Assassini oppure omicidi?
In questi giorni, da più parti, per reati contro la persona si sentono ripetutamente espressioni di "Pentimento".
I massacratori del tassista "si pentono" affermando che volevano solo spaventarlo.
Colui che ha colpito in pieno volto una donna (attualmente in coma) con un diretto, nell'indifferenza generale, "è pentito".
Lo stesso Misseri, intimidito dall'accoglienza poco amichevole degli altri detenuti, si dichiara "Pentito".
Sono convinto però che l'espressione "pentimento" venga usata spesso a sproposito, confondendola con altre emozioni diverse, come la colpa, la vergogna o il rimorso, il rammarico, il timore della pena o punizione.
sembra però che, anche grazie alle pressioni delle religioni, chi si dichiara "pentito" guadagna dei punti che gli consentono di addolcire la propria immagine e, peggio ancora, maturare vantaggi e benefici che alterano il giudizio e la condanna.
Kalos