È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!



   
 
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

SCANDALO FASTWEB - Ruberie Gigantesche -

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2010 18:13
Email Scheda Utente
OFFLINE
24/02/2010 12:07
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

23/02/2010

Fonte:
...questi "birbantelli" stanno scarnificando il paese, ma Fini è durissimo: "ricandidabili dopo 5 anni i condannati per corruzione"...

...caspita... Fini, per pudore, non aggiunge che è richiesta una "condanna passata in giudicato", che col combinato disposto del processo breve, del taglio sulle intercettazioni, e del taglio delle risorse per la giustizia, nessuno avrà mai più... Fra lui e Berlusconi stanno consolidando il giochino del "tana libera tutti". Con buona pace di chi, troppo affrettatamente, aveva fatto di Fini uno statista. Resta solo lo chauffeur del Partito del Predellino,..

Ora salta fuori la storia di senatori europei del PdL eletti con schede riempite dalla 'ndrangheta, e la storia della maxi-truffa  della Fastweb. OTTOCENTO MILIARDI di lire, mica cazzi... E a Fini non viene in mente la bella idea di dare un calcio in culo al suo sdoganatore, ormai trasformatosi in prasseneta di tutti i ladroni e le puttane d'Italia, e di tentare di rifarsi una verginità, prima di invecchiare irrimediabilmente sporcato dal fard del padrone? Tafanus___

CHIESTO L'ARRESTO PER
SILVIO SCAGLIA E PER IL
SEN. NICODA DI GIROLAMO (PdL)


Il senatore del Pdl è coinvolto nell'indagine per via della sua elezione in un collegio all'estero favorita dalla 'ndrangheta

- Cinquantasei le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Roma.

Arrestato anche
un maggiore della Guardia di Finanza.

La procura ha chiesto il commissariamento delle società indagate Fastweb e Sparkle - "Una colossale truffa allo Stato"

(Repubblica.it)



"Una delle più colossali frodi poste in essere nella storia nazionale".

 Così il gip di Roma nelle 56 ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, definisce l'operazione di riciclaggio di denaro sporco per un ammontare complessivo di circa due miliardi di euro scoperta dai carabinieri del Ros e dalle Fiamme Gialle.

Tra gli ordini d'arresto anche quelli per
Silvio Scaglia, il fondatore di Fastweb e per il senatore Nicola Di Girolamo (Pdl), eletto nella circoscrizione Estero-Europa. Indagato anche Stefano Parisi, amministratore delegato di Fastweb a partire dal primo novembre 2004
.


Il filone principale dell'indagine riguarda, oltre Fastweb, anche alti funzionari ed amministratori delle società Telecom Italia Sparkle. E il gip punta il dito contro Telecom Italia Spa: "O si è in presenza di una totale omissione di controlli all'interno del gruppo Telecom Italia Spa sulle gigantesche attività di frode e riciclaggio o vi è stata una piena consapevolezza delle stesse", dice il magistrato.


Scaglia latitante
. Il provvedimento restrittivo per Scaglia, però, non è stato ancora eseguito perché l'imprenditore non è stato rintracciato dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza. Scaglia, che in una nota inviata alle agenzie di stampa si dice estraneo a qualunque reato, ha dato mandato ai suoi difensori di concordare il suo interrogatorio nei tempi più brevi per chiarire tutti i profili della vicenda.


Associazione per delinquere
. Le accuse per tutti gli indagati sono di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e al reimpiego di ingentissimi capitali illecitamente acquisiti attraverso un complesso sistema di frodi fiscali.

In manette anche un ufficiale della guardia di Finanza, Luca Berriola,
attualmente in servizio al comando di tutela finanza pubblica, che avrebbe incassato una cospicua tangente su una delle operazioni di riciclaggio.


Il senatore Di Girolamo (PdL)
.
- Richiesta d'arresto anche per il senatore Di Girolamo. L'esponente del Pdl sarebbe collegato con alcuni degli indagati, che avrebbero favorito la sua elezione in un collegio all'estero. In particolare gli inquirenti fanno riferimento a una riunione tenuta dallo stesso Di Girolamo da Gennaro Mokbel (uno dei 56 arrestati) e da esponenti della famiglia Arena, nel corso della quale si concordò di sostenere la sua elezione, facendo confluire su di lui i voti dei calabresi in Germania.


La 'ndrangheta riuscì a venire in possesso di moltissime schede elettorali, che compilò direttamente con il nome di Di Girolamo (circostanza che era già emersa da una precedente inchiesta: l'arresto di Di Girolamo era già stato chiesto nel 2008 alla Giunta delle autorizzazioni a procedere). In base alle accuse l'elezione di Di Girolamo doveva servire all'organizzazione criminale per spostarsi, senza problemi nell'ambito delle attività transnazionali di riciclaggio.


