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TESTIMONI GEOVA: MALEDIZIONE O BENEDIZIONE! DA CHI DIPENDE?

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2010 23:11
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21/08/2010 14:42
 
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Voglio tranquillizzare i testimoni di Geova che leggono questo scritto: non è mia intenzione esprimere, in questa discussione, un’immagine negativa della loro comunità.

Sono sempre più persuaso che è l’uomo, come singolo, la causa del suo male o del suo bene. Ci sarebbe da scrivere molto sulle responsabilità di ogni individuo per i risultati che raccoglie nel corso della sua esistenza. E’ scritto che “ognuno raccoglie quello che semina”. Si possono avere delle “attenuanti”, ma il più delle volte è per mascherare le proprie colpe.

Quando si inizia a far parte di un gruppo religioso come quello dei testimoni di Geova, questo vale anche per altri gruppi, è normale che si idealizzi questo tipo di appartenenza, per differenziarsi da chi ne è fuori. Oltretutto, si tende a vedere coloro che non vi fanno parte come dei “nemici”. Figuariamoci poi, se qualcuno che ne ha fatto parte, a un certo punto, smette di associarsi o identificarsi come tale.

Nel 1992, quando decisi, dopo 20 anni, di non identificarmi più come testimone di Geova, ero da solo e, comunque, non avevo sicuramente voglia di associarmi con altri gruppi religiosi, o di “radunarmi” con chi era nella mia condizione di “fuoriuscito” dai testimoni di Geova.

Con l’avvento di internet, è stato possibile organizzare, attraverso degli spazi di discussione come questo, dei gruppi di persone che potevano condividere esperienze simili e farne oggetto di critica.

Purtroppo, si è generato, fra coloro che sono “fuoriusciti”, un pensiero che, a mio avviso, produce una reazione discriminatoria contraria a quella che si è ricevuta.

In entrambi i casi, tra testimoni di Geova internettiani e “fuoriusciti”, è nata una sorta di competizione. Si cerca di dimostrare la superiorità delle proprie convinzioni dottrinali o di scelta di vita.

Ci sono due fronti che lottano seguendo a testa bassa una specie di “Santissima Crociata”, una sfida che, condotta in questo modo, non avrà mai fine. Si aggiungono, in questa diatriba: mercenari, altre denominazioni religiose, curiosi e simpatizzanti.

Invece di celebrare la propria autonomia di pensiero, molti tendono a liberarsi dei “vincoli” del passato, cercando erroneamente di cancellarlo come se fosse la causa di tutti i loro problemi.


"L'uomo ama idealizzare, ma quando il sogno diviene realtà scatta l'indifferenza." -Marcel Proust -



Tanti hanno proiettato le debolezze, la fragilità della loro esistenza, le loro paure, all’esperienza passata in una comunità religiosa (in questo caso), per cui tendono a cancellare ogni legame, ogni dipendenza, ogni potere, cercando di dannarne anche il solo pensiero.

TESTIMONI GEOVA: MALEDIZIONE O BENEDIZIONE! DA CHI DIPENDE?



[SM=g1932039] [SM=g2093951]

[Modificato da parliamonepino 21/08/2010 15:04]



__________________________________________________
21/08/2010 21:09
 
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Re:
parliamonepino, 21/08/2010 14.42:

Voglio tranquillizzare i testimoni di Geova che leggono questo scritto: non è mia intenzione esprimere, in questa discussione, un’immagine negativa della loro comunità.

Sono sempre più persuaso che è l’uomo, come singolo, la causa del suo male o del suo bene. Ci sarebbe da scrivere molto sulle responsabilità di ogni individuo per i risultati che raccoglie nel corso della sua esistenza. E’ scritto che “ognuno raccoglie quello che semina”. Si possono avere delle “attenuanti”, ma il più delle volte è per mascherare le proprie colpe.

Quando si inizia a far parte di un gruppo religioso come quello dei testimoni di Geova, questo vale anche per altri gruppi, è normale che si idealizzi questo tipo di appartenenza, per differenziarsi da chi ne è fuori. Oltretutto, si tende a vedere coloro che non vi fanno parte come dei “nemici”. Figuariamoci poi, se qualcuno che ne ha fatto parte, a un certo punto, smette di associarsi o identificarsi come tale.

Nel 1992, quando decisi, dopo 20 anni, di non identificarmi più come testimone di Geova, ero da solo e, comunque, non avevo sicuramente voglia di associarmi con altri gruppi religiosi, o di “radunarmi” con chi era nella mia condizione di “fuoriuscito” dai testimoni di Geova.

Con l’avvento di internet, è stato possibile organizzare, attraverso degli spazi di discussione come questo, dei gruppi di persone che potevano condividere esperienze simili e farne oggetto di critica.

Purtroppo, si è generato, fra coloro che sono “fuoriusciti”, un pensiero che, a mio avviso, produce una reazione discriminatoria contraria a quella che si è ricevuta.

In entrambi i casi, tra testimoni di Geova internettiani e “fuoriusciti”, è nata una sorta di competizione. Si cerca di dimostrare la superiorità delle proprie convinzioni dottrinali o di scelta di vita.

Ci sono due fronti che lottano seguendo a testa bassa una specie di “Santissima Crociata”, una sfida che, condotta in questo modo, non avrà mai fine. Si aggiungono, in questa diatriba: mercenari, altre denominazioni religiose, curiosi e simpatizzanti.

Invece di celebrare la propria autonomia di pensiero, molti tendono a liberarsi dei “vincoli” del passato, cercando erroneamente di cancellarlo come se fosse la causa di tutti i loro problemi.


"L'uomo ama idealizzare, ma quando il sogno diviene realtà scatta l'indifferenza." -Marcel Proust -



Tanti hanno proiettato le debolezze, la fragilità della loro esistenza, le loro paure, all’esperienza passata in una comunità religiosa (in questo caso), per cui tendono a cancellare ogni legame, ogni dipendenza, ogni potere, cercando di dannarne anche il solo pensiero.

TESTIMONI GEOVA: MALEDIZIONE O BENEDIZIONE! DA CHI DIPENDE?



[SM=g1932039] [SM=g2093951]








E', come sempre, una questione di prospettive:

Gesù per chi era una "maledizione"?

certamente per la classe dirigente dell'epoca, politica e religiosa, perchè essa temeva che i suoi insegnamenti avrebbero sconvolto l'equilibrio del loro status dominante.



per chi invece Gesù era una "benedizione"?

Per coloro che soffrivano ed avevano bisogno di "sperare" in qualcuno o qualcosa, per aver un punto di riferimento, un faro, che li aiutasse ad uscire dal buio del loro presente.


Oggi i Testimoni di Geova disturbano molto quei governi che vedono in loro una minaccia al loro potere totalitario e non sono disposti a cedere ad alcuno quel culto nazionalistico che tanto divide i popoli.

I testimoni di Geova sono una maledizione anche per quegli ex che sono stati privati di qualcosa di prezioso, a cui tenevano, ma che non erano disposti a pagare il ricarico sul prezzo.

E' come accade quando finisce un amore, lasciarsi senza traumi, nè risentimenti e rancori è il modo migliore per restare comunque collegati attraverso un rapporto simile all'amicizia, in particolare quando esiste una "prole" da tutelare.

I testimoni di Geova oggi sono una benedizione ed un punto di riferimento per coloro che hanno il desiderio di uscire dalle paludi dell'incertezza e che hanno bisogno di uno scopo.

D'altra parte, se il Testimone di Geova internettiano usa la falciatrice a raffica senza badare all'insalata gentilina od ai peperoncini di vibo Valentia, distruggendo indiscriminatamente, e finchè l'ex TdG strapperà di notte le piante di pomodoro del vicino e getterà sul suo terreno acido muriatico, la guerra intestina non potrà aver fine.

A volte le guerre finiscono perchè non si hanno più proiettili da sparare, a volte invece perchè la ragione e l'amore hanno il sopravvento.

Questa seconda ipotesi è quanto ci insegna Gesù.

Kalos

[SM=x1061969]
21/08/2010 23:11
 
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Re:


Purtroppo, si è generato, fra coloro che sono “fuoriusciti”, un pensiero che, a mio avviso, produce una reazione discriminatoria contraria a quella che si è ricevuta.

In entrambi i casi, tra testimoni di Geova internettiani e “fuoriusciti”, è nata una sorta di competizione. Si cerca di dimostrare la superiorità delle proprie convinzioni dottrinali o di scelta di vita.

Ci sono due fronti che lottano seguendo a testa bassa una specie di “Santissima Crociata”, una sfida che, condotta in questo modo, non avrà mai fine. Si aggiungono, in questa diatriba: mercenari, altre denominazioni religiose, curiosi e simpatizzanti.

Invece di celebrare la propria autonomia di pensiero, molti tendono a liberarsi dei “vincoli” del passato, cercando erroneamente di cancellarlo come se fosse la causa di tutti i loro problemi.


"L'uomo ama idealizzare, ma quando il sogno diviene realtà scatta l'indifferenza." -Marcel Proust -



Tanti hanno proiettato le debolezze, la fragilità della loro esistenza, le loro paure, all’esperienza passata in una comunità religiosa (in questo caso), per cui tendono a cancellare ogni legame, ogni dipendenza, ogni potere, cercando di dannarne anche il solo pensiero.

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[SM=g1932039] [SM=g2093951]






Combattere ma con lealtà e nel rispetto dell'avversario:





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