Eluana, Pdl contro sentenza. Il padre: «Vale suo interesse»
Sarà l'Hospice di Airuno a ospitare le ultime ore di Eluana Englaro prima che venga staccato il sondino nasogastrico che la alimenta e idrata artificialmente: a farlo potrebbe essere il dottor Carlo Alberto Defanti, ex primario all'Azienda ospedaliera Niguarda di Milano e docente di bioetica all'Università Vita e Salute del San Raffaele.
La decisione annunciata dalla curatrice della donna, Franca Alessio ,arriva dopo giornate di polemiche e interventi sul caso della giovane donna in stato vegetativo da 16 anni.
Dopo il pronunciamento della Corte d'Appello di Milano, il padre di Eluana, Beppino Englaro, non ha intenzione di attendere la decisione della procura generale di Milano sull'eventualità di impugnare il decreto. «Tutto sarà fatto secondo i tempi tecnici che il medico incaricato ci indicherà:
senza alcuna fretta, ma avendo come unico fine l'interesse di Eluana».
Ecco il suo interesse. Quello che il padre della ragazza e la sua curatrice dichiarano di voler anteporre a qualunque obiezione.
Pur rispettando le altre idee e convinzioni. Così, alle pressioni e agli interventi del Vaticano, Beppino Englaro ha ribadito che conta «la volontà di mia figlia».
E ha chiesto agli organi di informazione di fare, in questo delicato frangente, un passo indietro nel rispetto della
«dignità personale» di Eluana. «L'interesse di Eluana - si legge nella nota redatta da Englaro con l'aiuto del suo difensore, l'avvocato Vittorio Angiolini - comporta il disporre l'interruzione dei trattamenti di sostegno vitale artificiale in atto, quale è stata autorizzata».
La volontà dei familiari di Eluana sembrerebbe quindi quella di non attendere i 60 giorni a disposizione della Procura generale per un'eventuale impugnazione del decreto in Cassazione e per la contestuale richiesta di sospensiva davanti alla stessa Corte d'Appello.
Intanto la Chiesa milanese, attraverso le parole dello stesso cardinale Tettamanzi, ribadisce che quella di Eluana è una vita accesa: «Non possiamo spegnere la vita di nessuna creatura umana senza uccidere, insieme a lei, la speranza che vive in essa, quella di essere fatta per la vita e non per la morte». E dal Parlamento arrivano ipotesi di legge e provvedimenti:
Il Pdl ha presentato una mozione per chiedere che «venga sollevato di fronte alla Corte costituzionale un conflitto di attribuzione tra il Senato della Repubblica e la Corte di Cassazione in merito alla sentenza della Suprema Corte sul caso di Eluana Englaro, dalla quale è derivato il recente pronunciamento della Corte d'Appello di Milano».
Lo ha annunciato Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori PdL. «Nella mozione - ha spiegato il senatore - non viene messo in discussione il contenuto dei pronunciamenti giudiziari, ma viene duramente stigmatizzata l'indebita e gravissima invasione nel campo che la Costituzione assegna al legislatore».
E sulla prerogativa del parlamento in materia interviene anche la senatrice del Pd Dorina Bianchi, membro della commissione Igiene e sanità del Senato: «I familiari di Eluana Englaro meritano tutta la nostra comprensione e la vicinanza umana.
Ma da legislatore devo comunque esprimere il mio dissenso sulle circostanze in cui è maturata la sentenza della Corte d'Appello di Milano.
È infatti evidente - prosegue la senatrice Bianchi - come non si possa continuare a decidere su temi così estremamente delicati rimettendo il giudizio nelle mani dell'autorità giudiziaria.
Abbiamo bisogno di una legge che regoli le ultime volontà di coloro che si trovano nella condizione di non potere più scegliere autonomamente della propria vita».
Dello stesso parere Luca Volontè, deputato dell'Udc, che chiede un immediato ricorso contro la sentnenza: «Il premier e il ministro della Giustizia diano mandato immediatamente all'Avvocatura dello Stato e alla Procura Generale della Repubblica per ricorrere contro la sentenza della Corte di Appello di Milano e della Cassazione sul caso della povera Eluana Englaro.
Solo così si potrà chiedere una immediata sospensione degli effetti e quindi evitare l'omicidio autorizzato da parte di organi della giustizia italiana».
Ma i familiari di Eluana pensano solo all'interesse della ragazza. Così anche Defanti, il primario che si è detto disponibile a praticare l'interruzione dell'alimentazione, commenta la sua disponibilità a «portare Eluana a uno stadio terminale e ad assisterla fino al momento del decesso, se verrà deciso in questo senso», come una scelta fatta «non certo con entusiasmo ma per senso del dovere». E ricorda: «Per due volte l'ho avuta come mia paziente in reparto, sia a Milano sia a Bergamo, e
abbiamo cercato con ogni mezzo uno spiraglio.
Ogni volta, però, ci siamo dovuti arrendere di fronte a una totale assenza di segni di coscienza».
Defanti ha scritto due libri sull'argomento, l'ultimo dei quali, 'Soglie', è uscito nel settembre scorso.
L'ex primario ha anche partecipato alla stesura di due importanti documenti del Gruppo di studio sulla bioetica della Società italiana di Neurologia.
Da anni, infatti, si interroga sui parametri in base ai quali è possibile stabilire il momento esatto della morte di un individuo, e conosce in modo approfondito la situazione legislativa in Italia e in Europa.
fonte:
www.unita.it/view.asp?IDcontent=77097
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Non si può giudicare una notizia riportata dai giornali, con mille esposizioni pro e contro, ma si può dare dignità ad una ragazza, che, dopo 16 anni, non avrebbe alcuna altra via, che quella di tornare a Dio.
Nounou
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Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal