tuttavia senza alcun inizio...” (I principi 1)
“E l'immagine archetipa delle varie immagini è <<il Logos che era presso Dio>>, che <<era nel principio>>. Egli rimane sempre Dio per il fatto di essere presso Dio; e non sarebbe tale se non rimanesse presso Dio; non rimarrebbe Dio se non perseverasse nella contemplazione perenne della profondità del Padre” Commento a Giovanni II. Il Cristo, vol. I, Fondazione L. Valla, Mondadori.

IX – Ippolito: “Non possiamo comprendere come vi sia un solo Dio se non crediamo veramente nel Padre e nel Figlio e nello Spirito santo. I giudei avevano infatti glorificato il Padre, senza però rendergli grazie, poiché non avevano riconosciuto il Figlio. I discepoli riconobbero il Figlio, ma non nello Spirito santo; è questo il motivo per cui lo negarono. Il Verbo del Padre, conoscendone la disposizione e la volontà, per cui il Padre non vuole essere glorificato in altro modo, una volta risorto lo ha trasmesso ai discepoli dicendo: <<Andate e fate discepoli in tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo>> (Ev. Matth. 28, 19), mostrando che nessuno cui manchi un qualsiasi di questi tre può glorificare Dio correttamente. E' infatti per mezzo di questa trinità che il Padre viene glorificato. Il Padre infatti ha deciso, il Figlio ha compiuto, lo Spirito ha manifestato”. Il Cristo, vol. I, Fondazione L. Valla, Mondadori, Contro Noeto, 10, 3-8. Se non sono questi gli ecclesiastici dei primi secoli che, affascinati dal platonismo, introdussero la dottrina della Trinità, chi sono allora?


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A fronte di queste citazioni è evidente che gli autori citati non dicono per nulla ciò che sostengono i tdG e il signor Lamson.

Essi credevano che il Figlio di Dio è della stessa natura del Padre, che lo Spirito santo non è una forza o un'energia, ma l'Essere nel quale è operante il Padre e il Figlio.

Si rileva pure non soltanto l'uso del termine Trinità prima di Nicea, ma anche l'armonia dei significati che con il loro personale linguaggio davano alle Persone divine.

Il fatto che oggi si parli di Trinità “economica” e di Trinità “immanente” specialmente da parte di uno dei massimi teologi moderni, K. Rahner, non significa che ciò sia in opposizione alle concezioni che avevano i primi Padri della Chiesa.

I Concili, checché ne dicano i tdG, non hanno mai toccato la verità sulle Persone divine espresse nei Vangeli e dalla Tradizione cristiana, ma solo chiarito il pensiero, in quanto la verità non può cambiare.

Diversamente si riscontra nella teologia dei tdG il metodo di cambiare spesso la loro dottrina.

Osservando che la Trinità o la divinità di Cristo o l'operazione dello Spirito Santo è spesso attaccata è la dimostrazione chiarissima che la Trinità è la vera ossessione del CD.

E' vero che non esiste la formula nelle Scritture: il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio, però non sono tre dei, ma un Dio solo; non esiste la formula, ma esistono tutti gli elementi che ne affermano la realtà concettuale.

Testi che affermano la divinità di Cristo, sui quali la Tradizione cristiana poggia il suo credo, sono numerosissimi, ma ci limitiamo di citarne solo alcuni, e sono:

Giovanni 1: 1 “E Dio era la Parola”. Dio in questo caso è predicato nominale che significa che il Logos aveva la stessa natura di Dio col quale egli era cioè con il Padre. Sono distinti, ma non separati che significa un'altra cosa rispetto a quello che credono i tdG che la distinzione voglia dire separazione, perché questo è falso: Padre e Figlio per la loro natura non possono essere separati in quanto il Logos non può separarsi da Dio per la sua stessa natura di Logos. Testi espliciti trinitari sono II Cor 13: 14 (falsato dalla TNM ndr); Matt 28: 19

Giovanni 20: 28 riferendosi a Gesù al nominativo dice: “Signore mio e Dio mio”. Potrebbe essere più chiara l'esclamazione di Tommaso che chiama il suo Signore “Dio mio”? Non è proprio questo pensiero che invade tutta la tradizione cristiana sin dall'inizio del NT?


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Giovanni 1:1 “E Dio era la Parola”. Dio in questo caso è predicato nominale che significa che il Logos aveva la stessa natura di Dio col quale egli era cioè con il Padre. Sono distinti, ma non separati che significa un'altra cosa rispetto a quello che credono i tdG che la distinzione voglia dire separazione, perché questo è falso: Padre e Figlio per la loro natura non possono essere separati in quanto il Logos non può separarsi da Dio per la sua stessa natura di Logos. Testi espliciti trinitari sono II Cor 13: 14 (falsato dalla TNM ndr); Matt 28: 19

Giovanni 20:28 riferendosi a Gesù al nominativo dice: “Signore mio e Dio mio”. Potrebbe essere più chiara l'esclamazione di Tommaso che chiama il suo Signore “Dio mio”? Non è proprio questo pensiero che invade tutta la tradizione cristiana sin dall'inizio del NT?

Ebrei 1:8-10 Anche qui si parla in forma esplicita della divinità di Cristo: “Il tuo trono, o Dio, è per sempre...perciò, o Dio, il tuo Dio ti ha unto...”

Tutti gli studiosi del mondo, impegnati nella traduzione delle Scritture, scartano la versione di Westcott, vissuto nel 1800: “il tuo trono è Dio” accolto nella traduzione TNM dei tdG per niente rispettosa, perché rasenta il blasfemo: Dio sarebbe il trono del Figlio secondo questa traduzione.

Non si tiene presente che l'espressione ho theos è usata spesso nelle Scritture, dove il nominativo assume valore di vocativo, come riconosciuto dalla stessa traduzione dei tdG, come per esempio in Luca 18: 11, 13; Ebrei 10: 7.

Pur sapendo questo boicottano in Ebrei 1:8 la divinità di Cristo traducendo che Dio è il trono (la sedia) del Figlio in eterno! Eppure uomini e angeli, nell'AT sono chiamati heloim, ma il Figlio di Dio non deve essere Dio (Zacc. 12: 8; Sal. 82: 6).

Che si parli della divinità di Cristo, nel senso vero, viene confermato dal passo che segue al versetto 10 che, riguardo al Figlio, dice “E ancora” riferendosi al Figlio “Tu, Signore, alle origini hai fondato la terra, e i cieli sono opera delle tue mani”.

Il CD dice che non ci si deve sorprendere se la Bibbia chiama Gesù “dio” perché pure satana è chiamato “l'iddio di questo sistema di cose” da Paolo (II Cor 4: 4).

Ma da un attento esame si riscontra che la Bibbia non insegna il politeismo e che i cristiani non credevano che esistessero, come nella filosofia del loro tempo, molti dei.

Quando Paolo ci parla del dio di questo mondo non pensava di contrapporre due divinità, il Dio supremo sommamente buono e il dio del male, perché per Paolo non esiste che un solo Dio e quindi non esistono altre divinità all'infuori di quella vera.

Non è, quindi, Paolo a credere che satana è l'iddio di questo mondo, ma sono gli uomini a crederlo.

E' per il mondo che vi sono in cielo e in terra molti dei e molti signori, ma per noi cristiani, dice Paolo, esiste un solo “Dio Padre e un solo Signore Gesù Cristo” (I Cor 8: 4-6).

Quindi ciò che le “nazioni sacrificano, lo sacrificano ai demoni”, ma solo temporaneamente fino alla venuta della Signoria di Dio.

Allo stesso modo per il mondo non esiste solo il dio satana, ma anche il dio mammona (Matt 6: 24) ed esiste pure il “dio ventre” (Fil 3: 14).

Pertanto, diviene dio ciò che si serve.

Per i cristiani, ad eccezione del Dio sommo, non esistono altre divinità (Rom 1: 21, 23, 25).


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[Modificato da Adriano Baston 15/10/2010 18:03]
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L'uso del nome Signore, in riferimento al nome di Gesù nel NT non è altro che l'equivalente del nome che i Settanta usarono come attributo di Jahwé, traduzione usata dagli apostoli.

E così l'autore della Lettera agli Ebrei, in tanti passi dell'AT, in riferimento al Signore Gesù bisogna considerarli al di là del loro significato immediato.

Dimostra questo pensiero anche nel cap.7: 1-3 quando l'autore dice che Melchisedek fu assimilato al Figlio di Dio: “senza principio di giorni e senza fine di vita”.

Viene così dimostrato, senza ombra di dubbio, che il Figlio è eterno come il Padre in quanto suo Logos e quindi non è affatto una creatura angelica, come dicono i tdG; ma è incommensurabilmente al di sopra degli angeli, in quanto come Logos di Dio è il loro creatore; ed è proprio questo il pensiero dell'autore che lo rende chiaro sin dall'inizio della Lettera quando dice: “Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza”. (Ebr. 1:3).

La domanda è molto semplice: può esistere la gloria senza la sua irradiazione o “riflesso”? Gloria e riflesso sono inseparabili e quindi eterni entrambi. Distinti, ma non separati.

Ecco perché lo scrittore dice del Figlio: “Tutti gli angeli di Dio lo adorino”.

Perché se era un angelo l'autore non disse: “E tutti gli altri angeli di Dio lo adorino”?

La verità è che: “Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: "Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato?

Tutto ciò smaschera le loro falsità che il Figlio sia di natura diversa da quella del Padre.

A riguardo proprio degli angeli, sono spesso chiamati gli angeli di Gesù Cristo allo stesso modo in cui lo sono per Dio Padre: Gen. 28: 12; Lu. 12: 8,9; 15: 10; Eb. 1: 6,7; Apoc. 3: 5; Matt. 13: 41; 16: 27; 24: 31; Mar. 8: 38; Lu. 9: 26; 20: 36. Essi partecipano alla salvezza di redenzione 2Tess. 1:7; Eb. 1: 14; Apoc. 5: 11; 19: 1, 10. Anche per la singola persona.

Gli angeli sono al servizio di Gesù: Eb. 1: 14; Apoc. 19:10. Come si può notare da tutte queste scritture, non si riscontrano differenze tra il Padre e il Figlio, ma che tutto viene riassunto in una frase: “Tutto ciò che è del Padre è mio e tutto ciò che è mio è del Padre”.

Pertanto è proprio l'anticristo che si esprime quando afferma che Gesù è un angelo, la prima creatura della sua opera.

Come prova che Gesù sia un angelo i tdG lo sostengono con i cap. 10 e12 di Daniele, 1Tessalonicesi 4: 16 e Giuda 9.

Ma queste Scritture non dicono proprio nulla che Gesù sia l'arcangelo Michele.

Questo è solo una fissazione del CD!


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Se esaminiamo il cap. 10 di Daniele abbiamo la chiara dimostrazione che il personaggio che è “simile al Figlio dell'uomo” e distinto da Michele arcangelo e questo è significativo: “Il giorno 24 del primo mese, mentre stavo sulla sponda del grande fiume, cioè il Tigri, alzai gli occhi e guardai, ed ecco un uomo vestito di lino, con ai fianchi una cintura d'oro di Ufàz; il suo corpo somiglia a topazio, la sua faccia aveva l'aspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme di fuoco, le sue braccia e le sue gambe somigliavano a bronzo lucente e il suono delle sue parole pareva il clamore di una moltitudine.” (Dan. 10: 4-6).

Di quale personaggio si sta parlando?

La risposta ci viene data dall'Apocalisse al cap. 1: 12-16 la cui descrizione è simile a quella che si trova in Daniele dove vien detto di questo personaggio quello che segue: “Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d'oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d'uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto da una fascia d'oro. I capelli del suo capo erano candidi, simili a lana candida come neve. I suoi occhi erano come fiamma di fuoco. I piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente, purificato nel crogiuolo. La sua voce era simile al fragore di grandi acque.”

Si osservi, inoltre, il fatto, molto significativo tra l'altro, che i “capelli bianchi” sono uguali, come caratteristica, alla descrizione che ci viene offerta nel capitolo 7: 9 di Daniele, dove, del vegliardo ivi menzionato, vien detto: “... e i capelli del suo capo erano candidi come la lana”.

Non denota anche questo aspetto dei capelli, il simbolo della stessa divinità? Talis Pater, talis Filius!

In queste descrizioni simboliche di Daniele e dell'Apocalisse, che riguardano Gesù il Figlio dell'uomo, non è difficile scorgere che si tratta dello stesso personaggio che rappresentano l'azione di Gesù nelle sue funzioni di Salvatore.

Pertanto, è evidente la distinzione dell'essere Figlio dell'uomo da Michele arcangelo come si denota dal capitolo 10 di Daniele e l'altro simile ad esso nel capitolo 1 di Apocalisse.

Per il fatto che gli angeli servono Gesù, per gli evangelisti costituisce un'altra evidente dimostrazione della sua divinità: “Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo” (Giov. 1: 51). Una dimenticanza: Gesù non ha detto: gli altri angeli di Dio!


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4. Al riguardo del nome di Dio essi dichiarano: “Molti traduttori della Bibbia hanno tolto... il nome Geova”. Esatto! E' stato tolto perché è un nome falso in quanto non è il significato del tetragramma che rappresenta il nome di Dio.
Non ha senso citare le parole di Gesù che dicono: “Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato”, perché non si riferiscono per nulla al tetragramma in quanto ai Giudei non era sconosciuto.

Tanto è vero che i traduttori della Settanta usarono generalmente “il Signore” e diverse volte il nome di Dio, non per esteso, e che detta traduzione gli autori del Nuovo Testamento usarono regolarmente.

Essi, usando la versione dei Settanta, applicarono quasi sempre il nome Signore a Gesù Cristo. Citare le sue parole “sia santificato il tuo nome” non è il nome Geova che non è mai esistito, se non nella mente del CD, ma il nome di Padre che ricorre in tutto il NT ed è proprio in questo modo che inizia la preghiera “Padre nostro che sei nei cieli” e non “Geova che sei nei cieli”, come vorrebbero far credere i tdG.

Infatti, non si può staccare “sia santificato il tuo nome” dalla frase iniziale “Padre nostro che sei nei cieli”.

E' questo l'insegnamento che Gesù ha lasciato ai suoi veri seguaci: rivolgersi e rapportarsi a Dio come Padre.

Infatti, nel VT ricorre rarissime volte il nome Padre.

Gli ebrei, al tempo di Gesù, consideravano scandaloso l'uso del nome Abbà in riferimento a Dio, in quanto questo nome apparteneva al linguaggio infantile, come spiega il grande studioso J. Jeremias: “...Risulta evidente il motivo per cui le preghiere giudaiche ignorano il vocativo 'abbà': per la sensibilità giudaica sarebbe stato indecoroso e quindi inammissibile rivolgersi a Dio con questo vocabolo familiare.

Gesù, quindi, ha recato un'innovazione assoluta.

Egli ha parlato con Dio come un fanciullo parla con suo padre, con la stessa semplicità, la stessa intimità, lo stesso abbandono fiducioso.

Con il vocativo 'abbà' Gesù ha manifestato l'essenza stessa del suo rapporto con Dio” (Supplemento del Grande Lessico del Nuovo Testamento, Paideia Brescia, 1968, pagg. 65-67).

In questo modo nuovo di rivolgersi a Dio, al posto del Tetragramma, che i discepoli conoscevano già, costituiva per loro, come giudei, una novità assoluta, un modo nuovo di rapportarsi con Dio rispetto alla loro tradizione.

Quindi. è nel nome di Abbà che Gesù ci ha insegnato di pregare e di santificare con la nostra condotta e si tratta di un tassello, il più importante, per la nostra relazione con Dio ed è una maggiore conoscenza della sua persona.


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Se non ho un dialogo col mio vicino di casa a che mi serve conoscere il suo nome, se non ne conosco la personalità, per avere un'amicizia fraterna?

Se il nome di Dio, che per i tdG è la parte più importante del disegno di Dio, domando loro: come mai l'apostolo Paolo, che fondò molte chiese, specialmente nelle aree occupate dai gentili, non si preoccupò di far conoscere che il nome di Dio è “Geova”?

Ad Atene, all'Areopago, dinanzi al popolo, presenti anche alcuni filosofi, perché non approfittò di questa occasione per far conoscere il nome di Dio, visto che era la cosa più importante, secondo quanto andate falsamente insegnando, del suo messaggio?

Quale annuncio fece, invece, presentando il Dio vero: “Ateniesi, sotto ogni punto di vista io vi trovo sommamente religiosi. Infatti passando e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare su cui stava scritto: al Dio ignoto. Orbene, quello che voi venerate senza conoscerlo, io vengo ad annunciarlo a voi: il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che è in esso si trova Egli è il Signore del cielo e della terra e non abita in templi fabbricati dagli uomini” (Atti 17:22-24).

Quale occasione migliore poteva trovare l'Apostolo, se fosse stato davvero un tdG, per far conoscere a quel popolo che il “dio ignoto”, che esso adorava senza saperlo, si chiamava Geova”?

E' chiaro che da questo episodio l'apostolo Paolo annuncia Dio non con il nome Geova, ma con il nome di Signore, che per la sua natura non può abitare in templi costruiti dagli uomini come erano abituati a vedere i suoi interlocutori.

Il tetragramma nel NT non è mai presente e ricorre solo nel VT e significa “Io sono”: questo è il suo significato profondo.

Il Creatore del mondo non ha bisogno di un nome per distinguersi dagli idoli, perché l'idolo “non è nulla” come dice l'apostolo Paolo.

Per conoscere Dio non c'è bisogno di sapere, come affermano i tdG, che Egli per forza deve avere un nome, perché Dio non è legato a nessuna realtà terrestre; è altro rispetto alla creazione!

Egli rimane sempre un mistero sia in questa vita che in quella futura.

Affermare che Dio non è un mistero, come affermano i tdG, è anticristo in quanto Cristo stesso disse che “solo il Figlio conosce il Padre”.

Questa stessa frase, come intestazione, ricorre nel libro “Vieni, sii mio seguace”, 2007, pag. 17, che va a contraddire il pensiero che Dio non è un mistero.

Questa è una falsità, l'ennesima!


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5. Ora segue il colpo gobbo del CD contro la Chiesa cristiana in relazione al Regno di Dio, che secondo la sua dottrina, si comporrebbe di due parti, una celeste di 144.000 parlamentari più uno che si chiama Gesù Cristo, il regnante, che prese il potere nel 1914 e l'altra, terrena, composta dalla grande folla di altre pecore, tdG, che saranno risparmiati dalla distruzione di Armaghedon, che avverrà “molto presto”.

Si aggiungeranno poi, in seguito, i risuscitati, per vivere per sempre sulla terra.

Si noti come affrontano il discorso del Regno come unico veritiero in opposizione a quello, secondo loro, ingannevole proclamato dalla cristianità: “Uno dei principali obiettivi di questi moderni ingannatori (e quelli antichi? Ndr.) è quello di confondere la gente affinché non capisca il ruolo di Gesù quale re del Regno di Dio, un governo celeste che presto governerà la terra. - Daniele 7: 13,14; Rivelazione 11: 15”.

E' questa la dottrina insegnata nel NT?

Davvero queste parole sarebbero quelle di Gesù e dei suoi apostoli?

Ci dicono essi che il Regno di Dio è diviso in due scompartimenti, uno celeste e uno terrestre?

Si possono cucire insieme alcuni versetti della Bibbia in relazione alla salvezza e stabilire che esso è un governo di questa natura?

E' il caso di dire che, in modo ingannevole, per portare acqua al proprio mulino, il CD, per provare la sua dottrina, ha fatto proprio questo.

Dove è scritto che il Regno di Dio è nato nel 1914?

Non dice la Scrittura che è peccato andare oltre ciò che sta scritto?

Quando il NT ci parla del Regno di Dio si tratta di una realtà che trascende ogni realtà terrena.

L'analisi biblica, condotta da uno dei massimi ricercatori che per anni si è occupato della tematica del Regno di Dio cioè R. Schnackenburg, spiega:
“La salvezza promessa e annunciata da Gesù con la Signoria di Dio è una realtà puramente religiosa.

L'elemento terrestre-nazionale e politico-religioso Gesù lo ha completamente escluso dall'idea Basileia e con ciò ha contraddetto l'attesa generale del popolo giudeo di uno splendido regno messianico di Israele.

La dura battaglia di Gesù contro queste concezioni profondamente radicate si rispecchia chiaramente nei Vangeli.. si discute se e in che misura le turbe che accompagnavano Gesù durante la sua entrata in Gerusalemme (secondo Giov. 12, 12 si tratta ancora una volta di pellegrini in festa – e chiaramente della Galilea) volessero fare dell'omaggio, che gli rendevano una dimostrazione di messianesimo politico; ma, tenendo conto delle esclamazioni (che non ci sono tramandate, è vero, in modo omogeneo dai diversi evangelisti), soprattutto secondo quanto ci riferisce Mc. 11, 10b (<<Benedetto il regno che viene del nostro padre Davide>>), non si può contestare che si risvegliassero in questa occasione tali speranze; Gesù stesso però vuole essere soltanto colui che porta la pace messianica (Zacc. 9, 9!).

Questo tragico equivoco era inestirpabile finanche nei discepoli.


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[Modificato da Adriano Baston 16/10/2010 05:24]
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La rimostranza di Simon Pietro contro l'annuncio che Gesù stesso fa delle sue sofferenze (Mc. 8, 32 s. par.), la domanda dei due figli di Zebedeo per i primi posti nel Regno di Gesù (Mc. 10, 37 par.), la presentazione delle due spade nella sala della cena (Lc. 22, 38), l'opposizione di Pietro durante l'arresto di Gesù (Mc. 14, 17 par.), sono una prova inattaccabile; anche Lc 19, 11; 24, 21; Atti, 1, 6 rivelano la mentalità dei discepoli più vicini e di quelli più lontani di Gesù...

Egli ha veramente rimosso tutte le ombre e i complementi umani dalla rappresentazione del futuro, distinguendo radicalmente la sua sublime concezione di Dio.

Certo egli ricorre anche a diverse immagini tradizionali; ma queste immagini – a differenza dell’apocalittica – non sono mai colorite in modo fantastico e <<non vogliono essere intese come reali descrizioni del Regno di Dio>>, ma corrispondono piuttosto alla lingua religioso simbolica, a cui l'uomo deve ricorrere quando tratta le cose eterne, di realtà celesti e del carattere assolutamente diverso del compimento definitivo.

Particolarmente le immagini della mensa non vogliono descrivere gioie conviviali di un paradiso terrestre, ma la comunione beata e perfetta con Dio e dei santi fra di loro.

Gesù berrà <<di nuovo>> il vino con i suoi discepoli nel futuro Regno di Dio (Mc. 14, 25 = Mt. 22, 18), sarebbe lo stesso chiaro che si tratta della <<nuova creazione>> escatologica (cfr. Mt. 19, 28, qui però l'espressione greca παλιγγενεσία=<<nuova nascita>>) di un mondo completamente diverso e trasformato.

Anche il tardo giudaismo parlava della <<nuova creazione>> senza tuttavia arrivare a rappresentazioni chiare e omogenee sulla sua realizzazione. Non di rado si descriveva il tempo futuro della salvezza, o per lo meno i <<giorni del Messia>> con i tratti di un paradiso terrestre: straordinaria fertilità (sembra leggere la Torre di Guardia), abbondanza di vino e di olio e grande benedizione di figli dovevano allora regnare sulla terra, che sarebbe stata liberata da tutte le piaghe, i dolori e le disgrazie (davvero sembra leggere la Torre di Guardia!) (cfr. Enoch.etiop. 10; Bar. Sir. 29 ecc.).

Per vedere invece come Gesù intenda il compimento escatologico in una prospettiva che non è terrestre né mondana, è sufficiente riferirsi alla sua risposta ai sadducei che gli avevano posto domande sulla risurrezione: <<Quando resusciteranno i morti non vi sarà chi sposa né chi sarà sposato, ma saranno come gli angeli nei cieli>> (Mc.12, 24 s.).


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In generale si supponeva che i morti sarebbero risorti con il loro corpo terrestre; si voleva, con ciò, conservare l'identità del corpo resuscitato con il corpo terrestre.”

Alcune correnti giudaiche insegnavano che: “I morti risorgono dapprima con le loro iniziali imperfezioni corporali di cui soltanto dopo il giudizio Dio li sanerà. (Sembra leggere la Torre di Guardia!).

Gesù, invece, non ammette per niente siffatte speculazioni sul corpo resuscitato; la potenza di Dio crea qualcosa di completamente nuovo, un corpo che non ha più necessità e caratteri terrestri (<<come gli angeli>>).

Paolo da parte sua rivela ai Corinti un <<segreto>> escatologico: non tutti moriranno, ma tutti saranno <<trasformati>> (I Cor. 15, 51). E' nella trasformazione immediata dei cristiani vivi e morti nello stato celestiale di <<gloria>> (δόξα; cfr. vv. 42-44) che si basa la rivelazione del Nuovo Testamento.

Gesù ha rifiutato anche le previsioni apocalittiche della fine dei tempi e del momento in cui la Signoria di Dio verrà: <<La Signoria di Dio non viene in maniera da attirare gli sguardi>> (Lc. 17, 20).

Quindi anche i <<segni premonitori>> del discorso escatologico di Gesù (Mc. 13 par.) non rappresentano date precise (come spesso hanno fatto e fanno i tdG!) e segnali univoci della scadenza degli ultimi tempi (imparino i tdG!); perché <<quanto poi a quel giorno e a quell'ora nessuno ne sa nulla, neppure gli angeli in cielo, né il Figlio, ma solo il Padre>> (Mc. 13, 32).

Per Gesù il futuro Regno di Dio rimane una realtà subordinata solo a Dio stesso, di cui egli dispone sovranamente a qualunque riguardo (cfr. anche Mc. 10, 40 par.) e che si sottrae assolutamente alla curiosità e alla speculazione umana.”

A questo punto a confondere le persone sulla natura del Regno di Dio è proprio il CD e dobbiamo aggiungere a questo che sin dalla loro origine i tdG hanno speculato sui tempi del ritorno del Signore stabilendo perfino delle date.

Pertanto, si trovano in opposizione a ciò che dichiara il Vangelo circa “gli ultimi tempi” del suo ritorno che solo il Padre conosce.

“Tuttavia c'è un passo in cui usa l'espressione per dare un importante insegnamento escatologico: la carne e il sangue, cioè gli uomini nel loro modo d'essere naturale terrestre, non possono ereditare il Regno di Dio, allo stesso modo che la corruzione (= i morti) non può ereditare l'incorruttibilità; vivi e morti, invece, al momento della resurrezione dovranno essere trasformati in quel modo d'essere trasfigurato che corrisponde alla forma gloriosa del mondo futuro.

Dunque, in tutti questi passi il <<Regno di Dio>> rappresenta inequivocabilmente la realtà escatologica futura che anche Gesù indicava con la medesima espressione....


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Si è già richiamata la lezione caratteristica, probabilmente secondaria, di Lc. 23, 42 <<quando entrerai nel tuo Regno>>.

Il malvivente giudeo deve aver pensato al Regno messianico (<<quando verrai come re>>) e alla misericordia nel giorno del giudizio.

Alla prospettiva futura Gesù oppose accentuatamente il suo <<oggi>> (v. 43), che non pochi Padri riferiscono, certamente per motivi apologetici, all'<<io vi dico >>. Anche con ciò (come in Lc. 16, 19-31) emerge l'<<escatologia individuale>>, ma non dal punto di viste della Basileia, bensì da quello del paradiso.

La storia del testo in Lc. 23, 42 s. è già un frammento di storia della teologia!...

La connessione tra le due prospettive è caratteristica della lettera agli Ebrei. In questo scritto impregnato di spiritualità alessandrino-giudeo-ellenistica le realtà <<celesti>> vengono considerate come quelle vere ed autentiche.

Le realtà terrestri sono soltanto <<ombra>> di quelle celesti (cfr. 8, 5; 9, 23; 10, 1: ύπόδειγμά e σχιά); la realtà celeste è la <<migliore>>, è quella <<che permane>> (10, 34; cfr. 7, 19. 22; 8, 6; 9, 23; 11, 16. 35. 40; 12, 27; 13, 14).

Ma questi veri beni, presenti in tutta la loro realtà in cielo, sono nello stesso tempo quelli che i cristiani attendono ancora <<per il futuro (cfr. 1, 14; 2, 5; 6, 5; 9, 11; 10, 1; 11, 20; 13, 14 )” ( Signoria e Regno di Dio, EDB 1990, pagg. 92-95, 97, 290, 326, 327).

Ma l'anticristo, manifestando tutto il suo dissenso contro le Scritture, che ci parlano, come abbiamo constatato, di un Regno dei Cieli, si oppone con queste parole: <<La persona sincera faccia un paragone fra il tipo di predicazione del vangelo del Regno compiuta dai sistemi religiosi della cristianità in tutti i secoli passati con quella svolta dai testimoni di Geova dalla fine della prima guerra mondiale nel 1918: sono due cose ben diverse. Quella dei testimoni di Geova è veramente un “vangelo” o “buona notizia”, perché riguarda il celeste regno di Dio stabilito con l'intronizzazione di suo Figlio Gesù Cristo allo scadere dei Tempi dei Gentili nel 1914 (Luca 21: 24)>>.

Si attende da quali fonti il CD abbia tratto simili insegnamenti!


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Si noti: i tdG “predicano un vangelo diverso”, sicché i cristiani, secondo loro, sin dai tempi degli apostoli, che hanno creduto nel Regno dei cieli, come attestato dalla stessa voce di Gesù, hanno sperato invano.

Ma egli stesso ci dice che i tdG sbagliano nel credere che il suo Regno sia quello secondo il tipo politico-religioso del VT; non si tratta dunque di un Regno celeste, ma di un Regno composto da 144 mila parlamentari, con a capo Gesù, che governerà la terra.

La Scrittura smentisce, nel modo più assoluto, che il destino dell'uomo sia terrestre, ma, per chi crede, è quello di essere con Gesù nel suo Regno senza divisioni tra celesti e terrestri: “Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio, e chiunque ama colui che ha generato, ama chi è stato generato da lui” (I Gio 5:1, TNM).

Con i loro discorsi affermano di predicare un Vangelo diverso da quello predicato da Cristo in poi.

Che questa dottrina riguardi una realtà terrestre del Regno di Dio per la vita futura dell'uomo, nel modo più assoluto, non trova nessun appoggio scritturale, come abbiamo visto sopra.

E l'opera di evangelizzazione del Regno, da loro svolta con il sostegno degli angeli come loro guida, alla luce delle Scritture risulta falsa. Sulla base di quanto detto, il CD deve chiedersi da quale fonte angelica provenga il suo messaggio del Regno dal momento in cui neppure le Lettere dell'apostolo Paolo non ci parlano per nulla di un Regno del tipo proposto dai tdG, anzi egli avverte i cristiani e dice loro di stare in guardia da coloro che predicano un vangelo diverso; quindi già ai tempi di Paolo c'erano persone che facevano questo ed erano i giudeo-cristiani che volevano obbligare gli etno-cristiani all'osservanza della legge di Mosè da quella degli apostoli!: “Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi insegna un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema” (Gal 1: 8, 9).

Chi si oppone al Vangelo apostolico è anticristo!


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NIETZSCHEANO LINGUAGGIO DEL CD


Con il termine anticristo la memoria corre anche al tempo in cui fece notizia l'apparizione di uno scritto, che porta questo titolo, del grande filosofo dai molti volti F. Nietzsche che scrisse verso la fine dei suoi giorni, un'opera scritta sul cristianesimo storico con accenti spesso molti violenti contro tutto ciò che egli considerava le falsità dei preti, del Vangelo e specialmente contro le falsità dell'apostolo Paolo, il vero iniziatore del cristianesimo tradizionale.

Secondo Nietzsche Paolo avrebbe sfigurato e contraffatto sia l'insegnamento sia la figura storica di Cristo.

E, nello sforzo di andare oltre l'umano, al di là del bene e del male, nella volontà di potenza, lo spingerà nella notte purpurea della follia.

Nietzsche è il filosofo delle potenti opposizioni: Si oppone alla filosofia del suo tempo, al nichilismo, al romanzo, alla musica e al cristianesimo storico, tutto il suo pensiero lo isola dal resto del mondo culturale al punto da definirsi “il più solitario dei solitari”.

