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5 gennaio 1984. Giuseppe Fava

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2010 23:33
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08/01/2010 23:28
 
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Fonte-> 5 gennaio 1984. Giuseppe Fava

 



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 Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo. »




Pippo Fava.
Lo spirito di un giornale. 11 ottobre 1981


Oggi, 26 anni fa, veniva ucciso Giuseppe Fava, uno dei pochi “Eroi Civici” di questo paese.  Fava era una delle poche persone LIBERE, veramente libere. Libere da tutto ma non dalla paura, la paura che derivava dall’essere soli, soli nell’affrontare una battaglia nella quale lo Stato da tempo si era ritirato, preferendo scendere a patti piuttosto che combattere.


Questa la biografia del giornalista:
http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Fava


Qui il video della puntata de La Storia siamo Noi, dedicata a Fava:
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=617



Queste alcune sue citazioni:

  • A volte basta omettere una sola notizia e un impero finanziario si accresce di dieci miliardi; o un malefico personaggio che dovrebbe scomparire resta sull’onda; o uno scandalo che sta per scoppiare viene risucchiato al fondo. (da I Siciliani, luglio 1983)

  • In questa società comanda soprattutto chi ha la possibilità di convincere. Convincere a fare le cose: acquistare un’auto invece di un’altra, un vestito, un cibo, un profumo, fumare o non fumare, votare per un partito, comperare e leggere quei libri. Comanda soprattutto chi ha la capacita’ di convincere le persone ad avere quei tali pensieri sul mondo e quelle tali idee sulla vita. In questa società il padrone è colui il quale ha nelle mani i mass media, chi possiede o può utilizzare gli strumenti dell’informazione, la televisione, la radio, i giornali, poiché tu racconti una cosa e cinquantamila, cinquecentomila o cinque milioni di persone ti ascoltano, e alla fine tu avrai cominciato a modificare i pensieri di costoro, e così modificando i pensieri della gente, giorno dopo giorno, mese dopo mese, tu vai creando la pubblica opinione la quale rimugina, si commuove, s’incazza, si ribella, modifica se stessa e fatalmente modifica la società entro la quale vive. Nel meglio o nel peggio. (da “Un anno”, raccolta di scritti per la rivista i Siciliani, Fondazione Giuseppe Fava, 1983)

  • Mi rendo conto che c’è un’enorme confusione sul problema della mafia. [...] I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Se non si chiarisce questo equivoco di fondo… Non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale, questa è roba da piccola criminalità, che credo abiti in tutte le città italiane, in tutte le città europee. Il fenomeno della mafia è molto più tragico ed importante. È un problema di vertici e di gestione della nazione, è un problema che rischia di portare alla rovina e al decadimento culturale definitivo l’Italia. (da I mafiosi stanno in Parlamento, video dell’ultima intervista di Giuseppe Fava, da Film Dossier di
  • Enzo Biagi del 28 dicembre 1983)
 
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Ricordo quella sera del 28 dicembre del 1983, i miei figli, allora piccolini, si erano appena addormentati.

Quella sera, ascoltai un intervista fatta dal grande giornalista Enzo Biagi e qualche ospite, tra cui Pippo Fava, giornalista famoso per la sua lotta, a viso aperto, contro la mafia.

Tra gli ospiti, anche un giovane Nando Dalla Chiesa.

Ma, l'intervista, ad un certo punto, si concentrò tra Pippo Fava e Enzo Biagi.

Sapevo che, qualche tempo prima, Pippo Fava, era scampato ad un attentato dinamitardo o, forse, era solo un avvertimento.

Fu licenziato dal giornale e, a poco a poco, isolato.

Le dichiarazioni che, Pippo Fava, stava facendo da Enzo Biagi non erano mai state fatte in televisione in modo così chiaro e dettagliato.

Nel filmato che riporto da YouTube, mancano dei pezzi, che probabilmente furono censurati, ma io ricordo perfettamente. Come ricordo l'imbarazzo e lo stupore di un giornalista di razza come Enzo Biagi, che incalzava con le domande.

Improvvisamente, capii che quell'uomo si stava giocando la vita, anzi, era pronto ad affrontare il "verdetto".

Ricordo che telefonai ad un amico, che aveva seguito anche lui la trasmissione, e dissi con assoluta certezza: "Pippo Fava, sarà ucciso nei prossimi giorni!"

Lo aveva capito anche Enzo Biagi, secondo me.

Una volta, Pippo Fava, scrisse: "A che serve essere vivi se non si ha il coraggio di lottare?".

Un'altra volta, scrisse: “Qualche volta mi devi spiegare chi ce lo fa fare, perdìo. Tanto, lo sai come finisce una volta o l’altra: mezzo milione a un ragazzotto qualunque e quello ti aspetta sotto casa… “

Il 5 gennaio del 1984, dopo una settimana, da quell'intervista, venne freddato con cinque proiettili, due in faccia e tre alla nuca.

Delitto passionale, delitto a sfondo economico.

Queste le prime considerazioni dei giornali su dichiarazione di chi stava indagando.

Il suo funerale si svolge in una piccola chiesa, poche le istituzioni presenti, solo giovani ed operai.

Bisognava subito archiviare il caso.

Dopo diversi anni, furono presi i responsabili, Luciano Grasso e Maurizio Avola, poi...........pentiti.

Furono catturati anche i mandanti mafiosi, Nitto Santapaola e Aldo Ercolano, tutt'ora in carcere.





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Consiglio di ascoltare bene quello che dice il giornalista/scrittore Pippo Fava, in questo video.

Nessun giornalista aveva mai denunciato, con tale chiarezza e coraggio, la mafia, per televisione.

Parlava a ruota libera, facendo nomi e cognomi.

Ha fatto scuola, Pippo Fava!

“Io mi batterò sempre per cercare la verità in ogni luogo ove ci sia confronto fra violenza e dolore umano. E per capire il perché.” (Pippo Fava)


GRANDE!!!!

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