Dio no! questo è certo.
CE NE VUOLE DI CORAGGIO.....
FEDE MA DE CHI CHI RICCHI ?
LA MIA ESPERIENZA RELIGIOSA SI FONDAVA SU UNA CREDULITA' INCULCATAMI.
OGGI GRAZIE A QUESTO FORUM E AL MIO DESIDERIO DI CRESCITA INTELLETUALE (ragione), SCOPRO E CERCO DI INTERPRETARE FORME DI SOPRANNATURALE COME: RELIGIONI, GOVERNI,OCCULTISMO,SPIRITISMO MAGIA, 666, BESTIE, ASTROLOGIA, SIGNORAGGIO, ECC. ECC.
A CUI L'ESSERE UMANO SI AFFIDA (vanna marchi,infallibile).
ASPETTA E SPERA
INTANTO DIMENTICHIAMO CHE SIAMO MANIPOLATI, SOTTOMESSI E CONSEGUENTEMENTE SFRUTTATI AL PUNTO DA COMPRAREUN PEZZETTINO DELLE MUTANDE DEL PAPA
LA REALTA' PURTROPPO E BEN ALTRA
E NON CERTAMENTE LA CAPIRA' UN COMICO DEL CALIBRO DEL GRILLO
CHE MIRA A FARSI I AZZI PROPRI TRAMITE MANIFESTAZIONI PACIFICHE
DATO CHE INTANTO LEGGASI CIO' CHE STA SUCCEDENDO NEL MONDO
NON VANTIMOCI DI INFORMARE (duecentomila persone al giorno su un blog)
RESTANDOCENE FERMI E "PACIFICI" OGNUNO IL GIORNO DOPO A SALVAGUARDARE I AZZI PROPRI.
L'IMMONDIZIA NON LA SI RESTA IN CASA PER ANNI, VA BUTTATA PACIFICAMENTE QUANTO PRIMA. IL NASO COME LE ORECHIE SONO ORGANI SENSIBILI E SPESSO SI AMMALANO [SM=x1061955]
15/9/2007 (18:8)
"In Italia 90 bombe atomiche Usa"
La base militare di Aviano
Uno studio americano: «Nucleare sul territorio, nonostante il Paese abbia sottoscritto i trattati internazionali»
ROMA
Impianti nucleari. Se ne torna a parlare e si dimentica che l’Italia è già un paese nucleare. Sul suo territorio ci sono infatti novanta bombe atomiche americane. E questo anche se l’Italia ha sottoscritto i trattati internazionali di non proliferazione, anche se la legislazione italiana lo vieta espressamente con la legge 185 del 9 luglio 1990, e anche se c’è stata la dichiarazione italiana di non far parte del «club atomico» con tutti gli obblighi internazionali che ne derivano. Tutto questo è emerso dallo studio «Us nuclear weapons in Europa» dell’analista statunitense Hans Kristensen del Natural Resources Defence Council di Washington.
Secondo il rapporto nelle basi americane in Europa ci sono ben 481 bombe nucleari, dislocate in Germania, Gran Bretagna, Italia, Belgio, Olanda e Turchia. In Italia ve ne sono 50 nella base di Aviano e altre 40 in quella di Ghedi, in provincia di Brescia. Tra Italia e Stati Uniti esiste un accordo segreto per la difesa nucleare, rinnovato dopo il 2001. William Arkin, un esperto dell’associazione degli scienziati nucleari, ne ha rivelato recentemente il nome in codice: Stone Ax (Ascia di Pietra). Le bombe nucleari in Italia sono di tre modelli: B 61 -3, B 61 - 4 e B61 - 10. Il primo ha una potenza massima di 107 kiloton, dieci volte superiore all’atomica di Hiroshima; il secondo modello ha una potenza massima di 45 kiloton e il terzo di 80 kiloton.
Il governo di George Bush ha ribadito molte volte di non escludere l’opzione nucleare per rispondere ad attacchi con armi biologiche o chimiche ed ha avviato la produzione di bombe atomiche tattiche di potenza limitata, e non esclude di servirsene contro i paesi che considerano terroristi. Almeno due di questi paesi, Siria e Iran, si trovano nel raggio dei bombardieri in Italia.
Fonti dell’ambasciata statunitense non hanno voluto commentare rapporto, rimandando ogni dichiarazione al Pentagono. Anche se le stesse fonti hanno sottolineato che il ministero della Difesa americano non si è mai sbilanciato in passato sulla disponibiltà degli arsenali statunitensi all’estero.