Telecom Italia, Sparkle e Fastweb
. Il filone principale dell'indagine riguarda alti funzionari ed amministratori delle società Telecom Italia, Sparkle e Fastweb accusati, con riferimento a un arco temporale che va dal 2003 al 2006, di falsa fatturazione di servizi telefonici e telematici inesistenti, venduti nell'ambito di due successive operazioni commerciali dalle compagini italiane Cmc e Web Wizzard srl nonchè da I-Globe e Planetarium, che evadevano il pagamento dell'Iva per un ammontare complessivo di circa 400 milioni di euro, trasferendoli poi fraudolentemente all'estero, dove i soldi venivano reinvestiti in beni come appartamenti, gioielli e automobili.


Richiesta di commissariamento
. Sono indagate anche le società coinvolte, e la procura di Roma ha fatto richiesta formale di commissariamento di Fastweb e Telecom Sparkle. La richiesta di commissariamento è motivata dalla "mancata vigilanza" ed è stata fatta sulla base della legge 231 del 2001 che prevede sanzioni per quelle società che non predispongono misure idonee ad evitare danni all'intero assetto societario.


La struttura
. Alcuni indagati sono raggiunti da un provvedimento restrittivo in Usa, Gran Bretagna (Scaglia) e Lussemburgo. Per realizzare la colossale operazione di riciclaggio, il sodalizio si è avvalso di società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese ed off-shore, controllate dall'organizzazione indagata.


Il danno per lo Stato
. Stando ai carabinieri del Ros e alla polizia valutaria della Guardia di Finanza, lo Stato avrebbe subito un danno per oltre 365milioni di euro derivanti dal mancato versamento dell'Iva, attraverso l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per più di 1.800.000.000 euro da parte delle società di telecomunicazione, che hanno ottenuto fittizi crediti Iva, oltre che un utile pari a quasi 96milioni di euro.


I beni sequestrati
. Tra i beni sequestrati 247 immobili per un valore dichiarato di 48 milioni di euro; 133 autovetture e 5 imbarcazioni per un valore complessivo di 3.700.000 euro; 743 rapporti finanziari; 58 quote societarie per un valore di 1.944.000 euro; crediti nei confronti di Fastweb e Telekom Italia Sparkle per complessivi 340 milioni di euro circa; due gioiellerie (il valore degli immobili è calcolato in base a quanto dichiarato negli atti di compravendita). Il valore dei beni localizzati all'estero e colpiti dallo stesso provvedimento, ammonta a circa 15 milioni di euro.


L'ordinanza del gip
. Secondo il gip è "una delle più colossali frodi poste in essere nella storia nazionale". Nell'ordinanza il magistrato arriva a questa conclusione valutando "l'eccezionale entità del danno arrecato allo Stato, la sistematicità delle condotte la loro protrazione negli anni e la qualità di primari operatori di borsa e mercato di Fastweb (Fweb) e Telecom Italia Sparkle (Tis)". L'obiettivo principale era creare "ingenti poste passive di bilancio dovute alle apparenti uscite di centinaia di milioni di euro in favore delle società 'cartiere'.

Le ingenti somme di denaro apparentemente spese per pagare l'Iva in favore delle 'cartiere' consentivano a Fweb e Tis di realizzare 'fondi neri' per enormi valori".
 In sostanza, le somme sembravano spese per attività commerciali legittime e venivano riportate nelle uscite registrate nei bilanci societari ma questo movimento "serviva solo ad utilizzare liberamente il denaro incassato attraverso il pagamento dell'Iva versata dai clienti di Fweb e Tis che non era mai stato versato all' erario".


Il ruolo di Di Girolamo
. Il gip sottolinea che il gruppo ha "realizzato un salto di qualità" riuscendo a far eleggere il senatore Nicola Di Girolamo, il quale "oltre ad essere uno dei promotori dell'associazione per delinquere, diveniva così un suo diretto esponente all'interno del Parlamento".


"L'estrema pericolosità del sodalizio criminale - scrive il gip - risulta evidente se si considera che esso disponeva di associati che svolgevano funzioni pubbliche, sia all'interno dell'amministrazione civile dello Stato che della polizia giudiziaria, e che ha realizzato un salto di qualità giungendo perfino a determinare l'elezione in Parlamento di uno dei promotori dell'associazione".
Il tutto con l'ausilio del clan Arena.


Terzo livello di associati
. L'adesione al sodalizio di esponenti delle forze di polizia costituiva "l'ulteriore passo verso un 'terzo livello' di associati, che fosse rivestito delle pubbliche funzioni indispensabili ad assicurare i profitti dell'associazione".

Questo avveniva sia con "attività di intralcio alle indagini che con diretta attività di collaborazione in cambio di elevatissime somme di denaro che costituivano il prezzo della corruzione".

L'organizzazione, anche per l'abituale collaborazione con appartenenti alla 'ndrangheta (cui venivano intestati beni di lusso e attività economiche degli associati come nel caso di Franco Pugliese) è giudicata dal gip, nell'ordinanza di custodia cautelare,
"tra le più pericolose mai individuate".


Telecom Italia Spa
. Le modalità operative di Telecom Italia Sparkle (Tis) "pongono con solare evidenza il problema delle responsabilità degli amministratori e dirigenti della società capogruppo alla quale appartiene Tis, ossia Telecom Italia Spa".

Nell'ordinanza il gip spiega che dal momento che Tis era la proprietaria dell'intera dorsale della rete di cui si avvale Telecom Italia ed è sostanzialmene la "cassa operativa" del gruppo
"è evidente che o si è in presenza di una totale omissione di controlli all'interno del gruppo Telecom Italia Spa sulle gigantesche attività di frode e riciclaggio o vi è stata una piena consapevolezza delle stesse".
[Modificato da ®@ffstef@n 24/02/2010 12:11]
Email Scheda Utente
OFFLINE
24/02/2010 14:40
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

GODETEVI QUELLE CHE POTREBBERO ESSERE LE ULTIME INTERCETTAZIONI DI BANDITI IN ITALIA: BERLUSCONI VUOLE AFFRETTARE I TEMPI PER RENDERLE IMPOSSIBILI.



Scandalo Fastweb, le intercettazioni


(di Emiliano Fittipaldi - l'Espresso)



Ecco come il senatore del Pdl Di Girolamo e gli
imprenditori arrestati facevano affari milionari.


Un gigantesco sistema di riciclaggio di denaro sporco che coinvolge anche Telecom.

Ed emergono rapporti con Finmeccanica


Il conto corrente i carabinieri lo hanno trovato alla Barclays
 Bank
, Isole Seychelles, a nome della Waldorf Investment.
 Dietro quella società, secondo gli investigatori, ci sono due dei pezzi grossi finiti nella rete dei pm di Roma: il senatore Nicola Di Girolamo e Marco Toseroni, entrambi indagati, insieme ad altre 54 persone, nella mega operazione su riciclaggio di denaro sporco del Ros e della Guardia di Finanza.


Il conto corrente è di quelli pesanti: in pochi mesi ci finiscono dentro 36 milioni di euro.
 
Tutti illeciti profitti guadagnati dalla banda capeggiata da
 Gennaro Mokbel, che dal 2003 al 2007 grazie alla falsa
 compravendita di schede prepagate e alla fittizia
 compravendita di traffico telefonico mai effettuato, ha
 generato operazioni per 2,2 miliardi di euro.
 

Un riciclaggio spaventoso pari al debito dell'Alitalia,
un'affare in cui sono coinvolti tutti: imprenditori, mafiosi, piccole aziende, rappresentanti delle forze dell'ordine,aziende come Telecom, Sparckle, Fastweb (è stato spiccato un mandato di arresto per l'ex aministratore Silvio Scaglia, l'attuale amministratore Parisi è indagato), politici di spicco.



Il senatore Di Girolamo – di cui oggi la procura ha chiesto l'arresto – è uno dei perni dell'inchiesta: dalle intercettazioni e dalle indagini economiche sembra che il suo ruolo sia più che rilevante. La 'ndrangheta avrebbe messo il nome del senatore Di Girolamo sulle schede bianche usate per i seggi destinati agli italiani all'estero per farlo eleggere.

Ma il suo nome spunta dappertutto, soprattutto nelle intercettazioni che raccontano come il sodalizio criminale tenti di far rientrare i capitali dall'estero e di investire i guadagni illeciti.


Il riciclaggio
- Il problema principale, quando i soldi iniziano ad arrivare a vagonate, è quello di spenderli.

Gennaro Mokbel, parlando con uno dei suoi soci, è chiaro. «Noi stiamo a vive male, però, molto male! Ammucchiamo, ammucchiamo ma non famo mai un cazzo... mo' tocca iniziare a spenderli sti soldi. Massimo, Pinocchio (che secondo gli investigatori è l'amico e socio Marco Toseroni) è convinto che sulle gioiellerie, ha chiamato l'amministratore de Vancleef, ha un appuntamento st'altra settimana...».

In effetti, l'organizzazione compra un po' di gioiellerie, negozi di abbigliamento, ristoranti e immobili. Tutti a Roma.

Il nome di Di Girolamo spunta quando c'è necessità di far rientrare i capitali dall'estero.

Lo studio dei flussi di denaro è stato complesso, ma per riportare i soldi in Italia vengono usati esperti e avvocati stranieri, spesso titolari di fiduciarie in stati esteri, come tal Mr. Lee, Randhir Ram Chandra, il giapponese mister Takeshi Iwasawa e l'italianissimo Fabrizio Rubini.

Rubini è già noto alla polizia: nel 2005 è finito in carcere a Regina Coeli, accusato di aver ucciso il rivale in amore, un geometra di Ostia. Nonostante l'accusa grave e le intercettazioni che inchiodavano lui e l'amante, Rubini è stato scarcerato nel 2006
.

Sembra si sia rimesso subito in affari. Rubini, commercialista noto della Capitale, è stato socio con Di Girolamo in varie società (Wbc srl, Emmemarine srl, Progetto ristorazione), ma secondo gli inquirenti ora mira in alto: sarebbe lui l'intestatario di un conto a San Marino dove vengono accreditati milioni di euro, soldi che la banda mandava dalle società di vari paradisi fiscali.

Nelle giornate in cui arrivavano i bonifici, i due si sentono al telefono.
Telefonate criptiche, dicono gli investigatori: Di Girolamo e Rubini dicevano di parlare dei dettagli solo di persona.



Ecco due colloqui tra il senatore e l'uomo
accusato d'omidicio volontario, avuti il 30
gennaio 2008 e il 18 marzo 2008
:


D: «Pronto»


R: «Nicola scusa è una cosa rapidissima. Mi hanno confermato che tra domani e dopodomani a Rimini mi hanno dato tutto. Tutti i documenti inerenti a quella cosa che ho discusso con Giovanni...io rientrerei giovedì, ma ti trovo per portarveli subito così ve li leggete...»


D: «Io martedì sono già operativo il pomeriggio»

R: «Perfetto» - R: «Ti porto un po' di pezzi di carta, per te».

D: «bene, così riusciamo a reimpostà un po', e niente da domani allora facciamo il punto su questo e su quell'altra cosa, oltretutto questa è un po' una pratica "pilota", perché se va avanti...tutto quello che mi ero fermato di prendere...perchè avevo vari dubbi su Paolo e quant'altro, capisci che dirottiamo tutto qua?»

R: «Assolutamente si, perfetto».

D: «Okay a posto».




L'affare Finmeccanica

Il gruppo a un certo punto decide di investire e punta in alto. Secondo gli inquirenti la banda avrebbe investito circa 8 milioni di euro per compare le quote della Digint srl, una società che dovrebbe produrre software e hardware nata nel 2007 e partecipata da una società anonima lussemburghese (la Financial Lincoln) e dal colosso pubblico Finmeccanica, che ne detiene il 49 per cento.

Già. Mokbel e i suoi parlano spesso di Guarguaglini e altri dirigenti dell'azienda.

«Io ieri sera sono stato a cena con uno dei capoccioni di Finmeccanica» spiega
Mokbel a un amico «uno dei tre che comandano Finmeccanica.

Lui però vive negli Usa, a Washington, è quello che ha firmato l'accordo da sei
miliardi
... sugli aerei... Finmeccanica, fa gli aerei degli Stati Uniti».

A un altro interlocutore, Mokbel ripete che è stato a cena con «il numero tre della
terza industria militare del mondo e con due della Cia...Aveva una scorta de
quelle che non se possono...armati, un cazzo de marchingegno, m'hanno offerto,
non a me, ma tramite sempre l'avvocato Nicola
(secondo gli inquirenti si tratta del
senatore Di Girolamo, ndr) di aprire una loro agenzia per tutto il centro Asia, per
la vendita di prodotti di sicurezza... e prodotti militari... elicotteri Augusta e via
 dicendo. Ci abbiamo una riunione lunedì
».

A un altro personaggio, Mokbel suggerisce di tenere la bocca chiusa sull'affare,
perché le possibilità di fare altri soldi sono molte.
«Incominci a comprare gli elicotteri Augusta...quanti amici vuoi?
Che cazzo vuoi?
Che sicurezza vuoi?
Che tecnologia vuoi?
Questa è una cosa ...che ci apre tutto un altro scenario che manco te lo voglio dì...
» [...]



Silvio Scaglia (1958) è il fondatore di Fastweb S.p.A.
e Babelgum
.


Forbes stima la sua ricchezza in circa 1,2 miliardi di dollari,
facendo di lui il tredicesimo uomo più ricco d'Ialia (l'ultimo tra chi può dirsi miliardario) e il 962° uomo più ricco del mondo.

Dopo essersi laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni al Politecnico di Torino, Silvio Scaglia inizia la sua carriera
professionale presso McKinsey e Bain & Co. ricoprendo il
ruolo di consulente.


Nel 1994 Omnitel Pronto Italia ottiene una licenza di telefonia mobile per fare concorrenza a Telecom Italia Mobile.

Nel 1995 Silvio Scaglia è ad di Omnitel. Lo sarà fino al 1999(quando Omnitel viene venduta da Olivetti).


Nel settembre 1999, insieme al finanziere Francesco Micheli,crea la società Fastweb.

Nel marzo 2000 la controllante e.Biscom chiede alla Consob di entrare in borsa con l'emissione di nuove azioni per nuovi investitori.

Nel culmine della bolla speculativa della new economy, le
azioni vengono vendute a 160 € l'una
.

Con i soldi raccolti dai piccoli investitori, iniziano gli
investimenti di Fastweb.

Nel 2004 c'è la fusione di Fastweb e e.Biscom:
la nuova società avrà il nome Fastweb.


Principale azionista di Fastweb, il 9 aprile 2007 Scaglia aderisce all'OPA amichevole lanciata da Swisscom (che aveva valutato Fastweb circa 3,7 mld di € e offerto per l'acquisto dei titoli Fastweb 47 € per azione), cedendo la sua quota pari al 18.75% e rimanendo società col solo incarico di amministratore del Consiglio di Amministrazione.

Il 23 ottobre 2009 le azioni erano però scese a 20,190 €, con
una perdita per Swisscom del 57% in 2 anni e mezzo.

Oggi è stato emesso un mandato di arresto nei confronti di
Scaglia da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma,quale misura cautelare, nell'ambito dell'operazione
Phuncards-Broker, che ha scoperchiato una gigantesca rete internazionale di riciclaggio legata alla 'ndrangheta.


I particolari dell'operazione vengono illustrati pubblicamente in contemporanea con una conferenza stampa presso la stessa DDA di Roma: si tratta di 56 ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio [...]


Il provvedimento restrittivo nei confronti di Scaglia non viene  eseguito perché risulta irreperibile ai carabinieri del Ros e alla Guardia di Finanza.

I suoi legali fanno poi sapere che sarebbe all'estero per lavoro e comunicano una sua nota con cui dà loro mandato di concordare il proprio interrogatorio nei tempi piu' brevi per chiarire tutti i profili della vicenda, dichiarandosi comunque "estraneo a qualunque addebito"
(...meno male... eravamo in pensiero per lui... NdR)

(Wikipedia)

 
 
[Modificato da ®@ffstef@n 24/02/2010 14:54]
Email Scheda Utente
OFFLINE
25/02/2010 17:08
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Fonte:
Chi è questo Di Girolamo?




Ancora corruzione. Ancora arresti, frodi, intrallazzi con l’ndrangheta, ma soprattutto ancora PDL.

Si, perché l’ultimo nome importante saltato fuori nella vicenda della maxi frode fiscale Telecom-Fastweb è quello di Nicola Di Girolamo, Senatore per la circoscrizione Estero-Europa per il Popolo della Libertà.


Ma procediamo con calma e cerchiamo di capire chi è questo signore e in che modo è stato eletto partendo da un altro nome coinvolto nello scandalo, un nome che fa paura.


Il nostro personaggio principale si chiama Gennaro Mokbel, un imprenditore romano con un passato nella destra eversiva e contatti anche con Antonio D’Inzillo (Nar).


Per chi non lo sapesse, Nar sta per: Nuclei Armati Rivoluzionari, un gruppo terroristico d’ispirazione neofascista attivo in Italia dal 1977 al novembre del 1981, nato a Roma nel Quartiere Trieste e poi diramatosi in altre città italiane. In quattro anni i membri dei NAR furono responsabili di 33 omicidi, senza contare le 85 morti causate dalla Strage di Bologna.

E’ Mokbel a credere nella necessità di un referente in Parlamento per poter far affari. Così, nell’aprile del 2008, propone la candidatura al Senato (circoscrizione Estero-Europa) dell’avvocato Nicola Di Girolamo, suo stretto collaboratore “già utilizzato per la costituzione delle società di comodo finalizzate al riciclaggio”.


Per eleggere Di Girolamo, Mokbel si rivolge all’avvocato calabrese Colosimo (ora latitante), che a sua volta si fa carico di convocare una riunione con il referente della cosca Arena di isola Capo Rizzuto, Fabrizio Arena che assicura l’elezione di Di Girolamo al Senato nelle fila del Pdl.


Infatti, secondo la Procura di Roma, il senatore del Pdl Nicola Paolo Di Girolamo uomo alle dirette dipendenze di Gennaro Mokbel, sarebbe stato eletto nella circoscrizione Estero del Senato, con i voti garantiti dalla ‘Ndrangheta di Isola Capo Rizzuto.


Dalle intercettazioni emerge che Di Girolamo si è recato in Germania assieme agli esponenti della cosca Arena per procurare voti come scrive il gip “avvalendosi della capacità di intimidazione e dell’operatività della cosca mafiosa reperivano voti presso gli immigrati calabresi in particolare nel distretto di Stoccarda e Francoforte. Dove grazie al supporto del mafioso Franco Pugliese, riciclatore dei beni della famiglia Arena difesa dall’avvocato Colosimo ora latitante, reperivano le schede elettorali in bianco inviate agli elettori residenti all’estero provvedendo al riempimento inserendovi abusivamente il nominativo Di Girolamo Nicola Paolo”.


Insomma, guarda caso sempre PDL.


Alla luce di tutto ciò, scoperto solamente grazie allo strumento delle intercettazioni, non fa un po’ ridere la nuova propaganda sulle leggi anti-corruzione di Berlusconi?
Proprio lui che sforna da anni condoni e depenalizzazioni per reati finanziari, proprio lui che sta per varare la nuova legge ammazza intercettazione, grazie alla quale tutta questa gentaglia tirerà un sospiro di sollievo e potrà  finalmente  rubare nella pace più assoluta.


Quand’è che l’ettorato del PDL si sveglierà?


Basterà un altro editoriale del viscido Minzolini per dare come sempre la colpa alla Magistratura mangia bambini? e continuare a considerare eroi dal cielo questa casta politica che sta consumando l’Italia a colpi di mazzette e corruzione?



Fonte:
Popolino della Libertà/1 - Nicola Di Girolamo


Il senatore del Pdl nega di aver mai avuto rapporti con la malavita organizzata.
Ma "L'espresso" ha trovato le sue immagini amichevoli insieme a un boss della 'Ndrangheta,
Franco Pugliese
.
(foto tratte da l'Espresso)


 Il Sen. Di Girolamo e il boss Pugliese      


"I fatti contestati non mi appartengono. Non ho mai avuto contatti con mafia, camorra e 'Ndrangheta".

Così ha dichiarato il senatore Pdl Nicola Di Girolamo nel corso della conferenza stampa che ha convocato per precisare ai giornalisti la propria posizione in merito all'inchiesta che lo vede accusato di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale e di essere stato eletto all'estero con il contributo determinante di una famiglia mafiosa.

Il senatore si è concesso pochi minuti, senza rispondere alle domande che gli venivano rivolte, numerosissime, dai cronisti. "Ho rispetto del lavori della magistratura ma mi riservo di vedere prima gli atti per poter contestare le accuse", si è limitato ad aggiungere.

Quell'unica, perentoria, affermazione "non ho mai avuto contatti con mafia, camorra e 'ndrangheta" viene tuttavia smentita da un servizio fotografico pubblicato in esclusiva nel prossimo numero de "L'espresso" e che qui anticipiamo.

Il servizio documenta una cena elettorale svoltasi nell'aprile 2008 durante la quale il senatore Di Girolamo è ritratto in atteggiamento amichevole insieme al boss Franco Pugliese e questi, a sua volta, con Gerolamo Mokbel (considerato l'ambasciatore delle famiglie mafiose calabresi nel potere politico romano): tutti coinvolti nella maxi inchiesta che vede implicati i vertici di Fastweb e Telecom.
      
Pugliese, Mokbel e Di Girolamo "intortato"                Foto di gruppo con boss e gnocche   

[Modificato da ®@ffstef@n 25/02/2010 17:25]
Email Scheda Utente
OFFLINE
25/02/2010 17:18
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Che coincidenza,
Mokbel si rivolse a
Dell’Utri



Guarda caso, quando c’è la mafia di mezzo, spunta sempre Dell’Utri. Pare infatti che Mokbel, per far entrare in Senato la sua pedina Nicola Di Girolamo, prima di passare per Colosimo e quindi dalla ndrangheta calabrese, abbia fatto un tentativo con il braccio destro di Berlusconi: Marcello Dell’Utri.


Il povero Marcello ovviamente cade sempre dalle nuvole. Ignora puntualmente il profilo criminale della gentaglia di cui si circonda. Che ingenuo bonaccione.



Dell’affare si occupa Mokbel. Nella sua agenda pesca il nome del senatore Marcello Dell’Utri, lo chiama per proporgli la candidatura, ma lui si prende qualche giorno di tempo. Poi declina l’offerta. “Ricorda questa telefonata?”, chiediamo al senatore braccio destro di Berlusconi.

“Conosco Mokbel, ma non ricordo di essermi mai occupato della candidatura di Di Girolamo. Mokbel sapendo che io sono un appassionato del pittore Fabio Clerici di cui lui è un collezionista mi ha cercato più volte… voleva fare una mostra, ma mi sembra che sia accaduto di recente”
.

Ma lei era al corrente dello spessore criminale di Mokbel?
“Noooo… so che ha delle gallerie d’arte, ci siamo sentiti in varie occasioni, ma sempre in ragione dell’interesse comune… ”.
In effetti Mokbel, a quanto risulta dai verbali di perquisizione nel giorno dell’arresto, possiede decine di quadri di enorme valore come De Chirico e Picasso.
Ma le intercettazioni raccontano anche che Mokbel è un grosso trafficante di diamanti. Dopo il tentativo con Dell’Utri, Mokbel si rivolge all’amico avvocato
Paolo Colosimo, che difende alcuni esponenti della famiglia Arena della ‘ndrangheta.

La vicenda va a buon fine: Di Girolamo oggi è senatore del Pdl. (Il Fatto Quotidiano 25-02-2010)

 
Email Scheda Utente
OFFLINE
01/03/2010 17:52
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota


Di Girolamo:

Il senatore gioca d'anticipo.
Lettera a Schifani:
«Mi dimetto, ma non sono un criminale»


ROMA

Il senatore Nicola Di Girolamo ha presentato questa mattina una lettera di dimissioni al Presidente del Senato Renato Schifani.

Quaranta righe scritte al computer: «Sono convinto -scrive l’esponente del Pdl- di dover rendere disponibile la mia persona (...) perchè chi dovrà giudicare possa davvero conoscere i contorni di una vicenda che non è tutta criminale». «Sono entrato nell’aula del Senato - scrive ancora Di Girolamo - forte di una delega affidatami da 24.500 elettori (...) nè mafiosi nè delinquenti. Di una piccola parte di costoro avrebbe abusato un gruppo di individui probabilmente "inquinati" da frequentazioni criminali».

In ogni caso, aggiunge il senatore del Pdl, «non ero "consegnato" anima e corpo a questi figuri. La frenesia della campagna elettorale mi ha spinto a giudicare poco e male. E lei, mi auguro, immaginerà che non si diventi mafioso nello spazio di un mattino, colpevole come sono di uno o due incontri disattenti».

Frequentazioni occasionali, puntualizza ancora Di Girolamo, che non hanno cambiato la sua natura. «Sono rimasto una persona perbene - assicura - incapace tuttavia di difendersi innanzi alla protervia dei malevoli e dei menzogneri. In politica ne ho incontrati alcuni (...) capaci di fagocitarmi nella smania delle promesse». «Ho ceduto, signor presidente -ammette infine - ma le mie colpe verranno circoscritte dalla verità che saprò esporre ai magistrati».

Di Girolamo conclude citando la «Caritas in Veritate» di Benedetto XVI:

«Forse sarò l’unico ad essere ricordato per aver rassegnato le dimissioni. Ma non importa: mi affido alla Provvidenza (...) abbracciando il progetto di Dio, in Cristo, sperando nella vocazione posta "nel cuore e nella mente di ogni uomo"».

{QUI gatta ci cova  e che gatta forse è una delle tante del papa re.  [®@ffstef@n] }

Le dimissioni presentate dal senatore eletto nelle liste del Pdl, Nicola Di Girolamo, dovranno essere votate dall’aula di Palazzo Madama. La data di tale votazione dovrà essere calendarizzata dalla conferenza dei capigruppo del Senato, che è convocata per domani alle 11. Sia il Pd sia il Pdl avevano depositato in mattinata mozioni per la decadenza del senatore eletto all’estero dal suo seggio, mentre è in calendario per martedì alle 12 una audizione dello stesso Di Girolamo, coinvolto nello scandalo riciclaggio con l’accusa di essere stato eletto nella circoscrizione esteri con i voti della ’ndrangheta, davanti alla giunta per le Elezioni e le immunità del Senato.

L'inchiesta intanto prosegue. Il procuratore antimafia Piero Grasso, durante la trasmissione "In 1/2 ora", parlando delle inchieste che coinvolgono Fastweb e Telecom Italia, ha chiarito i due piani dell’inchiesta: la frode fiscale e la criminalità organizzata. «L’inchiesta nasce alcuni anni fa dalla procura distrettuale di Roma che inizia le indagini. Noi siamo intervenuti come ufficio quando è spuntata la criminalità organizzata. Intanto bisogna precisare che queste truffe non hanno nulla a che fare con la criminalità organizzata», spiega il procuratore. Grasso ha puntualizzato poi che le due indagini sono unite solo dalla presenza di un unico imprenditore in entrambe le vicende: «Il collegamento passa attraverso Mockbel uno degli organizzatori di questo sistema che poi aveva prospettato di entrare in politica attraverso il senatore Di Girolamo. Per fare questo si è servito della criminalità organizzata soprattutto per recuperare in Germania le schede elettorali».
  
 { }........

ALLA FACCIA DELLA CRISI.

A QUEGL'IMBECILLI MORTI DI FAME (qualcuno di questi imbecilli si toglie pure la vita) 
CHE PERDONO IL LAVORO...DICO...

chiedete e vi sara' dato
oppure scagliate statuine per mangiar ciò che lor signori devono lasciare...

Una Bmw X5, una Ferrari F430, una Jaguar E, una Audi A8; e poi due barche, un Ferretti 45 Fly e un Ferretti 550. Tutti questi mezzi di locomozione erano in uso al senatore Nicola Paolo Di Girolamo, secondo quanto si legge in uno dei capi d'imputazione presenti nell'ordinanza di custodia cautelare.


           Porsche e Ferrari Tesori nel garage del senatore Pdl





SVEGLIATEVI...

COniGLIONI

gli extracomunitari hanno di che insegnare a quest'Italia di appecoronati.

LA LEGA E PALAZZO CHIGI  gia' TREMAVA
[Modificato da ®@ffstef@n 01/03/2010 17:58]
Email Scheda Utente
OFFLINE
01/03/2010 18:13
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

La storia dell'operazione Phuncards-Broker

di Beatrice Rioda

 

 
Il senatore Di Girolamo - a carico del quale il Tribunale di Roma aveva già emesso una misura restrittiva nel giugno 2008 (la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari aveva negato l'autorizzazione all'arresto) - viene individuato come una delle menti finanziarie dietro alla maxi operazione di riciclaggio
Una villa lussuosa ad Antibes, in Francia, era una delle basi operative dalla struttura transnazionale dedita al riciclaggio, secondo gli inquirenti della Procura di Roma. Nella sontuosa dimora transalpina era di stanza, in genere, Gennaro Mokbel. È l'imprenditore da cui sono partite le indagini, l'"anello di collegamento" tra le società di tlc, che fatturavano in modo falso, e gli interessi di esponenti della 'ndrangheta. Una storia che coinvolge anche l'ex amministratore delegato di Fastweb, Silvio Scaglia, e il senatore del Pdl, Nicola Paolo Di Girolamo, per i quali è stato chiesto l'arresto.

L’operazione che ha portato alle 52 ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai 4 arresti domiciliari di oggi a carico anche dei vertici di Fastweb e di Sparkle, società controllata al 100% da Telecom Italia, è nata da due indagini distinte – una del Ros dei carabinieri e una del Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di finanza – che si sono incrociate.

L’indagine della finanza è nata da movimenti sospetti d’ingenti somme di denaro su un conto corrente e dall’analisi di un’operazione di commercializzazione di carte prepagate, Phuncards, che dovevano consentire agli acquirenti l’accesso, tramite un sito internet, a contenuti tutelati dal diritto d’autore, in realtà inesistenti. L’indagine del Ros origina invece dal transito sul conto corrente di un imprenditore vittima di usura di una tangente da un milione e mezzo di euro in favore di un ufficiale delle fiamme gialle. La tangente era passata per Panama ed era riconducibile alla Broker Management SA, i cui flussi finanziari sono risultati riferibili alle carte telefoniche su cui stavano indagando i militari del Nucleo valutario.

Le due indagini sono state coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Roma e hanno consentito di delineare una struttura transnazionale dedita al riciclaggio di ingentissime somme di denaro, tramite una rete di società appositamente costituite in Italia e all'estero. I capitali illegali riciclati provenivano da una serie di operazioni commerciali fittizie di acquisto e di vendita di servizi di interconnessione telefonica internazionale, per un valore complessivo di due miliardi di euro, che avvenivano con la compiacenza di alti funzionari e amministratori delle due società telefoniche, attraverso società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese e off-shore, controllate dall'organizzazione. Il danno allo Stato italiano è stato calcolato in 360 milioni di euro per evasione dell'Iva su fatture per operazioni inesistenti per più di 1 miliardo e 800 milioni.

Inoltre, l'incremento falso di fatturati e ricavi delle società telefoniche ha generato anche fittizi crediti Iva e utile da 96 milioni di euro. A tale fine, le società di telecomunicazioni hanno costituito e utilizzato società sia in Italia che all'estero, servendosi di numerosi prestanome, italiani e stranieri, con l'unico obiettivo di giustificare i flussi finanziari, consentendo la circolarità e il riciclaggio delle somme provento del reato.

Dietro a tutta la vicenda, l'ombra della 'ndrangheta è uno dei particolari più inquietanti. Proprio dai collegamenti fra appartenenti alla famiglia Arena, l'imprenditore Gennaro Mokbel e l'ufficiale della finanza destinatario della tangente, gli investigatori sono arrivati a scoperchiare gli interessi illeciti dell'organizzazione e il sostegno che la stessa avrebbe dato alla candidatura e all'elezione in Senato di Nicola Di Girolamo, del Pdl (episodio per cui il Tribunale di Roma aveva già emesso una misura restrittiva nel giugno 2008 e la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari aveva negato l'autorizzazione all'arresto), risultato essere una delle menti finanziarie dell'organizzazione.

Mokbel, dopo essere stato segretario regionale del Movimento Federalista ha dato vita a una nuova piattaforma politica denominata Partito Federalista ha sostenuto la candidatura di Nicola Di Girolamo, suo stretto collaboratore, «già utilizzato - scrivono gli inquirenti in una nota - per la costituzione delle società internazionali di comodo funzionali al riciclaggio». Nel corso dell'ultima campagna elettorale, nelle indagini sono stati documentati incontri, riunioni, ad Isola Capo Rizzuto, oltre a Di Girolamo e Mokbel, hanno partecipato Fabrizio Arena, della omonima cosca e Franco Pugliese, già sottoposto alla sorveglianza speciale di polizia.

Gli interventi di oggi hanno toccato Lazio, Toscana, Umbria, Lombardia e Calabria e, tramite il Servizio di cooperazione Internazionale di Polizia, Stati Uniti, Francia, Svizzera, Lussemburgo, Regno Unito, Romania, Dubai, Singapore e Hong Kong. Oltre ai provvedimenti restrittivi,

sono stati sequestrati circa 200 immobili, quadri di valore, attività commerciali, conti correnti e cassette di sicurezza.

La cooperazione internazionale, i pedinamenti e le intercettazioni telefoniche sono state strumenti fondamentali per l'accertamento dei fatti.
 
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:30. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com