Russia; E' morto Solzhenitsyn, cronista degli orrori del gulag
Lo scrittore era l'incarnazione della dissidenza nell'Urss
Mosca, 4 ago. (Ap) - Alexander Solzhenitsyn, morto ieri all'età di 89 anni, autore de "L'arcipelago gulag", era il più famoso cronista degli orrori dei gulag sovietici. Considerato a lungo come l'incarnazione della dissidenza contro il regime comunista, era autore di una serie di opere fondate sull'esperienza del totalitarismo, con la descrizione di tutti gli orrori dei campi sovietici.
Alexander Solzhenitsyn, che viveva vicino a Mosca, è deceduto ieri sera per insufficienza cardiaca, ha annunciato suo figlio Stepan all'Associated Press. Condannato lui stesso a otto anni di lavori forzati nei gulag per aver criticato Stalin, privato della sua nazionalità sovietica, Solzhenitsyn fu costretto a esiliarsi in Occidente e a pubblicare numerose delle sue opere all'estero: oltre a L'Arcipelago Gulag (1973), Il primo cerchio, La strada rossa. Dopo vent'anni di esilio, fece un ritorno trionfale nel suo paese nel 1994.
Nato l'11 dicembre del 1918 a Kislovodsk, in Russia, Alexander Issaievitch Solzhenitsyn trascorse la sua infanzia a Rostov sul Don, nel sud della Russia, dove studiò scienze e letteratura, prima di essere mobilitato durante la seconda guerra mondial per servire come capitano d'artiglieria.
Nelle ultime settimane della guerra, nel 1945, venne arrestato e poi condannato ai campi di lavoro per complotto anti-sovietico dopo aver scritto - secondo le sue parole - "alcune critiche irrispettose" su Stalin, soprannominato "l'uomo dai baffi", in una lettera a un amico. Solzhenitsyn vi lasciava intendere che il governo dell'Urss e lo stesso Stalin avevano una responsabilità più grande di Hitler nelle devastazioni causate dalla guerra al popolo sovietico.
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