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01/08/2007 12:29 | |
NEL NOVARESE. NUOVO APPELLO E FIACCOLATA
Investigatori svizzeri cercano lo scomparso
FONTANETO D’AGOGNA
«Bisogna fare tutto il possibile per capire che cosa c’è dietro la scomparsa di Emo Piccioni. Bisogna andare a fondo»: parla il torinese Pino Lupo, che da anni si occupa di casi di persone scomparse. Lupo è nella piazza di Prato Sesia e si guarda attorno. Qui il 31 ottobre 2005 Piccioni, Testimone di Geova, residente di Fontaneto d’Agogna, si recò in seguito a una telefonata arrivata alla sala del Regno di Borgomanero. In sintesi, la telefonata misteriosa: «Abbiamo ritrovato i documenti di un confratello. C’è bisogno che qualcuno venga a ritirarli: ci vediamo a Prato, in piazza, davanti alla Posta». Era un sabato. Piccioni, uno degli «anziani» del gruppo borgomanerese, alle 16 lasciò l’assemblea e andò all’appuntamento. «Da quel momento - dice la moglie, Enza Gentina - non abbiamo saputo più niente di lui. E’ come se si fosse volatilizzato». Piccioni si era recato a Prato con la sua auto, una Punto, trovata poi parcheggiata e senza nessuna manomissione. L’altra sera, per ricordare la vicenda, famigliari e amici hanno organizzato una fiaccolata e hanno voluto riportare l’auto nello stesso punto dove era stata lasciata il giorno della scomparsa. «L’abbiamo fatto perchè qualcuno veda. Sappiamo - dice Enza Gentina - che qualcuno controlla tutto quello che facciamo. Noi speriamo che si tradisca. Che si penta e parli». La famiglia si è rivolta anche a un’agenzia investigativa svizzera, di Lugano. Il sette agosto i detective elvetici saranno a Novara per incontrare il magistrato che segue il caso, la dottoressa Mara De Donà. «Confronteranno così i dati che hanno raccolto - dicono il fratello dello scomparso, Fausto, e i figli di Emo, Marco e Cinzia -. Ci auguriamo che da questo possa nascere una svolta positiva». Le ricerche della Procura di Novara e dei carabinieri di Borgomanero si sono spinte sino a controllare con il georadar la discarica di Prato Sesia ma non è stato trovato nulla di signficativo. Sembra però che le indagini portino tutte a una pista che per prima aveva indicato proprio la moglie: il satanismo. «Avevo detto subito - dice la donna - che non poteva essere casuale la scelta della sera di Halloween: mio marito, come Testimone di Geova, ha sempre avuto una posizione ferma e rigorosa contro il fenomeno del FINE:MARGIOsatanismo».
Marcello Giordani
FONTE
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