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SCANDALO FASTWEB - Ruberie Gigantesche -

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2010 18:13
25/02/2010 17:08
 
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Chi è questo Di Girolamo?




Ancora corruzione. Ancora arresti, frodi, intrallazzi con l’ndrangheta, ma soprattutto ancora PDL.

Si, perché l’ultimo nome importante saltato fuori nella vicenda della maxi frode fiscale Telecom-Fastweb è quello di Nicola Di Girolamo, Senatore per la circoscrizione Estero-Europa per il Popolo della Libertà.


Ma procediamo con calma e cerchiamo di capire chi è questo signore e in che modo è stato eletto partendo da un altro nome coinvolto nello scandalo, un nome che fa paura.


Il nostro personaggio principale si chiama Gennaro Mokbel, un imprenditore romano con un passato nella destra eversiva e contatti anche con Antonio D’Inzillo (Nar).


Per chi non lo sapesse, Nar sta per: Nuclei Armati Rivoluzionari, un gruppo terroristico d’ispirazione neofascista attivo in Italia dal 1977 al novembre del 1981, nato a Roma nel Quartiere Trieste e poi diramatosi in altre città italiane. In quattro anni i membri dei NAR furono responsabili di 33 omicidi, senza contare le 85 morti causate dalla Strage di Bologna.

E’ Mokbel a credere nella necessità di un referente in Parlamento per poter far affari. Così, nell’aprile del 2008, propone la candidatura al Senato (circoscrizione Estero-Europa) dell’avvocato Nicola Di Girolamo, suo stretto collaboratore “già utilizzato per la costituzione delle società di comodo finalizzate al riciclaggio”.


Per eleggere Di Girolamo, Mokbel si rivolge all’avvocato calabrese Colosimo (ora latitante), che a sua volta si fa carico di convocare una riunione con il referente della cosca Arena di isola Capo Rizzuto, Fabrizio Arena che assicura l’elezione di Di Girolamo al Senato nelle fila del Pdl.


Infatti, secondo la Procura di Roma, il senatore del Pdl Nicola Paolo Di Girolamo uomo alle dirette dipendenze di Gennaro Mokbel, sarebbe stato eletto nella circoscrizione Estero del Senato, con i voti garantiti dalla ‘Ndrangheta di Isola Capo Rizzuto.


Dalle intercettazioni emerge che Di Girolamo si è recato in Germania assieme agli esponenti della cosca Arena per procurare voti come scrive il gip “avvalendosi della capacità di intimidazione e dell’operatività della cosca mafiosa reperivano voti presso gli immigrati calabresi in particolare nel distretto di Stoccarda e Francoforte. Dove grazie al supporto del mafioso Franco Pugliese, riciclatore dei beni della famiglia Arena difesa dall’avvocato Colosimo ora latitante, reperivano le schede elettorali in bianco inviate agli elettori residenti all’estero provvedendo al riempimento inserendovi abusivamente il nominativo Di Girolamo Nicola Paolo”.


Insomma, guarda caso sempre PDL.


Alla luce di tutto ciò, scoperto solamente grazie allo strumento delle intercettazioni, non fa un po’ ridere la nuova propaganda sulle leggi anti-corruzione di Berlusconi?
Proprio lui che sforna da anni condoni e depenalizzazioni per reati finanziari, proprio lui che sta per varare la nuova legge ammazza intercettazione, grazie alla quale tutta questa gentaglia tirerà un sospiro di sollievo e potrà  finalmente  rubare nella pace più assoluta.


Quand’è che l’ettorato del PDL si sveglierà?


Basterà un altro editoriale del viscido Minzolini per dare come sempre la colpa alla Magistratura mangia bambini? e continuare a considerare eroi dal cielo questa casta politica che sta consumando l’Italia a colpi di mazzette e corruzione?



Fonte:
Popolino della Libertà/1 - Nicola Di Girolamo


Il senatore del Pdl nega di aver mai avuto rapporti con la malavita organizzata.
Ma "L'espresso" ha trovato le sue immagini amichevoli insieme a un boss della 'Ndrangheta,
Franco Pugliese
.
(foto tratte da l'Espresso)


 Il Sen. Di Girolamo e il boss Pugliese      


"I fatti contestati non mi appartengono. Non ho mai avuto contatti con mafia, camorra e 'Ndrangheta".

Così ha dichiarato il senatore Pdl Nicola Di Girolamo nel corso della conferenza stampa che ha convocato per precisare ai giornalisti la propria posizione in merito all'inchiesta che lo vede accusato di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale e di essere stato eletto all'estero con il contributo determinante di una famiglia mafiosa.

Il senatore si è concesso pochi minuti, senza rispondere alle domande che gli venivano rivolte, numerosissime, dai cronisti. "Ho rispetto del lavori della magistratura ma mi riservo di vedere prima gli atti per poter contestare le accuse", si è limitato ad aggiungere.

Quell'unica, perentoria, affermazione "non ho mai avuto contatti con mafia, camorra e 'ndrangheta" viene tuttavia smentita da un servizio fotografico pubblicato in esclusiva nel prossimo numero de "L'espresso" e che qui anticipiamo.

Il servizio documenta una cena elettorale svoltasi nell'aprile 2008 durante la quale il senatore Di Girolamo è ritratto in atteggiamento amichevole insieme al boss Franco Pugliese e questi, a sua volta, con Gerolamo Mokbel (considerato l'ambasciatore delle famiglie mafiose calabresi nel potere politico romano): tutti coinvolti nella maxi inchiesta che vede implicati i vertici di Fastweb e Telecom.
      
Pugliese, Mokbel e Di Girolamo "intortato"                Foto di gruppo con boss e gnocche   

[Modificato da ®@ffstef@n 25/02/2010 17:25]
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