PENA DI MORTE. D'ELIA, LA BATTAGLIA PER LA MORATORIA BANCO DI PROVA RAPPORTI COL GOVERNO.
19 ottobre 2007: "La situazione non ci rende molto tranquilli". Così esordisce Sergio D'Elia, segretario di
Nessuno tocchi Caino e deputato della Rosa nel Pugno, sull'iniziativa alle Nazioni Unite per la moratoria universale sulla pena di morte.
"La raccolta di co-sponsor va infatti a rilento – spiega D'Elia - soprattutto per responsabilità della Presidenza portoghese dell'Unione Europea, che ha deciso di avocare a sé il compito di raccogliere le co-sponsorizzazioni, senza delegare nessun altro paese della coalizione interregionale che sostiene la moratoria." Le dichiarazioni dell'esponente radicale giungono nel corso di una conferenza stampa di presentazione dello spettacolo teatrale "The Question" di Ugo De Vita, realizzato per sostenere la campagna di Nessuno tocchi Caino a favore della moratoria e patrocinato dalla Nazionale Italiana Cantanti e da "Alice in cerca di Teatro".
"La decisione del Portogallo - continua il Segretario di NtC - ha come effetto il ritardo della presentazione alle Nazioni Unite della risoluzione, circostanza che mette a rischio l'intera iniziativa"."Unico fatto positivo – secondo D'Elia - è che tre giorni fa, dopo un braccio di ferro tutto interno all'Unione Europea, è stato finalmente definito il testo della risoluzione, incentrato sulla richiesta di moratoria della pena di morte, piuttosto che sull'abolizione tout court.
"Considerando che l'iniziativa alle Nazioni Unite "rischia di fallire, qualora continuasse a procedere così lentamente, il Governo italiano – prosegue D'Elia - deve riconquistare un ruolo guida nell'iniziativa, ed eventualmente procedere in via autonoma, forte del sostegno manifesto di una coalizione interregionale di paesi pro moratoria, oltre che delle delibere unanimi del parlamento italiano che hanno assegnato al governo un mandato chiarissimo".
"Nel nostro rapporto con il Governo", avverte l'esponente della Rosa nel Pugno, "il banco di prova si chiama anche moratoria Onu delle esecuzioni capitali". "The Question", tratto dall'epistolario di Barbara Bacci con Dominique Green, nero del Texas, condannato da ragazzo per un omicidio di cui si è sempre dichiarato innocente e giustiziato dopo quattordici anni di carcere il 26 ottobre 2004, andrà in scena al Teatro La Pergola di Firenze il 25 ottobre, alla Biblioteca Angelica di Roma il 26 ottobre, al Living Theater di New York il 28 ottobre e all'Italian Accademy di New York il 29 ottobre.
Per saperne di piu' :
www.antiarte.it/eugius/dominique_green.htm
NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH MALI.
GOVERNO DECIDE ABOLIZIONE PENA DI MORTE18 ottobre 2007: il governo del Mali ha annunciato di aver approvato il progetto di legge che abolisce la pena di morte, sostituendola con l’ergastolo. Il provvedimento deve ora essere approvato dal parlamento.
I reati capitali in Mali sono omicidio, tradimento, sedizione, spionaggio, incendio e distruzione con esplosivi di edifici pubblici, cospirazione contro lo stato e appropriazione indebita di fondi pubblici il cui ammontare sia pari o maggiore a 10 milioni di franchi CFA. Nel Mali, dopo la fine nel 1991 della dittatura del generale Moussa Traorè durata oltre 23 anni, il primo Presidente eletto democraticamente, Alpha Konarè, che ha guidato il paese per due mandati, ha subito manifestato il suo favore all’abolizione della pena capitale nel paese e il 10 dicembre 1997, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, ha tramutato in ergastolo tutte le condanne a morte.
Il 16 maggio 2002, praticamente alla fine del suo mandato, il Governo di Konarè ha approvato un decreto di sospensione per due anni delle esecuzioni capitali, facendo sapere che il provvedimento avrebbe fornito l’opportunità di discutere in Parlamento e nel paese sull’abolizione o il mantenimento della pena di morte. Le ultime esecuzioni in Mali sono avvenute il 21 agosto 1980, quando Mamadou Keita e Karuba Coulibaly, entrambi condannati a morte per omicidio, rapina a mano armata e altri crimini nel 1980, sono stati fucilati. Le ultime condanne a morte sono state registrate nel 2002, nei confronti di 26 persone, 19 delle quali condannate in contumacia.
Per saperne di piu' :
www.thetimes.co.za/News/Article.aspx?id=591054
IRAN. ONDATA DI ESECUZIONI17 ottobre 2007:
le autorità iraniane hanno impiccato otto uomini e una donna, nel carcere di Evin, a Teheran, hanno riportato media statali. Sei degli uomini giustiziati sono stati identificati solo con il nome di battesimo, Babak, Seddiq, Morteza, Kiyan, Behzad, e Hamid.Babak, 23 anni, condannato per aver soffocato e ucciso un suo compagno di stanza, non è chiaro se fosse minorenne all’epoca del reato.
La donna giustiziata, Fakhteh Samadi, 24 anni, era stata condannata per l’omicidio di un 80enne.L’identità degli altri due giustiziati non è nota. Tutti sono stati condannati per omicidio.
Lo stesso giorno, altri tre uomini sono stati impiccati in pubblico, nella città di Shiraz. I tre, identificati come Vahid E., Mohammad A. e Ahmad E. sono stati impiccati per aver rapito e stuprato due donne, riferisce l'agenzia semi-ufficiale Fars.Il 10 ottobre, altri due cittadini iraniani, Kiumars e Nader Mohammadi, sono stati impiccati nella provincia nord-occidentale del Kurdistan, secondo quanto annunciato dalle autorità iraniane. Alle famiglie dei due giovani è stato detto che sono stati sepolti nel cimitero di Behesht Mohammed nella città di Sanandai, a circa 500 km. da Teheran.
Non è noto il reato per cui erano stati condannati. Lo stesso giorno, la Coalizione Internazionale Contro la Pena di Morte ha reso noto che negli ultimi 12 mesi – tra ottobre 2006 e tutto settembre 2007 - l’Iran ha giustiziato 265 persone.Tra i giustiziati ci sono un uomo lapidato, perché convivente di una donna sposata, e tre donne impiccate. Sono stati 34 i prigionieri politici messi a morte.
Nello stesso periodo, 11 donne sono state condannate alla lapidazione e altre 15 all’impiccagione, mentre sono cinque le persone condannate a morte per motivi politici.
Per saperne di piu' :
news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/7051176.stm
AFGHANISTAN. PRESTO ALTRE ESECUZIONI17 ottobre 2007:
il presidente afgano Hamid Karzai firmerà presto ordini di esecuzione per circa 30 prigionieri, ha detto Abdul Rasheed Rashid, membro del Consiglio della Corte Suprema. I prigionieri in questione, tutti uomini, sono stati condannati a morte per omicidio, rapina a mano armata e altri crimini dalla Corte Suprema, continua Rashid, e le sentenze di morte verranno eseguite mediante fucilazione nella periferia orientale di Kabul, una volta che il Presidente avrà dato la sua approvazione. Un collaboratore di Karzai, che ha preferito l’anonimato, ha detto che attualmente il Presidente sta rivedendo “una per una” le condanne a morte emesse dalla Corte Suprema. Lo scorso 7 ottobre, quindici persone sono state giustiziate a colpi d’arma da fuoco a Kabul, per reati comprendenti omicidio, sequestro e rapina a mano armata.L’approvazione delle condanne a morte da parte del Presidente – hanno spiegato le autorità - è giunta "dopo tutte le discussioni e dopo l'esame dei casi, per prevenire futuri reati, come omicidi, rapine armate e rapimenti, e per mantenere la stabilità del paese".
Per saperne di piu' :
www.alertnet.org/thenews/newsdesk/IRIN/c19327f41cbfb7f2600fa90f8f4a...
PENA DI MORTE. DA AMERICA LATINA SOSTEGNO A MORATORIA ONU16 ottobre 2007:
Cile, Ecuador e Messico sostengono l’iniziativa alle Nazioni Unite per la moratoria sulla pena di morte, in vista della sua abolizione. La conferma che il Cile co-sponsorizzerà la risoluzione pro moratoria è stata espressa dal presidente cileno Michelle Bachelet durante una conferenza stampa congiunta con il premier Romano Prodi, al termine dell'incontro avuto dai due a Villa Pamphili, Roma.Per quanto riguarda Ecuador e Messico, il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha ringraziato per il sostegno i sui omologhi, rispettivamente Maria Fernanda Espinosa e Patricia Espinosa Cantellano, nel corso di incontri svoltisi alla Farnesina, a margine della III Conferenza Nazionale Italia-America Latina e Carabi.
www.nessunotocchicaino.it
Nounou
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Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal