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Usa, via libera a processi contro il Vaticano per la pedofilia

Ultimo Aggiornamento: 03/07/2010 09:29
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02/07/2010 13:01
 
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giovedì 1 luglio 2010

Usa, via libera a processi contro il Vaticano
per la pedofilia


l’Unità 29.6.10


La Corte Suprema americana ignora il ricorso della Santa Sede sugli abusi in Oregon
In Belgio si dimette la commissione interna della Chiesa dopo la polemica sulle perquisizioni

Usa, via libera a processi contro il Vaticano per la pedofilia
di Marco Mongiello
 

I giudici costituzionali americani hanno deciso di non prendere in considerazione il ricorso del Vaticano che invocava l’immunità.

Si apre così la strada ad azioni legali contro i preti accusati di pedofilia.
 

Il Vaticano può essere processato per la questione pedofilia. È questo il verdetto dei giudici americani che, dopo i guai con la giustizia belga, hanno assestato un altro duro colpo alla Chiesa cattolica.

La Corte Suprema Usa ha deciso di non prendre in esame il ricorso della Santa Sede, che aveva invocato il diritto all'immunità degli Stati Sovrani nel processo contro Andrew Ronan, un prete irlandese responsabile di diversi abusi su minori e ormai deceduto. Così ha rinviato ogni decisione al tribunale dell’Oregon.


IL TRASFERIMENTO

Il Vaticano è considerato civilmente responsabile perché, nonostante fosse a conoscenza delle accuse, si è limitato a trasferire il prete dall'Irlanda a Chicago e poi a Portland, nell'Oregon. Proprio qui, nel 1965, il prete avrebbe molestato la vittima che ha fatto partire il processo. La decisione rende definitiva la sentenza della Corte d'appello e ora, prima che un rappresentante della Santa Sede possa essere chiamato a testimoniare, il tribunale dovrà decidere se il Vaticano può essere considerato un «datore di lavoro» del prete pedofilo.

Sulla concessione dell'immunità l'amministrazione Obama aveva fatto sapere di essere disponibile, ma la magistratura ha espresso parere contrario in diversi gradi di giudizio. «Ringraziamo i giudici per il coraggio con cui hanno lasciato che l'azione legale vada avanti», ha dichiarato l'avvocato della vittima, Jeff Anderson, «l'azione della Corte è una risposta alle preghiere di migliaia di sopravvissuti alle molestie sessuali dei preti che finalmente avranno una chance di avere giustizia».



LE POLEMICHE

In Belgio intanto non si placano le polemiche scatenate dalle perquisizioni della polizia che giovedì, durante una riunione plenaria dei vescovi, è intervenuta in forze, ha bloccato tutti per nove ore e ha sequestrato computer, telefonini e agende per far luce sulle denunce di pedofilia contro i preti.

Ieri si è dimessa in blocco la commissione della Conferenza episcopale belga che era stata istituita nel 2000 per raccogliere le denunce. «Ci dimettiamo perché la fiducia tra la giustizia e la commissione è stata deteriorata e di conseguenza anche la fiducia tra al commissione e le vittime», ha spiegato Karlinin Demasuer, uno dei membri, polemizzando contro il sequestro dei 475 dossier con le denunce della vittime che si erano rivolte alla commissione perché non volevano ricorrere alla giustizia.

Domenica sera il presidente della commissione, lo psichiatra Peter Adriaenssens, aveva preannunciato la sua intenzione di lasciare l'incarico e ieri tutti i membri hanno deciso di seguirlo.


Nel pomeriggio Adriaenssens è stato ascoltato dagli inquirenti, ma la procura di Bruxelles non ha voluto precisare il ragione dell'audizione.
Il ministro della Giustizia belga, Stefaan De Clerck, ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro per gestire la questione dei rapporti con le vittime.
Il titolare degli Esteri ha invece «invitato» il nunzio apostolico a Bruxelles per un incontro aperto e costruttivo.

Da Roma intanto l'Agenzia di stampa della Cei, la Sir, ha fatto eco alle critiche alla giustizia belga «giustamente» espresse dal Papa e dal Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone.

A questi si è aggiunto ieri il ministro degli Esteri Frattini che in un commento su Facebook ha puntato il dito contro «l'accanimento senza precedenti, il circuito mediatico globale ispirato dal laicismo senza valori».
 
Mentre su Internet venivano pubblicate queste parole il Papa riceveva l'arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schoenborn, colpevole di aver criticato l'ex Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Angelo Sodano, per aver insabbiato le denunce sulla pedofilia, definendole «chiacchiericcio».

Alla fine dell'incontro la Santa Sede ha diffuso un comunicato in cui si ricorda che solo il Papa ha il diritto di criticare un cardinale.
Francesco Scanagatta
[Modificato da ®@ffstef@n 02/07/2010 13:09]
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02/07/2010 13:35
 
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venerdì 2 luglio 2010

Non penso che sarà possibile processare il pontefice, ma cercherò di ottenere la sua deposizione

La Repubblica 29.6.10

Per Jeff Anderson la decisione dei giudici di Washington è "un´enorme vittoria legale"
"Porterò Benedetto XVI in tribunale" esulta l’avvocato delle vittime americane
Non penso che sarà possibile processare il pontefice, ma cercherò di ottenere la sua deposizione



NEW YORK - L´aveva promesso e lo farà: «Porterò il Papa in tribunale». Ma nel giorno in cui raccoglie la vittoria - «E´ caduto un nuovo muro di Berlino» -

Jeff Anderson, 62 anni, l´avvocato delle vittime dei preti negli Stati Uniti, l´uomo che scoprì che anche sua figlia fu abusata da un ex sacerdote, pensa per prima cosa alla prossima mossa: una «missione in Italia» per raccogliere le deposizioni dei cardinali Angelo Sodano e Tarcisio Bertone, che lui ritiene responsabile del cover up, della copertura, dell´insabbiatura dello scandalo pedofilia.

Avvocato, la Corte Suprema non accoglie l´appello del Vaticano.
Il suo processo può andare avanti.

«E´ una grande vittoria, una vittoria enorme. Per la storia degli abusi sessuali dei preti è la caduta del muro di Berlino, la caduta della separazione tra la Germania Est e la Germania Ovest, tra l´Est e l´Occidente... «.

Ma che cosa vuol dire in concreto?

«E´ una enorme vittoria legale. Per le vittime di questi crimini è una straordinaria opportunità di avere finalmente giustizia. E di far sì che il Vaticano venga ritenuto responsabile per la sua negligenza: per la sua criminale negligenza. E per il suo ruolo nella copertura dei crimini dei preti».

Eppure non c´è stata sentenza. La Corte si è limitata a non accogliere l´appello del Vaticano.

«Ma è una vittoria enorme che la Corte ci abbia dato il semaforo verde, finalmente il via libera: dopo otto anni di impedimenti sollevati dall´inizio della causa, nel 2002, dopo otto anni di ostacoli».

Davvero a questo punto pensa di portare, come ha annunciato, Papa Ratzinger alla sbarra?

«Sì, questa à una delle cose che faremo. Ma prima cominceremo dal cardinale Sodano e dal cardinale Bertone. Al Papa ci arriveremo. Non voglio certo cominciare da lì: voglio prima raccogliere le loro deposizioni in particolare. Perché loro - uno come segretario di Stato, l´altro come Capo del collegio cardinalizio, sono stati i top guys, i personaggi chiave».

Perché proprio loro?

«Perché nelle loro posizioni sono stati al centro delle coperture per un lungo periodo. Così come lo fu il cardinale Joseph Ratzinger, l´attuale Papa Benedetto, quando aveva responsabilità nella Curia.
Lui adesso è il capo supremo e non partirò nell´inchiesta da lui: ma ci arriverò».

Come farà a raccogliere queste deposizioni? Pensa di organizzare degli interrogatori in Italia?

«Sì, dovremo andare in Vaticano, organizzeremo le deposizioni, organizzeremo una missione».

Primo passo, lei dice, Bertone e Sodano. Per arrivare a portare sotto processo il Papa?

