benvenuto rocket74
la notizia riportata è un pò datata, ti riporto un articolo piu recente:
Padri separati, nervi tesi
e debiti per poter vedere i figli
La legge sull'affido ha fatto passi avanti ma la situazione resta drammatica. In Liguria record negativo di controversie. Arruolati mediatori di coppia. Le associazioni: coniugi rovinati, non c'è tregua
BOLOGNA, 2 ottobre 2008 - L' SOS È STATO raccolto dalla Liguria, non a caso la regione che vanta il tasso di separazioni e divorzi più elevato d’Italia: annualmente ogni mille coppie, dicono gli ultimi dati Istat disponibili (2005), quasi 14 matrimoni saltano, contro una media nazionale di 8,8. I padri separati sono 70.000 sul milione e duecentomila che si contano in Italia. Se si guarda solo alla prospettiva economica di una coppia scoppiata (43 anni e 1300 euro mensili lui, 40 e 1100 lei), un matrimonio che va in frantumi è un lusso che sempre meno gente può permettersi e va creando nuove sacche di povertà. L’ultima denuncia in ordine di tempo viene dalla Caritas, svelando che tra gli ospiti di dormitori e mense i padri separati stanno aumentando in numero esponenziale. Tutta gente che ha un lavoro, ma le tasche vuote.
ECCO PERCHÉ il Consiglio regionale ligure è intervenuto con una legge ad hoc, presentata da un consigliere di opposizione, Alessio Saso (An), ma votata all’unanimità.
La normativa prevede una serie di iniziative quali il sostegno economico, alloggi temporanei, l’apertura di centri di assistenza e mediazione familiare. In origine la proposta di Saso era rivolta solo ai «padri separati», ma è stata poi ampliata al concetto di genitori. «La legge va ad aiutare la moglie o il marito che si trovino in difficoltà — ha spiegato Alessio Saso — In molti anni sono state riequilibrate le difficoltà femminili, ora è il momento di agire per alleviare quelle maschili. E questa legge sono sicuro che riuscirà nell’intento, con benefici influssi sull’equilibrio psicologico dei figli». La provincia autonoma di Bolzano ha da tempo in atto un corollario di provvedimenti per attutire l’impatto sociale delle separazioni e al tempo stesso garantire sostegno: da una parte interviene direttamente in caso di mancata corresponsione dell’assegno per il sostentamento del coniuge che ha i figli a carico (rivalendosi poi sull’ex inadempiente, ma con tempi e modalità sostenibili), dall’altra ha aperto già nel 2004 la prima casa di accoglienza per padri separati. E altre sono in cantiere.
BUONA parte del merito va ascritto alla sensibilità degli amministratori locali e all’incessante impegno di due associazioni, il Centro di mediazione familiare Adsi, nato nel 1986 a Bolzano e il Männerinitiative Südtirol (Mit) di Merano. «Vedo troppi padri piangere», racconta Elio Cirimbelli, direttore di Adsi «e la situazione sta peggiorando, per cui parlare di padri separati come nuovi poveri rispecchia esattamente la realtà: oltre il 90% dei padri è tenuto a versare l’assegno di mantenimento dei figli, che mediamente si aggira sui 280 euro per figlio, ha una quota di mutuo da pagare, oltre al nuovo affitto perché ha perso la casa e qualcosa dovrà pur mangiare. La maggioranza delle coppie separate o divorziate appartiene al ceto medio-basso, operai e impiegati, per cui è veramente difficile arrivare a fine mese».
LA CASA di accoglienza, nata sulla falsariga di analoghe esperienze rivolte alle marginalità sociali più tradizionali, «è nata anche per dare un tetto ai padri separati in modo che possano accogliere i figli, come prevede la legge.
Il progetto è finanziato all’80% dall’ente pubblico, per questo l’affitto è calmierato: 240 euro per una stanza coi servizi, più i locali comuni. Sono state avviate, inoltre, convenzioni con l’Asl per la psicoterapia». Aldo Dinacci, fondatore nel 1991 della prima associazione di padri separati, plaude alle iniziative di Alto Adige e Liguria e pensa alla sua Emilia Romagna, «sempre all’avanguardia sui temi sociali ma incredibilmente cieca e sorda perché vittima dei residui del femminismo di qualche anno fa».
SECONDO Dinacci questa insensibilità «che non è solo emiliana» ha una spiegazione politica. «Rispetto alla media dei Paesi europei il tasso di separazione e divorzio in Italia è molto più contenuto, quindi non fa notizia, non produce voti: si preferisce fare finta di non cogliere la gravità del problema. In tanti anni, ho raccolto migliaia di storie di padri sul lastrico, ridotti come clochard, o gente che di giorno è impeccabile in ufficio e la notte dorme in auto. La nuova legge sull’affido condiviso qualcosa ha migliorato, ma ha avuto un effetto modesto perché la situazione è drammatica».
Nounou
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Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal