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scomunicato dai Mormoni per aver commesso pratiche omosessuali

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2007 15:36
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Dopo Harry Potter, scomunicato da Benedetto XVI come "corruttore di anime", la scomunica è toccata a Pierre Martinazzi, un omosessuale, che però non ha suscitato le ire di papa Ratzinger bensì dei Mormoni, una Chiesa che raccoglie circa trentamila fedeli in Italia. Vediamoci più chiaro

Caro fratello, con la presente siamo a notificarti ufficialmente quanto deciso dal consiglio di disciplina... Il provvedimento intrapreso è: «scomunica» per condotta contraria alle leggi e all'ordine della Chiesa e più precisamente per avere commesso pratiche omosessuali... Ti incoraggiamo.... a leggere le scritture e fare frequenti preghiere personali. Con affetto e cordialità...".

Questo "gentile" strale divino, recapitato via posta ordinaria, è piombato il 30 luglio scorso sul capo di Pierre Martinazzi, un cinquantenne che vive a Brescia.

Martinazzi, il trasgressore che si è allontanato "spiritualmente e materialmente dal Signore", ha così subito il "totale ritiro e cancellazione da ogni privilegio dovuto all'appartenenza alla Chiesa" nonché la rimozione "dai certificati di appartenenza alla Chiesa".

"Quando mi è arrivata quella lettera", ci racconta, "sono trasalito. Era come se una macchina del tempo mi avesse portato indietro di qualche secolo, quando le scomuniche erano all'ordine del giorno. Tra il divertito e l'indispettito ho cercato di ricostruire quanto è accaduto.

Appena terminato il servizio militare, all'inizio degli anni settanta, per strada mi fermarono due mormoni.

Con dolcezza infinita mi parlarono del loro gruppo. Avevo vent'anni, ero solo a Brescia, e poi fu un colpo di fulmine, uno dei due ragazzi era straordinario... Incominciai a frequentarli e mi colpì l'ambiente, una sorta di isola felice, frequentato, ancora, da altrettanti ragazzi decisamente carini".

Ma Martinazzi non resistette a lungo. Lo infastidiva, tra i precetti della religione, il divieto di bere vino perché "pur non essendo un bevitore mi pare che tutte le grandi civiltà hanno bevuto vino e che dove c'è vino non c'è barbarie ma cultura" e che i mormoni aborissero l'omosessualità: "Li lasciai perdere perché la loro visione dell'omosessualità era limitante e assolutamente inaccettabile".

Nel frattempo però, convinto dal ragazzo di cui s'era invaghito, si era battezzato mormone.

Negli anni i mormoni di Brescia gli hanno recapitato numerose lettere invitandolo agli incontri di preghiera, a cui Pierre non partecipava.

Tutto questo fino a circa un anno, fa quando due giovani mormoni "carini" lo hanno fermato per strada.

"Abbiamo scambiato due parole", ricorda, "e oltre a dire loro che ero tra i battezzati, precisai le mie convinzioni sulla scarsa libertà che impone l'obbligo di credere a presunte verità rivelate. Nel corso della conversazione presi le difese della diversità e degli omosessuali, ma non ho mai detto loro di andare a letto con uomini".

Non sapeva che l'"Inquisizione" si sarebbe messa in moto...

Nel novembre scorso gli giunge una lettera che gli chiedeva di presentarsi ad "un consiglio di disciplina" presso la sede dei Mormoni di Brescia "per delle spiegazioni".

"Non mi presentai. Non volevo legittimare quella rappresentazione grottesca. Ho subito un processo in contumacia" (aggiunge ridendo Pierre).

Pochi mesi dopo, la scomunica.

"Sono indispettito: dove sono le prove che avrei commesso pratiche omosessuali? Potrei essere un omosessuale casto, oppure un etero gay friendly o chissà che altro. Che sia stato a letto con qualcuno di loro?

E poi, è legale attribuire a qualcuno "pratiche omosessuali" o, se non se ne hanno le prove, non si tratterà di diffamazione o ingiuria?"

Alberto Baliello, giurista presidente del collegio dei garanti di Arcigay, a cui abbiamo girato la domanda, esclude però quest'ultima ipotesi: "Un ente religioso ha tutto il diritto di espellere chi vuole e, penalmente, non si tratta di diffamazione, perché è una lettera rivolta ad una sola persona e non pubblica.

Se il tono fosse offensivo e volgare si potrebbe procedere, civilmente, per ingiurie. Ma entreremmo in una sfera grigia, e bisognerebbe dimostrare quanto la supposizione di pratiche omosessuali abbia compromesso l'immagine pubblica del soggetto. Ma ciò non vale in questo caso: la lettera era privata".

Sentiamo cos'hanno invece da dire gli "inquisitori" sulla vicenda.

Gaetano Mangano, tra i firmatari della lettera di scomunica, ci ricorda, informalmente, che Pierre Martinazzi non s'è presentato al consiglio di disciplina, e dice di conoscere altri casi di omosessuali scomunicati, ma mi chiede di parlare di tutto ciò con Giuseppe Deiuri, vescovo dei mormoni di Brescia.

Deiuri si è appena insediato e "non ne sa nulla": m'invita però a telefonare a Marco Bellini, presidente del Palo ("Palo della tenda di Sion" una sorta di struttura territoriale dei mormoni), suo superiore a livello territoriale.

Bellini decide di parlare, ma senza entrare nel caso specifico: "Martinazzi aveva oltretutto la possibilità di parlarne durante il consiglio di disciplina....

L'omosessualità, come dice l'apostolo Paolo, è incompatibile con l'appartenenza alla Chiesa.

La scomunica è un fatto molto ma molto raro. È stabilita dal consiglio di disciplina che determina il grado di pentimento del peccatore che ha trasgredito ai comandamenti.

E quando uno non si pente delle azioni commesse è cancellato dai registri della nostra Chiesa.

Essere scomunicato significa essere fuori dalla comunità. Lo scomunicato può continuare a frequentarci, passivamente, senza ricevere i sacramenti.

La scomunica serve per ritornare sulla retta via e dopo un certo periodo, sei mesi o un anno, può essere ritirata e ci si può ribattezzare.

L'omosessualità non è compatibile con il pensiero cristiano e noi chiediamo ai nostri aderenti di non commettere atti omosessuali".

Ed effettivamente il sito dei mormoni aggiunge:

"Il problema non è di non amare o non aiutare queste persone [gli omosessuali, ndr.], ma di aiutarle veramente, non di compiacerle, cioè dimostrare loro affetto, comprensione dei loro problemi, come si deve fare con chiunque, ma non condividere il problema. Per fare un paragone: ad un alcolizzato od ad un drogato si deve amore e rispetto, ma mai dirgli che in fondo in fondo, vabbé, non è colpa sua.

Molti dicono che la omosessualità è una malattia: è vero!".

Sullo stesso sito è riportato un agghiacciante passo della lettera ai romani dell'apostolo Paolo "Ora essi, (...) pur conoscendo che secondo il giudizio di Dio quelli che fanno codeste cose [atti omosessuali, ndr.] son degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette".

"Froci ai roghi", dunque? "Ma no ", ci rinfranca Bellini "dobbiamo semplicemente intenderci sui termini. Scomunica non è come quello che è avvenuto nella Chiesa cattolica...

Scomunica vuol dire essere fuori dalla nostra Chiesa". Mah.

Gli chiediamo allora se conosce casi di omosessuali mormoni, ma è reticente: "Vorrei parlare del principio... non di altri casi: mi sembra una cosa un po' particolare. Detta così mi sembra un po'... a che serve?".

Proviamo a chiedergli come si comportano con i minorenni omosessuali figli di mormoni: "Nella nostra comunità conosco più di un omosessuale e sono bravissime persone. Sono condannati coloro che commettono con un uomo ciò che si fa con una donna, lo ha detto chiaramente Paolo. L'atto è una cosa, l'orientamento un'altra".

Possiamo quindi parlare di discriminazione o omofobia nei Mormoni? Giudichi il lettore.

Pierre Martinazzi è convinto del fatto che "quella lettera di scomunica è un pericoloso atto di arroganza. Lo è perchè contiene una nemmeno velata forma di fondamentalismo, esattamente come l'Islam più integralista.

Potevo fregarmene di essere stato cancellato dalla loro comunità, come se quel mio battesimo non fosse mai avvenuto, ma ho pensato a coloro che sono succubi di queste forme di violenza religiosa.

Le stesse persone che mi hanno scomunicato, se fossero state al Santo Uffizio mi avrebbero mandato sul rogo. Senza remore".







Nounou
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Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal


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