Egli è una vittima del suo tempo.

Bisogna dire, come pensano gli esperti del suo pensiero, che i suoi scritti non sono di facile lettura.

Se analizziamo ciò che dice nel suo “anticristo”, molte sue espressioni che riguardano il cristianesimo, vengono suggerite dal manierismo della Chiesa del suo tempo, ma anche, sotto alcuni profili, da quello di prima di lui, per cui trova la sua ragione della violenta condanna a tutto ciò che si richiama con il nome di cristiano senza distinzione di sorta.

Si oppone al cristianesimo con tutta la forza del suo pensiero dell'anticristo.

Aggiunge al pensiero dell'anticristo anche la divinizzazione della vittima, tutti i crocifissi a cominciare da Cristo. Il suo è un pensiero acritico sul cristianesimo storico.

Avendo stravolto tutti i valori del bene e del male, si pone la domanda: “Che cos'è buono? - Tutto ciò che nell'uomo accresce il senso di potenza, la volontà di potenza, la potenza stessa.

Che cos'è cattivo? - Tutto ciò che discende dalla debolezza.

Che cos'è felicità? - La sensazione del fatto che la potenza cresce, che una resistenza viene vinta.

Non appagamento, ma più potenza; non pace assoluta, ma guerra; non virtù, ma valentia (virtù nello stile del Rinascimento, virtù scevra da ipocrisia morale)

Primo principio del nostro amore per gli uomini: i deboli e i maltrattati devono soccombere. E bisogna dar loro una mano in tal senso.

Che cosa è più nocivo di un qualunque vizio? - La compassione attiva verso tutti i mal riusciti e i deboli – il cristianesimo.”

Ma il discorso più violento è riservato agli ecclesiastici cristiani ed ebrei che secondo lui, sono i veri responsabili di tutte le falsità religiose ai danni della gente: “Mi guardo in giro: non una sola parola è rimasta di ciò che una volta aveva nome <<verità >> nemmeno più sopportiamo che un prete anche solo pronunci la parola <<verità>>.


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Anche se modestissime le nostre aspirazione alla rettitudine, oggi dobbiamo sapere che un teologo, un prete, un papa ad ogni frase che dice, non solo sbaglia ma mente (sembra leggere la Torre di Guardia!) - che non è loro più consentito di mentire per <<innocenza>>, per <<ignoranza>> -. Anche il prete sa bene, quanto chiunque altro che non vi è alcun <<Dio>>, alcun <<peccatore>>, alcun <<redentore>>, - che <<libero arbitrio>>, <<ordine morale nel mondo>> sono menzogne: la verità il profondo autosuperamento dello spirito non consentono più a nessuno di non sapere a questo riguardo... Tutti i concetti della Chiesa sono riconosciuti per quello che sono, la più malvagia falsificazione di moneta che esista, intesa a svilire la natura, i valori di natura; il prete stesso è riconosciuto per quello che è, la più pericolosa specie di parassita, l'autentico ragno velenoso della vita... (sembra leggere la Torre di Guardia la quale, come si può riscontrare, è l'eco del discorso di Nietzsche!).

Noi sappiamo, la nostra coscienza oggi sa – quanto erroneamente valgano, a che cosa servano le sinistre invenzioni dei preti e della Chiesa con le quali è stato raggiunto quello stato di auto denigrazione della umanità che può rendere nauseante la vita le nozioni di <<al di là>>, <<giudizio universale>>, <<immortalità dell'anima>>, la stessa <<anima>> sono strumenti di tortura, sono sistemi di crudeltà in forza dei quali il prete divenne padrone, resta padrone....Tutti lo sanno eppure tutto rimane come prima”. (38).

Eppure, nonostante tutta la sua violenta opposizione al cristianesimo, alla fine presenta dei cedimenti: poco prima che la pazzia offuscasse del tutto la sua mente, in una delle sue ultime lettere si firmerà <<il crocifisso>>.

Ma a questo punto ci si chiede: che cosa ha a che fare tutto questo con il discorso sui tdG?

Perché diverse espressioni che i tdG usano nei confronti della cristianità e dei suoi ecclesiastici sono analoghe a quelle che Nietzsche usa contro il cristianesimo storico.

Essi accusano gli ecclesiastici di aver falsificato le parole delle Scritture, di insegnare falsità dottrinali che sviano l'uomo dall'autentico messaggio cristiano.

Tutto ciò viene fatto allo scopo di esaltare se stessi a popolo eletto con un insegnamento che credono sia quello vero, scoperto per ispirazione divina, dal commerciante T.C.Russel negli anni del 1870, completamente digiuno delle lingue bibliche.

Dopo 1700 anni di oscurità spirituale l’”unto” (messia) T.C.Russel illumina il mondo con il suo messaggio: la salvezza della sua chiesa e la fine del mondo nel 1914, tutti condannati alla morte perpetua, piccoli e grandi, in prima fila tutte le chiese con i suoi rappresentanti.

Tutto falso, e ciò che è falso viene dall'anticristo, il prodotto del “signore della menzogna”, satana, il diavolo.


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Russell ci comunica che i suoi scritti, “Studi sulle Scritture”, da una parte costituiscono un aiuto per capire la Bibbia e dall’altra costituiscono la verità senza la quale non è possibile capire la Bibbia.

E’ evidente, quindi, che si tratta di “rivelazione” che Dio in modo specialissimo avrebbe comunicato a lui.

Nello stesso tempo cerco anche di giustificarlo, pensando che egli sia stato vittima di alcune americanate del suo tempo.

L'iniziatore del discorso truculento nietzscheano nei confronti della chiesa tradizionale usato dai tdG. viene dal loro fondatore, il “Pastore” T.C.Russel: a prescindere dalle elucubrazioni formulate circa le potenze nazionali, descritte nel cap. 7 di Daniele, che oggi fanno ridere anche i tdG., egli così si esprime nei confronti della chiesa di Roma, quella che maggiormente è presa di mira dai suoi assalti verbali. “quest'ultimo corno (della bestia con tre corna del cap. 7) più specialmente elevato, il papato, si segnala così ai suoi occhi, che significano intelligenza, e con la sua bocca, le sue parole arroganti, le sue pretese,” ecc. ecc. Riguardo al Papa fatto prigioniero nel 1870 da parte di Napoleone: “né i fulmini papali, né le preghiere non valsero a liberarlo dalla potenza di Bonaparte, le nazioni furono chiaramente convinte che l'autorità e la potenza divina, di cui tanto si vantava il papato, erano destituite da qualsiasi fondamento. Da allora in poi il potere temporale del papato scemò rapidamente fino a che, il 20/9/1870, Vittorio Emanuele, re d'Italia, gliene fece perdere fino alle ultime vestigia.”

“Durante tutto il tempo in cui proseguiva la sua distruzione essa non cessò mai di proferire i suoi discorsi grandiosi, ampollosi e blasfemi.” (Il divin piano delle età pagg. 298, 299).

Analogamente al discorso nietzscheano che la Chiesa sia stata edificata sulla negazione del Vangelo così la “Roma papale” che deriva, secondo Russell, dalla Roma pagana: “noi abbiamo un'illustrazione di ciò che caratterizza Satana principalmente perché altresì si maschera per apparire come angelo di luce (2Cor. XI,14); è quello appunto che fece Roma, essa si è trasformata esteriormente dal paganesimo al cristianesimo, e pretese essere cristiana, il Regno di Cristo”. (ibidem pag.298).

Quindi, secondo Russell, la parte romana della Chiesa, come Nietzsche, è la principale causa dei disordini morali e religiosi dell'umanità (36). In tutti gli scritti di Russell è evidente l'odio contro la chiesa e i suoi responsabili.


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In un volantino risoluzione dal titolo: “Come la cristianità ha deluso il genere umano”, riguardo al quale partecipai alla sua diffusione nell'autunno del 1958, tra l'altro lanciava le seguenti accuse nietzscheane: “...gli ecclesiastici della cristianità dimostrano di essere la classe più riprovevole e delinquente sulla terra davanti a Dio, e ad Armaghedon egli volgerà la sua attenzione giudiziaria prima a loro, e a tutte le persone cieche che seguono queste cieche guide religiose saranno giustiziate per mano da Dio”, naturalmente “tra breve”, 1958, come sempre fin dal loro sorgere.

La tromba teocratica Russell smise di suonare nel 1916: un vero fallimento! Una nuova tromba incominciò a squillare, quella di Rutherford, il teocratico, che col suo archibugio spara ingiurie di ogni sorta contro le chiese, specialmente quella Cattolica.

Il suo libro “Religione” è un pozzo senza fondo di ingiurie, di falsi ragionamenti, di interpretazioni fantasiose che non si trova l'uguale in nessun altro scritto.

Non poteva meglio descrivere nei suoi libri il suo amorevole cristiano odio verso la Chiesa cristiana.

Per renderci conto di questo, traggo alcuni brani dal libro “Religione” perché il lettore possa giudicare non solo lo spirito, ma anche la terminologia usata: “Si fa un paragone di questi fatti concreti della storia biblica con gli atti del tempo moderno della Gerarchia Cattolico-romana ed i suoi abbindolati gonzi i quali, influenzati dai demoni, tentano disperatamente a disfarsi dei testimoni di Geova....Tali empi attacchi sui testimoni di Geova sono stati frequentemente commessi nei recenti mesi dalla Gerarchia e dai suoi indemoniati minchioni...Simile al popolo di Atene, la religione della cristianità è demonismo...Da quel giorno fino ad oggi, i Giudei non hanno minimamente cambiato la loro opinione verso Cristo Gesù, e per conseguenza la loro funesta religione è sempre la stessa, e cioè, demonismo. (Vedi l’antisemita “Dichiarazione dei fatti” scritta nel giugno del 1933 e riportata nell’annuario in inglese del 1934).

Attualmente in questi ultimi giorni i conduttori religiosi, Cattolici, Protestanti e Giudei, sotto l'influenza ed il potere dei demoni, cercano di reggere il vacillante mondo con un sistema diabolico, a modo d'uomo... La nefasta religione ...ha origine dal Diavolo...: la spudorata impostura dei conduttori religiosi è il mezzo efficace usato dal Diavolo per abbindolare i popoli e derubare le genti.


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Tutti i praticanti di religione, con i loro aderenti minchioni, non troveranno nessun luogo di sicurezza e scampo ad Harmaghedon. ...il dannoso foraggio che viene provvisto dalla cristianità come nutrimento per i popoli...tale foraggio costituisce delle spudorate menzogne da capo a fondo...(ai preti come si illustra nella vignetta della pagina citata - ndr) Destatevi ubriachi, e urlate... Il messaggio del Regno celeste dimostra solennemente che la masnada, invece di godere l'approvazione di Dio, costituisce un'orrenda abominazione nel suo cospetto...I religionisti professano che la cristianità è il paese di Dio.

Costoro praticano ciò che essi chiamano “la religione cristiana”, ma che, infatti, è una orrenda diffamazione del nome di Dio...quel formidabile messaggio di verità (messaggio tracotante dei tdG contro tutti - ndr) rende il clero furibondo, e tanto che esso emette un urlo strepitoso, perché sa benissimo che la sua delinquente impostura è stata scoperta...Il digiuno in cui i parassiti religionisti si abbandonano è ipocrita...i loro abbindolati gonzi... I membri del clero sono oltremodo orgogliosi, millantatori, arroganti e crudeli, ed in pari tempo dimostrano come sono vili e codardi. ...(Il messaggio dei tdG, secondo loro il messaggio di Dio, consegue lo scopo - ndr) di mettere allo scoperto la gerarchia cattolica ed i suoi alleati religiosi che la religione è una frode ed un laccio, il mezzo più efficace di proseguire una stressante impostura per coloro che sono dei santocchi agenti del Diavolo una turba iniqua che diffama il nome di Geova...La religione è la prima a crollare (è imminente,1940!).

I debosciati della gerarchia ed i loro alleati sono tuttora in una congiura per cagionare la distruzione dei testimoni di Geova... Le empie azioni della gerarchia cattolico-romana ed i suoi gonzi non si abbatteranno mai più sul popolo di Dio come è avvenuto sin dal 1918... I religionisti... si sono ubriacati col vino di Satana...” ecc, ecc. (pagg. 70, 77, 97, 110, 112, 118, 119, 120, 131, 142, 258, 261, 266, 307, 308, 310, 329, 336, 339). Poi c'è qualcuno che dice che i tdG non offendono e non odiano la Chiesa cattolica e le altre chiese!

Il teocratico Rutherford continua le sue favole con la pubblicazione del libro “Nemici”. E' una tromba teocratica che suona insulti in tutte le direzioni specialmente contro la Chiesa come faceva il loro maestro Nietzsche.


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Ecco come Rutherford si divertiva a infamare e a insultare con ferocia la Chiesa cristianità: “V'è un'infinità di sistemi religiosi, ma il più scaltro, fraudolento e dannoso per l'umanità è quello che porta il nome di religione cristiana... La religione alla quale viene dato il nome di “Cristiana” è un'impostura inventata dal Diavolo... Poiché si adopera il nome di Cristo per truffare i popoli, l'impostura così praticata è la peggiore di tutte... Degli uomini ambiziosi (e chi sono?) si misero alla testa di questa organizzazione anti-Cristo nella quale furono attratte intere popolazioni... e così all'organizzazione fu dato il nome di “chiesa Cristiana” come le sue dottrine furono chiamate d'allora in poi “ religione Cristiana”... (La Chiesa Cattolica) “chiesa Cristiana”...ha il netto predominio sulle religioni chiamate “Cristianità”...oggi il clero “Protestante” e quello Giudaico cooperano apertamente con la Gerarchia Cattolico-Romana e ne subiscono i voleri come degli gonzi scimuniti... La Gerarchia si è messa alla testa ed i gonzi scimuniti le vanno dietro...il clero dei “Protestanti” e dei Giudei si uniscono ad essa ed eseguono gli ordini che vengono loro dati...Fascisti e Nazisti sono aumentati con impressionante rapidità, dimostrando con ciò che gli abitanti della terra si sono inebriati del “vino”, vale a dire delle menzogne, velenose dottrine della Gerarchia Cattolico-Romana; e la prostituzione e l'ubriachezza continuano ad aumentare... vipere appiattate nell'erba... per mordere ed avvelenare in tutti i modi i piccoli del Signore (cioè i tdG! ndr)...Questa orgogliosa , beffarda, arrogante e presuntuosa consorteria di religionisti presumono di potersi fare beffe del Signore” (pagg. 152, 153; 154; 156, 157; 237, 238; 306; 350).

Di sicuro tutte queste invettive non contribuirono a vedere nei tdG il vero volto del cristianesimo che con presunzione affermavano di seguire il cristianesimo che per sua natura, è mite verso amici e nemici.

E' un libro, “Nemici”, che trasuda, in tutte le sue pagine, di odio, di disprezzo, di calunnie, di offese, le più crudeli e meschine, non solo contro i responsabili religiosi, ma anche contro le persone che li seguono.

I governanti politici di quel tempo non sfuggono ai colpi di mortaio del grande archibugiere, motivo per il quale, i suoi strali contro di loro furono in realtà l'origine delle persecuzioni naziste contro i poveri innocenti tdG che nella loro fede sincera erano convinti che la persecuzione fosse originata invece dalla fede nella Bibbia e nel suo messaggio, ma in realtà, purtroppo, le cose non stavano così.

Che provi il CD ad usare il linguaggio della letteratura di quel tempo contro i governanti odierni e vediamo poi cosa succederebbe.

Più che altro, oggi, si limitano a dire che il mondo è soggetto al “dio” satana, pure per quanto riguarda la cristianità che è macchiata di falsità e demonismo.

E' evidente, quindi, che oggi sono molto più prudenti nell'uso del linguaggio, viste le conseguenze nefaste del passato!

Ma non è per nulla cambiato lo spirito del materiale che divulgano come buona notizia cristiana.

Ebbene i cristiani al loro linguaggio, disprezzo e odio rispondono con le parole del Maestro: “Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.

A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica...” (Luca 6: 27-33).



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Persecuzione religiosa o politica?


Esaminando la letteratura, diffusa a centinaia di migliaia di copie, non è difficile comprendere il vero significato della persecuzione dei tdG durante il periodo bellico sia della prima e della seconda guerra mondiale specialmente.

Emerge, anche da una superficiale lettura, che la persecuzione non aveva un senso religioso, ma politico, che metteva in gioco la vita di ogni tdG.

Si trattava di scritti di forte ostilità politica contro Hitler e Mussolini, con accenti spesso violentissimi, che i tdG, in modo fanatico, distribuivano e pagarono a caro prezzo, con dolorose esperienze. Come possono i dirigenti della setta, ancora oggi, negare la verità, la vera storia che li ha coinvolti in quel periodo tragico per l'Europa e il mondo intero?

Il libro “Nemici”, che precede di poco l'altro, “Religione” non va molto per il sottile nei confronti dei governanti di quel tempo.

Si noti ciò che viene detto al loro indirizzo: “Oggi il Dittatore d'Italia cerca di costringere uomini e donne a procreare bestialmente, allo scopo di produrre in gran quantità degli uomini da essere sacrificati nelle guerre future, ed anche in questo egli è spalleggiato dal papa”.

Poteva Mussolini restare indifferente a queste affermazioni politiche?

Si noti ancora: “...il nazismo in Germania, sotto gli ordini di Hitler...ha adottato nel paese un regime spietato e terroristico...migliaia (di tdG) furono imprigionati (messi anche a morte ndr)...perché furono trovati in possesso di bibbie e di libri che spiegano, e che danno la possibilità al popolo la previsione di Dio... Mussolini e Hitler hanno sostenuto la Gerarchia Cattolico-Romana in questa guerra di ribellione...” Tutto il contrario di ciò che in realtà registra la storia! (Nemici, pagg. 172, 173, 174).

E nel libro Religione, 1940, contro i governanti politici viene detto: “... il Comunismo, il Nazismo e il Fascismo, ed i conduttori religiosi che sono associati con tali spietati regimi, aumentano nelle loro scelleratezze scagliandosi contro i popoli... mediante il più grande allacciamento nella storia della radio Joseph F. Rutherford, trasmise ieri al mondo civilizzato la sfida al clero ortodosso, ai grandi politici ed agli altolocati finanzieri, quali agenti di Satana...” (pag. 65). A causa di questa arroganza politica molti fratelli tdG pagarono con la morte. Dispiace molto!

Ancora nel libro “Nemici” ci vengono offerte ulteriori significative affermazioni che fecero imbestialire i dittatori presi di mira da Rutherford: “... Mussolini... condusse una crudele guerra di conquista in Abissinia... i fanatici come Mussolini ed Hitler applaudono e le danno (al sistema Cattolico-Romano ndr) il loro appoggio... Mussolini ed Hitler mandano i loro soldati nella Spagna per aiutare ed uccidere dei poveri innocenti...Gli Stati Uniti sembrano far parte di tali gonzi o semplicioni... La Lega della Nazioni è figliola del Diavolo...Il Fascismo ed il Nazismo sono una cosa unica e sono degli strumenti adoperati dalla Gerarchia Cattolico-Romana, dalla figlia del Diavolo... (Si noti ancora quale lezione di storia ci impartisce il formidabile Rutherford! Ndr)


segue...

[Modificato da Adriano Baston 16/10/2010 14:10]
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