Un tardo pomeriggio, di lunedì 31 ottobre 2005, scompare, vittima di un sequestro, Emo Piccioni, 58 anni.
Sabato 31 ottobre 2009, tra 19 giorni, saranno passati 4 anni dalla sua scomparsa.
Purtroppo, dopo numerose ricerche, indagini e servizi di informazione, a tutt’oggi, non si conosce la verità, non si sa cosa sia successo quel pomeriggio, in una piazza di Prato Sesia (NO), dove è situato l’ufficio delle Poste.
E’ stata trovata l’auto di Emo, una Punto bianca, parcheggiata e chiusa.
Di Emo, nessuna traccia.
Sono state fatte molte supposizioni, ma nessuna ha portato verso una soluzione del caso.
Per quanto ne so, a distanza di 4 anni, il bilancio di questo enigma, è pari allo zero.
Il caso è stato archiviato dalla Magistratura di Novara, lasciando uno strascico di perplessità e, forse, rassegnazione.
Da parecchi mesi, per motivi diversi, non ho più contatti con la famiglia Piccioni.
Mi rendo anche conto, che una famiglia che svolgeva una vita normale, con gli affanni della vita quotidiana, si è trovata, improvvisamente, in una realtà da incubo, che ha completamente sconvolto la vita di ogni suo membro.
La famiglia Piccioni, in questi anni, in conseguenza di una tale “tragedia”, ha dovuto affrontare situazioni difficili e drammatiche.
Le persone scomparse sono vite sospese, né vive né morte, chi rimane viene inghiottito da una disperazione atroce, lenta, dolorosa, fermata dal tempo, un tempo che non da risposte, che non restituisce nulla.
Dal 1974 ad oggi sono 23.545 le persone che sono “scomparse nel nulla” sul territorio italiano.
Si tratta di un fenomeno tra i più drammatici, dove le domande sono tantissime e le risposte non ci sono.
Si vive nel dubbio e nel sospetto continuo, quando non ci sono certezze.
Non so se Emo Piccioni mi può leggere o possa essere raggiunto dal messaggio che gli sto per inviare.
Non so in quale luogo si possa trovare Emo Piccioni, in questo momento, o se dimora nel vento che sussurra solo sospiri e soffi di pensiero che non verranno mai colti.
Ovunque tu sia, Emo, ti mando il mio saluto da amico che non hai mai conosciuto, ma che non ha mai smesso di cercare un significato per la tua scomparsa nel silenzio più assoluto.
Pino Lupo
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