Non so che tipo di interpretazione sta dando alle parole di Paolo, ma credo siano lontane dal pensiero originale. La lettera paolina, nella parte da lei citata, mette in risalto che gli uomini non approvati da Dio non possono giudicare gli altri. Come può un assassino, un pervertito, un ingannatore o un millantatore giudicare un altro essere umano se pratica le stesse cose? Non è un giudizio VERO. Paolo in antitesi espone chiaramente che solo Dio giudica IN VERITA' ed è contro tutti quelli che praticano tali cose.
Non vedo nessun nesso dello scritto di Paolo con l'argomento trattato
Non sia superbo.
Conosco perfettamente l'interpretazione di questo versetto.
E non sia neppure ingenuo.
Lei esprimeva un GIUDIZIO sul mio rapporto con Dio.
applicando il pensiero di Paolo e non potendo essere sicuro del suo rapporto con Dio non può giudicare me.
Lei obbietterà: "ma io ho un ottimo rapporto con Dio e ho la sua approvazione".
Visto che anche io sono convinto di essere nella sua stessa situazione è evidente che chi esprime un giudizio sull'altro si trova nella condizione descritta da Paolo.
Se vogliamo semplificare: nessuno sulla terra è senza peccato, quindi nessuno può giudicare un altro.
Ma voi ovviamente per motivi di comodità restringete l'applicazione solo a determinate categorie di persone. Questo perchè siete convinti che le parole "ciò che è legato in terra è legato in cielo" siano da applicare a chi prende la direttiva.
Questo delirio di onnipotenza è la causa primaria degli errori commessi durante comitati giudiziari chiamati ad esprimersi sulla condizione di cuore degli altri.
Cosa impossibile per gli esseri umani.
Ma che vedo praticata spesso sul forum "apologia".
MPA