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Aborto, blitz della polizia nella clinica ostetrica

Ultimo Aggiornamento: 19/02/2008 21:27
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"Nessuna violazione della 194"
Una donna abortisce un feto malformato nato morto e dopo venti minuti arrivano gli agenti in corsia. Pazienti e personale interrogati, sequestrata la cartella clinica. L'Unione delle donne denuncia il clima da caccia alle streghe e annuncia una manifestazione di piazza


Blitz della polizia al Nuovo Policlinico. Sette uomini in divisa si sono presentati ieri pomeriggio nella Clinica Ostetrica per indagare su un´interruzione di gravidanza effettuata su una 39 enne che aveva in grembo un feto malformato. Il sospetto delle forze dell´ordine, dicono i medici, sarebbe nato da una denuncia anonima secondo cui la donna avrebbe ottenuto un aborto fuori legge per disfarsi del neonato.

A svelare che si trattava di un equivoco è stato Francesco Leone, responsabile del Servizio Ivg arrivato in clinica proprio durante il blitz. «Abbiamo praticato l´interruzione di gravidanza terapeutica nel secondo trimestre», ha spiegato lo specialista, «quindi nei termini di legge. D´altronde il feto era affetto da una grave malattia congenita». «L´espulsione del feto», ha raccontato Leone, «è avvenuta alle 18 e gli agenti sono arrivati dopo 20 minuti». E in reparto è successo il finimondo.

Tre uomini hanno raggiunto la corsia dove era ricoverata la donna. L'hanno interrogata chiedendole i particolari della gravidanza, poi sono passati alla degente che le stava vicino, e anche lei è stata interrogata. Intanto altri due agenti hanno chiesto notizie a un´infermiera del reparto e altri quattro hanno voluto sapere dagli specialisti i particolari tecnici. «Mi è sembrato - ha detto Leone - un atto spropositato, neanche fosse stato un blitz anticamorra».

Gli agenti hanno acquisito la cartella clinica su autorizzazione del pm. E oggi è arrivata la dura condanna dell'Udi, l'Unione delle donne in Italia. La storica associazione ha preso posizione su quanto avvenuto al Policlinico dell'Università Federico II. "Si trattava - hanno dichiarato le portavoci - di un aborto terapeutico alla quarta settimana, regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna che ha subito l'intervento e che ha espulso, peraltro, un feto morto". Stando alla lettura che danno dell'episodio, i medici, di fronte ad un inedito agire della forza pubblica, hanno tutelato la donna, ma non hanno potuto evitare il sequestro del materiale abortivo e della fotocopia della cartella (anonima) della paziente. Gli agenti, sempre secondo quanto riferisce l'Udi, hanno poi intimidito la vicina di letto della donna, esortandola a testimoniare in quel momento altrimenti sarebbe stata chiamata a farlo davanti ad un giudice.

L'Udi denuncia "il clima che sta montando contro le donne, nel nostro paese e nel caso specifico in Campania, che genera procedure ai limiti della legittimità, ma soprattutto contrarie ad ogni buon senso" e dà appuntamento a tutte le donne napoletane per giovedì prossimo, in piazza Vanvitelli, alle ore 17. "La nostra mobilitazione - affermano - partirà da Napoli e diventerà vigilanza e presidio permanente in ogni piazza d'Italia. Autodenciamoci tutte per aver deciso nella nostra vita".

(12 febbraio 2008)

fonte: La Repubblica
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torneremo agli aborti clandestini? [SM=g27993]






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12/02/2008 19:52
 
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re

Una cosa veramente ai limiti dell'incredibile e VERGOGNOSA come le persone che l'hanno fatta e comandata!!!! [SM=x1061981] [SM=x1061981] [SM=x1061981]

Il vaticano ha fondato la sua repubblica!!! [SM=x1061943] [SM=x1061943] [SM=x1061943] [SM=x1061943] [SM=x1061943]


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13/02/2008 14:17
 
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La crudeltà dell'ideologia
ottimo articolo di FRANCESCO MERLO da La Repubblica do oggi
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Cosa avrebbero fatto i sette agenti di polizia se in quell'ospedale di Napoli fossero arrivati durante l'operazione e non subito dopo? Avrebbero rimesso il feto dentro la donna? "Fermi tutti, in nome della legge: controabortisca o sparo!".

Davvero la polizia che a Napoli irrompe in sala operatoria e sequestra un feto malformato è roba da teatro del grottesco e della crudeltà, da dramma di Artaud. Sembra un episodio inventato per dimostrare la stupidità dei fanatici della vita ad oltranza, per far vedere a quale ferocia si può arrivare in nome di un principio nobile e astratto ridotto ad ossessione e sventolato come un'ideologia, persino elettorale.

È difficile anche ragionare dinanzi a questa violenza che è stata commessa a Napoli. Una violenza contro la legge, innanzitutto, perché l'aborto era terapeutico e quindi legittimo, nel pieno rispetto della 194. Anche se va detto forte e chiaro che l'oscenità dell'irruzione non sarebbe cambiata di molto se quell'aborto fosse stato ai limiti della legge o persino fuorilegge, come si era arrogato il diritto di credere il giudice napoletano, informato - nientemeno! - da una telefonata anonima.