«Guardi, cercheremo come ho detto di avere la deposizione anche del Papa. Io non penso che sarà possibile processare il Papa in quanto Papa: ma il Vaticano sì. Per la prima volta avremo la possibilità di fare un processo, qui negli Usa, in cui il Vaticano può essere considerato responsabile nella copertura di quei crimini che sono gli abusi dei preti. E´ soltanto una decisione che riguarda un caso ma apre la porta ad altri casi e soprattutto al principio di responsabilità. E questa è la cosa più importante».

Come si è sentito appena avuta la notizia della decisione della Corte Suprema?

«Estasiato...».

(a. aq.)
[Modificato da ®@ffstef@n 02/07/2010 13:38]
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03/07/2010 09:29
 
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Prima causa contro il vaticano   
Pedofilia: prima causa a Vaticano dopo il via libera della Corte SupremaL'avvocato Jeff Anderson, difensore di numerose vittime di abusi sessuali da parte di religiosi negli Stati Uniti, torna all'attacco (di Alessandra Baldini)

NEW YORK  - L'avvocato Jeff Anderson torna all'attacco: dopo avere incassato il "luogo a procedere" della Corte Suprema di Washington sul processo al Vaticano in un caso di pedofilia dell'Oregon, oggi sporge denuncia contro la Santa Sede in California: l'azione legale a nome di un uomo che fu molestato da un prete salesiano di nome Titian Miani, è la prima dopo che i giudici di Washington hanno rifiutato di ascoltare la richiesta della Santa Sede di applicare al Vaticano e ai suoi più alti rappresentanti l'immunità prerogativa degli stati sovrani in base alla legge degli Stati Uniti.

L'azione legale accusa i vertici del Vaticano, i superiori dell'ordine dei salesiani e i vescovi responsabili di una scuola di Bellflower in California di aver insabbiato le molestie sessuali di Miani, "padre Jim" per i suoi allievi.

Miani ha 83 anni e nel 2003 è stato arrestato per un caso di pedofilia poi caduto in prescrizione.

Miani aveva altre accuse alle spalle: negli anni Quaranta, quando era seminarista, su un ragazzino di 13 anni a un ritiro parrocchiale in Italia, poi in un collegio salesiano a Edmonton in Canada e successivamente nella diocesi di Stockton in California, di cui è stato vescovo il cardinale Roger Mahoney, arcivescovo uscente di Los Angeles.

Secondo Anderson "il Vaticano era stato avvertito ma il Papa e la Congregazione per la Dottrina della Fede non avevano rimosso il prete pedofilo".

Nell'azione legale si afferma anche che l'ordine dei Salesiani era a conoscenza delle tendenze di Miani: ciò nonostante, quando il prete fu trasferito a Bellflower fu incaricato dei rapporti con gli studenti senza che né gli studenti né le famiglie fossero avvertiti.

Anderson e i suoi associati hanno convocato una conferenza stampa a Los Angeles dopo la ufficializzazione delle accuse: "Per molti anni gli ordini religiosi con base a Roma hanno trasferito con impunità all'estero i sacerdoti pedofili per evitare di fare i conti con la giustizia", ha detto l'avvocato.

"L'ordine dei Salesiani, il terzo per importanza nella galassia cattolica (vi appartiene fra gli altri il segretario di Stato vaticano, card.Tarcisio Bertone, ndr), era stato informato che Miani era un pedofilo fin dagli anni Quaranta e tuttavia lo aveva trasferito dall'Italia in Brasile, in California, in Canada e di nuovo in California. Questo prete ha fatto almeno 13 vittime, e malgrado ciò ha continuato a svolgere il suo servizio"
.

Nel 2008 la Società Salesiana di Los Angeles ha accettato di pagare 19,5 milioni di dollari per chiudere 17 casi di molestie sessuali nell'arcidiocesi. L'accordo era arrivato mentre una giuria si apprestava ad ascoltare accuse secondo le quali i Salesiani sapevano che padre Miani aveva molestato ragazzini quando lo avevano assegnato alla St. John Bosco High School di Bellflower. Qui, Miani avrebbe commesso abusi su almeno quattro minori, tra cui un ragazzo quindicenne e le sue due sorelline.

Miani
ha lasciato l'ordine nel 1974 ma ha continuato a fare il prete fino a quando è andato in pensione, nel 1993.
 
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