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INDAGINE DELLA PROCURA DI ROMA SUI RAPPORTI TRA LA BANCA DEL PAPA (IOR) E UNICREDIT

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2010 16:22
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25/11/2009 20:42
 
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INDAGINE DELLA PROCURA DI ROMA SUI RAPPORTI TRA LA BANCA DEL PAPA (IOR) E UNICREDIT - IN BALLO LA ’NON TRASPARENZA’ DELLA TITOLARITA’ DEI CONTI CORRENTI SU CUI SAREBBERO TRANSITATI ALMENO NEGLI ULTIMI TRE ANNI SOMME DI CIRCA 60 MILIONI DI EURO ALL’ANNO E’ STATA FATTA DALLA STRUTTURA DI ’FINANCIAL INTELLIGENCE’ DI BANKITALIA - L'INDAGINE, PER IL MOMENTO SENZA INDAGATI, MIRA A SVELARE LA EFFETTIVA TITOLARITA' DEL CONTO APERTO SULLA FILIALE UNICREDIT DI ROMA E INTESTATO ALLO IOR -

1 - IOR:PM ROMA,VIOLAZIONE NORME ANTIRICICLAGGIO CONTI UNICREDIT


(ANSA) - Violazione della legge 231 del 2007 che disciplina, per gli istituti di credito, una serie di norme antiriciclaggio, tra cui la trasparenza della titolarita', sul deposito di conti correnti. Questa l'ipotesi di reato formulata dalla procura di Roma che ha aperto una indagine che coinvolge i rapporti tra l'Istituto Opere di religione (Ior), la Banca del Vaticano, e Unicredit. Si tratta di una inchiesta, coperta dal massimo riserbo, che riguarda secondo quanto si e' appreso uno o piu' conti correnti, nella titolarita' dello Ior, aperti in una filiale Unicredit di Roma.
Depositi su cui sarebbero transitati almeno negli ultimi tre anni somme di circa 60 milioni di euro all'anno. La segnalazione della 'non trasparenza' della titolarita' dei conti correnti e' stata fatta dall'Unita' di informazione finanziaria, la struttura di 'Financial intelligence' italiana della Banca d'Italia al Nucleo speciale di Polizia valutaria della Guardia di finanza che indaga su delega del procuratore aggiunto della Capitale Nello Rossi e del pm Stefano Rocco Fava.
2 - INVESTIGATORI, CONTO UNICREDIT COME 'SCHERMO OPACO'


(ANSA) - L'indagine della procura di Roma, per il momento senza indagati, mira a svelare la effettiva titolarita' del conto aperto sulla filiale Unicredit di Roma e intestato all'Istituto opere di religione. Il sospetto di chi indaga e' che dietro la sigla Ior, che costituisce secondo gli investigatori ''uno schermo opaco'', si possano celare persone fisiche o societa' che tramite il conto presso la ex Banca di Roma - il periodo preso in esame risale appunto a quando la filiale che si trova in via della Conciliazione era ancora della Banca di Roma - abbiano costituito un canale per il flusso di risorse tra la banca del Vaticano e l'Italia.
Secondo quanto si e' appreso, per l'indagine non sara' necessario attivare richiesta di rogatoria con lo Stato Vaticano per indagare sulla titolarita' dei conti correnti. Lo Ior, secondo le indagini, ha emesso assegni e bonifici intestati sempre all'Istituto di opere di religione. Anche su questo aspetto sono in corso indagini del nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza per risalire ai beneficiari dei titoli bancari e anche a chi ha emesso sia bonifici, sia assegni. Fonte
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24/05/2010 08:41
 
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Banca cattolica investe in armi,
anticoncezionali e tabacco



I dirigenti dell'istituto di credito che predicava investimenti etici ligi al cattolicesimo si sono subito scusati pubblicamente

 

La Chiesa cattolica si batte strenuamente da anni contro la guerra, contro l'uso della pillola anticoncezionale e per la salute dei cittadini, eppure il giornale Der Spiegel ha scoperto che la banca tedesca Pax ha investito migliaia di euro in società che vanno contro la sua stessa etica. In particolare, 580mila euro in azioni della "Bae Systems", società inglese produttrice di armi, 160mila euro nella pillola contraccettiva Wyeth e 870mila euro in partecipazioni in società di tabacco.

 

 La banca si è scusata per il comportamento "non conforme a standard etici". La Pax promuoveva gli investimenti in fondi etici, specialmente dichiarando l'esatto contrario ossia di evitare investimenti in società produttrici di armi e tabacco perchè non consoni a una organizzazione la cui azione è ispirata alla fede cattolica.

 

La Chiesa condanna la contraccezione dal 1968 e l'uso della pillola contraccettiva è considerata un "grave peccato".

 

Un rappresentante della Pax Bank ha dichiarato che i loro errori verranno corretti immediatamente senza alcuna conseguenza pregiudizievole per i nostri clienti, in quanto sfortunatamente tali investimenti sono sfuggiti ai controlli interni, e ha ringraziato il giornalista tedesco di Der Spiegel per aver sollevato la questione.

 
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31/05/2010 16:22
 
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La banca di Dio

  


Esiste una certa banca in Italia sconosciuta dalla maggior parte della gente, è una banca con una sola filiale che permette solo a una strettissima cerchia di persone di aprire dei conti. Sembra che i tassi arrivino addirittura al 12% annuo, netti.

Impressionante se si pensa che già da qualche tempo arrivare al 2% con le altre banche è fantascientifico... Leggiamo un pò di notizie trovate in rete che riguardano questa famigerata banca...
 Città del Vaticano: ha circa 800 residenti di cui la metà sono normali cittadini. Non produce beni e i suoi servizi sono per lo più gratuiti.

La sua economia si basa sugli investimenti, mobili e immobili, sul patrimonio esistente, le rendite e sulle diocesi sparse nel mondo che sono 4.700 circa riunite in 110
Conferenze Episcopali. Il bilancio di tutto questo è tenuto dall'Apsa - Amministrazione patrimonio sede apostolica - e la Prefettura per gli Affari economici. Quest'ultima controlla i bilanci dello Ior (l'Istituto per le opere religiose).
Lo Ior è la banca Vaticana
. Ogni diocesi gestisce un patrimonio a sé, fatto di immobili, titoli e offerte dei fedeli.
La Città del Vaticano è composta da tre parti: lo Stato, la Santa Sede e la Curia. Il primo è l'entità territoriale, la seconda è il vertice della Chiesa e la Curia è la struttura organizzativa. Tutte le istituzioni vaticane spesso rivendicano l'extraterritorialità e la non rispondenza alle leggi degli altri Stati-Nazione.

L'Apsa è una sorta di Banca Centrale della Città del Vaticano e svolge funzioni di tesoreria e gestisce gli stipendi. Dal 1998 può anche coniare moneta, in quella data l'Unione Europea gli permise di emettere denaro per valore di 670 mila euro, con la possibilità inoltre, di poterne stampare altri 210 mila in occasioni di Concili Ecumenici e anni santi. Secondo quanto riportato dai dati ufficiali della Prefttura per gli Affari Economici, per il 2002 Città del Vaticano sarebbe in deficit, cioè ha avuto spese superiori ai guadagni, di circa 13 di milioni di euro.

Nel bilancio però non figurano strutture come le università pontificie, gli ospedali cattolici (Bambin Gesù di Roma, ad esempio), i santuari (Loreto, Pompei). Ma soprattutto non figura l'
obolo che porta nelle casse vaticane cifre lunghe più o meno così: X0.000.000 (si, 7 zeri con il simbolo dell'euro dopo).

Nel 1990 papa Giovanni Paolo II ha riformato lo Ior dopo le vicende legate al banco Ambrosiano, al crac e al cardinale Marcinkus (massone dal 21 agosto 1967 con numero di matricola 43/649 e soprannominato "Marpa")..

L'istituto è ora gestito da professionisti bancari e guidata da un presidente, Angelo Caloia, professore dell'università Cattolica di Milano, ex presidente del Medio Credito Lombardo e attualmente a capo di due società di Banca Intesa, ha il compito di riferire direttamente ad un collegio di cinque cardinali, nominati dal papa e in carica per un quinquennio con lo scopo di vigilare.

Ricordiamo anche che nel 1993, negli anni di Tangentopoli, il giudice
Borrelli del pool di Mani Pulite appurò che nelle casse dello IOR erano passati 108 miliardi di lire in certificati del Tesoro destinati a quello che fu conosciuto come scandalo Enimont.

In questo caso l'extraterritorialità (ossia la facoltà che la Città del Vaticano ha di non rispondere alle leggi delle altre nazioni) assicurò
l'impunità del presidente dello IOR Angelo Caloia.
Lo Ior ha sede unica in Vaticano. Non ha filiali in nessun altro luogo. Non ha accesso diretto ai circuiti finanziari internazionali.

Non aderisce alle norme antiriciclaggio sulla trasparenza dei conti.
Ai suoi clienti, cioè i dipendenti del Vaticano, membri della Santa Sede, ordini religiosi, benefattori, garantisce, come detto sopra, un tasso annuo del 12% e naturalmente, secondo lo statuto, gli utili non vengono divisi tra gli azionisti ma riutilizzati per i bisognosi e per le spese di mantenimento.

Poco si sa sulle attività della banca, dove investa, a chi dia crediti, si sa che nel 2002 il dipartimento del Tesoro americano ha segnalato che il Vaticano ha 289 milioni di dollari in titoli Usa...
 Quanti soldi che girano... direi cifre vertiginose!

Che ci sia qualcosa sotto?

Che ci sia anche la mafia di mezzo?
 
Di solito dove ci stanno soldi ci sta l'illegalità e dove c'è la criminalità organizzata ci stanno i pezzi grossi della società... potrebbe filare come ragionamento.

Quindi la mafia sarebbe entrata nella banca della Chiesa?

O la banca è entrata a casa della mafia?

Secondo le dichiarazioni del pentito di mafia Vincenzo Calcara, lo IOR era coinvolto nel riciclaggio di denaro di cosa nostra, mentre un altro pentito,
Francesco Mannoia (secondo Giovanni Falcone il più prezioso collaboratore di giustizia) rivelò, durante il processo per mafia nei confronti di Marcello dll'Utri, che “Licio Gelli investiva i danari dei corleonesi di Totò Riina nella banca del Vaticano e lo IOR garantiva ai corleonesi investimenti e discrezione.

Perciò quando il Papa venne in Sicilia e
scomunicò i mafiosi, i boss si risentirono soprattutto perché portavano i loro soldi in Vaticano.
Da qui nacque la decisione di far esplodere due bombe davanti a due chiese di Roma”
.
 Un pentito di mafia ha detto proprio queste parole.

Quale miglior posto per dei soldi illegali se non una banca che ha un grado di riservatezza maggiore di quelle svizzere?

Eppure altre testimonianze in tribunale sembrano ripercorrere la scia del pentito, lo stesso Fiorani (uno dei banchieri condannati per la scalata alla BNL e all'Antonveneta) rivelò ai magistrati milanesi la presenza, nella BSI svizzera, di tre conti della Santa Sede da “due o tre miliardi di euro” e di aver versato in nero nelle casse dell'APSA (la Banca centrale vaticana) oltre 30 milioni di euro per una villa da lui acquistata dal Vaticano.

E i soldi illegali vengono così lavati, riciclati e rimessi nel mercato... per lo scandalo della Banco Ambrosiano servirebbe un articolo a parte... intanto vi lascio riflettere.

Un fitto buio avvolge le casse vaticane, la chiarezza sembra proprio lontana dai santi conti..



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