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SEBAI LETTERA AL CAPO DELLO STATO

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2009 11:09
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Taranto 6 Maggio 2008

All’Ill.mo Sig.
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
c/o Palazzo del Quirinale
00124 Roma



e p.c. MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

c/o Ministero della Giustizia
Via Arenula,70
00186 Roma


e p.c. PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA
C/O CORTE D'APPELLO DI POTENZA
Via Nazario Sauro,71
85100 POTENZA (PZ)

e.p.c. PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA
C/O CORTE D'APPELLO DI LECCE
Viale M. De Pietro,2
73100 Lecce


Illustrissimo Sig. Presidente,
in nome della Sua acclarata equità e della Sua manifesta coscienziosità noi sottoscritti avv.ti Claudio Defilippi, difensore dei Signori Nardelli Davide, Vincenzo Faiuolo, Francesco Orlandi, Palmisano Carmina e Tinelli Arcangela, l'avv. Luciano Faraon difensore, congiuntamene all’avv. Danilo Dinoi, di Sebai Ezzedine, gli avv.ti Camillo De Luca e Ignazio Dragone difensori del sig. Montemurro Cosimo, gli avv.ti Assuntina Bruno e Alberto Padovani difensori degli eredi di Donvito Vincenzo, siamo ad esporLe un caso di eclatante denegata giustizia davanti al quale la S.V, quale Presidente della Repubblica e del CSM non può assolutamente negare il proprio intervento.
Sebai Ezzedine, dopo avere cambiato difensore, si è più volte dichiarato responsabile, davanti alle autorità competenti, dandone anche i relativi riscontri, di quindici omicidi, tra cui quelli che vedono coinvolti i signori Nardelli e Tinelli difesi dall'avvocato Defilippi ed il sig. Montemurro Cosimo difeso dagli avv.ti De Luca e Dragone, che stanno tutt'oggi scontando una pena per un reato non commesso (il sig. Montemurro Cosimo ha ottenuto il beneficio della misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali).
Si evidenzia altresì che è stato condannato innocente il sig. Vincenzo Donvito, suicidatosi nel carcere di Teramo non potendo sostenere il peso di una condanna per un reato non commesso e per il quale si era sempre proclamato innocente.
Suicidio che ha determinato in Sebai Ezzedine la volontà di collaborare con l’A.G. al fine di ottenere giustizia per chi era stato condannato per omicidi da lui commessi e la giusta condanna per sé, chiedendo fosse accertato il suo reale stato personale anche ai fini di avere una giusta condanna ed una adeguata cura per le sue condizioni psichiatriche.
Oggi, 6 Maggio 2008, si doveva udienza preliminare a carico del Sebai nella quale doveva essere decisa l’ammissione a rito abbreviato dell’imputato Sebai Ezzedine reo confesso.
L’udienza è stata rinviata al 14 ottobre 2008 per assenza del GUP titolare dott.ssa Ingenito.
Nel frattempo le competenti Corti d'Appello, nonostante i riscontri rinvenuti a seguito delle confessioni di Sebai Ezzedine hanno rigettato le istanze di revisione promosse dagli assistiti degli avvocati Defilippi, De Luca e Dragone secondo il principio cui nessuno è colpevole fino a condanna definitiva ignorando completamente quanto sancito dall’art. 630 lett. C c.p.p. che sancisce che la revisione può essere richiesta “Se dopo la condanna sono sopravvenute o si scoprono nuove prove che, sole o unite a quelle già valutate, dimostrano che il condannato deve essere prosciolto a norma dell’art. 631”.
Principio questo confermato dalla Suprema Corte di Cassazione Sezione terza Penale con sentenza n. 24245/07 dell’8 maggio 2007 ( Caso Dulaj).
Principio imprescindibile ma, data la particolarità del caso che stiamo affrontando, è palese che la giustizia non fornisce gli strumenti adeguati per risolvere, in tempi brevi, detta situazione.
Se da una parte abbiamo un reo confesso che, dandone idonei riscontri, si confessa responsabile di azioni delittuose e per questo chiede di essere sottoposto ad idonea perizia psichiatrica per scoprire perché si sia macchiato di tali orribili delitti chiedendo di essere giustamente punito, ma anche curato così come prevede la legge italiana, per aver commesso molti delitti, dall'altra parte abbiamo persone innocenti che da anni urlano la loro estraneità ai fatti di sangue per cui sono stati condannati.
Nel caso de quo la giustizia italiana non ha assolto nel modo corretto ai suoi doveri ledendo i diritti dei suoi cittadini, pertanto siamo a chiedere a Lei ed agli altri destinatari della presente, secondo la propria competenza di voler intervenire a favore delle persone ingiustamente condannate, affinché quantomeno la loro pena possa essere sospesa senza dover attendere i lunghissimi tempi della giustizia italiana.
Restando in attesa di un Suo gentile riscontro porgiamo doverosi ossequi.

Avv. Luciano Faraon Avv. Claudio Defilippi Avv. Camillo De Luca


Avv. Danilo Dinoi Avv. Assuntina Bruno Avv. Ignazio Dragone


Avv. Alberto Padovani





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