Scritto da: pcerini 28/06/2007 9.16
"Triste a dirsi, le casistiche che ho consultato, mostrano che sono in prevalenza proprio le religioni che si reputano "CRISTIANE" a perpetrare l'infanticidio cosi a dismisura!
Caro Sonny,in che senso reputi che le religioni cristiane pongano le premesse dell'infanticidio? Ti riferisci forse al divieto dell'uso degli anticoncezionali e del preservativo?
Riguardo alla pratica dell'aborto,come valuteresti le seguenti circostanze?
1) la madre decide di abortire perche' la gravidanza la sta mettendo in pericolo di vita
2) la madre decide di abortire perche' la gravidanza e' indesiderata a motivo di stupro,sopratutto nel caso di minorenne
3) la madre decide di abortire a motivo del rispetto del divieto degli anticoncezionali e del preservativo
4) la madre decide di abortire perche' scopre che il feto nascera' con delle malformazioni gravi oppure scopre che il figlio nascera' con una malattia grave e incurabile
Paolo
Mi permetto di prendere spunto dalle tue questioni per esprimere il mio punto di vista sull'argomento.
1) Nel mondo di oggi non accade mai che una persona, sentendosi in pericolo di vita ed avendo, come unica possibilità, sacrificare la vita di un'altra persona...trovi la giustificazione sufficiente per optare per togliere la vita all'altra persona salvando la propria.
Dal punto di vista prettamente sociale la società dovrebbe condannare tale scelta e tale atto.
Dal punto di vista cristiano, è comunque peccato perchè non si da la vita per il prossimo ma per amore della propria vita si uccide il prossimo.
Ovviamente la "gravità" di tale scelta non tocca a noi valutarla e soppesarla in quest'ultimo caso...come per ogni colpa, è il Signore a valutarla.
2) Ecco qui la faccenda si fa assai più grave, a mio parere.
La società non dovrebbe farsi molti scrupoli nel condannare un gesto simile.
Il bambino non è lo stupratore...quindi è ESENTE Da ogni colpa ed in ogni caso.
Di solito in questi casi si cercano un ghirigoro di giustificazioni sia guardando alla psicologia della mamma sia a quella futura del figlio...
E' un metodo per autogiustificarsi l'ingiustificabile.
3) LOL...a motivo di che cosa?
Si deve fare un gesto preciso a questo punto...
Si prende Dei Delitti e delle Pene di C.Beccaria, che potete trovare qui:
www.liberliber.it/biblioteca/b/beccaria/dei_delitti_e_delle_pene/html/somm...
Si va al capitolo 40 "FALSE IDEE DI UTILITA'".
Si vede come argomenta quella legge che impedisce di portare armi...e si legge quell'OVVIETA'LOGICA che evidentemente tanto "ovvia" non è...alle orecchie di qualcuno:
Le leggi che proibiscono di portar le armi sono leggi di tal natura; esse non disarmano che i non inclinati né determinati ai delitti,
mentre coloro che hanno il coraggio di poter violare le leggi piú sacre della umanità e le piú importanti del codice, come rispetteranno le minori e le puramente arbitrarie, e delle quali tanto facili ed impuni debbon essere le contravenzioni, e l'esecuzione esatta delle quali toglie la libertà personale, carissima all'uomo, carissima all'illuminato legislatore, e sottopone gl'innocenti a tutte le vessazioni dovute ai rei?
UNO CHE HA IL CORAGGIO DI UCCIDERE SE NE SBATTE DI ESSERE IN REGOLA CON LA SUA DETENZIONE DI ARMI...
COME UNO CHE SCEGLIE DI ABORTIRE SE NE SBATTE DI QUALSIASI REGOLA CONTRO I PRESERVATIVI E GLI ANTICONCEZIONALI...
SE IO TRAGREDISCO UNA LEGGE GRANDE E GRAVE...TANTOPIU' TRASGREDISCO QUELLE PIU' LEGGERE.
Questione solo di aver tempo per rifletterci sopra....però bisogna farlo prima di scrivere.
4) E' una forma di autogiustificazione...in ogni società civile di oggi, su questa terra, chi ha malformazioni o è malato in fase terminale....qualora venga ucciso da qualcuno...vedrà la medesima giustizia che vedrebbe una persona sana e normale.
E CI MANCHEREBBE ANCHE...
Il resto sono scuse.
E dico questo non per condannare chi ha fatto tali scelte...
Ci mancherebbe...A PRIMA VISTA sono scelte difficilissime e gravissime.
IN REALTA' non si dovrebbe avere nemmeno il tempo, se non l'opzione, di scegliere...
E noi, lasciatemelo proclamare, viviamo in società che non sono più CIVILI.
Non lo sono più da quando hanno permesso che una PERSONA vedesse lesa la sua VITA all'interno della società.
Infatti, ci spiega Beccaria:
Le leggi sono le condizioni, colle quali uomini indipendenti ed isolati si unirono in società, stanchi di vivere in un continuo stato di guerra e di godere una libertà resa inutile dall'incertezza di conservarla. Essi ne sacrificarono una parte per goderne il restante con sicurezza e tranquillità. La somma di tutte queste porzioni di libertà sacrificate al bene di ciascheduno forma la sovranità di una nazione, ed il sovrano è il legittimo depositario ed amministratore di quelle; ma non bastava il formare questo deposito, bisognava difenderlo dalle private usurpazioni di ciascun uomo in particolare, il quale cerca sempre di togliere dal deposito non solo la propria porzione, ma usurparsi ancora quella degli altri. Cap 1
Qual può essere il diritto che si attribuiscono gli uomini di trucidare i loro simili? Non certamente quello da cui risulta la sovranità e le leggi. Esse non sono che una somma di minime porzioni della privata libertà di ciascuno; esse rappresentano la volontà generale, che è l'aggregato delle particolari. Chi è mai colui che abbia voluto lasciare ad altri uomini l'arbitrio di ucciderlo? Come mai nel minimo sacrificio della libertà di ciascuno vi può essere quello del massimo tra tutti i beni, la vita? E se ciò fu fatto, come si accorda un tal principio coll'altro, che l'uomo non è padrone di uccidersi, e doveva esserlo se ha potuto dare altrui questo diritto o alla società intera?
Non è dunque la pena di morte un diritto, mentre ho dimostrato che tale essere non può, ma è una guerra della nazione con un cittadino, perché giudica necessaria o utile la distruzione del suo essere. Ma se dimostrerò non essere la morte né utile né necessaria, avrò vinto la causa dell'umanità. Cap. 28
Stiamo parlando della PENA DI MORTE PER UN BAMBINO INNOCENTE!
Annegata e nascosta dietro mille giustificazioni ed autogiustificazioni...
E a parte quest'ingiustizia perpetrata spesso nel dolore e negli errori da parte di una madre che non sa più che cosa fare...tutto non finisce con l'omicidio del babino, ma man mano porterà a morire nel suo cuore la mamma...per il dolore.
PERCHE' SI PERMETTE L'ABORTO?!?
VIVIAMO IN UNA SOCIETA' INCIVILE!!
PS: CIAO SONNY! Che maleducato che sono...non ti avevo ancora salutato!
Ciao
Mauri
[Modificato da MauriF 28/06/2007 13.21]
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Diceva Rabbi Yeudà in nome di Rav:"Dodici ore ci sono nel giorno: nelle prime tre il Santo, benedetto sia, si dedica alla Torà; nelle seconde tre giudica tutto il mondo e, quando vede che questo meriterebbe la distruzione, si alza dal trono del Giudizio e si siede su quello della Misericordia...(b'Avodà zarà 3b)