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17/02/2009 07:37 | |
"DIRITTO ALL'ABORTO: ECCO L'APOCALISSE LAICA DI SO.SPI ONLUS" - "ELOGIO PUBBLICO DI RAFFAELE CATENACCI, PYCCOLO CEREBRALE, FRANCESCO LIBERO CASSIBA E BEPPINO/ELUANA ENGLARO"
IL FUOCO
Postato da: Raffaele Catenacci/®@ffstef@n il 13/02/2009 3.11
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8337609&p=2
Sei persone, colte dal caso nel buio di una gelida nottata, su un’isola deserta, si ritrovarono ciascuna con un pezzo di legno in mano.
Non c’era altra legna nell’isola persa nelle brume del Mare Del Nord.
Al centro un piccolo fuoco moriva lentamente per mancanza di combustibile.
Il freddo si faceva sempre più insopportabile.
La prima persona era una donna, ma un guizzo della fiamma illuminò il volto di un immigrato dalla pelle scura.
La donna se n’accorse e strinse il pugno intorno al suo pezzo di legno.
Perché consumare il suo legno per scaldare uno scansafatiche venuto a rubare pane e lavoro?
L’uomo che stava al suo fianco vide uno che non era del suo partito.
Mai e poi mai avrebbe sprecato il suo bel pezzo di legno per un avversario politico.
La terza persona era vestita malamente e si avvolse ancora di più nel giaccone, nascondendo il suo pezzo di legno.
Il suo vicino era molto ricco, perché allora doveva usare il suo ramo per un ozioso riccone?
Il ricco sedeva pensando ai suoi beni, alle due ville, alle quattro automobili e al sostanzioso conto in banca.
Le batterie del suo telefonino erano scariche, doveva conservare il suo pezzo di legno a tutti i costi e non consumarlo per quei pigri e inetti.
Il volto scuro dell’immigrato era una smorfia di vendetta nella fievole luce del fuoco ormai spento.
Stringeva forte il pugno intorno al suo pezzo di legno.
Sapeva bene che tutti quei bianchi lo disprezzavano e perciò non avrebbe mai messo il suo pezzo di legno nelle braci del fuoco: era arrivato il momento della sua vendetta.
L’ultimo membro di quel mesto gruppetto era un tipo gretto e diffidente.
Non faceva nulla se non per profitto. Dare solo a chi dà era il suo motto preferito. “Me lo devono pagare caro questo pezzo di legno” pensava.
Li trovarono così, con i pezzi di legno stretti nei pugni, immobili nella morte per assideramento.
Non erano morti per il freddo di fuori, ma per il freddo di dentro.
"Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente". [B.Brecht]
“L'uomo veramente grande è colui che non vuole esercitare il dominio su nessun altro uomo e che non vuole da nessun altro essere dominato”. (Khalil Gibran)
Carissimo Libero,
Come già fatto ieri notte in privato, permettimi di esprimere -qui ed ora, in chiaro!- tutto il mio sincero compiacimento per la salda, lucida ed ispirata direzione di tutta la discussione su Aborto, Lezione di Vita di Beppino/Eluana ENGLARO e sull'indecente "FLUSSO MULTIMILIARDARIO DELL'OTTO PER MILLE" che, insieme alla Legge sull'aborto, è un altro scandalo insopportabile di questo "IMMONDO SISTEMA MASSONICO CATTO-GEOVISTA" che, nostro malgrado, continua ad opprimerci tutti!.
Da par suo (come vecchia volpe sparata, anche a me ed a Pino Lupo!, ndr) il diletto Amico e fratello Claudio CAVA che -con immutatissima Stima e Simpatia qui saluto cordialmente- ha molto da insegnare, come spessissimo accade, è stato più lesto di me e già da tempo ha inserito la nota positiva che precede e che, credimi, come la stella del mattino, sta ad indicare che molto è già cambiato qui, in questo benedetto "salotto buono virtuale" di Pino Lupo!.
Gli interventi vorticosi dell'altra discussione (di cui questa è solo la logica prosecuzione, ... evidentemente epurata di epiteti e post puzzolenti!, ndr), non hanno reso giustizia dell'indiscutibile "capolavoro" che, così semplicemente, l'Amico Raffaele CATENACCI ha opportunamente pescato in rete e, a nostro sicuro beneficio, ci ha messo altruisticamente a disposizione.
Lode al merito!.
Come già ti ho riferito in privato, condivido al cento per cento non solo il significato letterale ma, soprattutto, il senso positivo ed edificante delle parole che hai usato in relazione alla discussione del tema in argomento.
Di nuovo di dico: GRAZIE DI CUORE!.
Forse, Giulio RAINBOY, KELLY70, Norberto VUOLO, Max e Claudio CAVA, Paolo CERINI, Raffaele CATENACCI, Pyccolo CEREBRALE & Co. avrebbero gradito che si specificasse un pò di più la "SOMMA IPOCRISIA MASSONICA CATTO-GEOVISTA-COMUNISTA-NAZISTA" di tutti coloro che, aprioristicamente, ritenendosi dalla parte di Dio, pontificano dottamente come se avessero a disposizione la ricetta del Bene e del Male mentre in privato, vittime inconsapevoli di tale loro permanente "delirio di onnipotenza", infrangono platealmente quello che loro stessi proclamano in pubblico!.
In altre parole più semplici, io sono assolutamente certo che se tutti i sedicenti "cristiani" (Cattolici, Testimoni di Geova, Protestanti, ecc.) si attenessero in maniera davvero più seria agli insegnamenti a favore della Vita e del Benessere comune (e smettessero di predicare bene e razzolare male, ndr), io penso che la famosissima Legge 194/78 sull'Aborto sarebbe utilizzata da pochissime donne, non necessariamente Atee e senza Dio!.
A tale riguardo, mi riservo di sviluppare meglio una mia personale "proposta concreta" che, se le circostanze lo consentiranno, potranno stabilizzare ulteriormente il successo di questo benedetto Forum di Libera discussione!.
Ottima giornata a tutti! ... anche, e soprattutto, a Max e ... Cava!
POST SCRIPTUM - Atteso l'indiscusso valore del tuo apporto intellettuale, consentimi di "ripescare in rete" e qui trascrivere integralmente, oltre quello del sempre ottimo comune Amico Pyccolo CEREBRALE (un pezzo unico di bravura letteraria!, ndr), uno dei tuoi ultimi "CAPOLAVORI" già pubblicato qui:
------Messaggio Originale------
Da: Libero Cassiba
Inviato: domenica 15 febbraio 2009 1.15
A: Soccorso Spirituale Onlus
Oggetto: "DIRITTO ALL'ABORTO: ECCO L'APOCALISSE LAICA SI SO.SPI ONLUS"
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8337609&p=5
Il modo in cui, da quanto leggo, si pone il problema dell'aborto da parte di foristi che stimo moltissimo, ma dai quali dissento profondamente, mi fa comprendere che è necessaria una rieducazione a livello globale.
Sull'onda illusoria della liberalizzazione e della modernizzazione degli usi e dei costumi in campo morale si è entrati in una spirale di sempre maggior tolleranza di ciò che è immorale.
E questa spirale si avvita sempre di più su se stessa, e come ieri era esecrato quel che oggi viene condonato così, di regresso in regresso, domani sarà condonato ciò che oggi è esecrato.
Se non si prende coscienza che bisogna, non solo mettere un freno alla tolleranza di un’etica assolutamente disdicevole, ma addirittura riinsegnare sani valori che sono stati tali per secoli, o finiremo nel più totale imbarbarimento.
Valori come verginità, castità prematrimoniale (e in questo concordo in toto con i TdG) fedeltà, autocontrollo senza dare libero sfogo ai propri impulsi sessuali, onorabilità, pudore, spirito di sacrificio etc. etc. sono da insegnare nuovamente fin dall'infanzia.
E risostituirli alla diffusa infedeltà, libertinaggio, spudoratezza, edonismo ed egoismo sfrenato che permeano come metastasi tutti i gangli dell'edificio sociale, a partire dall'istituzione familiare.
Cosa deve fare una famiglia, anche se sta insegnando sani valori morali, se un ragazzo ancora in fase di maturazione, assiste a quel che propinano i mass-media fornendo spettacoli degradati e personaggi bacati e proponendoli come modelli da imitare?
Occorre, se vogliamo salvarci da una waterloo morale, una restaurazione dei sani antichi valori, senza restaurare i disvalori dell'epoca e delle epoche che ci siamo lasciati alle spalle.
Comprendo che è un opera immane, ma non credo ci sia altra via d'uscita.
Se qualcuno la giudica un utopia non posso dargli del tutto torto, vista la vocazione al suicidio globale che attraversa tutto il pianeta
non solo in campo morale ma in tutti i campi, quello economico, quello ecologico e chi più ne ha ne metta.
Alle osservazioni di Damaride risponde Pyccolo che si chiede, non senza ragioni, come lo Stato, che non può fare il guardiano di tutto e di tutti, potrebbe sanzionare il delitto dell'aborto ( perché di delitto si tratta ) vista la vastità di tale criminoso fenomeno.
NON PUO' FARE NULLA. Oramai è impotente.
Ma questo non rallegra nessuno, tantomeno le vittime di tale olocausto, il più grande di tutti i tempi.
Ma non può fare nulla nemmeno con lo scippatore, con lo spacciatore di droga che, seppure arrestato viene messo immediatamente in libertà perché le carceri già stanno scoppiando per l'incapienza al contenere tutti gli autori di atti delittuosi.
Ma cosa si deve questa crescita esponenziale e incontrollabile di crimini e criminalità, nei quali l'aborto va incluso senza eccezione?
(a parte casi limite, ma molto al limite)
Questi sono i risultati di una liberalizzazione dei costumi, di una malintesa ideologia riguardo ai diritti individuali che oramai è arbitrio, con poco riguardo verso i doveri che ha l'individuo verso se stesso, verso gli altri e verso il tessuto sociale.
Se oggi non va in galera lo scippatore, domani di questo passo non andrà in galera il rapinatore, e andando alla deriva, perfino a chi uccide un'altro adulto, una società sempre più imbelle e permissiva darà un alibi morale per il crimine compiuto.
Ieri un adultero era perseguibile penalmente, oggi è considerato un macho da imitare, domani anche un pedofilo che oggi fa ribrezzo, sarà considerato una persona da non considerare un criminale, ma un diverso da non emarginare e da non giudicare e così condonare.
Ai danni di altre vittime innocenti di oggi e ancor più di domani che rimarranno segnati per tutta la vita, vittime come i bambini non ancora nati che sono disinvoltamente soppressi oggi.
Questa è la spirale che, secondo il mio modesto parere, una buona volta dovrebbe invertire il senso di marcia attraverso una rieducazione che parta dai banchi delle scuole elementari, possibilmente di tutto il pianeta.
E' una cosa impossibile, dice Pino che ama le cose impossibili perché lottando possono diventare possibili.
Ma tornando al tema dell'aborto, con che diritto una madre può togliere la vita anche ad un bambino malformato, magari down, perché presume che avrà una vita infelice?
Proprio perché presume, la sua, per logica, E' PRESUNZIONE.
I bambini e anche uomini e donne down, tanto per fare un esempio, vivono una loro vita emotiva, danno molto affetto e naturalmente ne sono ricambiati. A volte mi sembrano più felici loro che noi "normali".
Ricordo di aver letto di una donna che viveva in un tubo di acciaio
ma non era una donna depressa. Se ricordo bene era un colosso di cultura, leggeva e scriveva in maniera infaticabile e piena di passione per le cose che amava e che principalmente amava la vita.
Ma come ci si può mettere nei panni di un bambino non nato e sopprimerne l'esistenza perché si presume che ... ma cosa si presume, il cavolo si presume.
Ma oramai la coscienza di molti è drogata da questa spirale di modernismo perverso da non fargli neppure sentire il peso dell'infamia che ha consumata, senza rendersi conto che è stata dettata dall'egoismo allo stato puro inoculato nella sua mente come veleno.
Leggo la "perla di saggezza" di un altro forista che dice che un embrione di poche cellule in fondo cos'è, non è nulla, si può distruggere senza doverci pensar sù più di una volta.
Ma si rende conto quest'altro forista che anche lui è stato quelle poche cellule che considera di poco valore?
Ma gli passa per la testa che se il suo esistere di allora è stato di poco valore anche adesso che ha moltiplicato le cellule il suo valore non è affatto aumentato?
O vogliamo misurare il valore della vita umana dalla quantità di cellule di cui è composta!!!!.
Quando invece non abbiamo neppure idea di quel che potranno diventare quelle poche cellule. Sopprimendole potremmo aver soppresso un grande scienziato, un grande poeta, un qualcuno in grado di dar lustro al genere umano.
Ma io non mi permetto di dire a nessuno: vergognati per i tuoi principi morali distorti, gli farei torto.
Piuttosto lo dico a questa società attuale che indirizza e condiziona gli orientamenti in fatto di etica: VERGOGNATI.
Consenti, anzi incoraggi, uno spirito di progressivo degrado che ti porterà dritta dritta allo sfascio morale.
Alla prossima.
------Messaggio Originale------
Da: Pyccolo Cerebrale
Inviato: sabato 14 febbraio 2009 1.07
A: Soccorso Spirituale Onlus
Oggetto: "DIRITTO ALL'ABORTO: ECCO L'APOCALISSE LAICA SI SO.SPI ONLUS"
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8337609&p=4
Scritto da: Sandra Nardelli il 13/02/2009 23.56
Chiedo scusa, hai ragione, ho generalizzato inopportunamente e me ne dispiace.
In alcuni momenti sono fragile (non lo dico per accampare scuse) e nello stesso tempo impulsiva, ma forse solo una donna può capire lo stato d'animo di chi una vita la sente dentro di sè.
E capirai sicuramente che questo argomento per me, in questi momento suscita uno stato emotivo al di là del normale.
Chiedo che la frase infelice che ho scritta non venga presa in considerazione.
Carissima,
grazie per la precisazione. In questo modo riabiliti l'amore filiale di tutti noi. Una cosa.
COMPRENDO ALLA PERFEZIONE IL TUO STATO D'ANIMO E LA TUA FELICITA', OLTRE CHE LE TUE SOFFERENZE, CHE ORMAI SON ACQUA PASSATA.
Non c'è bisogno d'essere donna. Sono uomo e ti comprendo benissimo.
La prima volta che mia moglie partorì fu in un ospedale del nord. Non c'era posto. Lei fu costretta a sopportare le doglie su di una barellina. Poi le urla e la nascita. Noi in ansia fuori.
Non avevo assistito al parto per il timore che mi avevano messo addosso, sia familiari che medici.
Non fu così per il secondo. Mi imposi e mi concessero di assistere.
Mia moglie rifiutò il parto cesareo, che le fu invece consigliato.
Mi fecero indossare il camice bianco. Dovetti rimetterlo perché indossato al contrario. Mi posizionai sul lato sinistro di mia moglie. Lei mi prese il polso in mano che mi trattenne fino a parto avvenuto.
La vidi sudare gocce di sudore d'uno spessore incredibile, rapprese come se fossero piccole biglie, che scendevano giù dal labbro superiore e dalla fronte. Ogni tanto le urla di dolore.
Il suo sguardo mi appariva smarrito, non solo, ma quel che mi appariva più curioso era riscontrare lo sguardo fisso verso di me, senza nessuna distrazione, come se il medico non esistesse e come se non esistessero l'ostetrica e le infermiere.
Me lo ricordo perfettamente quello sguardo ... era quello di chi si sente smarrita e si aggrappa al polso, stringedolo forte, al punto di affondare un'unghia tutta al suo interno ed al punto di farlo sanguinare, sempre attenta a non distrarsi dal mio sguardo.
Sembrava che dipendesse da me ed io me ne resi conto.
Il medico che vide il mio polso mi disse di resistere, perché (ridendo) le sofferenze di lei erano di molto più severe. Resistetti.
Il medico le parlava, ma lei non sentiva.
Allora rivolto a me mi prega di ripeterle tutto quello che lui andrà a dirle.
Facevo esattamente come diceva il ginecologo, parola per parola:
"Inspira, calma, caccia fuori, inspira, calma, caccia fuori, brava, brava, più forte, inspira, caccia fuori, brava ... adesso ispira forte, forza, spingi forte ...".
L'ostetrica dinanzi a lei, seduta su di uno sgabello, pronta a ricevere la nuova creatura.
Di nuovo le operazioni di prima ... per almeno 7 o otto volte.
Poi le doglie aumentavano.
Il medico mi suggerì di ripetere le sue parole con più decisione e forza ... fu ciò che feci e alle parole "dai spingi forteeeee", dà una spinta che fa rompere le acque, che irrorarono tutto il viso e la bocca aperta dell'ostretica e, insieme alle acque il bimbo, sparato fuori come un siluro, che l'ostetrica tratteneva, ma senza vedere, accecata dal liquido amniotico ... subito le infermiere con un panno le puliscono il viso.
Non c'è stato bisogno di altri sforzi, era nato.
Che meraviglia. Pesava oltre 4 kg.
D'un tratto lo vedo far nero, poi un ceffottino e giù a piangere e riprendere colore.
Mia moglie mi molla il polso, finalmente, e sorride. Ma non era ancora finito.
Sapevo della placenta, ma non sapevo che per espellerla bisognasse fare gli stessi sforzi fatti per espellere il bimbo. Incredibile, non usciva fuori. Io ero sorpreso.
Il medico si affrettava e le salì con un ginocchio sopra, spingendo verso il basso. All'improvviso fuoriesce la placenta.
La sopresa fu ancor più grande quando riscontrai che la placenta era quasi delle dimensioni del bimbo. Era finito.
Quel bimbo ora è al terzo anno di medicina ed ha già assistito a diversi parti spontanei e a mezzo di taglio cesareo.
Forse penserai che ancora non potrei comprendere.
Te lo lascio pensare, ma se ti raccontassi un accaduto che vide pressocchè in fin di vita mia moglie, in seguito ad un aborto spontaneo improvviso, potresti almeno comprendere se io sappia o meno cos'è la sofferenza, non tanto quella della donna, ma quella dell'uomo che le sta accanto e teme di perderla.
Eravamo a letto. Era l'una di notte, più o meno. Lei si alza e va al bagno. Era incinta da un mese.
Dopo cinque minuti la sento urlare ed era praticamente incapace di ricomporsi. Piangeva a dirotto. Un mare di sangue.
Non sapevo che fare. Avevo compreso che poteva trattarsi di aborto.
Il problema era tenerla calma. Chiamai mia madre.
Le misi grossi asciugamani per tamponare, poi in macchina e via in ospedale, ad oltre mezz'ora di distanza. Fu una corsa per la vita.
La incoraggiavo di continuo, dietro c'era mia madre. Lei non ce la faceva più. Alle 2 di notte arrivammo in ospedale.
Venne un infermiere e mi disse di far scendere mia moglie.
Gli dissi: "Lei è grave ed ha perso molto sangue, non può camminare".
Lui in risposta: "Lasci perdere, lei non conosce le donne, deve sapere che stanno sempre a sanguinare, non dia retta, la faccia scendere".
A quel punto non ci vidi più, lo mandai a quel paese, presi in braccio mia moglie e corsi sui gradini d'ingresso dell'ospedale.
Qualcuno dall'interno aveva visto e mi venne incontro con una barella.
La portammo di corsa in sala parto e fu visitata dall'ostretica.
Quando la vide quella povera donna piantò un urlo disperato e disse: "Oddio, ma la signora è grave ... aveva rimosso un grumo di sangue grosso quanto un mattone".
Fu chiamato il primario che non era presente in ospedale, ma che giunse nel giro di circa dieci minuti.
Come la vide diede ordine di chiamare l'anestesista.
La visitò e trovò che aveva perso molto sangue e che continuava a perderlo.
Lei era sbiancata. Le facevo forza e le davo coraggio, ma dentro tremavo come una canna al vento.
Poi lei rivolto a me: "Non vedo più, mi sento morire, non ce la faccio".
Chiamai subito il primario che uscì, le sentì il polso e mi disse: "Caro signore, se l'anestesista ritarda la signora non potrà farcela, se vuole, e se anche lei vuole, interverrò senza anestesia ... sentirà dolore ed urlerà, non deve spaventarsi".
Entrò così in sala operatoria. Non vi dico le urla strazianti.
Le lacrime scorrevano copiose sul mio viso e su quello di mia madre.
Un calvario durato 15 minuti, al termine dei quali giunse l'anestesista.
Vidi mia moglie passare in barella ed entrare nelle camere delle gestanti. Era minuta, scavata, bianca, irriconoscibile.
Mi fece una pena che non posso nemmeno descrivere.
Mi chiamò il primario e mi disse: "L'abbiamo salvata per miracolo ... non è possibile che lei possa stare nella camera con lei, ma parlerò con la caposala e le dirò di fare con lei un'eccezione.
Le stia vicino, la sostenga e ci tenga informati".
Ero vicino a mia moglie, che sentiva ma non parlava.
Ad un certo punto comincia a tremare all'inverosimile, tutta, dalla testa ai piedi. Non sa dirci cos'è.
Chiamo l'ostetrica, che si era ormai affezionata a noi, e le misura la febbre: altissima.
Interviene di nuovo il medico che le prescrive un antibiotico da sacca, direttamente immesso nel braccio.
Continua a tremare per altre due ore, poi finalmente si calma un tantino.
Ancora non ha la forza per parlare, ma con lo sguardo, in realtà, mi parlava e cercava di rassicurarmi.
Solo alle 6 del mattino riprese un tantino di colore e prese a dormire. Dopo 4 giorni fu dimessa.
Non so perché, ma particolarmente da quell'occasione, che fu per me occasione di sofferenza immensa, mi legai profondamente a questa donna della mia vita.
Dirò di più.
Ebbi il terrore, da allora, che potesse rimanere di nuovo incinta.
Desideravamo immensamente una bimba, ma vi rinunciammo ... non ero più disposto a vederla di nuovo in sala parto. Ero cotto e stracotto da quell'amara esperienza.
Certo, cara Sandra, non ho mai portato in grembo un bimbo, ma sento che è come se l'avessi portato, credimi. E' una bellissima esperienza. Vivila serenamente.
Quando fu partorito il mio secondo a cui assistei, subito dopo lei mi disse che la mia presenza era stata provvidenziale e che con essa lei si era sentita una leonessa e di non aver avuto nessuna difficoltà a partorire.
Scusate per la lungaggine.
Pyccolo
[Modificato da Vito.Pucci 17/02/2009 08:13] |