In Italia contro la presenza di bombe atomiche nelle basi americane sono scese in campo diverse associazioni pacifiste. Nell’ambito della campagna «Un futuro senza atomiche», il 25 luglio scorso, 54 associazioni (tra cui Arci, Associazione Ong italiane, Acli, Altreconomia, Beati i costruttori di pace, Chiama l’Africa, Cipsi, Enti locali per la pace e i diritti umani, Nigrizia, Pax Christi, Tavola della pace e Un Ponte per) hanno depositato in Cassazione una proposta di legge in cui si chiede che l’Italia sia dichiarata «zona libera da armi nucleari». Il 30 settembre partirà da Ghedi la raccolta firme a favore della proposta di legge d’iniziativa popolare.
www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200709articoli/25784gi...
Esclusivo: scoperto un nuovo e segretissimo sito nucleare iraniano
Scritto da Watch International Team
venerdì 28 settembre 2007
Con una conferenza stampa tenutasi ieri a Parigi e della quale avevamo dato notizia nella giornata di mercoledì attraverso un comunicato stampa, il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI) per bocca del suo presidente del comitato per la pace, Mehdi Abrishamchi, ha rivelato al mondo l’esistenza di un nuovo importantissimo sito nucleare iraniano, tenuto segreto persino all’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica(AIEA).
Il sito segreto si trova cinque chilometri a sud di Natanz vicino ad un piccolo villaggio denominato Abbas-Abad. Posizionato sotto la montagna chiamata Siah Kooh, circondata dalla catena montuosa di Karkas (Vulcher), si trova quindi in una posizione impossibile da attaccare sia da terra che dal cielo. Esso include una vastissima zona sotterranea nella quale sono stati costruiti due trafori paralleli di grandi dimensioni che collegano il sito con quello di Natanz. L’entrata dei trafori è larga sei metri.
Il sito è stato progettato due anni fa dalla sezione di ingegneria del Ministero della Difesa iraniano denominata Khatam-ol-Anbia, in pratica l’apparato di ingegneria del Corpo delle Guardie della Rivoluzione (IRGC) che ha poi iniziato segretamente la costruzione del sito nel 2006. Per garantire la veloce costruzione del nuovo sito, alti funzionari MOD (il Ministero della Difesa) si recano periodicamente a controllare i lavori, addirittura ogni due settimane il Gen. Sadrollah Pour-Barat, direttore della sezione di ingegneria del Ministero della Difesa, si reca personalmente a controllare l’avanzamento dei lavori. Il Ministero della Difesa ha affidato la responsabilità della costruzione del nuovo sito a Khatam-ol-Anbia, uomo di fiducia del presidente Ahmadinejad.
Questo sito, posto direttamente sotto il controllo del Ministero della Difesa, dimostra come il programma nucleare iraniano non sia affatto un programma civile, ma che punta direttamente alla dotazione di armamenti nucleari. A questo punto anche le parole pronunciate dal Gen. Mohammad Ali Jafari durante la parata militare di pochi giorni fa, assumono ben altra valenza. Il Gen. Jafari disse infatti che l’Iran era in possesso di tecnologia militare in grado di colpire ovunque e chiunque in qualsiasi parte del continente asiatico.
Nulla è trapelato per il momento dall’AIEA che da anni controlla il programma nucleare iraniano ma che non era stata in grado di scovare due dei principali siti, quelli di Arak e di Natanz, che solo grazie alle rivelazioni della Resistenza Iraniana si è potuto scoprire. Di certo questa è l’ennesima dimostrazione che il regime dei Mullah prende in giro sia l’AIEA che il mondo e che punta ad avere l’arma nucleare.
Le rivelazioni della Resistenza Iraniana, costate il sacrificio di molte persone, sono sempre state precise e verificate e anche in questo caso dimostrano l’inefficienza dei controlli dell’AIEA e la malafede del presidente Ahmadinejad che continua ad asserire che l’Iran non intende dotarsi di armi nucleari.
Questa nuova scoperta della Resistenza Iraniana apre nuovi scenari anche perché il sospetto è che il nuovo sito sia la parte finale del programma nucleare iraniano, quello cioè dedicato all’assemblaggio vero e proprio del futuro arsenale atomico iraniano. Ora aspettiamo di vedere come reagirà il regime ad un inevitabile controllo urgente dell’AIEA, anche se noi crediamo che non sarà mai concesso agli ispettori il permesso di entrare in questo nuovo sito.
Watch International Team
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