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CARCERI IN ITALIA: PEGGIO DEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2010 15:54
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07/06/2010 09:57
 
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Nelle carceri italiane, al 30 aprile 2010, ci sono 67.444 detenuti.

Gli spazi a disposizione, nelle strutture carcerarie, non arrivano ad "ospitarne" più di 30.000!

Dall'inizio di quest'anno ci sono stati circa 30 "suicidi". Ogni hanno ci sono 100 detenuti che si tolgono la vita. Ma c'è molto più di questo. I numeri non dicono tutto.

Nelle carceri italiane non si rispetta nessuna norma prevista per la convenzione dei Diritti sull'Uomo.

Di questa situazione drammatica, da "campo di concentramento", da "Gulag" (luoghi penali russi), ne sono al corrente tutti.

Parlamentari, Ispettori, Ministri, Vescovi e Giornalisti che hanno visitato, in questi ultimi mesi, i carceri, ne sono usciti inorriditi per la totale mancanza di qualsiasi norma che tuteli la salute e la dignità dei detenuti.

Qualche storia di morte, grazie al coraggio di alcuni parenti dei detenuti, è stata alla ribalta dei notiziari.

Giuseppe Uva
Aldo Bianzino
Camillo Valentini
Luigi Acquaviva
Diana Blefari
Stefano Frapporti
Niki Aprile Gatti
Sami Mbarka Ben Gargi
Stefano Cucchi
......e tanti altri

Quando si chiedono delle spiegazioni, la risposta è vaga: "c'è stato un errore", "non sapevamo che avesse problemi di salute", "è stato un attimo di disattenzione", "è caduto dalle scale". Infatti, la mancanza di umanità porta a questo genere di "negligenze".

Quando si entra in un Istituto Penale, si viene presi in custodia, ci si deve prendere cura della persona che, come dice il regolamento, è da rieducare e da recuperare.

Invece, si muore di carcere o si viene rovinati per sempre.

Le cifre, di cui parlo, lasciano il tempo che trovano, non aiutano a capire le dimensioni di questa "carneficina". Gli oltre 100 morti all'anno non rendono l'idea di quanto affermo.

Ho visto uscire, solo in una mattina, diverse autombulanze dal carcere delle "Vallette" di Torino, si tratta di detenuti già moribondi, muoiono in ospedale, per cui, restano in carico alla sanità pubblica e non al "luogo penale". Non sappiamo quanti sono!

Nei moduli burocratici del carcere, quando uno si toglie la vita, si scrive "gesto anticonservativo"

Molti ragazzi, appena entrano nel luogo detentivo, subiscono un impatto con il degrado, la paura, l'umiliazione, la vergogna e la totale mancanza di rispetto, che non riescono ad organizzare una strategia per sopravvivere e, pur avendo qualche mese da scontare, arrivano al gesto estremo.

C'è una realtà oscura nelle carceri, con le sue regole, dei codici di comportamento, le "gerarchie" da rispettare.

La percentuale degli stranieri nelle carceri è significativa e questo tipo di promiscuità non è facile da gestire.

Di certo, il linguaggio carcerario, è fatto di violenza, di prevaricazione fisica, di soggezione. Il tutto si svolge dietro le Quinte", nell'ombra. Non ci sono telecamere o occhi indiscreti.

Nel 2010, in questa Italia democratica, fondata nell'amore, nei Diritti, piena di solidarietà per i paesi colpiti da eventi disastrosi, ci sono persone che vengono picchiate a morte, subiscono umiliazioni di ogni tipo, finiscono in ospedale in gravi condizioni, senza che i loro parenti o gli avvocati siano informati, senza che un Ministro della Giustizia si dimetta subito dopo.

Non sono interessato a scrivere tutti i dettagli degli sviluppi giudiziari, le perizie, le testimonianze, gli interrogatori, le inchieste. Neanche, quando ci sono le condanne a chi viene inchiodato dalle prove per aver usato violenza e poi viene rilasciato perchè non ci sono sufficienti motivazioni per tenerlo in carcere, in quanto stava compiendo, in fin dei conti, il proprio dovere.

Anche la Polizia penitenziaria vive un disagio, per cui, è da "comprendere" ed ha delle attenuanti.

Ricordo del tunisino Sami, che protestò perchè trovava la sua condanna ingiusta, fece uno sciopero della fame e fu lasciato morire senza che qualcuno mosse un dito per farlo desistere.

Per Eluana Englaro si è mobilitato un paese intero, con fiaccolate, manifestazioni, persino il Governo si pronunciò, anche il Vaticano. Per una ragazza ridotta allo stato vegetativo da anni, in coma irreversibile, si è smossa una nazione e per un ragazzo sano, colpevole o innocente, questo non lo so, i medici di Pavia, si sono limitati a dire: "non potevamo andare contro la volontà del detenuto”

Per non parlare del caso Cucchi, morto perchè è stato massacrato di botte, anche se il decesso è stato attribuito ad uno stato di disidratazione e.... forse una flebo gli avrebbe salvato la vita.

Ma dove siamo a Haiti, nel Bangladesh? Siamo in Italia! Un ragazzo di 30 anni, dopo 6 giorni di ricovero in ospedale, viene lasciato morire senza che 5 medici, con tutti gli "strumenti" a disposizione, facciano qualcosa.

Pino Lupo





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08/06/2010 12:18
 
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Detenuto suicida a Salerno, il 29esimo nel 2010. Rivolta a Genova e proteste a Novara


ultimo aggiornamento: 07 giugno, ore 11:52


Roma - (Adnkronos) - La vittima è un 34enne in carcere per rapina con fine pena 2012. Sabato proteste anche a Padova, Vicenza e San Vittore. A San Remo un detenuto è stato salvato in extremis dalla polizia penitenziaria. Giovedì l'evasione di un detenuto dall'ospedale Gemelli di Roma.
I suicidi degli ultimi mesi nelle carceri italiane 
   

Roma, 7 giu. - (Adnkronos) - ''Alessandro Lamagna, 34enne detenuto per rapina con fine pena 2012, si è suicidato nel pomeriggio di ieri, nella sua cella nel carcere di Salerno.

E' il 29esimo suicidio in cella dal 1 gennaio 2010.

Ieri sera i detenuti del 2° Piano della 1° Sezione di Genova Marassi hanno dato vita ad una violentissima protesta con incendio di suppellettili e lenzuola, degenerata con il barricamento di sette detenuti in una cella. Solo il deciso intervento dei poliziotti penitenziari ha riportato l'ordine.

Bilancio: due agenti feriti". Lo riferisce il segretario Generale della Uil Pam Penitenziari, Eugenio Sarno.
 "A Novara sino a tarda notte - continua Sarno - si sono succedute le proteste dei detenuti attraverso la battitura del pentolame e delle stoviglie sui cancelli e sulle grate.  Sabato a Padova, Vicenza e San Vittore , analoghe manifestazioni di protesta messe in atto dalla popolazione detenuta.  

Venerdì a San Remo un detenuto è stato salvato in extremis dalla polizia penitenziaria
.

Ancora venerdì a Milano Opera un detenuto ha aggredito e ferito con pugni un agente - prosegue Sarno - è il 96° agente penitenziario aggredito e ferito dall'inizio del 2010.

Giovedì l'evasione di un detenuto dall'ospedale Gemelli di Roma.
Basta e avanza per dire che siamo oltre il baratro''.


''Credo che abbiamo speso tutte le parole possibili per lanciare l'allarme su cosa succederà negli istituti penitenziari - ha detto ancora sarno - Adesso più che parlare bisognerà concentrarsi su come affrontare questa estate di proteste e rivolte nelle prigioni, nella consapevolezza di essere stati lasciati nel più completo abbandono a dover gestire, senza mezzi, uomini e risorse queste tensioni.

Gli episodi violenti della settimana appena trascorsa non i sono che l'avamposto dell'eruzione che ci attende''.


''Purtroppo il Parlamento pare essere distratto da altre cose e irresponsabilmente non ha voluto approfondire la tematica relativa alle carceri - prosegue Sarno -

La discussione dello scorso gennaio si è vaporizzata in un insano accordo bipartisan che lascia immodificato lo stato delle cose e scarica sugli operatori penitenziari una situazione ingestibile e pericolosa.

Non è eresia affermare che il dramma penitenziario, come eloquentemente definito dall'esimio Presidente Ciampi, non interessi i nostri politici e i nostri governanti.

67.500 detenuti;
29 suicidi in cella;
44 tentati suicidi sventati;
96 agenti penitenziari,
2 medici e 4 infermieri aggrediti e feriti;
4 evasioni e
5 tentate evasioni.

Questi sono i numeri dello sfascio, dell'emergenza e del dramma penitenziario".


"Il personale è stanco, depresso, demotivato e sfiduciato.

Su tutto il territorio nazionale fioriscono manifestazioni di protesta contro un'Amministrazione statica, immobile, insensibile ed incapace. Nonostante ciò, il silenzio e l'immobilismo continuano ad essere i tratti caratterizzanti dell'azione dipartimentale - Conclude Sarno

- Non c'è il piano carceri.
Almeno ne abbiamo perso completamente le tracce.

Non ci sono le norme deflattive.
Ora non ci sono più nemmeno le 2000 assunzioni.

Diciamo che le parole sono state tante. I fatti sono zero.

Non ce ne voglia il Ministro Alfano, ma sul fronte penitenziario i suoi propositi sono naufragati sullo scoglio degli interessi politici della lega Nord.


Ma a pagarne le conseguenza non saranno solo gli operatori penitenziari, quanto l'intero Paese".


[Modificato da _Rossini_ 08/06/2010 12:19]
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