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  06/12/2009 18:11 | |
Chiamarli sedativi o calmanti non gli darebbe lo stesso "fascino" che chiamarli psicofarmaci, ansiolitici o antidepressivi.
Spesso, nel marketing, vengono usate delle parole "suggestive" per far presa sui media, così da rendere meno banali dei "volgari" tranquillanti.
Con le parole altisonanti si possono ammaliare e condizionare le persone.
Per esempio, al ristorante, per fare colpo, si usa ordinare "un consommè" e non un "brodo ristretto", un "entrecote" e non una bistecca di manzo alla griglia.
In questo caso, si usano nomi "tecnici" per dare importanza e professionalità terapeutica a medicine che il più delle volte, di terapeutico non hanno nulla, anzi, possono danneggiare seriamente organi vitali ed il sistema nervoso.
Le case farmaceutiche, haimè, hanno invaso il mercato mondiale con migliaia di prodotti, con profitti da capogiro, trasformando le farmacie in "supermercati", distributori di "pastiglie" che sono "trappole per la salute" e grande fonte di guadagno.
Il 98% dei "disturbi mentali" possono essere curati con "tecniche" meno dannose, dedicando tempo e vero interesse verso le persone con "disagi" e "difficoltà" nervose.
Oggi, c'è sempre meno tempo da dedicare alle persone, sempre meno interesse per la vita degli altri, sempre meno rispetto per la salute.......... e grandissimo interesse per i soldi.
Pino Lupo
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