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“HANNO ABUSATO DI ME ORA AIUTO LE VITTIME”

Ultimo Aggiornamento: 10/06/2007 14:04
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“HANNO ABUSATO DI ME ORA AIUTO LE VITTIME”

Parla Luca Barbareschi, presentando la sua Fondazione.

ROMA. Luca Barbareschi, durante l’intervista rilasciata ieri sera, domenica 18 marzo, ad Antonello Piroso nel suo “Niente di Personale” su La7 ha annunciato il proprio impegno di difesa dei bambini vittime di molestie sessuali.
Il 20 Aprile nascerà infatti la “Fondazione Onlus barbareschi”, fortemente voluta dall’attore, anche per un coinvolgimento personale. Barbareschi nella conversazione ha ricordato “la drastica decisione” di recarsi negli stati Uniti presso l’Alcolisti anonimi Americana, per superare il trauma di un abuso sessuale subito durante l’infanzia. Barbareschi ha accettato di raccontare questo suo passato “pesante” dicendo:
“Il problema delle molestie sessuali sui bambini e bambine in Italia va oltre l’immaginazione. Ed è una cosa spaventosa. Lo so, perché l’ho vissuto sulla mia pelle e ho impiegato molti anni prima di riavere di nuovo stima di me stesso”. Da questa esperienza drammatica l’intento di aiutare altri che hanno vissuto la stessa situazione:
“Nella Fondazione, che gestisco assieme all’Associazione Prometeo di Bergamo, io metterò tutte le mie risorse. Voglio che questa sia una battaglia importante”.


fonte:
www.massimilianofrassi.splinder.com/tag/luca_barbareschi





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Barbareschi: «Così salverò i bimbi violati»

Prometeo diverrà il braccio operativo della nascente Fondazione Barbareschi.
di Luciano Gulli - venerdì 20 aprile 2007
·
Si chiama così: «Fondazione Luca Barbareschi. Dalla parte dei bambini». Luca Barbareschi è l’attore che tutti conoscono. Bell’uomo con fama di sciupafemmine, intelligente, colto, politicamente controcorrente, essendo uno dei pochi uomini di spettacolo non impaludati nelle acque morte del conformismo di sinistra dove guazzano tutti gli altri tenendosi per la coda. Quasi tutti gli altri.
La Fondazione che porta il suo nome, e che lui ha creato mettendoci un bel po' di passione, un bel po' di denaro, e anche un bel po' di dolore, si presenta oggi alle 19 a Milano, all'hotel Principe di Savoia. Il nome scelto per la sua onlus dice già di che si tratta, senza pindarici o tartufeschi giri di parole. Barbareschi sta dalla parte dei bambini vittime della pedofilia perché lui c'è passato. E sa che vuol dire. E ora - ma ci pensava da un pezzo - gli è venuta voglia di spendersi in prima persona per contrastare (abbattere no, se i numeri che lui cita - spaventosi - sono reali. E temo che lo siano) un fenomeno abietto, indegno. Un fenomeno che dai bassifondi di turpi latitudini mentali legate a un mondo criminale e malato, ma che si pensava circoscritto, si è allargato come una lurida bava venefica e ora dilaga per il mondo grazie (si fa per dire) a Internet.
