Come dicevo Adriano ha 76 anni, con un passato, fin da ragazzo, che lo ha temprato e forgiato nella vita, da renderlo adatto ad affrontare ogni situazione.
Un uomo laureato in sensibilità e “professore” nella comprensione umana.
Un vero amico.
Nel corso di quasi 40 anni di amicizia non mi ha mai giudicato, ma consigliato, mi ha sostenuto in momenti difficili per il solo amore di farlo. Anche nei momenti in cui avevo imbarazzo per i miei errori, ha saputo leggere nel mio animo, dandomi compagnia e affetto.
Ho 55 anni, ma non ho mai conosciuto, fra migliaia di persone, un uomo come Adriano.
So di non esagerare nel fare queste affermazioni, perché sono frutto di una riflessione ben ponderata.
Adriano, come tutti, ha molti difetti, ma chi ha l’opportunità di conoscerlo bene, va oltre queste “pagliuzze”.
Ora vengo al punto, del perché voglio parlare di questo uomo che vive “dietro le quinte” come molti grandi uomini che non amano i “riflettori” e rende Adriano una persona speciale.
Adriano è uno studioso, un ricercatore, una persona con una competenza culturale, soprattutto in campo teologico, a dir poco inarrivabile.
Posso dire questo, perché, nonostante, ho la sua stessa passione nel dedicare ore di lettura e di studio tutti i giorni, sin da quando facevo le elementari, passione ereditata da mia madre e da una predisposizione naturale, Adriano è qualcosa di più.
Credo che abbia scritto di pugno centinaia di migliaia di pagine, una scrittura fitta e veloce, che denota un senso di urgenza, tanta è la “febbre” di Adriano nell’indagine intellettuale.
L’altra sera mi ha consegnato uno scritto di 41 pagine dove riconosco uno studioso dello stesso livello di alcuni che fanno parte del panorama mondiale nella sfera umanistica e teologica.
Ho grande rispetto e stima di Adriano perché, nonostante le sue molte vicissitudini della vita, i suoi acciacchi fisici, i suoi affanni quotidiani, non si lamenta mai, non fa mai la vittima, non si piange addosso, non dice mai povero me.
Quando mi consegna le sue ultime riflessioni, non le sottovaluto mai, perché so che sono il risultato di una ricerca iniziata negli anni ‘50, fatta di serietà, di correttezza e onestà intellettuale.
Ecco perché, riporterò il suo ultimo scritto, con la raccomandazione, per chi vorrà leggerlo, di avere rispetto, anche se potrà dissentire o non trovarsi d’accordo.
Nel caso, qualcuno voglia contestare o discutere il contenuto della pubblicazione di tale scritto, è pregato di farlo con motivazioni e prove documentate, senza cadere nelle “offese” o nel pregiudizio spicciolo di chi pensa si tratti di “falsità”. Il vero confronto intellettuale è fatto di prove, di documenti, di confutazioni logiche e di argomenti altrettanto validi a quelli prodotti dal nostro interlocutore.
Grazie.
Saluti
Pino Lupo
[Modificato da parliamonepino 27/06/2010 10:34]
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