Il cdm approva il ddl presentato dalla Carfagna
Roma, 19 nov. (Apcom) - Arriva anche in Italia il Garante per l'infanzia: il Consiglio dei ministri ha approvato oggi il disegno di legge proposto dal ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna che - in conformità alle Convenzioni internazionali, europee e alla Costituzione - istituisce la figura del Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, già esistente in molti Paesi europei (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Norvegia, Portogallo, Spagna e Svezia).
Il Garante verrà nominato dai presidenti di Camera e Senato, e "sarà una figura autonoma, indipendente con compiti di proposta, consultivi e di ascolto" ha spiegato Carfagna in conferenza stampa, assicurando che il provvedimento "non sarà terreno di scontro politico" e aggiungendo che chiederà all'opposizione di approvare il testo in sede legislativa per fare in modo che diventi al più presto legge dello Stato.
Il Garante ha il compito principale di dare attuazione alla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, nonché alla Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli di Strasburgo, di sensibilizzare, diffondere e promuovere - anche attraverso iniziative legislative - la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Inoltre Il garante per l'infanzia ha anche il potere di segnalare, d'ufficio o a seguito di segnalazioni o reclami, situazioni di disagio o di rischio di violazioni dei diritti dei minori, alla magistratura competente. Il disegno di legge istituisce inoltre il numero telefonico gratuito d'emergenza 114 per segnalare violazioni dei diritti dei minori. Entro il 30 aprile di ogni anno il Garante dovrà presentare una relazione annuale al Parlamento.
Il disegno di legge si compone di 7 articoli.
L'articolo 1 istituisce il Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, che avrà sede a Roma, il suo fine è "dare attuazione alle Convenzione sui diritti del fanciullo, approvata a New York nel 1989, alla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e alla Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli fatta a Strasburgo nel 1996.
L'articolo 2 spiega il meccanismo di nomina dell'organismo, stabilisce i requisiti necessari per diventare Garante e disciplina "le possibili cause di incompatibilità tra l'incarico rivestito e l'esercizio di attività professionali o di consulenza tanto in uffici pubblici quanto privati". "Il Garante è organo monocratico la cui nomina è affidata all'intesa dei due Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica". Il mandato dura 4 anni, ed è rinnovabile per non più di una volta. Può essere nominato Garante chi ha determinati requisiti, ovvero "la notoria indipendenza e la comprovata professionalità ed esperienza nei campi del disagio minorile e delle problematiche familiari ed educative". Il compenso del Garante non è stabilito, ma si rinvia ad un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, per la determinazione.
L'articolo 3, richiamandosi alle Convenzioni internazionali, definisce le funzioni svolte dal Garante, "in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione": "il Garante esercita la sua attività a favore dei diritti dei minori mediante compiti di proposta, consultivi, di informazione e di ascolto dei minori". Nell'articolo l'elenco dei compiti è poi dettagliato, ad esempio è prevista la possibilità di "proporre l'adozione di iniziative, anche legislative, per assicurare la piena promozione e tutela dei diritti dell'infanzia". Tra i compiti consultivi invece, spetta al garante il parere sul piano nazionale di azione di interventi per la tutela dei diritti dell'infanzia, il parere facoltativo sui disegni di legge e sugli atti normativi del governo in materia di infanzia e di adolescenza, il parere facoltativo sul rapporto che il governo presenta periodicamente al Comitato dei diritti del fanciullo della Convenzione di New York.
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Nounou
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Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal