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Perché in Italia non Scoppia la Rivoluzione

Ultimo Aggiornamento: 15/07/2010 21:20
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15/07/2010 21:14
 
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Perché in Italia non Scoppia
la Rivoluzione


DI MARCO CANESTRARI


Abbiamo già approfondito, nella serie su “
Come si Controllano le Masse nei Paesi Democratici” diverse maniere con cui un leader che ha influenza sui media può acquisire i consensi della popolazione verso le sue iniziative: in breve si devono stimolare dei modelli di pensiero istintivi, favorire l’insicurezza, sfruttare la paura, controllare le fonti d’informazione, fare mancare una visione d’insieme delle idee libere e limitare la cooperazione fra singoli.

Vediamo ora uno dei tanti modi
per screditare i movimenti di protesta che si vorrebbero sollevare contro le ingiustizie del regime. Chi si ribella, deve passare per pazzo.


E’ fondamentale precisare che questa tecnica, a differenza di molte altre, può essere applicata solamente nei paesi già soggetti ad un fortissimo controllo, dove chi comanda, cioè, ha già il potere di rendere legge  una proposta antidemocratica
senza curarsi delle proteste.

Agendo di continuo in questa maniera però il regime perderebbe progressivamente consensi e i malumori crescenti comincerebbero ad aggregarsi. Descriveremo ora un modo per fare abituare la popolazione ad accettare passivamente anche le proposte più provocatorie
senza più ribellarsi.


Innanzitutto il leader deve
proporre un numero di iniziative superiore a quello che il senso comune della massa può assimilare. Poi, una stessa legge, durante gli anni deve essere proposta e modificata molte volte, in modo che risulti difficile per la massa capire quali articoli siano già approvati, quale proposte siano ancora in discussione e quali siano abbandonate. La maggioranza della popolazione, stressata, delusa e frettolosa, deve essere spinta a farsi un’idea superficiale dei continui cambiamenti in corso, riconoscendone solo il nome, lo slogan sentito in televisione e le voci che ci girano intorno.
 




AZZARDARE PROPOSTE PERICOLOSE E POI RIDIMENSIONARLE


Le proposte di chi vuole guadagnare l’asservimento delle masse devono essere sempre molto più forti e provocatorie rispetto ai risultati che si pianifica di ottenere. Si deve esordire con una grossa “sparata” e poi abbassare il tiro lasciando protestare i ribelli verso un pericolo che non esiste più.
 
Si sfrutta così la sana reazione di difesa della popolazione per mettere in ridicolo l’immagine di chi dissente. Il trucco sta nel paragonare l’intensità della reazione immediata di protesta, non alla pericolosità della proposta iniziale, come sarebbe logico, ma alla pericolosità più bassa della legge che poi viene di fatto approvata dal
"poliziotto buono" di turno.

Questo serve per mettere sempre in primo piano il fatto che i contestatori reagiscono in maniera irrazionale, esagerata e non commisurata alla realtà delle leggi messe in vigore. In più, così risulta facilissimo attribuire ai contestatori un comportamento compulsivo e distruttivo legato a qualche preconcetto indipendente dalle attività del leader, come quello di un visionario esaltato che grida “
Al lupo! Al lupo!”.


Cosa apprende la primitiva consapevolezza della massa se durante gli anni si ripete sempre questo meccanismo? Il sentore comune recepisce che “affidarci ciecamente a questo capo” non provoca le catastrofi annunciate dai soliti dissenzienti esaltati e che le proteste sono “inutili carnevalate dei soliti comunisti” che vanno contro la volontà della maggioranza della popolazione.

Una volta che si riesce a screditare a livello collettivo il principio di “dissentire", che costituisce le fondamenta di ogni vera democrazia, il gioco è fatto. Si vive in un continua doccia scozzese che rende insensibili, confonde, stanca e abitua.

In questo modo
chi vorrebbe opporsi, per paura di perdere consensi e credibilità di fronte al paese, si adatta a reagire con sempre più autocontrollo fino ad annullare completamente le naturali difese democratiche del paese.

La condizione di normalità diventa quella di subire continue proposte pericolose senza più reagire, dove in ogni momento potrebbe essere approvata una legge che distrugga centinaia di anni di conquiste etiche, civiche e democratiche.
 


ALLORA COSA BISOGNA FARE?


Nei paesi sottoposti ad un controllo tale, in cui il leader ha la possibilità di proporre leggi provocatorie e pericolose senza perdere il potere, la protesta perde quasi tutto il suo significato. Sotto queste condizioni la possibilità di ribellarsi o di accondiscendere non determina una reale facoltà di scelta.

Se si protesta
si perde la simpatia della popolazione, se non si protesta si apre la porta agli incalzanti bisogni di conquista del leader. In questo scenario non c’è altra azione costruttiva se non quella di cambiare le condizioni alla base del sistema di controllo.

Bisogna smetterla di reagire alle provocazioni dei media
e iniziare ad agire, in maniera costante ed organizzata, alla radice del problema favorendo lo sviluppo delle iniziative etiche volte a disgregare i punti cardine che rendono le masse controllabili.

Iniziamo noi, in prima persona ad investire le nostre risorse ed il nostro tempo per
creare delle strutture volte ad educare, istruire ed informare su ampia scala.

Creiamo delle scelte sempre più consapevoli partendo dal principio che l'accesso facile e comodo a tutte le informazioni, anche quelle non filtrate, è in assoluto una delle principali armi contro la manipolazione mentale.
[Modificato da ®@ffstef@n 15/07/2010 21:16]
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15/07/2010 21:20
 
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Lo Sfruttamento delle Masse
accresce l’Illegalità


DI MARCO CANESTRARI



Nei paesi in cui le masse sono controllate
si verificano situazioni di costante tensione sociale.
Dinamiche analoghe possono essere studiate anche nei regimi dittatoriali, nelle aziende con una rigida gerarchia ed anche nelle sette a manipolazione mentale.

Ovunque ci sia una distanza fra le necessità dei singoli e le decisioni imposte da un potere accentrato si determinano
forti condizioni di stress.

Gli eroi dei nostri tempi sono scaltri, egocentrici e combattivi. Inseguiamo i modelli di vita dei personaggi famosi mentre la qualità della nostra vita personale e il nostro equilibrio mentale cala a picco. Entro 20 anni la depressione sarà il problema di salute più diffuso al mondo.

L'insicurezza e la precarietà economica aumentano il disagio personale e sociale: cresce del 30% l'incidenza di ansia e del 15% il numero dei pazienti depressi.

Complice la crisi economica e il crescente stress a cui sono sottoposti i cittadini del mondo, il “male di vivere” sarà, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la maggiore insidia da combattere.

In Europa dall’inizio della crisi, ci sono stati 3.500 morti in più per alcool e 1.700 suicidi in più. Aumentano bullismo, aggressività giovanile e uso di droghe.
I disturbi psicosomatici da crisi ormai incidono sul 20-30% dell’attività quotidiana dei medici di famiglia.

I sintomi dell’aumento dello stress su larga scala vanno dal sentirsi nervosi e irritabili, fino a perdere il controllo. Si evidenzia anche l’insorgere di pensieri suicidi o omicidi. Devono destare sospetto il mal di testa, la tensione muscolare, la perdita di energia e l'aumento del ricorso a fumo, alcol, cibo o droghe.

Con l’aumentare di questi disagi si crea un ambiente sociale dove fermentano l’aggressività e l’istintività.

Questi modelli, che si prestano facilmente alla manipolazione dall’alto, sono incoraggiati anche dai programmi televisivi.

Cosa accade quando si riesce ad influenzare la salute mentale di enormi masse verso delle reazioni emotive, aggressive e incontrollate?

Quando si determina una insofferenza di fondo che trova uno sfogo solo nella ricerca degli eccessi?

Specialmente nelle fasce sociali più disagiate e indifese, succede che aumentano gli episodi criminalità e illegalità. La televisione non perde occasione di mostrarceli: Rapine, stupri, aggressioni, e violenze familiari diventano il nostro panorama quotidiano e di conseguenza una preoccupazione di massa.


LO SFRUTTAMENTO ED IL CONTROLLO FAVORISCE UNA POPOLAZIONE INSICURA ED IMPAURITA

Ed ecco che, come un abile ed intelligente prestigiatore, la propaganda scambia la causa con l’effetto: Invece di eliminare le cause del problema alla radice, si da la colpa dell’insicurezza globale ai singoli individui
buttando in prima pagina i mostri di turno che noi tutti vorremmo linciare.

Ci abituano al fatto che, se vogliamo essere protetti da questi malviventi, dobbiamo dare il consenso per misure di emergenza più rigorose che diano allo stato
ancora più efficienza di governare e più potere di controllarci.

Così il cerchio si chiude e si getta benzina sul fuoco alimentando il problema da cui tutto ha avuto origine: L’imposizione e il controllo da parte di pochi su molti.

Le generazioni successive saranno ancora più limitate anche nei dissensi, subiranno maggiore stress e i più violenti e disgraziati scoppieranno trasgredendo leggi rigidissime.

Finché la massa non conoscerà altre soluzioni allora accetterà di essere gestita da un capo che comanda senza contraddittorio, ancora più forte e repressivo.

Si andrà verso una situazione sempre più instabile e caotica e a pagarne le spese più dure saranno, come sempre, le classi più povere e indifese.


Fonti: Global Mental Health Summit, Societa' Italiana di Psichiatria, Organizzazione Mondiale della Sanità.
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