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Caso Englaro, è polemica

Ultimo Aggiornamento: 07/08/2008 20:04
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Il Vaticano: scelta grave
ROMA - La sentenza con cui la Corte d'appello di Milano ha autorizzato l'interruzione dei trattamenti che tengono in vita Eluana Englaro rinfocola le polemiche. La Chiesa dà un giudizio pesantissimo, ribadendo la sua posizione sulla "non disponibilità della vita". Il fronte dei favorevoli al testamento biologico parla invece di affermazione di un diritto che colma un vuoto legislativo.


"Sentenza grave". Per le gerarchie ecclesiastiche la decisione dei magistrati è inaccettabile. La Radio vaticana la giudica "una sentenza grave". E sottolinea che "nessun tribunale aveva mai accolto la richiesta". "I bioetici della Cattolica - aggiunge l'emittente - hanno denunciato che la decisione dei magistrati disconosce il principio della non disponibilità della vita e il dovere di ogni società civile, di assistere i propri cittadini più deboli". Monsignor Rino Fisichella, neopresidente della Pontificia accademia per la vita, è ancora più esplicito e parla della scelta dei magistrati come di "eutanasia di fatto". "Spero - prosegue - in un ricorso presso una corte superiore al fine di ragionare con maggiore serenità e meno emotività".

Da parte del governo, secondo il sottosegretario al Welfare con delega alla Salute Eugenia Roccella il caso presenta un "preoccupante parallelismo" con quello americano di Terry Schiavo: "Penso - dice Roccella - che questa possibilità derivi dalla sentenza della Cassazione che ha stabilito criteri sorprendenti e inquietanti". Vale a dire, precisa, che "si può decidere di interrompere una vita umana sulla base della ricostruzione di una volontà presunta, desunta da dicerie".

Secondo il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano "nella vicenda Eluana Englaro sono stati scavalcati i limiti che in passato gli stessi sostenitori dell'eutanasia avevano indicato come insuperabili. Eluana non viene tenuta in vita mediante cure mediche che possano essere qualificate come 'accanimento terapeutico', ma solo mediante la somministrazione di alimenti, la cui interruzione determinerà la morte per inedia".

Quella della Corte d'appello milanese è una decisione inaccetabile anche per Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc: "Comprendiamo e condividiamo il
dolore, ma non possiamo accettare la decisione disperata cui questo dolore porta. Chi può decidere quale vita sia degna di essere vissuta e quale no?"

Di "superbia" dei giudici parla Antonio Tomassini, presidente della commissione Sanità del Senato: "Ancora una volta sono stupefatto della superbia, presunzione e arroganza di alcuni giudici, che ormai si ritengono depositari onniscienti di qualsiasi materia".

Contraria anche Paola Binetti, parlamentare del Partito democratico: "Dal mio punto di vista, resta ferma la convinzione che staccare la spina per interrompere una vita è qualcosa che dovremmo cercare di allontare dall'orizzonte del nostro pensiero".

"Ora una legge sul testamento biologico". La prima ad applaudire è stata Mina Welby, vedova di Perigiorgio, malato di distrofia muscolare e morto il 21 Dicembre del 2006, aiutato da un medico che interruppe la ventilazione meccanica. "Ora spero solo che la politica si metta una mano sulla coscienza, perché non credo che tutte le volte che si solleva un caso come questo, o come quello di mio marito, debba intervenire la giustizia", afferma la signora Welby. Per lei è necessaria "una proposta di legge per introdurre la possibilità di stilare un testamento biologico".

Sulla stessa linea Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd: "La sentenza ci grida forte la necessità di una legge che regoli la materia nel nostro Paese. Considero questa sentenza assolutamente rigorosa e rispettosa di ciò che sanciscono l'articolo 32 della nostra Costituzione e la convenzione di Oviedo sui diritti dell'uomo e la biomedicina".

Anche per Ignazio Marino, capogruppo Pd in commissione Sanità al Senato, c'è bisogno "di una legislazione che regoli la materia nel nostro paese". "Negli ultimi anni - prosegue - sono stati i tribunali a prendere le decisioni più delicate nell'interesse dei cittadini. Non mi pare che si possa e che si debba proseguire così. Serve una legge sul testamento biologico".

"Necessario riprendere la discussione sul testamento biologico" anche secondo Tommaso Pellegrino, capogruppo dei Verdi in commissioni affari sociali-sanità nella scorsa legislatura e primo firmatario della proposta di legge sul testamento biologico.

La senatrice Donatella Poretti, parlamentare radicale del Partito Democratico rileva dal canto suo che "finalmente si pone fine a un trattamento indegno". Concorda il medico torinese Silvio Viale, esponente dell'associazione radicale Luca Coscioni, che ha definito la sentenza "una vittoria contro la barbarie" e un "atto di giustizia".

fonte: La Repubblica

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tutti hanno diritto di poter scegliere la propria terapia.






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10/07/2008 10:12
 
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RE

Sentenza grave per le gerarchie ecclesiastiche!!!!!

Auguro di tutto cuore a lor signori 20 anni di agonia prima di morire!!!!!! E zitti ehhhh!!!!! [SM=x1061928] [SM=x1061928] [SM=x1061930] [SM=x1061930] [SM=x1061930]

Hanno le forme della pietà ma ne hanno rinnegato la potenza.
II Tim.3:5

VERGOGNOSI !!!!!


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10/07/2008 10:20
 
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Eluana Englaro è morta 16 anni fa!
Tenerla in vita come un vegetale credo sia una delle più clamorose violazioni dei Diritti Umani di una persona.
Non si può "prolungare" una morte con delle macchine.
E' spaventoso!
Mi fa orrore chi polemizza su una sentenza che mette la parola fine ad una esistenza già spezzata, tenuta in vita in modo ignobile.
Pino


[SM=g1394527] per la vita degli altri.






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L'eutanasia non c'entra: è tutt'altra cosa.

Questo è accanimento terapeutico.

Che la lascino morire in santa pace.


Maria Pignatelli Cortes.


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Mi meraviglio di voi che credete in un Dio
se il padre per 16 anni implorava Dio per una guarigione invece di implorare i giudici di farla morire pensate che il Signore non la guariva .
purtroppo siamo in un paese che non si crede più e inutile pure che dite di professare un'altra fede quando invece date segni di pochissima fede in Dio , siete uomini di poca fede , la chiesa ha raggione [SM=x1061981]
[Modificato da Jon Konneri 11/07/2008 12:46]



-------------------------------------------------

Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
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Re:
Jon Konneri, 11/07/2008 12.42:

Mi meraviglio di voi che credete in un Dio
se il padre per 16 anni implorava Dio per una guarigione invece di implorare i giudici di farla morire pensate che il Signore non la guariva .
purtroppo siamo in un paese che non si crede più e inutile pure che dite di professare un'altra fede quando invece date segni di pochissima fede in Dio , siete uomini di poca fede , la chiesa ha raggione [SM=x1061981]




Lo stato vegetativo di Eluana è ireversibile, ed inoltre era sua espressa volontà non accettare alcun metodo di terapia che la tenga in vita, aveva vissuto questa esperienza in diretta, tramite un suo caro amico, e Lo aveva dichiarato al papà, niente accanimento terapeutico.
Non è questione di fede Jon, ma di carità, di amore e di rispetto per i diritti umani.







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Re: Re:
@nounou@, 11/07/2008 13.21:




Lo stato vegetativo di Eluana è ireversibile, ed inoltre era sua espressa volontà non accettare alcun metodo di terapia che la tenga in vita, aveva vissuto questa esperienza in diretta, tramite un suo caro amico, e Lo aveva dichiarato al papà, niente accanimento terapeutico.
Non è questione di fede Jon, ma di carità, di amore e di rispetto per i diritti umani.




Si ma niente e impossibile a Dio



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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
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Re: Re: Re:
Jon Konneri, 11/07/2008 13.31:



Si ma niente e impossibile a Dio



Ti sembra questo il modo di rispondere alla mia fidanzata???? [SM=g1608732] [SM=g1608732]

Di fronte alle sua argomentazione di carattere civile e umano dove si dimostra che la chiesa si CACA addosso [SM=x1061936] e che la carità e l'umano sentire superano grandemente i dogmi, tu rispondi così!!!!!

Te l'ho già detto,smetti di farti le canne !!!!! [SM=x1061937]


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12/07/2008 12:44
 
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Re:
Jon, premetto di non avere nulla contro di te e quindi di perdonarmi per i toni sicuramente fastidiosi che utilizzerò.

Jon Konneri, 11/07/2008 12.42:

Mi meraviglio di voi che credete in un Dio

IO NON CREDO IN NESSUN DIO


se il padre per 16 anni implorava Dio per una guarigione invece di implorare i giudici di farla morire pensate che il Signore non la guariva .

NO NON LO CREDO PER ALCUNI SEMPLICI MOTIVI:
1) DIO NON ESISTE
2) QUANTE PERSONE PREGANO PER I LORO CARI, ANCHE DA MOLTI PIù ANNI, E QUESTO VOSTRO BUON DIO SE NESBATTE?
3) DA QUELLO CHE DICI DEDUCO CHE CON LA PREGHIERA SI RISOLVE TUTTO. ALLORA IL PADRE POTEVA ANCHE EVITARE DI PORTARLA IN OSPEDALE DOPO L'INCIDENTE. CON UNA PREGHIERINA AL VENTO TUTTO SI RISOLVE...
4)IL PADRE CHIEDE CHE SIANO RISPETTATE LE VOLONTA' ESPRESSE DALLA FIGLIA IN VITA.


purtroppo siamo in un paese che non si crede più e inutile pure che dite di professare un'altra fede quando invece date segni di pochissima fede in Dio , siete uomini di poca fede , la chiesa ha raggione [SM=x1061981]



EH SI CARO JON! LA CHIESA HA PROPRIO RAGGIONE A NON FARSI MAI I CAZZI PROPRI.
IL CLERO HA TUTTO IL DIRITTO (PURTROPPO) DI ESPRIMERE LE PROPRIE OPINIONI, MA NON HA IL DIRITTO DI FARE PRESSIONI SUI POTERI NAZIONALI.
INOLTRE NON SI DOVREBBERO PERMETTERE DI GIUDICARE LE SCELTE PERSONALI DI PERSONE CHE NON APPARTENGONO AL LORO CREDO.
IO NON VADO MICA DAL PAPA A DIRGLI SE DEVE PISCIARE IN PIEDI O SEDUTO! E CHE CAZZO!
[Modificato da secutores 12/07/2008 12:44]
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12/07/2008 20:48
 
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Eluana, Pdl contro sentenza. Il padre: «Vale suo interesse»
Sarà l'Hospice di Airuno a ospitare le ultime ore di Eluana Englaro prima che venga staccato il sondino nasogastrico che la alimenta e idrata artificialmente: a farlo potrebbe essere il dottor Carlo Alberto Defanti, ex primario all'Azienda ospedaliera Niguarda di Milano e docente di bioetica all'Università Vita e Salute del San Raffaele.

La decisione annunciata dalla curatrice della donna, Franca Alessio ,arriva dopo giornate di polemiche e interventi sul caso della giovane donna in stato vegetativo da 16 anni.

Dopo il pronunciamento della Corte d'Appello di Milano, il padre di Eluana, Beppino Englaro, non ha intenzione di attendere la decisione della procura generale di Milano sull'eventualità di impugnare il decreto. «Tutto sarà fatto secondo i tempi tecnici che il medico incaricato ci indicherà: senza alcuna fretta, ma avendo come unico fine l'interesse di Eluana».

Ecco il suo interesse. Quello che il padre della ragazza e la sua curatrice dichiarano di voler anteporre a qualunque obiezione.
Pur rispettando le altre idee e convinzioni. Così, alle pressioni e agli interventi del Vaticano, Beppino Englaro ha ribadito che conta «la volontà di mia figlia».

E ha chiesto agli organi di informazione di fare, in questo delicato frangente, un passo indietro nel rispetto della «dignità personale» di Eluana. «L'interesse di Eluana - si legge nella nota redatta da Englaro con l'aiuto del suo difensore, l'avvocato Vittorio Angiolini - comporta il disporre l'interruzione dei trattamenti di sostegno vitale artificiale in atto, quale è stata autorizzata».

La volontà dei familiari di Eluana sembrerebbe quindi quella di non attendere i 60 giorni a disposizione della Procura generale per un'eventuale impugnazione del decreto in Cassazione e per la contestuale richiesta di sospensiva davanti alla stessa Corte d'Appello.

Intanto la Chiesa milanese, attraverso le parole dello stesso cardinale Tettamanzi, ribadisce che quella di Eluana è una vita accesa: «Non possiamo spegnere la vita di nessuna creatura umana senza uccidere, insieme a lei, la speranza che vive in essa, quella di essere fatta per la vita e non per la morte». E dal Parlamento arrivano ipotesi di legge e provvedimenti:

Il Pdl ha presentato una mozione per chiedere che «venga sollevato di fronte alla Corte costituzionale un conflitto di attribuzione tra il Senato della Repubblica e la Corte di Cassazione in merito alla sentenza della Suprema Corte sul caso di Eluana Englaro, dalla quale è derivato il recente pronunciamento della Corte d'Appello di Milano».