La Fondazione Luca Barbareschi si occuperà non solo di garantire la tutela di minori offesi, anche sotto il profilo legale, ma anche del recupero di bambini vittime di molestie costretti a vivere in condizioni di degrado sociale o di sudditanza psicologica. «Quando il mostro è dentro casa, e accade spesso - dice Barbareschi - è ancora più difficile. Lì si tratta di intervenire con operazioni chirurgiche di difficoltà estreme. Ci sono casi in cui la madre sa da anni che il marito abusa della figlia e non trova il coraggio di denunciarlo. E se lo fa rischia di imbattersi, come è accaduto, in un giudice che assolve dicendo che il padre incriminato era affetto da sonnambulismo». Alla presentazione della Fondazione Barbareschi ci saranno funzionari dell'Fbi, di Scotland Yard e della polizia italiana. Perché il cancro infetta ormai vaste aree del pianeta.
Lei sostiene che il giro d'affari legato alla pedofilia ha superato in Italia quello della droga. Possibile?
«Consideri questo dato. Ogni sito pedopornografico rende in media fra gli 80 e i 90mila euro al giorno. Per scaricare una foto da questi siti si spendono anche 300-400 euro. Ora lei sa quanti sono questi siti, in Italia e in giro per il mondo? Decine e decine di migliaia. Pensi che in Olanda vogliono addirittura fondare un partito a favore della pedofilia. Ecco, a me sta a cuore questo aspetto: aiutare la gente a spezzare il muro della vergogna, dell'imbarazzo, a denunciare il malaffare».
Ammetterà che non è facile.
«Lo so, è maledettamente difficile. Spesso, chi è vittima dei pedofili, o chi è testimone diretto di casi di pedofilia rilutta a sporgere denuncia perché ritiene la cosa denigratoria della propria persona. Pensa di restarne segnato, infangato a sua volta. Io posso invece testimoniare il contrario».
Lei ha raccontato una volta, in televisione, di essere stato molestato da bambino. Vuol raccontare come andò?
«Accadde in due occasioni. La prima quando avevo 8 anni, in un istituto retto da religiosi, a Torino. La seconda quando ero più grande, alle medie, in quella che passa per la migliore scuola "cattolica" di Milano, e dalla quale aspetto ancora scuse formali».
Chi era il suo molestatore?
«Il mio padre spirituale. Ovvero il sacerdote che era anche il mio confessore. Il massimo del tradimento, come vede, visto che il soggetto in questione aveva accesso alla mia anima, ai miei sentimenti più riposti. Era la stessa scuola, quella di Milano, in cui gli allievi venivano presi per le orecchie, fino a fargliele sanguinare, o in cui si amministravano ceffoni perché il malcapitato, a mensa, aveva fatto rumore giocherellando con il coltello e la forchetta sul piatto».
Quanto le è costato superare quel disagio?
«Un prezzo altissimo. Mi sentivo sporco dentro, inadatto al mondo. Per molto tempo, negli anni della formazione, ho pensato che non sarei stato capace di recuperare una dimensione di equilibrio. Anche solo l'idea di affermarmi professionalmente, di trovare un mio ruolo sembrava impraticabile, difficile, illusoria».
Perché ha dato il suo nome alla fondazione?
«Perché voglio che resti testimonianza di uno che ha avuto il coraggio di alzare la testa in un Paese in cui molti la abbassano. Sa, il nostro è un Paese di servi. Siamo quelli descritti da Tolstoj in Guerra e pace: gente disposta a dare anche la propria moglie agli invasori per un posto da fattorino, da usciere. Dignità: zero. Sarà dura, ma bisogna che la gente cominci a realizzare che il posto di chi sbaglia è la galera».


fonte:
www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=6&ip=159&iv=15...



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Business sulla pelle dei bimbi

Un intervento di Luca Barbareschi

C'è un detto africano che dice: «Serve un intero villaggio per fare crescere un bambino». Credo che dietro questa semplice ed affettuosa frase si nasconda una profonda verità.
Quel bambino deve essere protetto, circondato da affetto e fatto crescere con tutte le attenzioni che lo aiuteranno a diventare un uomo pieno di energia, forte della sua dignità pronto a crescere ed a lavorare per il bene della sua comunità e del suo Paese. Senza questa logica ci troveremo davanti ad esseri umani con una scarsa fiducia in se stessi, e laddove questa debolezza sia nata a causa di abusi psicologici o sessuali, addirittura con individui che trascineranno questo fardello doloroso e ingombrante per tutta la vita. Per liberarsi di questa ferita ci vuole un lavoro titanico e non sempre si riesce.
Credo che la crescita del prodotto interno lordo di un Paese sia profondamente legata al suo stato culturale ed alla dignità dei cittadini che lo compongono. Se i protagonisti di questa comunità sono stati vessati ed umiliati fin da piccoli, difficilmente saranno capaci di creare quel circolo virtuoso che porterà la loro nazione al benessere ed all'orgoglio di appartenervi. Voglio parlare quindi di un argomento delicatissimo e doloroso: la pedofilia, e tracciarne un parallelo con lo stato economico del nostro Paese. Vi do alcuni dati, a mio avviso raccapriccianti. Fino a qualche anno fa nella classifica delle attività illegali che generano danaro sporco c'erano al primo posto il traffico d'armi, poi il traffico di stupefacenti, la prostituzione e così via a scendere.
Negli ultimi dieci anni, internet a creato una nuova opportunità. Rimane sempre al primo posto il traffico d'armi, per ovvie esigenze di copione come si dice a teatro, e quello scenario difficilmente cambierà, ma balza al secondo posto di questa triste hit parade la pedofilia, seguita da un triste gregario, il traffico di organi e quindi con un leggero distacco le altre attività. Quando parlo di pedofilia intendo foto, filmati, film (i famosi snuff movies dove si assiste in diretta ad una violenza su minore senza montaggi o effetti ma con l'unica perversione di assistere in diretta a qualcosa di realmente accaduto) e tutte queste cose generano la bellezza di 11 miliardi di euro all'anno solo nel nostro Paese. Sì, signori, 22.000 miliardi delle vecchie lire. Una «finanziaria» sulla pelle dei nostri figli, e questi dati riguardano solo l'Italia.
Questi dati sono stati forniti dalla polizia di Cuneo al termine di una conferenza stampa tenuta con la collaborazione di una coraggiosa organizzazione «Prometeo» che da anni si batte contro questi orrori.
Un sito pornografico fattura in Italia una media di 90.000 euro al giorno, vendendo foto ed altro materiale che vanno dai 50 ai 300 euro ciascuno a seconda dell'abiezione rappresentata. La mafia russa ha investito pesantemente in questo settore.
Inoltre ricerche recenti sul traffico in rete hanno rivelato un numero esorbitante di persone che quotidianamente passano oltre un'ora e non casualmente all'interno di questi siti. Non sono autorizzato a dare il numero ma vi assicuro che è percentualmente al di fuori di ogni immaginazione.
Così mentre cammino per strada cerco negli occhi della gente questo dolore, cerco di capire come si possa uscire da questa situazione, come si può aiutare questi individui ad uscire da questa catena di errori. E vorrei che queste poche righe invitassero ad una profonda e seria riflessione su questa piaga sottovalutata nel nostro Paese. È un invito che si estende naturalmente a privati cittadini ed a istituti religiosi dove dalle ricerche fatte sono avvenuti e continuano ad avvenire. Uno dei più famosi pedofili americani, un religioso reo confesso, è stato tranquillamente risistemato a Roma in una parrocchia del centro. Politici e professionisti previlegiati di tutto il mondo l'hanno fatta franca forti del loro potere economico e sociale e potrei raccontarvi migliaia di altri episodi avvenuti anche e soprattutto all'interno di nuclei familiari. Ma preferisco fermarmi. Vorrei tornare al parallelo tra la dinamica di un Paese ed alla sua rappresentatività. Noi abbiamo il dovere di spezzare questa rete che anche ad alto livello dà delle coperture a questa piaga: studi legali diventati quasi monopolisti dell'argomento che difendono con parcelle da 2000 euro al giorno casi di pedofilia eclatanti cercando di fare passare i bambini per mitomani o semplici bugiardi. O peggio ancora portando ad esempio l'Olanda dove c'è stato recentemente un neonato partito a favore della pedofilia. E per contro genitori che 2000 euro non li guadagnano neanche al mese che si trovano non solo nell'impossibilità di difendersi ma anche con l'umiliazione di vedere il proprio nome sporcato per sempre sui giornali.
E come sapete la battaglia è impari, perché le vittime, la materia prima di questi «orchi», è sempre cercata nella povertà, dove c'è ignoranza, dove si può comprare un silenzio con pochi soldi.
Se pensiamo che questo avviene addirittura nel traffico degli organi, dove nel Sud dell'Italia figli di famiglie al limite dell'indigenza vengono rapiti e riportati a casa a breve senza un rene o una cornea con la complicità di cliniche private e medici e a volte tristemente anche dei genitori in cambio di qualche soldo. Curiosamente gli «orchi» appartengono spesso a classi agiate, non sempre, ma spesso, laddove la compulsività della propria vita ha bisogno di fughe verso la parte più triste e scura. Io credo ancora che le risorse per migliorare il nostro Paese sia nelle nuove generazioni, ma è necessaria da parte di giudici, polizia e magistratura rendere più fitte le reti, e ristabilita la legalità in questo campo permettere ai bambini di sentirsi forti della loro dignità e protagonisti di un mondo più sano.


Tratto da Il Giornale:
www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=124917&START=0



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