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(articolo senza copyright)
Milano, 4 set. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Neomamme fumatrici attente. Se il bebè vi costringe a passare notti in bianco, e non trova pace nemmeno nei sonnellini diurni, la colpa potrebbe essere proprio della nicotina che 'beve' attraverso il latte materno. Un 'veleno' che gli rovina il sonno, che potrebbe comprometterne il corretto sviluppo e che rischia di farlo innamorare delle bionde già nella culla. Il monito arriva da uno studio americano condotto dall'istituto no profit Monell Chemical Senses Center di Philadelphia.
La ricerca, coordinata da Julie Mennella e pubblicata sulla rivista 'Pediatrics', ha indagato sui possibili effetti, poco approfonditi e ancora incerti, della nicotina trasmessa al neonato quando una madre continua a fumare anche nel delicato periodo dell'allattamento al seno. Se è vero che durante la gravidanza molte donne abbandonano il 'vizio', o almeno riducono il 'monte sigarette' giornaliero, appena dopo il parto si riattaccano al pacchetto.
Magari stanno attente a non far respirare il loro fumo al piccolo, ma "poiché la nicotina non è 'ufficialmente' controindicata nei mesi dell'allattamento - dice Mennella - le neomamme fumatrici non pensano che potrebbero danneggiare il bebè anche attraverso il proprio latte". Invece, sottolinea l'autrice, la nicotina è una sostanza stimolante che rischia di influenzare lo sviluppo cerebrale, causando alterazioni comportamentali e deficit dell'apprendimento a lungo termine. E a breve termine, risulta dall'esperimento, "peggiora la qualità del sonno del bimbo, accorciandone la durata complessiva del 37% circa".
Gli scienziati statunitensi hanno analizzato le abitudini alimentari e il sonno di 15 bimbi fra i 2 e i 7 mesi di vita, allattati al seno da madri fumatrici. In particolare, hanno registrato i vari dati per 3 ore e mezza, in due giorni distinti. Tutte le madri coinvolte nella ricerca si erano astenute dal tabacco per almeno 12 ore prima di ogni periodo di osservazione. Nel primo giorno di rilevazioni, ogni mamma fumava da una a 3 sigarette appena prima di allattare, mentre nel secondo allattavano senza aver fumato. In entrambi i casi, poi, a poppata conclusa le madri mettevano a dormire il bebè.
Grazie a uno speciale apparecchio (l'actigrafo) collegato alla caviglia dei piccoli, Mennella e colleghi hanno quindi monitorato l'attività e il sonno nelle 3 ore e mezza di osservazione. Prelevando campioni di latte materno, hanno poi misurato i livelli di nicotina e della sua principale 'scoria' cotinina, per capire quanta sostanza passava da madre a neonato tramite il latte. Ebbene, nei giorni in cui la mamma fumava prima di allattare, la durata della nanna scendeva a 53 minuti, contro gli 84 minuti di sonno dei bimbi che avevano ricevuto latte 'nicotina-free'. Non solo: l'effetto del fumo materno sul sonno era direttamente collegato alle quantità di nicotina presenti nell'alimento.
Gli esperti hanno inoltre evidenziato che ai bebè il latte alla nicotina piaceva come quello 'pulito'. Siccome precedenti indagini suggeriscono che i 'sapori' del latte materno influenzano il gusto del neonato, per Mennella i piccoli che succhiano latte con nicotina sono candidati a diventare teenager fumatori. Insomma, l'ideale è dire addio al pacchetto per sempre. Ma alle mamme che persistono nel vizio, gli specialisti consigliano almeno di farlo col cronometro alla mano. Calcolando che la nicotina nel latte raggiunge il picco 30-60 minuti dopo la 'bionda', per scomparire entro circa 3 ore.