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"FILIPPO DELEMME: MORS TUA, VITA MEA!" - PRIMA PARTE

Ultimo Aggiornamento: 28/07/2007 23:45
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"FILIPPO DELEMME: MORS TUA, VITA MEA!" - PRIMA PARTE

Scritto da Geovologo: 26/01/2007 17.13
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=6201


Avete letto cosa ha riferito il dott. Massimo Introvigne nell’audizione di esperti dinanzi alla prima Commissione della Camera, l’11/1/2007?

Andate qui per constatare:
www.camera.it/_dati/lavori/bollet/frsmcdin.asp?percboll=/_dati/lavori/bollet/200701/0111/html/01/&pagpro=3n2&all=off...

Quindi è evidente che l'Introvigne mostra di ritenere meritevole di maggior tutela l’ordinamento interno di un gruppo religioso rispetto alla salvaguardia dei fondamentali diritti umani degli associati; infatti notate come si esprime l’Esperto:


“Tutti sappiamo, i giuristi lo sanno meglio di me, che vi è stata una lunga vicenda processuale in Puglia di un testimone di Geova che, allo scopo precipuo di dare noia ai testimoni di Geova, si è rivolto alla magistratura ordinaria per essere reintegrato dopo che i testimoni di Geova lo avevano disassociato per eresia”.



Mi sembra un giudizio alquanto sommario e preoccupante.


Scritto da: Achille Lorenzi 26/01/2007 18.40
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=6201


Sono totalmente d'accordo.

Anche se io non condivido in toto l'iniziativa di Pucci, dissento vivamente dal modo in cui questo signore giudica tale iniziativa.

Non si può certo dire, infatti, che l'obiettivo di Pucci sia stato quello "di dar noia ai testimoni di Geova".

Tutti coloro che hanno seguito i vari messaggi sulla vicenda si saranno persuasi che Pucci è sinceramente convinto di fare qualcosa di positivo per migliorare l'organizzazione religiosa in cui crede, e il suo scopo non è quindi quello di "dare noia".

Ma come si permette Introvigne di giudicare in questa maniera le intenzioni e gli scopi di Vito Pucci?

Simili affermazioni starebbero bene in bocca a qualche TdG, ma non in quella di uno studioso che si ritiene obiettivo ed imparziale.

Saluti
Achille


Affermato da: DANIELE GABRIELE, Responsabile Reparto Legale dell'Ente giuridico CCT/WTS dinanzi alla Commissione Affari Costituzionali, presieduta dall'On.le Luciano Violante, "amico" del Prof. Adriano Fondani, nel corso della seduta pomeridiana di lunedì 16 luglio 2007 (vedere pagine 58-63)
fr.camera.it/_dati/leg15/lavori/bollet/frsmcdin.asp?AD=1&percboll=/_dati/leg15/lavori/bollet/200707/0716/html/01/|pagpro=INT8n3|all=off|c...


Se mi consentite, vorrei richiamare brevemente un altro punto che riguarda, in particolare, l'articolo 6, del quale sono già stati toccati alcuni aspetti, ovverosia l'autonomia confessionale delle formazioni religiose.

Nel secondo comma, viene sancito, tra l'altro, che le confessioni religiose devono assicurare il rispetto dei princìpi del giusto processo in ogni procedimento che riguardi i propri aderenti.

Questa formulazione, in linea di principio, è bella, ma potrebbe creare qualche problema di applicazione e, quindi, incidere proprio sull'autonomia confessionale, che dovrebbe invece essere tutelata.

Diciamo questo partendo da un presupposto inevitabile e corretto.

Giustamente, la Corte costituzionale, nella sentenza n. 18 del 1982, ha riconosciuto che il diritto alla tutela giurisdizionale è un principio supremo invulnerabile, che va ascritto tra quelli supremi del nostro ordinamento, intimamente connesso allo stesso principio di democrazia.

Si tratta di un principio fondamentale.


La stessa sentenza, però, specifica - questo è un aspetto interessante - che il diritto alla tutela giurisdizionale si colloca al dichiarato livello di principio supremo solo nel suo nucleo più ristretto ed essenziale.

Nel ribadire l'inviolabilità dei diritti della persona umana, ivi compresa la tutela giurisprudenziale - sottolineatura molto opportuna - non si dovrebbe, quindi, intaccare l'autonomia confessionale.

A noi e ai giuristi che si sono occupati della questione pare che l'espressione usata nel testo potrebbe dare luogo ad un eccessivo sindacato sui provvedimenti interni della confessione, richiedendo un formalismo che non è tipico delle confessioni.

Si pensi, ad esempio, alla confessione, che nella maggioranza dei casi è orale e non effettuata per iscritto.

Gli organi giurisdizionali che si sono occupati della materia hanno analizzato questo aspetto; richiamo, in particolare, la sentenza n. 5213 del 1994 delle Sezioni unite della Corte suprema di Cassazione e la successiva sentenza del tribunale di Bari.

Proprio commentando la prima sentenza - quella della Corte di Cassazione -, il professor Finocchiaro ha avuto modo di dire che la giurisdizione dello Stato, in tal caso, potrà esaminare se il provvedimento di esclusione sia stato adottato in seguito ad un giusto processo, ma non potrà considerare il merito del provvedimento stesso, quando i gravi motivi dell'esclusione siano di carattere religioso.

Anche il tribunale di Bari ha avuto modo di intervenire su un'espulsione riguardante un testimone di Geova.

Esso ha confermato, correttamente, che il procedimento disciplinare e confessionale non può violare il diritto di difesa del fedele, precisando però che si è avuto modo di chiarire, perfino nell'ambito della giurisprudenza elaborata in tema di deliberazione di sentenze straniere o ecclesiastiche, che il concetto di ordine pubblico processuale è riferibile ai principi inviolabili posti a garanzia del diritto di agire e di resistere in giudizio, ma non anche alle modalità con cui tali diritti sono regolamentati o si esplicano nelle singole fattispecie.

Ciò significa, con particolare riguardo al diritto di difesa, che occorre assicurare il rispetto del suo nucleo essenziale, costituito dal contraddittorio, non necessariamente tuttavia nelle stesse forme previste dalla legge italiana o dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

In altri termini - aggiunge ancora il tribunale -, deve escludersi la necessità della pedissequa applicazione dell'elaborazione giurisprudenziale in tema di articolo 24 del codice civile, ovvero dell'elaborazione giurisprudenziale in tema di giusto processo, ex articoli 111 e 24 della Costituzione.

Quello che vorremmo rimarcare in questa occasione è quanto segue.

Giustamente, il diritto di difesa del fedele va tutelato nelle sue linee essenziali, tuttavia nutriamo la preoccupazione che, in sede di contrasto, qualcuno possa pretendere lo stesso formalismo previsto per la disciplina di un processo ordinario nello Stato, disciplinato dalla Costituzione e dall'ordinamento, aspetto non tipico della confessione religiosa.

Per capire brevemente questo aspetto, mi richiamo a quanto detto dal professor Colaianni a proposito, ad esempio, della previa contestazione degli addebiti.

Egli riconosce che esistono situazioni in cui questo non è possibile, e lo fa richiamando le scomuniche latae sententiae.

È interessante che, nel richiamare il concetto di queste scomuniche, il professor Colaianni riconosca che, in questo caso, non avviene un processo ma, a seguito del delitto (così viene indicato dal canone), viene immediatamente comminata la sanzione, cioè la scomunica.

Questo avviene in alcuni casi, ossia per i delitti commessi dagli apostati eretici e scismatici, per la profanazione della specie consacrata, per l'uso di violenza fisica contro la persona del romano Pontefice, per la consacrazione episcopale operata da un vescovo senza mandato pontificio, oppure per l'aborto procurato, con effetto conseguente della morte del nascituro.

Di fronte ad atti di estrema gravità - aggiunge il professore -, si crea gravissimo scandalo e chi commette tali azioni non può essere efficacemente punito con pene che dipendono da una sentenza.

Ne consegue che deve prevalere la libertà della confessione di sanzionare ipso iure l'avvenuta rottura della comunione, per evitare il turbamento della comunità.

Concludo dicendo che non vogliamo richiamarci a questo tipo di scomunica o ritenerla corretta, tuttavia vogliamo ricordare che vi possono essere negli ordinamenti confessionali delle situazioni che, pur essendo rispettate formalmente, non prevedono adempimenti particolarmente formali, come avviene, invece, nell'ordinamento giudiziario dello Stato italiano.


Scritto da: Piero Villaverde 25/07/2007 21.38
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=84889&idd=...


... Ora concludo io incollando una bella predica del nostro comune amico (vito Pucci, ndr), sottolineando e evidenziando quello che secondo me, mostra essere davvero una esagerata valutazione spropositata:


Finché Adriano FONTANI, Piero VILLAVERDE e la pericolossima massa informe dei catto-anti-geovisti convinti rappresentati, galvanizzati e sostenuti da veri e propri illegali "Organismi di discriminazione" (CESAP/INFOTDGEOVA/GRIS/CEI/ARIS/ONAP/SOS-ANTIPLAGIO/MBC ecc. ecc.) non smetteranno la loro squallida caccia alle streghe nei confronti di inermi cittadini "cristiani" rei di dichiararsi "Testimoni di Geova con la mentalità aperta al pluralismo" (come il sottoscritto, Marco Piccioni, Luigi Fallacara, Gianluca Fischietti, Sergio Rosati, Bruno Giainuso, Genesis2000, Luigi Floyd, Ingannato, Terminetor, ecc. ecc.) è evidente che le denunce a raffica e le richieste di risarcimento danni materiali e morali non solo non si fermeranno ma cresceranno sempre di più per qualità e quantità, in vista della sicura meta positiva che, prima o poi, ci arriderà (come confermato dal risarcimento anche dei seminaristi vittime di preti pedofili della diocesi di Los Angeles negli ormai lontanissimi anni quaranta).


Come vedi, caro Marco, io non ti ho mai usato termini ingiuriosi come quelli che ci ha elargito il tuo amico, ecco perché voglio prendere le distanze da una persona cosi... adirata nei miei confronti!

E pensare che elogiava i miei scritti e i miei pensieri!
Sarà un nuovo Giuda Iscariota? …


Scritto da: Piero Villaverde 25/07/2007 8.48
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=84889&idd=...


… Non l'avessi mai fatto! Ha cominciato a dare, senza nemmeno chiedermi il permesso o quanto meno notificarmelo, il mio numero di telefono a destra e sinistra, tantè che una certa nostra conoscenza di nome Anna Xxxxxx della Puglia, una povera ex tdg MOLTO esaurita, mi stressa quasi tutti i giorni, telefonicamente, per confidarmi "segreti" che solo lei è al corrente, peggio della CIA americana, e che è convinta di poter aiutare il mondo dei fuori usciti, quando purtroppo, è proprio lei invece ad avere bisogno di un buon psicologo che l'aiuti a guarire dal dramma in cui è caduta!

Di punto in bianco, tanto per fare un'altro esempio, Adriano Fontani ebbe sempre dal nostro amico avvocato, il mio numero sia di cellulare che di casa, tantè che poverino, nel suo zelo, mi telefonava pure nelle ore tardissime della serata e dovetti chiedergli di smetterla di chiamare a quelle ore per la pace di mia moglie che all'epoca era molto provata a motivo dei nostri figli. …

Ora, siccome nelle sue vicende o battaglie personali, io non voglio ASSOLUTISSIMAMENTE entrarci, ecco il motivo della mia legittima richiesta.

Io, le battaglie che decido d'intraprendere, le decido da solo, e se metto in gioco il mio nome o meno è un affar mio, ma non voglio trovarmi coinvolto in qualche causa contro la WTS, contro la mia volontà!

Se dev'essere, che mi troverò legalmente contro la WTS, sarà solo perchè l'ho deciso io, e non qualcun'altro per me. Chiaro il concetto?


Scritto da: Marco Piccioni 25/07/2007 16.45
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=84889&idd=...


Avevo già messo sull'avviso gli utenti di free forum zone che l'invocare censura e tutela della privacy era un arma a doppio taglio.

Le migliaia di forum gestiti da questa piattaforma trattano argomenti in molti casi particolarmente disdicevoli e scabrosi.

Non mi sono sentito infastidito ma se si continuasse su questa strategia dell'imbavagliare la libera informazione anche io tutelerò i miei diritti di iscritto e valuterò con i miei legali il da farsi.

Ricordatevi che chi di censura ferisce ... di censura perisce ...

Tornate con i piedi per terra! Ma davvero vi credete tanto importanti da dover tutelare una privacy che vi siete sputtanati da soli ...

Marco Piccioni


Scritto da: Marco Piccioni 26/07/2007 16.36
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=7722


Caro Piero,

La battaglia dell'avvocato Pucci è la mia battaglia.

E tu, legittimamente peraltro, ne prendi le distanze.

Questo non inficia il rispetto che ho per te come persona.

Né mette a rischio un'amicizia.

Chiarito questo, io credo che tu sopravvaluti lo sgarbo, se si può chiamare così, che ti è stato fatto.

Ma essendo comunque chiaro il concetto espresso dall'avvocato Pucci con o senza il tuo nome, a me va bene che venga cancellato.

Torno a dirti però che non si può pretendere dagli altri un tipo di comportamento e non agire poi in armonia con questo comportamento.

Credo che mai come adesso io sia nella più totale tranquillità e ti ringrazio per l'interessamento.

Vedo inoltre che ribadisci più volte la mia posizione di Testimone di Geova.

Il termine corretto, che piaccia o no, è: Testimone di Geova con la mentalità aperta al pluralismo.

Io mi ritrovo in questa definizione che mi permette di considerare ogni cristiano mio fratello.

Ora direi che possiamo continuare nelle nostre battaglia, in armonia e senza dover litigare.

Con affetto
Marco Piccioni


Scritto da: Filippo Delemme 24/07/2007 5.15
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=84889&idd=...


Gentile amico,

dalla risposta che lei da al sig. Villaverde e a risposte di altri foristi sempre a litigare per un nonnulla, deve convenire che questa pseudo libertà porta all'anarchia.

E' il mio umile punto di vista.

In merito a Emo Piccioni, mi dispiace dirlo, lei sta strumentalizzando un fatto doloroso per se e tutta la sua famiglia, attaccando, ripeto strumentalizzando, "i 31 mafiosi e omertosi".

I testimoni di Geova hanno fatto e continuano a fare quello che umanamente è possibile fare.

Non possono sostituirsi all'Autorità Giudiziaria.

Nè tanto meno lei può dare responsabilità ai "31 mafiosi e omertosi e con diritto di voto" della scomparsa di suo padre.

Cosa avrebbe dovuto fare la Congregazione Centrale che non ha fatto? Partecipare alla fiaccolata? Fare tavole rotonde?

A lei sfugge, caro amico un particolare importante, mi permetta dirlo.

Invece di criminalizzare i "31 mafiosi e omertosi" (linguaggio usato dal Pucci e da lei rimarcato), invece di creare associazioni pro o contro chicchessia, non sarebbe stato più logico confidare in Dio? (lasci stare se è lo stesso Dio dei testimoni di Geova o di un'altra confessione).

Perché scaricare su altri le responsabilità altrui?

O forse vuole dire che i testimoni di Geova hanno la responsabilità della scomparsa di suo padre?

O forse (come hanno detto altri) si doveva aprire un forum sulle riviste "La Torre di Guardia e Svegliatevi"?

Siamo realisti, sig. Piccioni, non è così che si risolvono i problemi.

Lei ha a cuore la sorte di suo padre, e mi creda, anch'io e tutti i testimoni di Geova.

Lasci stare le strumentalizzazioni.

Lasci stare i mafiosi e quelli con e senza diritto di voto (cosa c'entrano questi col rapimento di suo padre?).

La Legge si sta muovendo, se attualmente non emergono novità nelle indagini, non disperi.

Ma la inviterei a non considerare i testimoni di Geova lontani da questa tragedia (le faccio presente che nel mondo, attualmente, fra rapimenti, stupri e violenze varie, i tdG hanno di che grattarsi capelli).

Siamo tutti vicini ai nostri cari fratelli.

Spero che questa mia sia motivo di riflessione e non di diatribe.

Cordiali saluti
Filippo Delemme


Scritto da: Filippo Delemme 25/07/2007 16.54
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=84889&idd=...


Caro Pino, grazie per la tua comunicazione.

Probabilmente abbiamo visioni diverse dei fatti accaduti a Pucci & soci.

La copia che mi hai inviata, che già conoscevo, non dimostra nessuna "malefatta" da parte della Congregazione dei Testimoni di Geova.

L'azione del direttivo è ineccepibile.

Forse sarebbe meglio che ti confidassi una cosa:

Quello che tu hai considerato "un lampo di genio", l'art. 5 dello Statuto della Confessione, si è trasformato in un boomerang.

E aver cavalcato lo stesso cavallo di Pucci e company, è stata una follia.

Si sono creati danni irreparabili.

Diversi fratelli, che non si associavano più alle congregazioni, ma che avevano scelto di non dissociarsi, seguendo -non so se LiberaMente- l'esempio del Pucci (influenzati dai diversi post che incitavano alla ribellione), si sono "dimessi, reclamando il fatidico articolo 5 che si è rivelato un nodo scorsoio.

Fratelli che per un motivo personale, per diatribe, per delusioni ecc. avevano scelto di non associarsi, sotto l'influenza del Pucci, si sono abbruttiti, hanno sposato una "causa" insostenibile. I risultati li conosciamo.

Questi risultati sono stati dal sottoscritto, in tempi non sospetti, preventivati.

Una cosa da tutto ciò emerge: chi si dimette non si riconosce più un testimone di Geova. Punto e basta. Conosci le regole.

Conoscendole, due sono le cose: o le rispetti o non te ne frega un fico secco di questa Confessione.

Io continuo a rispettare chi non è d'accordo e sceglie di non frequentare più.

Attraversare periodi "neri", di sconforto, di delusioni -magari per le aspettative non avveratesi-, è umano.

E l'uomo deve essere rispettato.

Non parliamo di ostracismo, di discriminazione ecc., sono parole fuori luogo.

Naturalmente quello che ti ho esposto è il mio personale pensiero.

Delemme Filippo


Scritto da: Gianluca Fischietti 24/07/2007 8.32
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=84889&idd=...


Sa chi è che strumentalizza secondo me, caro signor Filippo?

Strumentalizza chi sfrutta i comandi religiosi di non aver contatto con gli apostati per impedire la partecipazione alla fiaccolata.

Infatti la fiaccolata non era un ritrovo per svago o per mangiarsi una pizza o per passare il tempo libero con gli amici.

Era solo una manifestazione simbolica in memoria di Emo Piccioni e della sua improvvisa scomparsa. Stop!

Perciò il ‘consiglio’ di non andarci (perché per quanto la si rigiri, sebbene dal podio non è stato detto esplicitamente, il riferimento era sicuramente per l’evento della Fiaccolata) non aveva nemmeno la scusante dottrinale.

Infatti un Tdg poteva partecipare alla Fiaccolata e andarsene subito dopo senza ‘contaminarsi’ coi dialoghi degli apostati.
Ma anche volendo ammettere che era meglio per i Tdg non partecipare per non aggiogarsi inegualmente con gli apostati, ma almeno gli anziani di congregazione, i pastori, i pilastri della comunità Tdg, potevano presentarsi per dimostrare a Enza Piccioni, sorella Tdg a tutti gli effetti, la loro partecipazione al suo dolore?

Enza Piccioni non è una pecora di Geova?

I pastori non devono aver cura delle pecore di Dio?

Io mi ricordo una certa parabola di Cristo sulla pecorella smarrita.

Almeno i pastori dovevano esserci!

Invece no! Nemmeno gli anziani si sono presentati.


Scritto da: Gianni Rosati 26/07/2007 19.10 e 20.39
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=84889&idd=...



"Per assolvere la responsabilità di provvedere cibo spirituale a suo tempo e affinché la buona notizia del Regno sia predicata prima che venga la fine, la classe dello schiavo ha costituito certi strumenti o enti giuridici"



Dottor Delemme,

visto che lei è ben addentrato e ben conoscitore delle pubblicazioni dei Testimoni di Geova le pongo una domanda:

Mi sa spiegare il perché, a differenza della disassociazione o della dissociazione, che prevedono l'annuncio in congregazione alla successiva adunanza di servizio, nel mio caso tale annuncio ha richiesto quasi un anno di tempo?

Come mai, a differenza delle succitate azioni disciplinari mi è stata inviata una raccomandata di accettazione?

Come mai, sempre a differenza delle altre "diciture" non ho ricevuto nessun invito o incontri tendenti a dissuadermi o eventualmente "pentirmi"?

Questa è una prassi prevista dalle pubblicazioni o una prassi societaria?

Come mai è stato necessario spiegarlo in un successivo "ministero del Regno" agli ignari soci?

Attendo una sua risposta.

Tanto per rimanere in conformità, la informo che sono "battezzato" dal lontano 1959 e che conosco benissimo tutto l'evolversi dell'"Organizzazione", della "Filiale",
della "Società" (termini molto americanizzanti), delle Associazioni, della nascità della "Congregazione cristiana dei....".

Per amore della chiarezza, mi chiamo Gianni Rosati, sono di Roma e "romanista"

******

Mi sorprende la sua preparazione.

Ma comunque mi sorprende altresì che lei non ha dato nessuna risposta alle mie domande.

Poi mi dice:

Mi scusi, sig. Rosati se l'ho trascurata. Il suo caso, lei non lo espone per esteso. Quindi, lo esponga senza trascurare i "particolari". Vedrà che una motivazione uscirà fuori. Le prometto che, se venisse fuori, dalla sua esposizione, una anomalia, avrà tutta la mia stima e il mio sostegno



Che cosa le debbo esporre per esteso?

Di quali particolari parla che, avrei omesso?

Quale "motivazione" o "anomalia" va cercando?

Perche solo in questo caso, avrei la sua stima e sostegno?

Posso farle una confidenza, per me lei "... non la sa raccontare".

Attendo fiducioso.


(continua)

[Modificato da ednaservice 27/07/2007 9.14]

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Scritto da: ednaservice 27/07/2007 8.11


Affermato da: DANIELE GABRIELE, Responsabile Reparto Legale dell'Ente giuridico CCT/WTS dinanzi alla Commissione Affari Costituzionali, presieduta dall'On.le Luciano Violante, "amico" del Prof. Adriano Fondani, nel corso della seduta pomeridiana di lunedì 16 luglio 2007 (vedere pagine 58-63)
fr.camera.it/_dati/leg15/lavori/bollet/frsmcdin.asp?AD=1&percboll=/_dati/leg15/lavori/bollet/200707/0716/html/01/|pagpro=INT8n3|all=off|c...


Se mi consentite, vorrei richiamare brevemente un altro punto che riguarda, in particolare, l'articolo 6, del quale sono già stati toccati alcuni aspetti, ovverosia l'autonomia confessionale delle formazioni religiose.

Nel secondo comma, viene sancito, tra l'altro, che le confessioni religiose devono assicurare il rispetto dei princìpi del giusto processo in ogni procedimento che riguardi i propri aderenti.

Questa formulazione, in linea di principio, è bella, ma potrebbe creare qualche problema di applicazione e, quindi, incidere proprio sull'autonomia confessionale, che dovrebbe invece essere tutelata.

...

Nel ribadire l'inviolabilità dei diritti della persona umana, ivi compresa la tutela giurisprudenziale - sottolineatura molto opportuna - non si dovrebbe, quindi, intaccare l'autonomia confessionale.

A noi e ai giuristi che si sono occupati della questione pare che l'espressione usata nel testo, richiedendo un formalismo potrebbe dare luogo ad un eccessivo sindacato sui provvedimenti interni della confessioneche non è tipico delle confessioni.

Si pensi, ad esempio, alla confessione, che nella maggioranza dei casi è orale e non effettuata per iscritto.


Proprio commentando la prima sentenza - quella della Corte di Cassazione -, il professor Finocchiaro ha avuto modo di dire che la giurisdizione dello Stato, in tal caso, potrà esaminare se il provvedimento di esclusione sia stato adottato in seguito ad un giusto processo, ma non potrà considerare il merito del provvedimento stesso, quando i gravi motivi dell'esclusione siano di carattere religioso.


Quello che vorremmo rimarcare in questa occasione è quanto segue.

Giustamente, il diritto di difesa del fedele va tutelato nelle sue linee essenziali, tuttavia nutriamo la preoccupazione che, in sede di contrasto, qualcuno possa pretendere lo stesso formalismo previsto per la disciplina di un processo ordinario nello Stato, disciplinato dalla Costituzione e dall'ordinamento, aspetto non tipico della confessione religiosa. ...


È interessante che, nel richiamare il concetto di queste scomuniche, il professor Colaianni riconosca che, in questo caso, non avviene un processo ma, a seguito del delitto (così viene indicato dal canone), viene immediatamente comminata la sanzione, cioè la scomunica. ...

[Modificato da ednaservice 27/07/2007 9.14]





Il grassetto utilizzato è mio.
Si prega di fornire uno sguardo al quadro d'insieme e di fare delle proprie riflessioni.
Non appena mi sarà possibile lascerò il mio commento.

MI pare tutto incredibile.

Questo il mio commento:

In pratica questo signore ritiene che sarebbe bello in via teorica (e...mica tanto volentieri) rispettare i "principi del giusto processo", ma che questo nella realtà non sia praticabile senza interferire nell'autonomia della confessione.
In pratica sarebbe come dire che l'autonomia della confessione vien prima dei diritti dei credenti.
Sarebbe come dire che lo Stato non dovrebbe avere nessuna ingerenza nelle decisioni interne della confessione.
Sarebbe come dire che le confessioni religiose debbano essere lasciate libere di esercitare il loro potere ed il loro controllo sui credenti senza che nulla il credente possa fare per sottrarvisi, nemmeno implorando la mediazione della società civile.
Sarebbe come dire che, difronte ad una scomunica e ad una, si fa per dire, condanna al rogo (ostracismo a vita e privazione di ogni elementare diritto umano, danni morali e psicologici) nulla il credente possa contro la propria confessione e NULLA POSSA ANCHE LO STATO.
Sarebbe come dire che trattasi della richiesta indipendente (tipo Vaticano) d'uno stato nello stato, con un proprio regolamento, indipendentemente dai regolamenti della società civile.
Sarebbe come dire alla società civile: i miei credenti provvedo a giudicarmeli io, voi vedetevi i fatti vostri.

Sarebbe come invocare il potere della collettività confessionale sui singoli e non il rispetto della dignità e della libertà dei singoli, per i quali ed al servizio dei quali sono stati costituiti gli enti giuridici.
Se questo accadesse sarebbe il protrarsi ed il perpetuarsi della dittatura secolare religiosa e del calmpestamento dei diritti umani fondamentali.

Le considerazioni potrebbero essere molte altre, tali da riempire interi scaffali di libri.
Alla libera fantasia umana non c'è mai limite. Quel signore non sa che, così dicendo, sta preventivamente ponendo una grave ipoteca sulle sue possibilità di persona libera ed autonoma, sulla sua dignità, sul suo futuro e sul suo equlibrio psicofisico.

Saluti

Pyccolo

[Modificato da pyccolo 27/07/2007 15.16]

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la religione è una lama a doppio taglio.
Ci sono persone che grazie a una religione che li avvicina a Dio migliorano la loro vita,la loro situazione familiare,il carattere,i buoni propositi.
Ma troppo spesso la religione partorisce fanatismo,insofferenza per idee diverse,intolleranza e condizionamenti mentali.
Inoltre ,nonostante la maggior parte si ritiene "la vera religione",in realtà sono da sempre capeggiate da uomini,imperfetti e per natura inclini all'errore come tutti.
Come si puo dare a degli uomini un potere assoluto su altre persone?
Cosa ci puo assicurare che questi non abusino del loro potere sugli altri?
Chi garantirà aiuto alle vittime della religione se poi viene data ad essa l'insindacabilità delle propie decisioni?



mi apro alla chiusura
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