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SCANDALO FASTWEB - Ruberie Gigantesche -

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2010 18:13
24/02/2010 14:40
 
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GODETEVI QUELLE CHE POTREBBERO ESSERE LE ULTIME INTERCETTAZIONI DI BANDITI IN ITALIA: BERLUSCONI VUOLE AFFRETTARE I TEMPI PER RENDERLE IMPOSSIBILI.



Scandalo Fastweb, le intercettazioni


(di Emiliano Fittipaldi - l'Espresso)



Ecco come il senatore del Pdl Di Girolamo e gli
imprenditori arrestati facevano affari milionari.


Un gigantesco sistema di riciclaggio di denaro sporco che coinvolge anche Telecom.

Ed emergono rapporti con Finmeccanica


Il conto corrente i carabinieri lo hanno trovato alla Barclays
 Bank
, Isole Seychelles, a nome della Waldorf Investment.
 Dietro quella società, secondo gli investigatori, ci sono due dei pezzi grossi finiti nella rete dei pm di Roma: il senatore Nicola Di Girolamo e Marco Toseroni, entrambi indagati, insieme ad altre 54 persone, nella mega operazione su riciclaggio di denaro sporco del Ros e della Guardia di Finanza.


Il conto corrente è di quelli pesanti: in pochi mesi ci finiscono dentro 36 milioni di euro.
 
Tutti illeciti profitti guadagnati dalla banda capeggiata da
 Gennaro Mokbel, che dal 2003 al 2007 grazie alla falsa
 compravendita di schede prepagate e alla fittizia
 compravendita di traffico telefonico mai effettuato, ha
 generato operazioni per 2,2 miliardi di euro.
 

Un riciclaggio spaventoso pari al debito dell'Alitalia,
un'affare in cui sono coinvolti tutti: imprenditori, mafiosi, piccole aziende, rappresentanti delle forze dell'ordine,aziende come Telecom, Sparckle, Fastweb (è stato spiccato un mandato di arresto per l'ex aministratore Silvio Scaglia, l'attuale amministratore Parisi è indagato), politici di spicco.



Il senatore Di Girolamo – di cui oggi la procura ha chiesto l'arresto – è uno dei perni dell'inchiesta: dalle intercettazioni e dalle indagini economiche sembra che il suo ruolo sia più che rilevante. La 'ndrangheta avrebbe messo il nome del senatore Di Girolamo sulle schede bianche usate per i seggi destinati agli italiani all'estero per farlo eleggere.

Ma il suo nome spunta dappertutto, soprattutto nelle intercettazioni che raccontano come il sodalizio criminale tenti di far rientrare i capitali dall'estero e di investire i guadagni illeciti.


Il riciclaggio
- Il problema principale, quando i soldi iniziano ad arrivare a vagonate, è quello di spenderli.

Gennaro Mokbel, parlando con uno dei suoi soci, è chiaro. «Noi stiamo a vive male, però, molto male! Ammucchiamo, ammucchiamo ma non famo mai un cazzo... mo' tocca iniziare a spenderli sti soldi. Massimo, Pinocchio (che secondo gli investigatori è l'amico e socio Marco Toseroni) è convinto che sulle gioiellerie, ha chiamato l'amministratore de Vancleef, ha un appuntamento st'altra settimana...».

In effetti, l'organizzazione compra un po' di gioiellerie, negozi di abbigliamento, ristoranti e immobili. Tutti a Roma.

Il nome di Di Girolamo spunta quando c'è necessità di far rientrare i capitali dall'estero.

Lo studio dei flussi di denaro è stato complesso, ma per riportare i soldi in Italia vengono usati esperti e avvocati stranieri, spesso titolari di fiduciarie in stati esteri, come tal Mr. Lee, Randhir Ram Chandra, il giapponese mister Takeshi Iwasawa e l'italianissimo Fabrizio Rubini.

Rubini è già noto alla polizia: nel 2005 è finito in carcere a Regina Coeli, accusato di aver ucciso il rivale in amore, un geometra di Ostia. Nonostante l'accusa grave e le intercettazioni che inchiodavano lui e l'amante, Rubini è stato scarcerato nel 2006
.

Sembra si sia rimesso subito in affari. Rubini, commercialista noto della Capitale, è stato socio con Di Girolamo in varie società (Wbc srl, Emmemarine srl, Progetto ristorazione), ma secondo gli inquirenti ora mira in alto: sarebbe lui l'intestatario di un conto a San Marino dove vengono accreditati milioni di euro, soldi che la banda mandava dalle società di vari paradisi fiscali.

Nelle giornate in cui arrivavano i bonifici, i due si sentono al telefono.
Telefonate criptiche, dicono gli investigatori: Di Girolamo e Rubini dicevano di parlare dei dettagli solo di persona.



Ecco due colloqui tra il senatore e l'uomo
accusato d'omidicio volontario, avuti il 30
gennaio 2008 e il 18 marzo 2008
:


D: «Pronto»


R: «Nicola scusa è una cosa rapidissima. Mi hanno confermato che tra domani e dopodomani a Rimini mi hanno dato tutto. Tutti i documenti inerenti a quella cosa che ho discusso con Giovanni...io rientrerei giovedì, ma ti trovo per portarveli subito così ve li leggete...»


D: «Io martedì sono già operativo il pomeriggio»

R: «Perfetto» - R: «Ti porto un po' di pezzi di carta, per te».

D: «bene, così riusciamo a reimpostà un po', e niente da domani allora facciamo il punto su questo e su quell'altra cosa, oltretutto questa è un po' una pratica "pilota", perché se va avanti...tutto quello che mi ero fermato di prendere...perchè avevo vari dubbi su Paolo e quant'altro, capisci che dirottiamo tutto qua?»

R: «Assolutamente si, perfetto».

D: «Okay a posto».




L'affare Finmeccanica

Il gruppo a un certo punto decide di investire e punta in alto. Secondo gli inquirenti la banda avrebbe investito circa 8 milioni di euro per compare le quote della Digint srl, una società che dovrebbe produrre software e hardware nata nel 2007 e partecipata da una società anonima lussemburghese (la Financial Lincoln) e dal colosso pubblico Finmeccanica, che ne detiene il 49 per cento.

Già. Mokbel e i suoi parlano spesso di Guarguaglini e altri dirigenti dell'azienda.

«Io ieri sera sono stato a cena con uno dei capoccioni di Finmeccanica» spiega
Mokbel a un amico «uno dei tre che comandano Finmeccanica.

Lui però vive negli Usa, a Washington, è quello che ha firmato l'accordo da sei
miliardi
... sugli aerei... Finmeccanica, fa gli aerei degli Stati Uniti».

A un altro interlocutore, Mokbel ripete che è stato a cena con «il numero tre della
terza industria militare del mondo e con due della Cia...Aveva una scorta de
quelle che non se possono...armati, un cazzo de marchingegno, m'hanno offerto,
non a me, ma tramite sempre l'avvocato Nicola
(secondo gli inquirenti si tratta del
senatore Di Girolamo, ndr) di aprire una loro agenzia per tutto il centro Asia, per
la vendita di prodotti di sicurezza... e prodotti militari... elicotteri Augusta e via
 dicendo. Ci abbiamo una riunione lunedì
».

A un altro personaggio, Mokbel suggerisce di tenere la bocca chiusa sull'affare,
perché le possibilità di fare altri soldi sono molte.
«Incominci a comprare gli elicotteri Augusta...quanti amici vuoi?
Che cazzo vuoi?
Che sicurezza vuoi?
Che tecnologia vuoi?
Questa è una cosa ...che ci apre tutto un altro scenario che manco te lo voglio dì...
» [...]



Silvio Scaglia (1958) è il fondatore di Fastweb S.p.A.
e Babelgum
.


Forbes stima la sua ricchezza in circa 1,2 miliardi di dollari,
facendo di lui il tredicesimo uomo più ricco d'Ialia (l'ultimo tra chi può dirsi miliardario) e il 962° uomo più ricco del mondo.

Dopo essersi laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni al Politecnico di Torino, Silvio Scaglia inizia la sua carriera
professionale presso McKinsey e Bain & Co. ricoprendo il
ruolo di consulente.


Nel 1994 Omnitel Pronto Italia ottiene una licenza di telefonia mobile per fare concorrenza a Telecom Italia Mobile.

Nel 1995 Silvio Scaglia è ad di Omnitel. Lo sarà fino al 1999(quando Omnitel viene venduta da Olivetti).


Nel settembre 1999, insieme al finanziere Francesco Micheli,crea la società Fastweb.

Nel marzo 2000 la controllante e.Biscom chiede alla Consob di entrare in borsa con l'emissione di nuove azioni per nuovi investitori.

Nel culmine della bolla speculativa della new economy, le
azioni vengono vendute a 160 € l'una
.

Con i soldi raccolti dai piccoli investitori, iniziano gli
investimenti di Fastweb.

Nel 2004 c'è la fusione di Fastweb e e.Biscom:
la nuova società avrà il nome Fastweb.


Principale azionista di Fastweb, il 9 aprile 2007 Scaglia aderisce all'OPA amichevole lanciata da Swisscom (che aveva valutato Fastweb circa 3,7 mld di € e offerto per l'acquisto dei titoli Fastweb 47 € per azione), cedendo la sua quota pari al 18.75% e rimanendo società col solo incarico di amministratore del Consiglio di Amministrazione.

Il 23 ottobre 2009 le azioni erano però scese a 20,190 €, con
una perdita per Swisscom del 57% in 2 anni e mezzo.

Oggi è stato emesso un mandato di arresto nei confronti di
Scaglia da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma,quale misura cautelare, nell'ambito dell'operazione
Phuncards-Broker, che ha scoperchiato una gigantesca rete internazionale di riciclaggio legata alla 'ndrangheta.


I particolari dell'operazione vengono illustrati pubblicamente in contemporanea con una conferenza stampa presso la stessa DDA di Roma: si tratta di 56 ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio [...]


Il provvedimento restrittivo nei confronti di Scaglia non viene  eseguito perché risulta irreperibile ai carabinieri del Ros e alla Guardia di Finanza.

I suoi legali fanno poi sapere che sarebbe all'estero per lavoro e comunicano una sua nota con cui dà loro mandato di concordare il proprio interrogatorio nei tempi piu' brevi per chiarire tutti i profili della vicenda, dichiarandosi comunque "estraneo a qualunque addebito"
(...meno male... eravamo in pensiero per lui... NdR)

(Wikipedia)

 
 
[Modificato da ®@ffstef@n 24/02/2010 14:54]
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