Ed ecco la domanda che giriamo ai lettori: perché un giudice, che ha studiato il Diritto laico e che sa che la giustizia mai dovrebbe muoversi in base ad una qualsiasi convinzione religiosa; perché un giudice che si è formato in un'Italia civile e tollerante non capisce che ci sono ambiti delicatissimi nei quali comunque non si interviene con i blitz, con le sirene, con le manette e con le pistole? Amareggia e addolora che questo signor giudice di Napoli si sia comportato come il burocrate di quella ferocia ideologica che si sta diffondendo in Italia su temi sensibili - e l'aborto è fra questi - che invece richiedono silenzio, rispetto, solidarietà. È come se un diavolo collettivo, un diavolo arrogante che presume di incarnare la morale pubblica, avesse spinto giudice e poliziotti a trattare un'intera struttura ospedaliera - dagli amministratori ai medici, dagli anestesisti agli infermieri - come un covo sordido di mammane abortiste.
Solo il fanatismo, che come sempre nasce da un'intenzione apparentemente buona, può fare credere che i medici di Napoli non siano persone per bene ma stregoni sadici, allegri assassini di nascituri. Il signor giudice, mandando la polizia in sala operatoria, ha trasformato un luogo di lenimento della sofferenza in un quadro di Bosch. E alla fine invece di mostrare il presunto orrore della professione medica, ha mostrato tutta l'asfissia di un'altra professione, della sua professione.

Quante telefonate anonime riceve un giudice a Napoli? Davvero ad ogni telefonata ordina un blitz in tempo reale? E come ha misurato l'urgenza dell'intervento? E quali rei stava cercando? La mamma? Il papà? I medici e gli anestesisti? Cosa voleva mettere sotto sequestro preventivo: l'utero di quella donna? Adesso, a quella signora che, appena uscita dalla sala operatoria, è stata sottoposta ad un incredibile interrogatorio, bisognerebbe che lo Stato chiedesse scusa. L'hanno trattata come un'omicida, come una snaturata che si vuole sbarazzare di un feto alla ventunesima settimana. Hanno inventato per lei il reato di feticidio, hanno applicato contro di lei il loro stupido estremismo che inutilmente vorrebbe deformare e deturpare il buon cattolicesimo italiano in schemi da sermoneggiatori fondamentalisti, con tutto questo parlare di Dio e dividersi su Dio.

La polizia non ha sorpreso una gang di infanticidi ma una donna provata da un terribile dramma personale, costretta ad abortire per non mettere al mondo, nel migliore dei casi, un infelice menomato. Per questa signora come per tutti gli italiani, di destra e di sinistra, l'aborto è, qualche volta, una disgrazia necessaria. Perché il diritto all'aborto, in questo caso terapeutico, risponde sempre e comunque a una legislazione d'eccezione. Speriamo dunque che serva questo orribile episodio di Napoli a mostrare tutta la miseria di un'idea che attribuisce alla sinistra di questo infelice paese la voglia matta di abortire e alla destra invece la difesa della vita. Non è così. Non ci sono in Italia da un lato gli abortisti che ballano attorno ai feti e dall'altro gli antiabortisti che si organizzano in squadre di polizia. In questo paese per tutti, e anche per la legge, l'aborto è sempre una tragedia.

Ecco perché, prima che il clima diventi infernale, ci permettiamo una volta tanto nella vita di esser d'accordo con Silvio Berlusconi che ha sconsigliato a Giuliano Ferrara di presentare una lista elettorale "per la vita". C'è forse in Italia qualcuno "per la morte"?
Berlusconi ha aggiunto ieri che secondo lui il dibattito sull'aborto andrebbe tenuto lontano dalla campagna elettorale. Ha ragione. E non perché il dibattito non meriti l'attenzione e il rispetto che anche Ferrara merita.

È stato Ferrara a dichiarare al "Corriere" che mai egli vorrebbe incriminare una donna che ha abortito, e che non è a cambiare la legge 194 che aspira con la sua battaglia. Chi allora, secondo lui, ha armato di ferocia l'interventismo del giudice e dei poliziotti di Napoli? Si sa che i cattolici sostengono che la vita va protetta sin dal concepimento, col risultato estremo di giudicare ogni aborto come una violazione del quinto comandamento. I protestanti invece considerano la nascita come la soglia decisiva senza tuttavia negare che la morte del feto sia un danno per i genitori. Per gli ebrei lo statuto del feto è una questione controversa perché un feto nel ventre della madre è un progetto di vita in corso d'opera. Per i musulmani il feto diventa un persona umana a quattro mesi dal concepimento anche se si tratta di "una persona umana allo stato vegetativo".