Lo ha annunciato Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori PdL. «Nella mozione - ha spiegato il senatore - non viene messo in discussione il contenuto dei pronunciamenti giudiziari, ma viene duramente stigmatizzata l'indebita e gravissima invasione nel campo che la Costituzione assegna al legislatore».

E sulla prerogativa del parlamento in materia interviene anche la senatrice del Pd Dorina Bianchi, membro della commissione Igiene e sanità del Senato: «I familiari di Eluana Englaro meritano tutta la nostra comprensione e la vicinanza umana.
Ma da legislatore devo comunque esprimere il mio dissenso sulle circostanze in cui è maturata la sentenza della Corte d'Appello di Milano.
È infatti evidente - prosegue la senatrice Bianchi - come non si possa continuare a decidere su temi così estremamente delicati rimettendo il giudizio nelle mani dell'autorità giudiziaria.
Abbiamo bisogno di una legge che regoli le ultime volontà di coloro che si trovano nella condizione di non potere più scegliere autonomamente della propria vita».

Dello stesso parere Luca Volontè, deputato dell'Udc, che chiede un immediato ricorso contro la sentnenza: «Il premier e il ministro della Giustizia diano mandato immediatamente all'Avvocatura dello Stato e alla Procura Generale della Repubblica per ricorrere contro la sentenza della Corte di Appello di Milano e della Cassazione sul caso della povera Eluana Englaro.

Solo così si potrà chiedere una immediata sospensione degli effetti e quindi evitare l'omicidio autorizzato da parte di organi della giustizia italiana».

Ma i familiari di Eluana pensano solo all'interesse della ragazza. Così anche Defanti, il primario che si è detto disponibile a praticare l'interruzione dell'alimentazione, commenta la sua disponibilità a «portare Eluana a uno stadio terminale e ad assisterla fino al momento del decesso, se verrà deciso in questo senso», come una scelta fatta «non certo con entusiasmo ma per senso del dovere». E ricorda: «Per due volte l'ho avuta come mia paziente in reparto, sia a Milano sia a Bergamo, e abbiamo cercato con ogni mezzo uno spiraglio.
Ogni volta, però, ci siamo dovuti arrendere di fronte a una totale assenza di segni di coscienza».

Defanti ha scritto due libri sull'argomento, l'ultimo dei quali, 'Soglie', è uscito nel settembre scorso.
L'ex primario ha anche partecipato alla stesura di due importanti documenti del Gruppo di studio sulla bioetica della Società italiana di Neurologia.
Da anni, infatti, si interroga sui parametri in base ai quali è possibile stabilire il momento esatto della morte di un individuo, e conosce in modo approfondito la situazione legislativa in Italia e in Europa.
fonte: www.unita.it/view.asp?IDcontent=77097
____________________________________

Non si può giudicare una notizia riportata dai giornali, con mille esposizioni pro e contro, ma si può dare dignità ad una ragazza, che, dopo 16 anni, non avrebbe alcuna altra via, che quella di tornare a Dio.








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Dico solo che, dopo 16 anni, avrà la pace che certamente merita.

Lei ed i suoi genitori.... punto


Massimo [SM=g1380263] [SM=x1061974]



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Re:
damaride, 11/07/2008 9.48:



L'eutanasia non c'entra: è tutt'altra cosa.

Questo è accanimento terapeutico.

Che la lascino morire in santa pace.


Maria Pignatelli Cortes.





Riquoto me stessa e aggiungo:

Questo sistema di cose ipocrita e cattopoliticizzato non potrebbe destinare i fondi per allungare l'agonia di chi è già morto per alleviare le sofferenze e la fame di chi vive? ( a stento ).


Maria Pignateli Cortes.





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Uomini di poca fede



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Re:
Jon Konneri, 12/07/2008 22.19:

Uomini di poca fede




La fede non mi manca Jon,
Ma bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà
Ho assistito mia madre, giorno e notte, nei suoi ultimi giorni, dopo una lunga malattia durata ben 5 anni, e non mi vergogno a dire di aver pregato tanto e di aver detto "Dio abbi pietà di lei, portala con te"

È troppo facile giudicare Jon, non biasimo il padre di questa ragazza.

le situazioni bisogna viverle!

con tutto il rispetto.






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Re:
Jon Konneri, 12/07/2008 22.19:

Uomini di poca fede



Uomini con tanta merda nel cervello!!!!

La tiara non la fa vedere!!!!

omega [SM=x1061912] [SM=x1061912] [SM=x1061912]
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[Modificato da =omegabible= 12/07/2008 22:40]



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LASCIAMOLA MORIRE [SM=g1601787]



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Re:
Jon Konneri, 12.07.2008 23:07:

LASCIAMOLA MORIRE [SM=g1601787]



É "gia" morta.
Da 16 anni!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!





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Re: Re:
Max Cava, 12/07/2008 23.20:



É "gia" morta.
Da 16 anni!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!





allora perche ne parli [SM=x1061920]



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Re: Re: Re:
Jon Konneri, 12.07.2008 23:24:



allora perche ne parli [SM=x1061920]




Perché non volete lasciare in pace neanche i morti! Ecco perché!

Massimo [SM=x1061913]



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diritto costituzionale

«Ma il consenso non è provato»

Lorenza Violini: su stato di irreversibilità del coma e scelte del paziente non si può decidere solo in base al responso medico e al concetto di volontà presunta

DA MILANO ILARIA NAVA

«È in atto una degiuri­dicizzazione della vita e della morte» secondo Lorenza Violini, ordinario di diritto costituzionale all’Università degli Studi di Milano. Il provvedimento della Corte d’Appello di Milano - pronunciatasi a seguito di una sentenza della Cassazione dell’ottobre scorso, che aveva rinviato il fascicolo ad una diversa sezione della stessa Corte - ne è il risultato.

Professoressa Violini, ci spieghi meglio questo concetto.

La Corte di Cassazione, nel rinviare la causa alla Corte d’Appello, aveva dettato degli standard di prova molto rigorosi, che la Corte ha cercato di applicare. Si trattava di accertamenti tecnici sulla situazione di fatto molto precisi, davanti ai quali il giurista è obbligato a fare un passo indietro.

In che senso?

Ad esempio, uno dei requisiti prevedeva che si accertasse lo stato di irreversibilità. Ma questo è possibile solo in sede medico legale, attraverso una consulenza tecnica nel corso del processo. Tutto viene demandato solo ed esclusivamente alla scienza medica, che, come sappiamo, non è una scienza esatta, e può risentire delle diverse valutazioni valoriali.

Qual è il problema, quindi?

Se la scelta tra mantenere o togliere la nutrizione dipende dall’accertamento dell’irreversibilità, e dal giudizio che ne danno i medici, allora c’è il rischio che vengano meno le garanzie offerte dal diritto.
Se il criterio è questo, mi chiedo se presto non si arriverà a lasciare tutte queste decisioni in mano ai medici.

[G}La Cassazione però aveva prescritto anche di ricostruire la volontà della paziente.

La Suprema Corte era stata molto rigorosa nel richiedere l’accertamento della volontà, ossia che cosa Eluana avrebbe deciso di fare se si fosse trovata in uno stato di coma. I giudici avevano utilizzato un linguaggio molto pesante nel richiedere questo accertamento, prescrivendo che la volontà della persona fosse provata in maniera univoca e indubitabile.
Tuttavia aveva introdotto anche principi meno rigorosi, affermando che il 'consenso' per interrompere un trattamento indispensabile per il mantenimento in vita possa ritenersi validamente prestato anche se intervenuto molto tempo prima del sopraggiungere dello stato di incoscienza, ma soprattutto che sia possibile desumere tale consenso da elementi tutt’altro che oggettivi, come lo stile di vita e la personalità.

La Cassazione però non parlava di un diritto di morire, giusto?

No, anzi lo escludeva, anche perché sarebbe in contraddizione con i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico. Tuttavia il rischio è che il diritto a morire venga affermato nei fatti.

La Corte d’Appello come ha applicato questi principi?

A questo proposito vorrei fare due osservazioni.
Innanzitutto ci terrei ad evidenziare che anche lo standard di prova più rigoroso può essere applicato in modo blando dai tribunali. Senza entrare nel merito di come hanno agito i giudici di Milano, mi pare importante verificare questo requisito. In secondo luogo vorrei esprimere una considerazione più generale, che riguarda il concetto di volontà presunta. La volontà di un soggetto si presume in molti casi ove si tratti di compiere delle scelte di tipo economico. Mi pare veramente difficile poter applicare una presunzione a una scelta così radicale come quella circa la propria vita e la propria morte. Questi sono fatti, eventi che accadono, che sono dati. E una civiltà giuridica che si rispetti dovrebbe in primo luogo rispettare ciò che è dato.


Avvenire, 12 luglio 2008




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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)
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