| | | | Post: 153 Post: 153 | Registrato il: 03/09/2010 | Città: VENARIA | Età: 90 | Sesso: Maschile | Utente Junior | | OFFLINE |
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15/10/2010 16:26 | |
I - Giustino Martire: “...anche se non fossi in grado di dimostrare che è preesistito come Figlio di colui che ha fatto tutte le cose, essendo egli stesso Dio, e che si è fatto uomo per mezzo della vergine.” Dialogo con Trifone, ed. Paoline, 48, 2 (vedere anche II Apologia, 6, 1-3).
II – Taziano: “Dio <era in principio> e noi abbiamo appreso che il principio è la potenza del Verbo. Il Signore di tutte le cose, essendo egli stesso principio sostanziale d'ogni cosa, era solo perché la creazione non era ancora avvenuta; di conseguenza, ogni potenza delle cose visibili ed invisibili era con lui [egli stesso principio sostanziale], ed egli aveva con sé tutte le cose grazie alla potenza del Logos e il Logos, che era in lui, venne alla luce. Per volere della semplicità della natura di Dio, ebbe origine il Logos; il Logos, che non è venuto invano, è l'opera primigenia del Padre.
Questo sappiamo essere il principio del cosmo che esistette secondo distribuzione, non secondo scissione....Come da una sola torcia si accendono molti fuochi e la prima torcia non è scemata di luce a causa dell'accensione di molte torce, così anche il Logos originato dalla potenza del Padre, non rende privo di Logos colui che lo ha originato... Come il Logos generato in principio a sua volta, da sé, generò la creazione che ci circonda, avendo creato la materia,...” Gli apologeti greci, Ed. Città nuova, Discorso ai greci, cap. 5
III – Atenagora: “Chi non resterebbe perplesso dopo aver sentito che vengono definiti atei coloro che riconoscono Dio Padre e Dio Figlio e lo Spirito Santo e che ne dimostrano la potenza nell'unità e la distinzione nell'ordine?” Gli apologeti greci, Supplica per i cristiani, cap. 10, 5 (vedere anche cap. 24, 2)
IV – Teofilo di Antiochia: “Ugualmente anche i tre giorni che esistettero prima dei corpi luminosi, sono immagine della Trinità: di Dio, del suo Verbo e della sua Sapienza.” Gli apologeti greci, Ad Autolico Libro II, cap. 15 (vedere anche cap. 22)
V - Ireneo: “Dunque rimettendo i peccati guarì l'uomo (cfr. Ev. Matth.9, 2 sgg. ) e rivelò chiaramente chi fosse egli stesso. Infatti, se nessuno può rimettere i peccati se non Dio solo, e il Signore li rimetteva e guariva l'uomo, è chiaro che egli stesso era il Verbo di Dio, divenuto Figlio dell'uomo, che aveva ricevuto dal Padre il potere di rimettere i peccati, perché era uomo ed era Dio, affinché come uomo patisse con noi e come Dio avesse misericordia di noi e ci rimettesse i debiti, che dovevamo a Dio nostro creatore .” Il Cristo vol. I, Fondazione Lorenzo Valla e A. Mondadori ed., Contro le eresie, cap. 17, 3 (vedere anche Esposizione della predicazione apostolica, cap. 30 e 38)
VI – Tertulliano: “Anche a proposito delle sue opere, che nessuno gli poteva strappare di mano (cfr. Ev.Io. 10, 27-8), disse: <<Giacché quello che il Padre mi ha dato è il più grande di tutti>>. E ancora: <<Io e il Padre siamo una cosa sola (Ev. Io.10, 29-30). A questo punto, dunque, vogliono fermarsi questi stolti, anzi, questi ciechi, che non vedono prima di tutto che <<Io e il Padre>> indica che si tratta di due; poi alla fine della frase <<siamo >> non proviene dalla persona di uno solo, perché è stato detto al plurale; dice infine: <<Siamo una cosa sola>>, e non <<Siamo una sola persona >>. Perché se avesse detto <<Siamo una sola persona>>, avrebbe potuto giovare alla loro opinione, poiché <<uno>> sembra significare il numero singolare. Ma quando dice che due di genere maschile sono <<uno>> al neutro – il che non riguarda l'unicità della persona, ma l'unità, la somiglianza, la comunione, l'amore del Padre che ama il Figlio, e l'ossequio del Figlio che obbedisce alla volontà del Padre -, dicendo: <<Io e il Padre siamo una cosa sola>> dimostra che sono due distinti coloro che considera uguali e unisce.” Il Cristo, Fondazione L. Valla, Mondadori, A. Orbe, M. Simonetti; Contro Prassea, 22,10.
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