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Un commento di Chiara Lalli sul caso Nuvoli

Ultimo Aggiornamento: 22/08/2007 16:14
22/08/2007 16:14
 
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Mi era sfuggito questo vecchio articolo di Chiara Lalli.
Grazie a questo articolo ho conosciuto un'altro bioetico dalla parte dei laici!

da www.uaar.it/news/2007/02/15/caso-nuvoli-intervento-chiar...

Caso Nuvoli: un intervento di Chiara Lalli
Sul blog Bioetica è stato pubblicato un interessante articolo di Chiara Lalli sulla decisione del tribunale di Sassari sul ’caso Nuvoli’ (cfr. Ultimissima di ieri). Ne riportiamo la conclusione:

Ogni medico combatte la malattia (e la morte), ma ogni medico dovrebbe sapere che non è in suo potere eliminarla. E che la volontà del paziente è più importante di qualunque sua idea sulla vita e sulla morte. Il rianimatore sa bene che in alcune circostanze non si può rianimare, è preferibile non rianimare. Non è un macchinario cieco che esegue il comando: “rianima!”. Di pessimo gusto il paragone tra ventilatore e computer sui quali le dita del medico scorrono. E di pessimo gusto il ricorso al “mai”. Ha perfettamente ragione nel sostenere che non ci si può ergere a giudice dell’altrui coscienza. Peccato che l’abbia appena fatto. Perché della coscienza di Giovanni Nuvoli se n’è bellamente infischiato.



Da questo link www.educare.it/Redazione/profili.htm estraggo il profilo professionale di Chiara Lalli!

Laureata in Filosofia Morale, ha collaborato a vario titolo a progetti di ricerca presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e con l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione (Frascati, Roma); è dottoranda presso l'Università di Chieti "G. d'Annunzio" ed è cultore di Pedagogia e collabora con il Dipartimento di Filosofia, Scienze Umane e Scienze dell'Educazione. Il suo progetto di ricerca riguarda l'educazione alla Bioetica.


Da qui www.uaar.it/ateismo/opere/145.html ricavo la recensione di un suo libro

Dilemmi della bioetica

Chiara Lalli. Dilemmi della bioetica. Napoli, Liguori Editore 2007, pp. 229, € 17,00. ISBN 978-88-207-4050-4





«Una posizione morale può essere ben sostenuta ma non può mai essere vera»: tuttavia, «la morale può essere razionalmente fondata. Questo significa che le intuizioni morali sono sacrificabili in presenza di argomenti decisivi e persuasivi». È questo l’orizzonte in cui si muovono le riflessioni della bioeticista romana Chiara Lalli: già autrice, nel 2004, di Libertà procreativa, nonché animatrice, tra le tante attività in cui è impegnata, del blog Bioetica.



È un testo che probabilmente deluderà chi si aspettava di trovare un arsenale anticlericale. È invece un libro in cui si cerca di analizzare, argomento per argomento, le ragioni che possono essere formulate pro o contro, «mirando più a sollevare domande che a fornire risposte precostituite e mascherate da soluzioni valide e universali». Assumere un atteggiamento di chiusura aprioristico significherebbe dunque assumere una posizione speculare a quella delle gerarchie ecclesiastiche. In attesa che si riesca finalmente ad avviare un confronto leale tra le diverse istanze, soprattutto sui mezzi televisivi di informazione (fortemente sbilanciati verso le tesi della Chiesa cattolica), Dilemmi della bioetica riesce a rendere la discussione comprensibile anche al di fuori del mondo accademico, proponendo interrogativi su cui tutti, credenti e non credenti, dovrebbero più spesso soffermarsi.



Negare che sia in atto uno scontro, e che questo scontro sia durissimo, equivarrebbe a negare l’evidenza. Vi è chi, come Giovanni Fornero, ha recentemente sostenuto che esistono due bioetiche, una cattolica e una laica, separate in maniera forse irriducibile. Una tesi che ha a sua volta scatenato notevoli discussioni, di cui dà conto il numero 1/2007 della rivista Bioetica. Sul punto Lalli esprime un parere assai netto: «Non credo che esista una bioetica laica e una bioetica cattolica. […] Esiste una bioetica sostenuta da valide ragioni. Punto». E se è vero che la ragione accomuna gli uomini, non dovrebbe essere così difficile sedersi attorno a un tavolo e trovare quantomeno un minimo comun denominatore. Il sospetto (mio) è che non vi sia molta voglia di sedersi intorno a un tavolo, e ragionare…



Dilemmi della bioetica fornisce un’informazione esauriente sui principali argomenti all’ordine del giorno: OGM, espianto di organi, eutanasia, testamento biologico, eugenetica, status dell’embrione, aborto, clonazione, maternità surrogata… Riserva molta attenzione alla fecondazione artificiale, presentando un’analisi particolarmente accurata della sciagurata legge 40. Ma anche la “laica” legge 194 è oggetto di interessanti osservazioni, che ne sottolineano alcuni aspetti problematici. Quasi a voler ribadire che la ricerca bioetica non deve subire alcun condizionamento, e che ogni soluzione adottata è sempre provvisoria e migliorabile.



La presentazione dei vari temi è integrata con l’esame di alcuni casi-limite, siano essi fittizî (come l’ipotetico ed esilarante funzionario governativo addetto alle Politiche Procreative e alla Verifica Genitoriale) o reali (come quello di Regina McKnight, dichiarata colpevole di omicidio per aver avuto un bambino nato morto, al termine di una gravidanza durante la quale la donna – nera, senza casa e mentalmente ritardata - aveva assunto crack). Non manca nemmeno una disamina di alcuni topoi del dibattito bioetico, come il principio del danno e quello di precauzione (e della sua imprevedibile versione teologica, il “tuziorismo”). Nelle riflessioni, costante è il richiamo al rispetto della libertà individuale.



L’aspetto forse più interessante del testo è quello metodologico: l’autrice sfrutta adeguatamente la sua preparazione in Logica per presentare gli strumenti dialettici necessari per affrontare, anche nel prossimo futuro, i nuovi dilemmi bioetici che inevitabilmente si prospetteranno. Da questo punto di vista il primo capitolo è illuminante, perché costituisce un’utilissima “cassetta degli attrezzi” a disposizione di chiunque voglia addentrarsi in una discussione argomentando con cognizione di causa.


«La strada migliore per arrivare alla verità consiste nel cercare argomenti a sostegno dei nostri giudizî morali». Non è detto che ci si arrivi, ovviamente. Ma per tentare di arrivarci è necessario che la cultura bioetica faccia dei passi avanti. Questo libro è un’ottimo punto di partenza per tutti coloro che vogliano mettersi in moto.


Raffaele Carcano
maggio 2007
[Modificato da pcerini 22/08/2007 16:18]
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