Comunicazione dell'Associazione Cultuale Testimoni di Geova di Francia
- Il 18 gennaio 2008 -
In un mondo in cui numerosi bambini sono vittime di predatori sessuali, i mass media a volte mettono in giro accuse di molestie sessuali sui minori che avrebbero commesso alcuni Testimoni di Geova, o che sarebbero passate sotto silenzio. Accuse gravi sono così lanciate pubblicamente. Esse portano in qualche modo a gettar discredito sull’intera comunità di credenti.
Sensibile all’afflizione delle vittime, l'Associazione Cultuale Testimoni di Geova di Francia vuole ricordare il modo in cui essa considera le aggressioni sessuali sui minori e le azioni di prevenzione che essa conduce in questo settore da decenni.
Desideriamo anche sottolineare come, col passare del tempo e delle evoluzioni sociali e legislative, la questione della denuncia di questi atti riprovevoli sia stata trattata preoccupandosi del rispetto delle vittime. Queste rimangono ferite e afflitte, fisicamente e psichicamente, spesso in modo durevole. Le loro sofferenze devono essere tenute in conto. Esse richiedono ascolto e compassione.
1. Una condanna senza ambiguità delle molestie sui minori, riflesso di una costante preoccupazione circa la prevenzione
Abbiamo sempre condannato vigorosamente le molestie di qualsiasi tipo sui bambini. Un esame delle nostre pubblicazioni, largamente diffuse presso i fedeli ed il pubblico, rivela che favoriamo allo stesso tempo la prevenzione e l'aiuto alle vittime*.
Da diverse decine di anni, le nostre riviste religiose hanno presentato la pedofilia e l’incesto come deviazioni gravi ed un pericolo di cui genitori e figli devono essere prevenuti. È per questo che tali atti restano estremamente rari nelle famiglie dei Testimoni. Quando purtroppo si verificano, l'interesse del bambino prevale su qualsiasi altra considerazione.
2. Una volontà di denuncia in linea con l'evolversi della società
L'idea secondo la quale i Testimoni di Geova dissimulerebbero scaltramente alle autorità atti di aggressioni sessuali commessi su bambini è assurda ed inaccettabile. Tale dissimulazione andrebbe contro la morale cristiana.
La nostra linea di condotta su questa dolorosa questione è chiara. Le Sacre Scritture raccomandano espressamente "di onorare il re", cioè di rispettare le autorità e le disposizioni statali e giudiziarie (Prima lettera di Pietro 2:17; Lettera di Paolo ai Romani 13:4). Fatti di questo tipo devono essere segnalati alle autorità ed i loro autori devono essere puniti di conseguenza.
Le nostre riviste religiose hanno sottolineato a più riprese la necessità di proteggere il bambino rivelandone i fatti.
• Il numero dell'8 aprile 1997 di Svegliatevi!, pagina 14, dichiarava rivolgendosi ai genitori :
"Naturalmente si dovrebbe anche dire ai bambini di stare attenti a qualsiasi persona — anche conosciuta — che faccia loro proposte sconvenienti, e si dovrebbero esortare a riferirlo alle autorità."
• Nel numero del 1 gennaio 1997, pagina 28, La Torre di Guardia precisava :
“A seconda della legge del paese dove vive, [l’aggressore] è probabile che debba scontare una condanna al carcere o affrontare altri provvedimenti da parte dello Stato. La congregazione non lo proteggerà da questo.”
• Già il numero di Svegliatevi! del 22 aprile 1985 [ed. francese, 22 giugno in italiano], pagina 8, raccomandava:
"Ma se viene scoperto che il bambino è stato vittima di violenza sessuale — specie se si tratta di incesto — si devono fare immediatamente due cose:
Primo, il bambino in questione, ma anche gli altri figli, devono essere protetti da ulteriori molestie. Questo è necessario, a qualsiasi costo. In molti casi si dovrà affrontare la persona accusata di molestia. Ma qualunque cosa sia necessaria, è importante che il bambino (o la bambina) si senta sicuro che il colpevole non potrà più approfittare di lui (o di lei).
Secondo, il bambino ha bisogno di tanto amore e di tanto appoggio morale. I genitori devono far capire molto chiaramente alla piccola vittima che non è colpa sua. Il reato e qualsiasi cosa accada come conseguenza d’esso — perfino se uno stretto parente finisce in prigione — non sono da attribuire al bambino".
• Nel numero di ottobre 2007, pagina 11, Svegliatevi! ricordava che esistono "obblighi legali di denuncia dei fatti di molestie sessuali sui minori ".
Fino alla riforma del Codice penale avvenuta [in Francia] nel 1994, i ministri di culto Testimoni di Geova lasciavano alla famiglia della vittima l'iniziativa di rivolgersi alle autorità, ed eventualmente potevano farlo loro stessi.
Prima di questa riforma, l'opinione pubblica non era sensibilizzata alla questione come lo è oggi. La presa di coscienza del problema delle aggressioni ai bambini si è fortemente sviluppata negli anni ‘90. I casi di pedofilia ampiamente mediatizzati, come il caso Dutroux in Belgio, hanno suscitato una forte emozione nell'opinione pubblica. Educatori, insegnanti e religiosi sono stati chiamati in causa per fatti di pedofilia. Inoltre, il segreto confessionale di cui beneficiavano i ministri religiosi è stato largamente contestato.
Si è allora prodotto una presa di coscienza sull’imperiosa necessità di proteggere maggiormente i bambini. Tutte le istituzioni si son rese conto dell'importanza di adottare misure concrete in armonia con la nuova legislazione. Così nell'agosto 1997, il Ministero della Pubblica Istruzione ha precisato il modo di trattare questi casi dolorosi (Circolare n° 97-175 del 26 agosto 1997, Fuori serie, Istruzione riguardanti le violenze sessuali, B.O. n° 5 del 4 settembre 1997). Nel 1998, il legislatore ha aggiunto le molestie sessuali inflitte ad un minore di quindici anni nei provvedimenti del Codice penale relative alle omissioni di denuncia (Legge n° 98-468 del 17 giugno 1998, articolo 434-3 del Codice penale).
Questa riflessione è stata fatta anche in seno alla confessione dei Testimoni di Geova e li ha condotti a creare, fin dal 1994, un Ufficio degli affari religiosi (vedi "Il segreto ed i Testimoni di Geova", ne Il segreto nelle religioni, Rivista di diritto canonico, vol. 52/2, p. 247-258, Strasburgo, 2002 ; vedi anche, Corte d'appello di Versailles, aula istruttoria, 11 gennaio 2006, n° 20/06).
La missione di questo Ufficio è di fornire un'assistenza ai ministri di culto nelle questioni di disciplina religiosa. Hanno come direttiva il rivelare sistematicamente alle autorità i fatti d'aggressione nel caso in cui non sia stato fatto dalla vittima o dai suoi parenti. La linea guida raccomandata ai ministri di culto è la seguente: se l'autore delle aggressioni è conosciuto, lo esortano ad autodenunciarsi; nello stesso tempo, invitano i genitori o la vittima a sporgere denuncia; in mancanza di ciò, effettuano loro stessi una segnalazione alle autorità.
Così, in Francia, le raccomandazioni trasmesse ai ministri di culto Testimoni di Geova sono contemporanee, perfino precedenti a quelle approvate da istituzioni statali.
3. Una disciplina religiosa che non sconfina nell'intervento giudiziario
In un'assemblea di fedeli, se un caso d'aggressione sessuale su minore è portato all'attenzione dei ministri del culto, questi ultimi costituiscono un comitato di disciplina religiosa composto di tre di loro. L'esistenza dei comitati di disciplina religiosa è da paragonare ad autorità quali i tribunali ecclesiastici nella Chiesa cattolica o al Beth-Din nella religione ebraica.
Il comitato di disciplina religiosa non si sostituisce in alcun modo alla giustizia dei tribunali, tanto più non occulta gli atti condannabili penalmente. Non si tratta dunque di una giustizia parallela. Oltre a sostenere moralmente la vittima e la sua famiglia, pronuncia nei confronti dell'aggressore una misura di disciplina religiosa che può arrivare fino alla scomunica. Ma la sua decisione non interferisce con le azioni giudiziarie intraprese contro l'autore dei fatti.
Speriamo che questi chiarimenti permetteranno di dissipare ogni ingiustificata chiamata in causa dei Testimoni di Geova su tali dolorose questioni.
Il Presidente,
Jean-Marie Bockaert
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