Come si vede - e ci scusiamo per il necessario schematismo - le religioni si dividono. E anche la scienza si divide. Ma nessuno stato laico, nessun legislatore laico può risolvere per legge questa disputa e nessuna sentenza di qualche Cassazione può fissare il momento in cui il nascituro diventa un individuo da proteggere giuridicamente. Senza arroganza dunque lo stato laico ha stabilito quel giorno e quell'ora nell'atto di nascita. Prima, il feto e la donna che lo porta in grembo vengono tutelate da un legge che, per quanto carente, è una buona legge, che ha fatto progressivamente diminuire il numero degli aborti, ha insegnato alle italiane che il diritto all'aborto è una drammatica conquista, un'angosciosa soluzione d'eccezione, e che la destra e la sinistra per una volta non c'entrano nulla.








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Un percorso a ostacoli tra obiettori e malasanità
ROMA - L'aborto come un percorso a ostacoli. Come un pellegrinaggio alla ricerca di un centro che faccia interruzioni di gravidanza o di un medico di turno disposto a fare quello che viene persino stigmatizzato come "un lavoro minore". L'aborto come una lista d'attesa fino ai limiti consentiti dalla legge, un "guaio" da risolvere in clandestinità come è accaduto l'altro giorno a Salerno. O come un dolore da sopportare in un piano interrato di un ospedale: ore di travaglio fino al parto di un feto malato, come ha raccontato una giovane donna romana.

La legge 194, in trent'anni di vita, non è mai riuscita a garantire il diritto all'aborto in modo uguale a tutte le italiane, se ancora oggi viene applicata alla lettera in regioni come la Toscana, ma non in Basilicata, dove le donne sono costrette a emigrare per interrompere una gravidanza. L'obiezione di coscienza è diffusa soprattutto al sud, ma in Italia l'80% dei ginecologi, il 46% degli anestesisti e il 39% del personale non medico non praticano aborti. E a Roma l'Ivg si fa solo in pochi centri come il San Filippo Neri e il San Camillo.

Da quando poi il tema è entrato nell'agenda politica o è stato ridotto allo scontro tra chi difende il diritto alla vita e chi no molti avvertono che la situazione potrebbe peggiorare. L'avvocato Alessandro Gerardi, dell'associazione Luca Coscioni, ha raccolto le denunce di due donne che si sono viste rifiutare la pillola del giorno dopo in nome dell'obiezione di coscienza, con una "libera interpretazione" della 194.

Mentre Mirella Parachini, ginecologa al San Filippo Neri e vicepresidente della Fiapac (Federazione internazionale degli operatori di aborto e contraccezione), denuncia il rischio di una criminalizzazione della legge: "Fino all'irruzione della polizia al policlinico di Napoli, pensavo che il dibattito fosse ideologico e strumentale e toccasse poco la realtà quotidiana. Ma quello che è successo è la spia di qualcosa che potrebbe ripetersi".

di PAOLA COPPOLA - fonte: La repubblica






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15/02/2008 12:22
 
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Re: "Nessuna violazione della 194"
@nounou@, 12.02.2008 15:56:


torneremo agli aborti clandestini? [SM=g27993]




Per adesso siamo tornati alla caccia alle streghe.

Una cosa alla volta.


Ciao
Claudio






“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
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Re: Re: "Nessuna violazione della 194"
Claudio Cava, 15/02/2008 12.22:




Per adesso siamo tornati alla caccia alle streghe.

Una cosa alla volta.


Ciao
Claudio





[SM=x1061929] la vedo dura..







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Re: Re: Re: "Nessuna violazione della 194"
@nounou@, 15.02.2008 20:37:




[SM=x1061929] la vedo dura..





Invece di vederla dura, fai la dura.
O almeno fai qualcosa.

Sembra nera ma sono solo gli ultimi disperati colpi di coda di un bestione morente.

Dipende da noi accelerarne la fine, solo da noi.

E' come una balena ridotta ormai a sguazzare in una pozza.
L' Italia.


Ciao
Claudio






“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
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Re: Re: Re: Re: "Nessuna violazione della 194"
Claudio Cava, 15/02/2008 20.41:




Invece di vederla dura, fai la dura.
O almeno fai qualcosa.

Sembra nera ma sono solo gli ultimi disperati colpi di coda di un bestione morente.

Dipende da noi accelerarne la fine, solo da noi.

E' come una balena ridotta ormai a sguazzare in una pozza.
L' Italia.


Ciao
Claudio




..dovrei andare a firmare di la eh! [SM=x1061927]








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Re: Re: Re: Re: Re: "Nessuna violazione della 194"
@nounou@, 15.02.2008 20:49:



..dovrei andare a firmare di la eh! [SM=x1061927]





Come primo passo non sarebbe male, ma non pensare di cavartela con cosi' poco, eh?

[SM=x1061918]


[SM=x1061919]






“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
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Ma dove viviamo, da chi siamo amministrati, quale misero potere ci sta guidando. Lascia in giro schifosi pedofili, e indaga su povere donne a limite della disperazione. Elegge al potere indagati con le mani in pasta , assassini criminali, e poi ci meravigliamo se queste sono le leggi?
Cosa faranno al gioielliere che si è difeso( visto che non lo fa la giustizia?) [SM=x1061974]


maria24
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