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Pechino, i Giochi "censurati"

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2008 22:43
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31/07/2008 20:58
 
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Le promesse mancate dei cinesi


Cade così la speranza che le Olimpiadi potessero portare novità positive
Le vicende tibetane e le proteste sulla fiaccola hanno provocato arroccamento.

PECHINO - Il primo dicembre 2006, Pechino annunciava che di lì a poco sarebbero scomparse le ultime restrizioni sulla libertà di circolazione per noi giornalisti stranieri sul territorio della Repubblica Popolare. Il giorno dopo, nel descrivere quel provvedimento, scrivevo su Repubblica "I Giochi del 2008 semineranno qualche germe di cambiamento in questa Cina". Quella previsione, ahimé, si è avverata nella direzione diametralmente opposta. I reporter stranieri che arrivano in questi giorni, e che si aggiungono a noi corrispondenti permanenti per coprire le Olimpiadi, trovano una Cina per molti aspetti peggiorata dal 2006.

Quello che colpisce subito i nuovi arrivati, naturalmente, è l'insopportabile groviglio di restrizioni alla nostra libertà. Non possiamo andare in Tibet. Non possiamo usare una webcam su Piazza Tienanmen, né in alcuno degli stadi olimpici. Non possiamo accedere a diversi siti Internet oscurati dalla censura. Dietro questi limiti che ci colpiscono direttamente, c'è una situazione ben più drammatica per i cinesi. Rispetto alla tradizionale mancanza di libertà di informazione c'è stato un ulteriore arretramento.

Proprio in vista dei Giochi il governo ha "ripulito" la capitale dei potenziali disturbatori dell'ordine: dagli immigrati che appartengono alle minoranze etniche tibetana e uigura, ai dissidenti, agli avvocati che difendono cause umanitarie. Alcuni di questi attivisti oggi sono agli arresti domiciliari per impedire che entrino in contatto con gli stranieri.

Che cos'è accaduto dunque perché le speranze accese nel dicembre 2006 si vanificassero così brutalmente? Gran parte della spiegazione sta negli avvenimenti tragici di questa primavera, che hanno colto la leadership cinese impreparata, e hanno provocato una reazione furibonda. La rivolta del Tibet a metà marzo, seguita dalle contestazioni contro la fiaccola olimpica a Londra, Parigi e San Francisco, hanno provocato un arroccamento. Il regime di Pechino ha vissuto improvvisamente un incubo: il rischio che questi Giochi con l'accresciuta visibilità che comportano, diventino un'occasione per un "processo virtuale" alla Cina, ai suoi abusi contro i diritti umani, ai suoi gravi ritardi sul terreno delle libertà individuali.

La reazione della nomenklatura ha fatto appello al riflesso condizionato del vittimismo nazionalista: il popolo cinese è stato chiamato a serrare i ranghi contro "l'offensiva" degli stranieri. In questo clima di unità nazionale, invocato per difendere l'immagine della Repubblica Popolare, gli spazi di tolleranza che si erano aperti negli ultimi anni si sono nuovamente ristretti.

Ogni voce critica è catalogata come un "sabotatore" dei Giochi, un nemico della patria. La censura è tornata ad avere carta bianca. Anche le maggiori libertà che erano state promesse a noi giornalisti stranieri sono state revocate, per effetto di questo clima.

Ma le vere vittime non siamo noi: sono le tante voci di dissenso che negli ultimi anni avevano trovato nuovamente il coraggio di farsi sentire in Cina, e ora tacciono in attesa di tempi migliori. In attesa che passi la "nottata" dei Giochi, un avvenimento che paradossalmente ha fatto fare ai leader cinesi un grande balzo all'indietro.


FONTE






Nounou
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Blaise Pascal


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Sei cancelli e le parole vietate

Ecco Internet censurato alla cinese

La "Grande muraglia": un insieme di sofisticati "firewall" e software
che rappresentano il più avanzato tentativo di controllare il cyberspazio

PECHINO - Una caratteristica originale di Internet in Cina è il ruolo propulsore e decisivo che lo Stato ha avuto nel suo sviluppo. Questo aspetto è stato esposto nei dettagli da uno dei più autorevoli esperti del settore, il dissidente cinese in esilio Xiao Qiang, nella sua audizione del 14 aprile 2005 a Washington ("The Development and the State Control of the Chinese Internet") di fronte alla US-China Economic and Security Review Commission. Molto più di quanto abbia fatto davvero (al di là dei proclami retorici) l'allora vicepresidente americano Al Gore quando a metà degli anni Novanta lanciò lo slogan delle "autostrade dell'informazione", in Cina le autorità di governo hanno avuto inizialmente una funzione maggiore dei privati nel consentire la diffusione della rete. Come nel caso degli aeroporti e dei porti, delle telecomunicazioni e delle autostrade, Internet è stato considerato dai vertici del partito comunista uno strumento al servizio dello sviluppo economico. E per definizione tutto ciò che contribuisce a mantenere alti ritmi di crescita economica è utile a cementare il consenso e la stabilità del regime.

Mentre negli Stati Uniti e in Europa Internet è cresciuto in maniera pervasiva, con un ruolo determinante degli interessi privati fin dall'inizio, e con un approccio bottom-up, in Cina il governo ha promosso e disegnato l'infrastruttura. Questo fra l'altro ha consentito di organizzarla secondo uno schema fortemente centralizzato, come tale più facile da sottoporre a controlli.

Gli utenti Internet in Cina si collegano alla rete globale passando attraverso sei "cancelli" di interconnessione che sono strettamente sorvegliati da agenzie statali. Esistono molti Internet Service Providers privati, ma essi possono operare solo collegandosi al World Wide Web attraverso quei sei cancelli, e pagando il pedaggio politico imposto dal governo. "In realtà - ha detto Xiao Qiang - Internet in Cina è piuttosto un grande Intra-net (rete a circuito chiuso, ndr) su scala nazionale, con accessi limitati all'Internet globale".

La componente più nota di questi controlli governativi è la censura, soprannominata dai dissidenti The Great Firewall of China (la Grande Muraglia di Fuoco della Cina), la cui funzione consiste nell'oscurare l'accesso ai siti indesiderati.

Sono "invisibili" per un utente che si trovi sul territorio cinese ben 19.000 siti stranieri sgraditi, che vanno da quelli della Bbc ad Amnesty International, da Wikipedia ai missionari cattolici di Asianews. Una censura più selettiva è quella che consiste nell'oscurare con precisione chirurgica solo quelle schermate che contengono alcune delle parole proibite contenute in un corposo "libro nero" del governo.

Per sorvegliare l'informazione che circola in rete il governo impiega trentamila tecnici a tempo pieno, assistiti da programmi di software che talvolta sono made in China, in altri casi sono stati forniti volontariamente dalle grandi società di software occidentali. Quei programmi filtrano le parole, cancellano, censurano, bloccano messaggi. Si è scoperto come uno di questi filtri si introduce di soppiatto all'insaputa degli utenti: il software Qq è il più diffuso per la messaggeria istantanea via Internet; la società cinese che produce Qq, la Tencent, su diposizione delle autorità ha incollato a quel software un programma (nome in codice ComToolKit. dll) che automaticamente blocca tutte le parole proibite.

Il Center for Internet and Society dell'università di Harvard lo ha definito "il più sofisticato sforzo in atto nel mondo" per controllare il cyberspazio. L'università di Berkeley è riuscita a estrarre il programma di software: contiene 1.041 parole sospette. Nella lista nera il 15% sono termini che hanno a che vedere con la pornografia e la pedofilia.

Il resto riguarda invece le libertà politiche e religiose, i diritti umani. Tra le 1.041 parole pericolose ci sono "democrazia", "libertà" e tutti i suoi composti e derivati (Free-China, Free-Net), "corruzione", "manifestazione", "sciopero", "Tibet indipendente", "Falun Gong". C'è anche la locuzione "figli di dirigenti del partito", forse per individuare tentativi di ricerca online sui patrimoni familiari, le aziende che possiedono, i consigli d'amministrazione di cui sono membri.

Le 1.041 parole sospette non vengono necessariamente censurate. Sono i campanelli d'allarme che fanno scattare i filtri della Grande Muraglia di Fuoco. Se un utente residente in Cina clicca troppe volte "Tibet libero" vede misteriosamente interrotta la connessione. Oppure si trova istradato per forza verso il sito ufficiale del governo che esalta "la pacifica liberazione del Tibet" da parte dell'esercito cinese nel 1950.

(31 luglio 2008)fonte Repubblica.it







Nounou
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31/07/2008 21:04
 
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Parliamo di una nazione che fino a ieri viveva nel più totale totalitarismo.

Loro vorrebbero allinearsi con i paese democratici, ma il libretto rosso di Mao è ancora cultura. Difficile da sradicare!






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Re:
parliamonepino, 31/07/2008 21.04:

Parliamo di una nazione che fino a ieri viveva nel più totale totalitarismo.

Loro vorrebbero allinearsi con i paese democratici, ma il libretto rosso di Mao è ancora cultura. Difficile da sradicare!







rimarrà sempre, d'altronde come è stato fin'ora, un paese che non ha rispetto per i diritti umani, lo sta dimostrando ancora una volta con i giochi olimpici, credo vedremo poco di questo evento..o perlomeno, solo quello che fa comodo ai vertici della Cina.
Peccato!






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Olimpiadi/ Censura, Cio: nessun accordo sottobanco con Pechino
Roma, 2 ago. (Apcom) -

Il comitato olimpico internazionale nega di aver mai stretto alcun accordo sottobanco con Pechino per porre limiti all'accesso a internet per i giornalisti stranieri che seguiranno i Giochi olimpici.

All'inizio di questa settimana diversi reporter si sono accorti che molti siti 'scomodi', come quello di Amnesty International, Reporters sans Frontières e altri siti politicamente sensibili, non erano accessibili e alcuni dirigenti del Cio avevano ammesso di esserne al corrente.
Ma il presidente del Comitato olimpico internazionale, il belga Jacques Rogge, ha sottolineato oggi che non c'è mai stato "alcun accordo in cui venivano accettate restrizioni" alla Rete. Anzi, il numero uno del Cio ha ribadito che l'organizzazione garantirà ed esige "l'accesso più completo possibile ad internet". Poi per stemperare i toni e alleggerire un clima appesantito anche dalle recenti polemiche su diritti umani e lo smog, Rogge ha lodato l'organizzazione "impeccabile" di Pechino per i Giochi.

I dubbi erano emersi, scrive la Bbc, quando mercoledì il capo del settore stampa del Cio, Kevan Gosper, aveva affermato di aver saputo che alcuni dirigenti del Comitato avevano "negoziato con i cinesi per il blocco di alcuni siti internet sensibili" durante i Giochi. La Cina ha effettivamente intensificato i controlli e ieri il presidente cinese Hu Jintao ha chiesto ai media stranieri di non "politicizzare" le Olimpiadi.

Tuttavia, dopo le polemiche giunte da tutto il mondo per la parziale censura del web, Pechino ha fatto retromarcia e ha reso accessibili diversi siti tra cui il famigerati Amnesty International e Reporters sans frontières, la Bbc in cinese, la versione cinese di Voice of America, Wikipedia, diversi siti di gruppi umanitari e il sito di Apple Daily, giornale di Hong Kong.

Ancora interdetto l'accesso al sito del movimento spirituale Falun Gong, fuorilegge in Cina. Appena due giorni fa, la Cina aveva affermato che non avrebbe mai rivisto la sua decisione di controllare internet.


si comincia a ragionare.. [SM=x1061927]






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Re:

Parliamo di una nazione che fino a ieri viveva nel più totale totalitarismo.



Beh, mi sembra anche giusto. Se il totalitarismo non fosse totale, che razza di totalitarismo sarebbe? Parziale? [SM=x1061946] [SM=x1061946] Una battuta.... solo una battuta... [SM=x1061940]



Loro vorrebbero allinearsi con i paese democratici, ma il libretto rosso di Mao è ancora cultura. Difficile da sradicare!



Almeno questo lo ha scritto uno che conosciamo!

Per altri libri,libretti e frammenti vari [SM=g27988] , non sappiamo nemmeno a chi dare la colpa e ci stiamo dietro da migliaia di anni!! [SM=x1061908]anzi... [SM=x1061973]

Massimo [SM=x1061913]



Le religioni? Un'abbagliante strada a senso unico. (Max Cava)

" Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione,
e non mi importerà di chi ne fa le leggi" (Mayer Anselm Rothschild)


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re

.....Per quanto riguarda la censura devo dire che anche la Cina ha la sua nounou..... [SM=x1061909] [SM=x1061909] [SM=x1061909] [SM=x1061910] [SM=x1061910] [SM=x1061911] [SM=x1061911] [SM=x1061911]


omega [SM=x1061912] ( [SM=x1061912] [SM=x1061912] )

ps. I due fra parentesi sono in delega perchè sono in ferie!!!! [SM=x1061911]



O=============O===========O

Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

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Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


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Re: re
=omegabible=, 02/08/2008 22.40:


.....Per quanto riguarda la censura devo dire che anche la Cina ha la sua nounou..... [SM=x1061909] [SM=x1061909] [SM=x1061909] [SM=x1061910] [SM=x1061910] [SM=x1061911] [SM=x1061911] [SM=x1061911]


omega [SM=x1061912] ( [SM=x1061912] [SM=x1061912] )

ps. I due fra parentesi sono in delega perchè sono in ferie!!!! [SM=x1061911]




[SM=x1061909] ti adoro Ome!! [SM=x1061909]

[SM=x1061918]






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