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Ultimo Aggiornamento: 22/09/2008 20:16
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21/09/2008 21:22
 
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La ricerca medica e biologica ha un bisogno enorme di cavie. Non so se qualcuno qui sia mai stato in un laboratorio di ricerca di base, io sì.
L'utilizzo che fanno di topi, ratti, conigli etc etc. è paurosamente elevato, ed è perfettamente giustificato dalle loro necessità.
E' rarissimo che un ricercatore "sprechi" cavie, giacché ottenerne di nuove non soltanto è costoso in termini convenzionali, ma spesso può essere difficile o addirittura impossibile, viste le specifiche necessità della sua ricerca.
In molte ricerche di base, le cavie vengono addirittura selezionate e in un certo qual modo "costruite" dal ricercatore stesso che ambisce a studiare un determinato fenomeno, in modo tale che esse servano meglio al suo scopo (es. cavie in-bred, cavie knock-out).

Sento spesso degli ignoranti che pensano che i ricercatori sprechino, o trattino con leggerezza, o addirittura disprezzino le cavie. La mia esperienza è esattamente opposta: essi le rispettano profondamente, se le tengono care perché sono elementi preziosi e quando parlano delle proprie ricerche, l'abbattimento dell'animale è sempre riferito con il verbo "sacrificare". Non ho mai visto un ricercatore scherzare sul fatto che il giorno prima aveva dissezionato delle cavie. Mai.
Molti assumono un distacco assoluto quando le uccidono, altri provano compassione. Una volta sentii un dibattito fra vari colleghi sul metodo più pietoso e indolore per ucciderle senza comprometterne i tessuti oggetto di studio; c'erano varie opinioni contrastanti.
Dico questo perché girano tanti stereotipi, alcuni davvero penosi, su questo ramo di lavoro.

Per il resto...

I motivi per cui non ci libereremo mai dell'uso di animali usati come cavie da laboratorio, sono talmente tanti che qui non vale la pena di elencarli. Qualsiasi persona con una preparazione decente lo sa, ma penso che anche i profani possano facilmente capire che esiste una profonda differenza fra lo studio in vitro di un determinato fenomeno in una coltura con qualche milione di cellule clonate che fluttuano in un liquido nutritivo, e uno studio in vivo su un organismo complesso in cui interagiscono ordinatamente diverse decine di migliaia di miliardi di cellule, ripartite in centinaia di popolazioni differenti, con schemi e architetture di enorme complessità.

Che gli animalisti si rassegnino; tante cose potranno in futuro migliorare l'efficienza degli esperimenti e ridurre il numero di animali sacrificati, ma i test su un organismo vivente non diverranno mai "obsoleti". Almeno non in questo secolo.



Attenzione: SE TROVO IL GENE RESPONSABILE DI UNA CERTA MALATTIA GENETICA, POSSO TENTARE DI MODIFICARLO. POSSO QUINDI SPERARE IN UNA COMPLETA RISOLUZIONE DI QUELLA MALATTIA GENETICA. Ad esempio: HD (corea di Huntington), PKU (Phenilchetonuria), albinismo, daltonismo, X-fragile, Trisomia sul chr.21 (sindrome di Down), delezione sul chr.15 (Angelman Syndrome, Prader Willi Syndrome), ecc..



Aspetta, la trisomia 21 e le altre trisomie non hanno determinanti genetiche... o magari hanno qualche predisposizione ignota, ma comunque originano da errori stocastici nella distribuzione del materiale genetico nella gametogenesi; quindi anche in un mondo dove fossimo tutti geneticamente sani al 100%, è verosimile pensare che continuerebbero ad esserci le stesse percentuali di concepimenti con la sindrome di Down e le altre trisomie. Idem per le delezioni, o almeno per buona parte di esse.
Per il resto nulla da eccepire. Le sindromi causate da mutazioni genetiche come albinismo, PKU etc. etc. sono ottimi esempi di cosa potrebbe fare l'ingegneria genetica per l'uomo.
[Modificato da Rainboy 21/09/2008 21:59]
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